Due mondi che non si parlano

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Marcozzo
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Due mondi che non si parlano

Messaggioda Marcozzo » 25 nov 2019 20:03

Ieri un'amica ci ha stappato (inconsapevolmente, era una bottiglia regalatale) un Ageno '14 de La Stoppa. Volatile, brett, a farla corta su dieci al tavolo (buoni bevitori ma non enostrippati), dieci lo hanno trovato imbevibile. Vado su Vivino, e la valutazione è 4 stelle su 5, al livello dei vini migliori. Capisco che lo strumento soffre sia in caso di vini molto commerciali, che di vini naturali, in entrambi i casi le valutazioni piuttosto al di sopra della mia, però un caso del genere proprio non l'avevo mai visto. Siamo noi semplici bevitori a perderci qualcosa o siamo in presenza di un fenomeno di impazzimento collettivo?
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda alì65 » 25 nov 2019 20:16

siete voi che, bevendo i vini convenzionali, bevete sbagliato
il vino naturale, quello del contadino (perchè non mi si venga a dire che Ageno è tanto diverso dal vino che faceva mio padre o il contadino dietro casa) è un atto di fede, un liquido inteso come alimento
se poi non seguite la tendenza del brutto è bello, azzi vostri!!! :mrgreen:
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda littlewood » 25 nov 2019 20:38

alì65 ha scritto:siete voi che, bevendo i vini convenzionali, bevete sbagliato
il vino naturale, quello del contadino (perchè non mi si venga a dire che Ageno è tanto diverso dal vino che faceva mio padre o il contadino dietro casa) è un atto di fede, un liquido inteso come alimento
se poi non seguite la tendenza del brutto è bello, azzi vostri!!! :mrgreen:

Agenti buono 05 e 010....ma Elena a volte esagera....
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda vinogodi » 25 nov 2019 21:10

littlewood ha scritto:
alì65 ha scritto:siete voi che, bevendo i vini convenzionali, bevete sbagliato
il vino naturale, quello del contadino (perchè non mi si venga a dire che Ageno è tanto diverso dal vino che faceva mio padre o il contadino dietro casa) è un atto di fede, un liquido inteso come alimento
se poi non seguite la tendenza del brutto è bello, azzi vostri!!! :mrgreen:

Agenti buono 05 e 010....ma Elena a volte esagera....
...a volte...non riesco più a metterci la faccia, su certe realtà vinicole" di mia gestione" ... Intendo Camillo Donati di turno , venerato e celebrato dai vinnaturisti, oppure gli Ageno di turno...meglio omettere che essere maledetto dal bevitore medio...
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda zampaflex » 25 nov 2019 23:01

Marcozzo ha scritto:Ieri un'amica ci ha stappato (inconsapevolmente, era una bottiglia regalatale) un Ageno '14 de La Stoppa. Volatile, brett, a farla corta su dieci al tavolo (buoni bevitori ma non enostrippati), dieci lo hanno trovato imbevibile. Vado su Vivino, e la valutazione è 4 stelle su 5, al livello dei vini migliori. Capisco che lo strumento soffre sia in caso di vini molto commerciali, che di vini naturali, in entrambi i casi le valutazioni piuttosto al di sopra della mia, però un caso del genere proprio non l'avevo mai visto. Siamo noi semplici bevitori a perderci qualcosa o siamo in presenza di un fenomeno di impazzimento collettivo?


A Fornovo due settimane fa ho provato Ageno 15 (mah), Macchiona 02 (buonino), 09 (buono) e 10 (buono assai), Barbera 06 (buona più) e 10 (buona). Non so se sono stato perculato, avendo la tignosa proprietaria portato le bottiglie buone, o se questi intrugli miracolosamente trovino un equilibrio ed una pulizia ragguardevole a distanza di dieci anni dalla vendemmia.
In vena di provocazioni, ho voluto segnare un punto dichiarando che il suo enologo, quando lavora per sé, fa vini di merda. Ovviamente lei non era della stessa opinione :mrgreen: e ne sarebbe potuto nascere un profondo dibattito che, per carenza di tempo, abbiamo rimandato.
8)

Detto questo, come ho già scritto in altro thread, chi si sdilinquisce per volatile, brett, acidità scisse è un emerito coglione. Non solo non sa, ma si bea della sua ignoranza spacciandola per la modernità.
Di fronte a questi idioti, preferisco fare la figura del plutocrate inquinatore. E bere bene.

