IL DEGUSTATORE BIO

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uz
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda uz » 08 mar 2013 18:25

E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
...uz
vinogodi
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 11 mar 2013 14:30

uz ha scritto:E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda sbrega » 11 mar 2013 17:52

Sapete cosa mi ricorda?? La storia del Rhum AGRICOLO!!

I francesi... sempre i primi della classe nel sapersi vendere decisero che tutto il rhum derivato dalla lavorazione della sola canna da zucchero e prodotto nelle colonie francesi si chiamasse Rhum Agricole...

E quindi??' tutto il resto era da considerarsi industriale????

Tanto il procedimento sarebbe sempre stata una distillazione ... cambiava solo il distillato!!

Pero' dire : compro un rhum agricole fa molto figo...

Era solo un nome con poco fondamento per potersi vender meglio...

P.S. punto a favore devo ammettere la prima e ancora unica AOC per il rhum...
Non esistono brutte donne... esiste solo poco RUM!

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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda La Volpe » 11 mar 2013 18:45

Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggiodi sbrega il 11 mar 2013 17:52
Sapete cosa mi ricorda?? La storia del Rhum AGRICOLO!!

I francesi... sempre i primi della classe nel sapersi vendere decisero che tutto il rhum derivato dalla lavorazione della sola canna da zucchero e prodotto nelle colonie francesi si chiamasse Rhum Agricole...

E quindi??' tutto il resto era da considerarsi industriale????

Tanto il procedimento sarebbe sempre stata una distillazione ... cambiava solo il distillato!!

Pero' dire : compro un rhum agricole fa molto figo...

Era solo un nome con poco fondamento per potersi vender meglio...

P.S. punto a favore devo ammettere la prima e ancora unica AOC per il rhum.


Bhe anche no.
I cosidetti agricoli come giustamente scrivi si ottengono dalla distillazione della canna da zucchero.
Gli altri "industriali" dalla distillazione della melassa che è un sottoprodotto della canna da zucchero.
Poi grazie alla AOC gli invecchiamenti sono certificati e non alla cazzola come nella maggior parte dei casi, in cui il colore è dato solo ed esclusivamente dal caramello aggiunto, non dal passaggio in legno.
Che poi il nome "industriali" sia usato per dispreggiare ciò che i franciosi non fanno è chiaro. Che siano tutti industriali come Bacardi è falso.
Cmq i rum agricoli sono un po' come il Pinot Nero...un po' ostici all'inizio ma poi... :D
Mi sa che da ora in poi scriverò DRC accanto a tutti i titoli dei post...è un po' come le tette negli spot. Attirano l'attenzione.
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Alberto » 11 mar 2013 18:52

Il problema degli agricoles purtroppo è che qui da noi costano tanti soldini... :roll:

Quando bevo un rum eccelso ad un prezzo modico come il Mount Gay 1709, qualche dubbio mi viene, se devo tirar fuori la stessa cifra per un Agricole Vieux "base" di soli 3 anni di invecchiamento.
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 11 mar 2013 22:16

...nel forum c'è un pulcino.... nel forum c'è un pulcino .... è il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio .... è il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio , il pulcino bioooooooooooo...
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Nelle Nuvole » 12 mar 2013 09:23

vinogodi ha scritto:...nel forum c'è un pulcino.... nel forum c'è un pulcino .... è il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio .... è il pulcino bio, il pulcino bio, il pulcino bio , il pulcino bioooooooooooo...


se è per questo, nel Forum oltre ad un pulcino ci stanno anche parecchi galli :) :wink:

a parte ciò, vinogodi, quello che hai scritto più su riguardo all'abuso di alcol e allo spirito da crociati che anima certi bioenofili mi trova completamente d'accordo.
[Il giorno della mia nascita mi venne consegnato un certificato di Non-Idoneità
(F.U. Hoff)]
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 21 giu 2016 11:17

...sapete che nel frattempo sono diventato fervido sostenitore del bio (buono , perché quello che fa cagare mi fa ancora schifo, anche se lo guardo con occhio benevolo di chi sbaglia perseguendo buone intenzioni) ) ? Ma guarda te come si può cambiare idea in così poco tempo...
PS: oggi bevo solo bio buono : Leroy , DRC , Rousseau , Comte Lafon, Comte Ligier Belair , Leflaive , Coche Dury , Roulot, Rouget & C ... ce n'è un sacco, basta scegliere...
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 21 giu 2016 12:05

vinogodi ha scritto:
uz ha scritto:E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
8)


Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...
Lorenzo
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 21 giu 2016 13:52

gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
uz ha scritto:E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
8)


Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...
...se ti dico che sono diventato un bio concettuale, perché mai dovrei sostenere che il bio fa schifo culturalmente ? Ma siamo matti? Per esempio tutta la Borgogna è bio. IN tanti , anche in Italia, si cimentano col bio, ma il problema non è il bio:
1) E' che tecnicamente non tutti sono capaci di sostenenrne la logica produttiva e di filiera
2) Si paga l'improvvisatore che si accoda al carro mediatico perché non ha le risorse per sostenersi nel mercato ed oggi è necessaria l'etichetta "di puri e duri" per cavalcare le psicosi collettive o , perlomeno, sbarcare il lunario .
3) Il sistema bio diventa una bufala non sostenibile (concettualmente ) se non si riesce a comprendere, scientificamente, che un sistema chiuso non è praticabile in ...un sistema aperto; perché il bio non può avere confini predefiniti e l'isolazionismo in un sistema convenzionale è solo utopia ... comunque da perseguire, singolarmente con poco costrutto ma globalmente si, perché sarebbe ora che ci si desse una mossa "collettiva" per non lasciare un immondezzaio in eredità ai nostri figli.
4) Perché non studiare da chi è più bravo di noi sia culturalmente che tecnicamente anche come sistema (vedi Borgogna) e abbandoniamo le velleità da boria di autosufficienza con il risultato che nelle fiere "di vini veri - natural - bio" il 10% è buono , il 45 % è discutibile sensorialmente , il 40% fa cagare e il rimanente 5% potrebbe essere usato dall'ISIS come arma di distruzione di massa?...
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda gianni femminella » 21 giu 2016 18:06

OT OT OT

Quanti forumisti latitanti tutti qui riuniti!
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 22 giu 2016 11:54

vinogodi ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
uz ha scritto:E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
8)


Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...

3) Il sistema bio diventa una bufala non sostenibile (concettualmente ) se non si riesce a comprendere, scientificamente, che un sistema chiuso non è praticabile in ...un sistema aperto; perché il bio non può avere confini predefiniti e l'isolazionismo in un sistema convenzionale è solo utopia ... comunque da perseguire, singolarmente con poco costrutto ma globalmente si, perché sarebbe ora che ci si desse una mossa "collettiva" per non lasciare un immondezzaio in eredità ai nostri figli.
4) Perché non studiare da chi è più bravo di noi sia culturalmente che tecnicamente anche come sistema (vedi Borgogna) e abbandoniamo le velleità da boria di autosufficienza con il risultato che nelle fiere "di vini veri - natural - bio" il 10% è buono , il 45 % è discutibile sensorialmente , il 40% fa cagare e il rimanente 5% potrebbe essere usato dall'ISIS come arma di distruzione di massa?...


Quando parli di "sistema chiuso" ti riferisci ai consorzi e ai bollini annessi in etichetta?
Devo dire però che quando sono stato all'ultima edizione di viniveri a cerea i vini che più mi hanno deluso sono stati proprio i francesi..poi non so fino a che punto farne una questione tecnica (mi manca la preparazione) ma da consumatore li ho trovati senza struttura, sciatti, al contrario dei vari Rinaldi rivella princic ferrandes de fermo bea vecchia massa (e qui la lista sarebbe lunga)
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 22 giu 2016 12:06

gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
uz ha scritto:E' bello tornare ogni tanto nel caro vecchio forum e trovare sempre delle novità interessanti! :lol:
..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
8)


Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...

3) Il sistema bio diventa una bufala non sostenibile (concettualmente ) se non si riesce a comprendere, scientificamente, che un sistema chiuso non è praticabile in ...un sistema aperto; perché il bio non può avere confini predefiniti e l'isolazionismo in un sistema convenzionale è solo utopia ... comunque da perseguire, singolarmente con poco costrutto ma globalmente si, perché sarebbe ora che ci si desse una mossa "collettiva" per non lasciare un immondezzaio in eredità ai nostri figli.
4) Perché non studiare da chi è più bravo di noi sia culturalmente che tecnicamente anche come sistema (vedi Borgogna) e abbandoniamo le velleità da boria di autosufficienza con il risultato che nelle fiere "di vini veri - natural - bio" il 10% è buono , il 45 % è discutibile sensorialmente , il 40% fa cagare e il rimanente 5% potrebbe essere usato dall'ISIS come arma di distruzione di massa?...


