


vinogodi ha scritto:...'ffan culo , bastardi ...Andyele ha scritto:Ieri in un lungo pranzo a Firenze alla Leggenda dei Frati organizzato per mangiare sopratutto la famosa lepre alla Royale, abbiamo colto l'occasione per organizzare una bella Rodanata![]()
Questa la line-up in ordine di servizio:
Selosse 2002
Krug 1988
Vernay Condrieu Cote Vernon 2010
Ermite blanc Chapoutier 2004
Cdp Chateau Fortia 1978
Chateau Rayas 2005
Ogier Belle Helene 1999
Jamet Cote Rotie 1999
Guigal La Landonne 1988
Bonneau Reserve du Celestin 1995
Cdp Marcoux V.V. 1998
Pegau Cuvee da Capo 1998
Un paio o tre di vini stellari!!![]()
PS: note , please...
Andyele ha scritto:Chapoutier Ermite Blanc 2004: è il miglior bianco che ho mai bevuto nella zona sud/centro Rodano, l’ho trovato meglio dei vari Chave, Rayas e anche di altri Chapoutier provati. Il naso andava dalla camomilla all’albicocca sciroppata, al miele ed alla cera d’api. In bocca si sa che notoriamente non brillano per acidità ma in questo caso la sapidità aiutava a contrastare l’alcool che un po’ si avvertiva. Parker lo valuta 100 punti, togliendone una decina ci siamo.
... 201 chilometri ...vino.curioso ha scritto:Andyele ha scritto:Chapoutier Ermite Blanc 2004: ...In ultimo: un vino da 150-200 e più euro come sono questi, possono essere dei "semplici" 90? Cosa mancava, se così si può dire, per l'eccellenza?
montrachet61 ha scritto:Prenesso che ha “fatto” piu” Parker per il rodano (per non parlare di bordeaux...) che 50 anni di vinificazione, rimane comunque difficile incastrare nel tempo determinati punteggi assegnati ai vini bianchi di quella zono.
Buoni ed in alcuni casi molto buoni appena messi in bottiglia, imbevibili dopo due/tre anni, fruibili dopo 15/20....difficile capire che cosa possone essere o sono quei vini.
Le selezioni parcellari di Chapoutier sono sempre state valutate assai positivamente e devo dire che comunque e sopratutto l’Ermite mi hanno lasciato dei buoni ricordi...ma da quello ad assegnare un bel 100 che neanche un grande montrachet di Borgogna in grande annata riesce ad ottenere....ce ne passa assai.
Metri e parametri di giudizio troppo differenti, critici troppo imbevuti di se stessi, assaggi troppo limitati nel tempo e purtroppo NON assaggi effettuati nel tempo,sono solo forieri di una visione assai limitata e spesso univoca nel giudicare quei vini.
Piu’ che cercare di capire perche’ un qualunque critico assegna determinati punteggi a determinati vini, piu’ che pensare alla differenza dei centesimi nella loro valutazione,e’ meglio berseli quei vini e farsene una propria idea...
Berrai anche ciofeche di vino, e purtroppo qualcuno con alti punteggi, ma almemo potrai dire di averli bevuti ...e non per sentito dire e per giudizio altrui.
Andyele ha scritto:
Chateau Rayas 2005
Jamet Cote Rotie 1999
Guigal La Landonne 1988
Bonneau Reserve du Celestin 1995
Un paio o tre di vini stellari!!
vino.curioso ha scritto:Andyele ha scritto:Chapoutier Ermite Blanc 2004: è il miglior bianco che ho mai bevuto nella zona sud/centro Rodano, l’ho trovato meglio dei vari Chave, Rayas e anche di altri Chapoutier provati. Il naso andava dalla camomilla all’albicocca sciroppata, al miele ed alla cera d’api. In bocca si sa che notoriamente non brillano per acidità ma in questo caso la sapidità aiutava a contrastare l’alcool che un po’ si avvertiva. Parker lo valuta 100 punti, togliendone una decina ci siamo.
Ho una curiosità su questi bianconi del rodano.
Sempre partendo dal fatto che ogni giudizio è (più o meno) soggettivo, mi stupisce come questi vini bianchi riescano a polarizzare i gusti in maniera sensibilmente più importante rispetto a tante delle altre bottiglie bevute, per quel che leggo. Provo a spiegarmi meglio: di solito, su uno stesso vino, dei degustatori dello stesso "livello" (leggi: bravura, esperienza, capacità, etc.) possono avere una forbice di quanto? 2-3-4 punti al massimo, in base alla soggettività?