PS: ci sono anche tra i paladini del naturale persone con la testa sulle spalle. Con loro si può ragionare di diverse visioni. Ma accade di rado. Alcuni dei miei amici milanesi giocano ormai solo sul naturale, ma di vini difettati con loro non ne ho bevuti. Qualcuno difficilotto, però...
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda zampaflex » 25 nov 2019 23:09

vinogodi ha scritto: ...non riesco più a metterci la faccia, su certe realtà vinicole" di mia gestione" ... Intendo Camillo Donati di turno , venerato e celebrato dai vinnaturisti, oppure gli Ageno di turno...meglio omettere che essere maledetto dal bevitore medio...


Eppure sai che Bandita e Ribelle 18 mi sono piaciuti? Naso piuttosto chiuso, ma bocca vivace e pulita. Casualità di bottiglia anche qui?
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda alì65 » 25 nov 2019 23:14

ma perchè la maggior parte dei cugini fa vino naturale, bio, biodinamico (chiamatelo come cazzo volete) da anni, tanti anni senza farlo pesare e senza raccontare storie, buono, molto buono....c'è qualcosa che non torna
se penso a molti della costa che fanno syrah puri come nessun'altro, in modo naturale che noi lo possiamo solo sognare, le palle ancora mi girano...come diceva il Paolo Conte.....ma stavolta in maniera inversa
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda l'oste » 26 nov 2019 00:49

Veronelli negli ultimi anni di vita si era battuto per far scrivere in retroetichetta tutte le sostanze contenute oltre all'uva, come si fa con tutti gli alimenti creati.
Non so perché mi é venuto in mente.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda alemusci » 26 nov 2019 00:54

A me ageno 12 era piaciuto abbastanza
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda Kalosartipos » 26 nov 2019 08:21

Vade retro
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda sbrega » 26 nov 2019 09:31

Rammaricato dalla piega troppo estrema dei vini della Stoppa... peccato
Non esistono brutte donne... esiste solo poco RUM!

Abbuffino N°1

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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 26 nov 2019 11:00

alì65 ha scritto:ma perchè la maggior parte dei cugini fa vino naturale, bio, biodinamico (chiamatelo come cazzo volete) da anni, tanti anni senza farlo pesare e senza raccontare storie, buono, molto buono....c'è qualcosa che non torna
se penso a molti della costa che fanno syrah puri come nessun'altro, in modo naturale che noi lo possiamo solo sognare, le palle ancora mi girano...come diceva il Paolo Conte.....ma stavolta in maniera inversa


mi permetto di fare un appunto Claudio: tra il naturale e il bio c'è una galassia di differenza..che io sappia nel bio ci si può mettere le stesse cose che si aggiungono ai convenzionali (idem per i trattamenti in vigna) solo che ci sono limiti più bassi..nel naturale non si mette una cippa in vigna (non si diserba mai...a differenza della conduzione "ragionata" francese..) e ovviamente non si mette nulla in cantina..ho bevuto di recente il franciacorta 30 lune di nicola gatta (naturale/biodinamico) di una pulizia estrema..e sul retro etichetta sono indicati a penna i mg di solforosa, circa 37 (non endogena, ma quella che si crea naturalmente con la fermentazione)..secondo me però è giusto distinguersi da un mercato che è esagerato all'opposto..ovverosia il c.d. vino industriale..perchè saremmo di fronte a due modi di lavorare completamente diversi...

Sull'Ageno: la mia opinione è che se si incappa nella bottiglia giusta (e lo ammetto, mi è capitato di rado) si fa una bella bevuta..però credo che tutto sommato sia un po' sopravvalutato..a giusto personale rimanendo nel genere "macerati" prediligo altre cose.