Quando parli di "sistema chiuso" ti riferisci ai consorzi e ai bollini annessi in etichetta?
Devo dire però che quando sono stato all'ultima edizione di viniveri a cerea i vini che più mi hanno deluso sono stati proprio i francesi..poi non so fino a che punto farne una questione tecnica (mi manca la preparazione) ma da consumatore li ho trovati senza struttura, sciatti, al contrario dei vari Rinaldi rivella princic ferrandes de fermo bea vecchia massa (e qui la lista sarebbe lunga)
..."sistema chiuso" significa che non può esistere un sistema bio al 100% se attorniato da sistemi convenzionali. Il vento e gli insetti, gli uccelli e la microfauna in generale , così come le interazioni ambientali, non hanno confini prestabiliti e della contaminazione crociata è la natura che ne determina le regole, proprio perché è un suo punto di forza . Quindi se io coltivo il mio campicello "bio" in un sistema confinante "convenzionale" ,col cazzo che avrò una filiera completamente sotto controllo, checchè si voglia far credere . Perché ne sono certo? Perché mi confronto quasi quotidianamente con questi problemi anche per lavoro, perché il bio mi attira e lo vorrei come sistema "sistematico" , perché il futuro del pianeta è bio.
PS: fra i produttori che hai assaggiato, hai citato quel famoso 10% di cui parlavo in altro post...
PPS: ma che cazzo di francesi hai sentito? :lol: ...
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda 1010 » 22 giu 2016 13:15

Calma e gesso (anzi zolfo) tutto questo interesse si inserisce in un contesto più ampio che riguarda la nostra satolla società e che investe anche la cucina (biologica, vegana, crudista) e che si nutre di carbonare vegane, parmiggiane di qualsiasi cosa tranne che di melanzane e mai fritte, creme senza uova, tofu ed altre minchiate varie. Peccato che a parte qualcuno che ci crede veramente faranno tutti come Albertone Sordi "Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo..." sia col cibo che con il vino.
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 22 giu 2016 13:41

vinogodi ha scritto:
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vinogodi ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:..ciao, bentornato... appunto, dove sei stato di bello tutto questo tempo ? Sei diventato pure tu degustatore bio/vinoverista/biodinamico/natural/sostenibile?
PS: comunque, il vino di base è un potenziale veleno, contenendo un sacco d'alcool. Quindi il suo abuso fa male alla salute. Sembra, inoltre e scusate se parlo con cognizione di causa, responsabile di neoplasie agli epatociti (direttamente e indirettamente) ben più del 30% di solforosa in più disciolta nei vini convenzionali rispetto ai bio-bio, oltre a migliaia di volte più tossica dei ppm di sostanze usate in agricoltura riscontrabili analiticamente in qualsiasi vino, anche del terzo mondo enologico che per svilupparsi si è dotato di regolamenti e regole assai meno restrittive di quelle europee. Comunque, non c'è niente di peggio delle crociate contro le crociate a favore, quindi direi di astenersi da quasta pratica perniciosa. Penso tutti concordiamo che l'agricoltura sostenibile sia quanto di più moralmente perseguibile e condivisibile. L'aderire in maniera fondamentalista a movimenti alla fin fine mediatici e commerciali, mi fa rizzare il pelo e provoca qualche convulsione di principio, forse che sia un fatto caratteriale da prendere in considerazione quando ci si schiera? Anzi, peggio è quando per sostenere una tesi (viticoltura sostenibile) si da addosso a chi già la persegue ma che non vuole mediaticamente aderire ad alcun movimento di "liberazione dal maligno" ... ma suvvia...
8)


Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...

3) Il sistema bio diventa una bufala non sostenibile (concettualmente ) se non si riesce a comprendere, scientificamente, che un sistema chiuso non è praticabile in ...un sistema aperto; perché il bio non può avere confini predefiniti e l'isolazionismo in un sistema convenzionale è solo utopia ... comunque da perseguire, singolarmente con poco costrutto ma globalmente si, perché sarebbe ora che ci si desse una mossa "collettiva" per non lasciare un immondezzaio in eredità ai nostri figli.
4) Perché non studiare da chi è più bravo di noi sia culturalmente che tecnicamente anche come sistema (vedi Borgogna) e abbandoniamo le velleità da boria di autosufficienza con il risultato che nelle fiere "di vini veri - natural - bio" il 10% è buono , il 45 % è discutibile sensorialmente , il 40% fa cagare e il rimanente 5% potrebbe essere usato dall'ISIS come arma di distruzione di massa?...


