de magistris ha scritto:Palma ha scritto:Francvino ha scritto:gp ha scritto:Tra gli "implosi" di Winesurf (vedi assaggio del Classico Superiore, parallelo a quello che hai linkato) battuti dal Titulus 2011 c'è in particolare il Tralivio 2010 che ho sentito da poco a confronto col San Michele pari annata di Bonci: un vino magari non irreprensibile al naso, ma con una botta di sale che nemmeno in una cisterna di Titulus!
Oddio! Se ti legge Palma sono fritto!
Mi metto in brutte acque se ti chiedo com'è andato il confronto tra Tralivio e San Michele?
Visto![]()
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Ma, se non posso criticare il degustatore, cosa vuoi mai che dica?
premesso che non c'entra niente con lo scambio avuto con gp, ma che faccio un discorso generale.
tu la metti come battuta, ma è proprio questo che in più di un'occasione ho cercato di dire: la critica del critico è uno sport che da appassionato (ma anche da "collega") mi interessa proprio poco, anche perché sottintende un meccanismo di "confronto-competizione" che è esattamente quello che tutti diciamo di voler eliminare dal racconto del vino.
E non faccio il diversamente etero con il deretano altrui: credo basti una mano per contare le volte che mi sono permesso di entrare nel merito di giudizi, visioni, letture di altre guide, riviste, blog. Mentre non bastano le mani presenti ad un concerto di Vasco per enumerare le volte che ho detto eventualmente la mia, ho espresso il mio punto di vista magari differente su quello stesso vino, annata, territorio, senza cercare "appoggi" in letture simili alle mie ma soprattutto senza fare il professorino con la matita blu rispetto a "errori" altrui (sempre dal proprio punto di vista).
E non perché in testa mia non abbia mai pensato leggendo certi giudizi: "ma che cacchio sta dicendo questo".
E non perché siamo nel mulino bianco dove dobbiamo fare finta di volerci tutti bene e di pensare che tutte le letture si equivalgono.
Ma semplicemente perché, da ex arbitro, so quanto è facile fare le pagelle dalla tribuna, ma quelli che giudicano da lì poi in campo non ci vanno a dimostrare quanto sarebbero capaci di fare meglio.
Accetterò sempre le critiche da chi scende in campo, si prende tutto il tempo, gli spazi, l'onestà intellettuale del metodo per elaborare il suo percorso (fosse anche diametralmente opposto al mio), non le accetterò mai da chi si nasconde dietro la gonna di mamma (anche se dicesse le stesse cose che penso io).
Questione di stile, che qualcuno continua a far finta di non capire a distanza di mesi, gente davvero poco credibile nella parte della vittima.
Ma un'eccezione per criticare Francvino si può avere?
Seriamente, penso di non poter cogliere tutti i tuoi riferimenti, non avendo nulla a che fare con la critica professionista di settore, ma ritengo che ci siano stati e ci siano ancora diversi casi in cui la critica ai critici sia addirittura necessaria, ma ho poco tempo, se riesco ci torno in seguito.
Ricordo comunque che in tutti i settori si viene criticati per il lavoro svolto, quindi secondo me neppure i critici enologici devono fare eccezione, altrimenti il critico non potrebbe criticare il lavoro dei produttori di vino ed allora di cosa parlerebbe. Magari si può discutere sull'opportunità di criticarsi ed insultarsi tra colleghi, ma solo quello.