Sulla questione vini naturali: quello che a me da un po' fastidio di chi va contro a questa filosofia è la generalizzazione...ci sono vini naturali (ITALIANI, NON FRANCESI) pulitissimi, fatti stra bene, ma soprattutto senza bandiera (ovverosia: non è che mettano i cartelli "io faccio naturale e tu non sei nessuno"...)..mi vengono subito in mente i vini di Marco Merli, Alessandro Viola, Tiberi, Foradori, Etnella, l'erta di radda (chianti per me pazzesco), il su citato nicola gatta...insomma ce n'è...e io credo che la parte "buona" non invasata di questa "rivoluzione naturale" stia arricchendo e non poco il mondo del vino
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda ORSO85 » 26 nov 2019 11:07

Peccato perchè La Stoppa è un'azienda della mia terra natia, però concordo su Ageno.
bevuto un paio di volte (se non erro 2011) ma non mi ha convinto per niente, anzi.... messo da parte perchè non bevibile non solo da me.
[email protected] - https://www.instagram.com/tanadelvino/
Non spedisco il venerdì per evitare di lasciare il vostro vino in deposito dai corrieri.
Spedisco il giorno successivo alla visualizzazione del pagamento, consegna in 24/48h.
vinogodi
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda vinogodi » 26 nov 2019 11:23

gbaenergiaeco10 ha scritto:
alì65 ha scritto:ma perchè la maggior parte dei cugini fa vino naturale, bio, biodinamico (chiamatelo come cazzo volete) da anni, tanti anni senza farlo pesare e senza raccontare storie, buono, molto buono....c'è qualcosa che non torna
se penso a molti della costa che fanno syrah puri come nessun'altro, in modo naturale che noi lo possiamo solo sognare, le palle ancora mi girano...come diceva il Paolo Conte.....ma stavolta in maniera inversa


mi permetto di fare un appunto Claudio: tra il naturale e il bio c'è una galassia di differenza..che io sappia nel bio ci si può mettere le stesse cose che si aggiungono ai convenzionali (idem per i trattamenti in vigna) solo che ci sono limiti più bassi..nel naturale non si mette una cippa in vigna (non si diserba mai...a differenza della conduzione "ragionata" francese..) e ovviamente non si mette nulla in cantina..ho bevuto di recente il franciacorta 30 lune di nicola gatta (naturale/biodinamico) di una pulizia estrema..e sul retro etichetta sono indicati a penna i mg di solforosa, circa 37 (non endogena, ma quella che si crea naturalmente con la fermentazione)..secondo me però è giusto distinguersi da un mercato che è esagerato all'opposto..ovverosia il c.d. vino industriale..perchè saremmo di fronte a due modi di lavorare completamente diversi...

Sull'Ageno: la mia opinione è che se si incappa nella bottiglia giusta (e lo ammetto, mi è capitato di rado) si fa una bella bevuta..però credo che tutto sommato sia un po' sopravvalutato..a giusto personale rimanendo nel genere "macerati" prediligo altre cose.