Quando parli di "sistema chiuso" ti riferisci ai consorzi e ai bollini annessi in etichetta?
Devo dire però che quando sono stato all'ultima edizione di viniveri a cerea i vini che più mi hanno deluso sono stati proprio i francesi..poi non so fino a che punto farne una questione tecnica (mi manca la preparazione) ma da consumatore li ho trovati senza struttura, sciatti, al contrario dei vari Rinaldi rivella princic ferrandes de fermo bea vecchia massa (e qui la lista sarebbe lunga)
..."sistema chiuso" significa che non può esistere un sistema bio al 100% se attorniato da sistemi convenzionali. Il vento e gli insetti, gli uccelli e la microfauna in generale , così come le interazioni ambientali, non hanno confini prestabiliti e della contaminazione crociata è la natura che ne determina le regole, proprio perché è un suo punto di forza . Quindi se io coltivo il mio campicello "bio" in un sistema confinante "convenzionale" ,col cazzo che avrò una filiera completamente sotto controllo, checchè si voglia far credere . Perché ne sono certo? Perché mi confronto quasi quotidianamente con questi problemi anche per lavoro, perché il bio mi attira e lo vorrei come sistema "sistematico" , perché il futuro del pianeta è bio.
PS: fra i produttori che hai assaggiato, hai citato quel famoso 10% di cui parlavo in altro post...
PPS: ma che cazzo di francesi hai sentito? :lol: ...


Qualche champagne di cui non ricordo i produttori, demaine de juchepie (bianchi dolci) e giboulot..probabilmente verró piallato ma non mi hanno entusiasmato per niente..
Discorso molto interessante e mi sorge spontanea una domanda: questo "sistema chiuso" non ha senso nemmeno se le vigne sono circondate da "barriere naturali" (boschi e quant'altro)? Mi viene in mente monte dei ragni, quando Zeno parla proprio di questa "barriera" grazie alla quale le sue vigne riuscirebbero a non subire i condizionamenti dei limitrofi "sistemi convenzionali"
Lorenzo
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 22 giu 2016 15:27

gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:
Non sconvolge il fatto che l'alcol sia la sostanza più dannosa..l'alcol si crea naturalmente con la fermentazione, quindi è naturale..e se è naturale va benissimo, nonostante sia dannoso per l'organismo..credo che i bevitori bio non siano interessati a questo, quanto ad un censurabile intervento dissacrante dell'uomo..il discorso è "fare il vino sostenibile, farlo nel rispetto della natura", che se da un lato mi trova assolutamente d'accordo, dall'altro rischia di diventare (se già non lo è diventato) un paradosso gigante..."buono questo veleno, è assolutamente naturale, vuoi favorire?"

Detto questo, io di vini ottimi senza solforosa aggiunta ne ho assaggiati...ecco, sfatiamo anche il falso mito per cui un vino bio faccio schifo per forza di cose...

3) Il sistema bio diventa una bufala non sostenibile (concettualmente ) se non si riesce a comprendere, scientificamente, che un sistema chiuso non è praticabile in ...un sistema aperto; perché il bio non può avere confini predefiniti e l'isolazionismo in un sistema convenzionale è solo utopia ... comunque da perseguire, singolarmente con poco costrutto ma globalmente si, perché sarebbe ora che ci si desse una mossa "collettiva" per non lasciare un immondezzaio in eredità ai nostri figli.
4) Perché non studiare da chi è più bravo di noi sia culturalmente che tecnicamente anche come sistema (vedi Borgogna) e abbandoniamo le velleità da boria di autosufficienza con il risultato che nelle fiere "di vini veri - natural - bio" il 10% è buono , il 45 % è discutibile sensorialmente , il 40% fa cagare e il rimanente 5% potrebbe essere usato dall'ISIS come arma di distruzione di massa?...


