non era fuori tema che Littlewood ricordasse questo tweet della professoressa Di Cesare
non è fuori tema, perché i nostalgici del comunismo sono anche putiniani o comunque indifferenti alle sorti dell'Ucraina, visto che per loro l'unico vero nemico della pace sono gli Stati Uniti
condivido quindi questo interessantissimo thread su Twitter dell'ottimo Stefano Cappellini, uno dei pochi per cui vale ancora la pena leggere Repubblica (evidenzio in rosso un passaggio per me fondamentale)
------
"Breve filo sull'omaggio di Di Cesare a Balzerani, non per animare la caccia alla prof - prego di astenersi nei commenti da insulti e offese - ma solo perché è utile capire da quale punto di vista ideologico si muovono alcuni opinionisti schierati contro il sostegno all'Ucraina
Liquiderò rapidamente il capitolo Br. Di Cesare non è certo una terrorista e, a mio parere, nemmeno una simpatizzante. Discende da quella sinistra intellettuale che ai brigatisti rimproverava (talvolta, non sempre) il mezzo ma non il fine
Le famose "vie diverse". Chi s'appiglia a questa espressione per sminuire la frase di Di Cesare forse non si rende conto di come suoni ridicola e offensiva una sua traduzione per esteso: "Cara Barbara, volevamo entrambe il comunismo, peccato tu abbia ucciso Moro e la scorta"
Più importante è spiegare perché una prof che ha impiegato gran parte dei suoi interventi nel dibattito pubblico a dare di guerrafondai e bellicisti ai sostenitori dell'invio di armi a Kiev si spenda nell'elogio di una donna che ha scelto le armi come mezzo della politica
La contraddizione è palese ma è spiegabilissima con un insindacabile (per chi la pensa come Di Cesare) pregiudizio politico: le armi non vanno bene ma alcuni, come appunto Balzerani, le usavano per un fine giusto e dunque sono meritevoli di comprensione
Da questo pregiudizio ideologico discende che un terrorista rosso possa essere assolto dal peccato di lotta armata, anzi lodato per i nobili intenti, mentre un ucraino che chiede armi per difendersi dai russi è un mercenario e burattino al servizio degli yankee
Di Cesare fa parte di una generazione che voleva abbattere il capitalismo occidentale, sostituirlo con il comunismo, magari non sovietico, e che ha sempre considerato la Nato, non a torto, uno dei garanti degli equilibri politici ed economici
Il comunismo non c'è più in alcuna forma, il capitalismo sì, e agli occhi di quelli che "la mia rivoluzione è la tua" chiunque vi si opponga tuttora è comunque un nemico dello stato di cose presente, anche quando lo si riconosce come dittatore o tiranno
Per questo è sempre mal posto il tema del putinismo di certi intellettuali. Ovvio che non sono ammiratori di Putin, il sostegno è sempre indiretto, e per questo negabile: in Putin vedono un nemico dell'Occidente e tanto basta a considerarlo meno colpevole dei suoi avversari.La visione di politica estera di chi pensa(va) che Balzerani lavorasse per un mondo migliore è ovviamente antiamericana in modo feroce e indiscutibile. "Fuori l'Italia dalla Nato", "guerra alla Nato" erano le parole d'ordine tanto dei volantini del Movimento che di quelli Br
Ancora nel 2024 il peso anche indiretto della Nato in un conflitto geopolitico è ragione sufficiente a negare sostegno a chi le è alleato. Le conseguenti letture della guerra in Ucraina sono, queste sì, disarmanti: gli ucraini combattono per procura, non vogliono la pace, ecc
Questo è il retroterra ideologico di chi si scandalizza se a Kiev arriva un sistema di difesa anti-aereo per evitare che i missili russi entrino nel tinello delle case ma accarezza il ricordo di chi freddava con i mitra uomini che uscivano di casa per andare a lavorare."