Qua si va incredibilmente oltre. Non faccio riferimento alla distanza da RP, quanto in senso generale, dal poco che ogni tanto qua si trova su questi (costosi) vini. Da cosa dipendono queste distanze così grandi nelle valutazioni? Chi li reputa un po' troppo larghi, chi ci passa sopra, a chi scaldano troppo e a chi il giusto. Tutto soggettivo, ok, ma tipo 94-96 punti contro 90... parliamo praticamente di un altro vino.
In ultimo: un vino da 150-200 e più euro come sono questi, possono essere dei "semplici" 90? Cosa mancava, se così si può dire, per l'eccellenza?
Spero di non aver scritto troppe minchiate in libertà
vinogodi ha scritto:... 201 chilometri ...
senza dubbio: mi legavo al dato del punteggio solo per sottolineare come su questa tipologia ci sia una varianza significativa da persona a persona, significativa quasi da insospettirmi, nell'ambito di una denominazione che - almeno per il prezzo (o forse "solo per", a questo punto...) - è inserita in una fascia "alta".montrachet61 ha scritto:Piu’ che cercare di capire perche’ un qualunque critico assegna determinati punteggi a determinati vini, piu’ che pensare alla differenza dei centesimi nella loro valutazione
giusto, ovviamente. inizio a mettere da partemontrachet61 ha scritto: e’ meglio berseli quei vini e farsene una propria idea...
Berrai anche ciofeche di vino, e purtroppo qualcuno con alti punteggi, ma almemo potrai dire di averli bevuti ...e non per sentito dire e per giudizio altrui.
cosa guadagnano, con gli anni? un profilo olfattivo migliore/si assesta un po' la bocca, rispetto alle versioni giovani o diventano solo più godibili? E in cosa?Ludi ha scritto:Gli Hermitage bianchi, a mio avviso, vanno bevuti con almeno venti anni sulle spalle, altrimenti rischiano di essere versioni caricaturali dei Gran Cru borgognoni. Una recente esperienza con un De l'Orée 1992 mi ha rivelato un'anima profondamente catramosa che lo rendeva davvero mirabile, di gran carattere e personalità, per certi versi magico.
su cosa si "reggono" vini bianchi così durevoli, ma mancanti di una acidità spiccata che dovrebbe essere un po' la spina dorsale dei bianchi da invecchiamento?karroth ha scritto:Anche bevuti con quasi 30 anni sulle spalle c'è bisogno che piacciano vini con scarsissima acidità e grande corpo che a me danno la sensazione di “morire” in bocca.
qui parliamo invece di hermitage blanc base di guigal o ex-voto?karroth ha scritto:Altro caso emblematico è Rayas a cui tutto il mondo da la caccia tralasciando i Guigal che invece si dimostrano in ogni annata se non magici comunque degni di nota.
Sono contento perché questa sottovalutazione attuale del mercato mi ha permesso di comprarne e di berne decine di bottiglie a prezzi commoventi rispetto alla qualità.
Andyele ha scritto:Mi fa piacere quando una bevuta diventa anche uno spunto di discussione senza offendersi.
Domani continuo a scrivere due righe sui Rossi.