Quando parli di "sistema chiuso" ti riferisci ai consorzi e ai bollini annessi in etichetta?
Devo dire però che quando sono stato all'ultima edizione di viniveri a cerea i vini che più mi hanno deluso sono stati proprio i francesi..poi non so fino a che punto farne una questione tecnica (mi manca la preparazione) ma da consumatore li ho trovati senza struttura, sciatti, al contrario dei vari Rinaldi rivella princic ferrandes de fermo bea vecchia massa (e qui la lista sarebbe lunga)
..."sistema chiuso" significa che non può esistere un sistema bio al 100% se attorniato da sistemi convenzionali. Il vento e gli insetti, gli uccelli e la microfauna in generale , così come le interazioni ambientali, non hanno confini prestabiliti e della contaminazione crociata è la natura che ne determina le regole, proprio perché è un suo punto di forza . Quindi se io coltivo il mio campicello "bio" in un sistema confinante "convenzionale" ,col cazzo che avrò una filiera completamente sotto controllo, checchè si voglia far credere . Perché ne sono certo? Perché mi confronto quasi quotidianamente con questi problemi anche per lavoro, perché il bio mi attira e lo vorrei come sistema "sistematico" , perché il futuro del pianeta è bio.
PS: fra i produttori che hai assaggiato, hai citato quel famoso 10% di cui parlavo in altro post...
PPS: ma che cazzo di francesi hai sentito? :lol: ...


Qualche champagne di cui non ricordo i produttori, demaine de juchepie (bianchi dolci) e giboulot..probabilmente verró piallato ma non mi hanno entusiasmato per niente..
Discorso molto interessante e mi sorge spontanea una domanda: questo "sistema chiuso" non ha senso nemmeno se le vigne sono circondate da "barriere naturali" (boschi e quant'altro)? Mi viene in mente monte dei ragni, quando Zeno parla proprio di questa "barriera" grazie alla quale le sue vigne riuscirebbero a non subire i condizionamenti dei limitrofi "sistemi convenzionali"
...se qualche decina di casi mondiali di prefilossero esistono ancora, significa che i miracoli si possono verificare , con o senza presenze bibliche favorenti... 8)
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda alì65 » 22 giu 2016 18:57

gbaenergiaeco10 ha scritto:
......mi sorge spontanea una domanda: questo "sistema chiuso" non ha senso nemmeno se le vigne sono circondate da "barriere naturali" (boschi e quant'altro)? Mi viene in mente monte dei ragni, quando Zeno parla proprio di questa "barriera" grazie alla quale le sue vigne riuscirebbero a non subire i condizionamenti dei limitrofi "sistemi convenzionali"


a meno che abbia installato dei filtri per aria e acqua, barriere insetticide che allontana chi proviene dall'esterno altrimenti la vedo dura
o tutti si convertono con anni di pulizia dei terreni o il bio completo non può esistere
il mio esempio; ho delle piante da frutto e qualche vite di malvasia e a parte il "ramato" non do nulla (da tanti anni) ma ho una strada vicina che al mattino e alla sera è trafficata, potranno i frutti essere bio?
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda alì65 » 22 giu 2016 18:58

Marco, per un bio alla Donati vai da Crocizia ma non picchiare troppo forte!!!! :mrgreen:
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Patàta » 22 giu 2016 19:11

Alla fine del BIO l'unica cosa veramente utile è il cornoletame nella patta.
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Patatasd » 22 giu 2016 19:29

Io i bianchi di Crocizia li godo, perfetti poi per le bevute spensierate della stagione!
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda alì65 » 22 giu 2016 19:37

Patatasd ha scritto:Io i bianchi di Crocizia li godo, perfetti poi per le bevute spensierate della stagione!


ma sono migliorati o puzzolenti come un anno fa??
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Patatasd » 22 giu 2016 19:56

Ma avevi bevuto i 2012 o 13?

Io dal 13 in poi non ho ricordi di particolari puzze, al massimo un po di riduzione appena stappato ma che dopo poco va via e lascia spazio a note varietali in linea con zona e vitigno.
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda vinogodi » 22 giu 2016 20:32

Patatasd ha scritto:Io i bianchi di Crocizia li godo, perfetti poi per le bevute spensierate della stagione!
...conosco e sono ragazzi fantastici. Grande volontà e idee chiare. Tecnicamente da studiare ancora , la strada è lunga. Vini sinceri, in annate piacevolissimi , in annate un pò così ... diciamo "un pò così" ... 8)
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Re: IL DEGUSTATORE BIO

Messaggioda Patatasd » 23 giu 2016 00:56

vinogodi ha scritto:
Patatasd ha scritto: in annate piacevolissimi , in annate un pò così ... diciamo "un pò così" ... 8)


Si per carità, come per tantissimi produttori bio e non bio.

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