Sulla questione vini naturali: quello che a me da un po' fastidio di chi va contro a questa filosofia è la generalizzazione...ci sono vini naturali (ITALIANI, NON FRANCESI) pulitissimi, fatti stra bene, ma soprattutto senza bandiera (ovverosia: non è che mettano i cartelli "io faccio naturale e tu non sei nessuno"...)..mi vengono subito in mente i vini di Marco Merli, Alessandro Viola, Tiberi, Foradori, Etnella, l'erta di radda (chianti per me pazzesco), il su citato nicola gatta...insomma ce n'è...e io credo che la parte "buona" non invasata di questa "rivoluzione naturale" stia arricchendo e non poco il mondo del vino
..sarò politically correct , per cui con la proverbiale pacatezza e arzigogolo lessicale mi esprimerò, come concetto di base : IL VINO NATURALE, DAL PUNTO DI VISTA ETIMOLOGICO , E' LA Più GRANDE CAZZATA ESPRIMIBILE ... perché, ribadisco , il "vino naturale" come termine andrebbe eliminato come grave frode in commercio e fuorviante , concettualmente , rispetto all' utilizzatore ... perché "naturale" non vuol dire nulla , soprattutto parlando di vino , e fregiarsi di questo termine inventato , sarebbe come se scrivessi su una confezione di merendine " cibo sano". Sta parlando il biologo alimentare , quello dell'agricoltura sostenibile , quello che vorrebbe un mondo pulito lasciato ai propri eredi , non una pattumiera ... ma cosa c'entra tutto ciò con una categoria , vini "naturali" innaturale concettualmente perché inesistente e solo bandiera del nulla cosmico? ... Bio? Benissimo : hai un protocollo da seguire e enti certificatori di parte terza che stabiliscono che quel protocollo , condiviso e ammesso dalle autorità competenti , venga rispettato in tutti i suoi dettami, compresi i bilanci di massa produttivi e dati di evidenza oggettiva . Biodinamico? OK , hai comunque riferimenti specifici da seguire e , anche se non concordo su alcuni aspetti esoterici discutibili o solo concettuosi (non concettuali) , passi pure ... comunque , anche in questa maniera si riesce a lavorare alla grande , se tecnicamente e culturalmente all'altezza , guarda la Borgogna , che è in pratica tutta certificata biodinamica , quindi son bravi loro ... da noi no , scusami tanto, si cavalca solo l'onda di psicosi collettiva che vuole il convenzionale autore delle più gravi malattie degenerative e incurabili , dell'inquinamento globale e dei terremoti ed alluvioni , per cui se faccio "vino naturale" sono da santificare e gratificare commercialmente , perché anche se incostante, con alcuni vini che fanno schifo, difettati, tecnicamente non all'altezza , ho etichetta e patente tale da giustificare ideologicamente la mia esistenza. Cazzate. Un po' di senso del limite non guasterebbe ...
Tornando a noi , il fatto che "ogni tanto anche dagli estremisti Vinnaturisti italici si beva qualcosa di decente", te ne rendo atto ... ma credi che la costanza qualitativa , frutto anche di capacità tecnica , sia un dono trascendentale e occasionale ed ogni bottiglia debba fare storia a se ed ogni apertura una specie di sorpresa tipo uovo di Pasqua con tanto di stupore se potabile e altrettanto scoramento se puzza di merda (oppardon ... de Merde de poulet ...) o tanfa di fogna oppure ossidato oppure con acetaldeidi alle stelle ... ma suvvia ... vabbene l'ideologia , ma cerchiamo di rimanere con i piedi per terra
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Re: Due mondi che non si parlano

Messaggioda zampaflex » 26 nov 2019 11:49

gbaenergiaeco10 ha scritto:mi permetto di fare un appunto Claudio: tra il naturale e il bio c'è una galassia di differenza..che io sappia nel bio ci si può mettere le stesse cose che si aggiungono ai convenzionali (idem per i trattamenti in vigna) solo che ci sono limiti più bassi..nel naturale non si mette una cippa in vigna (non si diserba mai...a differenza della conduzione "ragionata" francese..) e ovviamente non si mette nulla in cantina..ho bevuto di recente il franciacorta 30 lune di nicola gatta (naturale/biodinamico) di una pulizia estrema..e sul retro etichetta sono indicati a penna i mg di solforosa, circa 37 (non endogena, ma quella che si crea naturalmente con la fermentazione)..secondo me però è giusto distinguersi da un mercato che è esagerato all'opposto..ovverosia il c.d. vino industriale..perchè saremmo di fronte a due modi di lavorare completamente diversi...

Sulla questione vini naturali: quello che a me da un po' fastidio di chi va contro a questa filosofia è la generalizzazione...ci sono vini naturali (ITALIANI, NON FRANCESI) pulitissimi, fatti stra bene, ma soprattutto senza bandiera (ovverosia: non è che mettano i cartelli "io faccio naturale e tu non sei nessuno"...)..mi vengono subito in mente i vini di Marco Merli, Alessandro Viola, Tiberi, Foradori, Etnella, l'erta di radda (chianti per me pazzesco), il su citato nicola gatta...insomma ce n'è...e io credo che la parte "buona" non invasata di questa "rivoluzione naturale" stia arricchendo e non poco il mondo del vino


Stai facendo un po' di confusione, Lorenzo.

C'è tutta una scala di prodotti permessi, usabili in vigna ed in cantina che a mano a mano che si passa dal convenzionale (per favore, non chiamarlo "industriale", che è un termine da usare solo per il Tavernello) al biologico nelle varie associazioni, al biodinamico, al naturale viene ridotta sempre più (girano in rete elenchi compilati dai pasdaran con il raffronto).