Andyele ha scritto:Cdp Chateau Fortia 1978: personalmente era la prima volta che mi confrontavo con uno Cdp così vintage e devo dire che sono rimasto davvero ben impressionato, oltretutto non è nemmeno un top della denominazione. Il naso è molto affascinante, ancora molto godurioso, intenso e balsamico, al sorso non è troppo complesso e profondo ma cmq decisamente buono e appagante. 92
Chateau Rayas 2005: ecco la prima personale delusione della giornata. Parte piuttosto chiuso e questo per Rayas che fa della sua esplosione olfattiva il cavallo di battaglia è già una falsa partenza. Lasciandolo nel bicchiere piano piano si apre leggermente ma i profumi sono comunque veicolati dall’alcool che li spinge fuori ma allo stesso tempo li accompagna e non ha nessuna intenzione di rimanere in secondo piano, emerge comunque una bella speziatura. La bocca è piuttosto carica, c’è materia e si sente, picchia abbastanza duro però purtroppo non solo per struttura e consistenza della tessitura del vino ma anche ancora per quel maledetto alcool. 91
Ogier Belle Helene 1999: ecco un’altra delusione di giornata, un altro 100/100 che non rende merito alla sua fama. Questa volta però più che il vino era proprio la bottiglia che non andava. Non troppo pulito ma soprattutto troppo avanti ed evoluto. In bocca si salvava un po’ di più ma l’acidità era veramente troppa. Bottiglia problematica, probabile botta di caldo o mal conservazione. NG
Per fortuna le sfighe son finite qui…
vino.curioso ha scritto:cosa guadagnano, con gli anni? un profilo olfattivo migliore/si assesta un po' la bocca, rispetto alle versioni giovani o diventano solo più godibili? E in cosa?Ludi ha scritto:Gli Hermitage bianchi, a mio avviso, vanno bevuti con almeno venti anni sulle spalle, altrimenti rischiano di essere versioni caricaturali dei Gran Cru borgognoni. Una recente esperienza con un De l'Orée 1992 mi ha rivelato un'anima profondamente catramosa che lo rendeva davvero mirabile, di gran carattere e personalità, per certi versi magico.
Ludi ha scritto:approfondiscono la vena minerale, che come dicevo tende alla pece. Danno l'impressione di essere senza tempo.
Qualcuno ha rimproverato la mancanza di acidità....vero sino ad un certo punto, per gli Hermitage. A mio avviso è piuttosto la strabordante sapidità a coprirla. Capisco però che possano non piacere, sono vini che certamente "stancano", non hanno la bevibilità degli Chablis.
alì65 ha scritto:Andyele ha scritto:Cdp Chateau Fortia 1978: personalmente era la prima volta che mi confrontavo con uno Cdp così vintage e devo dire che sono rimasto davvero ben impressionato, oltretutto non è nemmeno un top della denominazione. Il naso è molto affascinante, ancora molto godurioso, intenso e balsamico, al sorso non è troppo complesso e profondo ma cmq decisamente buono e appagante. 92
Chateau Rayas 2005: ecco la prima personale delusione della giornata. Parte piuttosto chiuso e questo per Rayas che fa della sua esplosione olfattiva il cavallo di battaglia è già una falsa partenza. Lasciandolo nel bicchiere piano piano si apre leggermente ma i profumi sono comunque veicolati dall’alcool che li spinge fuori ma allo stesso tempo li accompagna e non ha nessuna intenzione di rimanere in secondo piano, emerge comunque una bella speziatura. La bocca è piuttosto carica, c’è materia e si sente, picchia abbastanza duro però purtroppo non solo per struttura e consistenza della tessitura del vino ma anche ancora per quel maledetto alcool. 91
Ogier Belle Helene 1999: ecco un’altra delusione di giornata, un altro 100/100 che non rende merito alla sua fama. Questa volta però più che il vino era proprio la bottiglia che non andava. Non troppo pulito ma soprattutto troppo avanti ed evoluto. In bocca si salvava un po’ di più ma l’acidità era veramente troppa. Bottiglia problematica, probabile botta di caldo o mal conservazione. NG
Per fortuna le sfighe son finite qui…
Andrea, temperature di servizio?
Andyele ha scritto:Finiamo con le note degli ultimi 3 vini altrimenti non possiamo parlare della nuova bevuta![]()
Cdp Bonneau Reserve du Celestin 1995: questo è l’altro grande vino rosso della giornata. Il miglior Bonneau da me bevuto, parte con un naso di impatto, molto affascinante, suadente, mantiene eleganza nonostante anche in questo caso i profumi siano veicolati dall’alcool, il sorso è pieno, avvolgente, setoso, con un bel frutto maturo (ma non cotto come io purtroppo spesso ho avvertito nei vini bevuti di Bonneau), elegante e persino preciso. 94/95
Cdp Marcoux V.V. 1998: bottiglia per taluni pregiudicata da una lieve TCA che io onestamente non ho avvertito. Il naso era non precisissimo ma nemmeno completamente svaccato. La bocca invece veramente troppo pesante con alcool invadente. Bottiglia non apposto quindi NG
Cdp Pegau Cuvee da Capo 1998: abbiamo voluto provare anche questo bombardone e devo dire che il naso non è male, abbastanza interessante per intensità in un contesto di pulizia olfattiva. La bocca è come ci si aspettava, molto esplosiva con alcool potente, decisamente saturante. 90+
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