Grande Abbuffata In Amicizia (a Barbaresco)

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JohnnyTheFly
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 21:38

Facile:

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Starà pensando alle tre leggi di Keplero.
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Dedalus
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 22:22

Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni


Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.

Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.


Voi che pensate?
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Messaggioda vignadelmar » 17 gen 2008 22:23

vignadelmar ha scritto:
Il Comandante ha scritto:

Gaja:
Barbaresco 2004: 89/100
Costa Russi 2004: 86/100
Sorì S. Lorenzo 2004: 90/100
Conteisa '96: 87/100
Sperss '89: 91/100
Barbaresco '64: 94+/100



Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.

Al Barbaresco 94 di Gaia io avrei dato almeno 2 punti in più

Al San Lorenzo almeno due, forse tre punti in più.

Allo Sperss 89 io invece avrei tolto qualcosina, nonostante si sia via via pulito alla fine qualche difettuccio evidente lo aveva.

Al Barbaresco 64 che era di un'integrità assoluta ed era stupefacente, ad un vino che dopo 43 anni era in quella forma il tuo voto va veramente stretto.

Ciao

p.s. non vorrei però che la discussione si arrovellasse attorno a punto più punto meno....o forse si perchè le soglie dei 90, 95, 97 punti sono un po' discriminanti.


.



Poi manca il voto allo Sperss 2001 cui io darei un 90 se non 91.

Infine l'Alteni di Brassica 1992 cui avrei dato per la pulizia, per come ha tenuto nel tempo, per i bei profumi un voto di 81.
peccato per la non sintonia fra naso e bocca e per la non molta freschezza....comunque aveva 15 anni !!!

Ciao

.
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Messaggioda Il Comandante » 17 gen 2008 22:27

Dedalus ha scritto:
Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni


Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.

Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.


Voi che pensate?


Se lo percepisco chiaramente, ti do ragione.
Se si tratta più di fiducia verso il manico, come nel mio caso, è diverso.

Invece di polemizzare, dai i tuoi di voti!! :lol:
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 22:32

Il Comandante ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni


Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.

Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.


Voi che pensate?


Se lo percepisco chiaramente, ti do ragione.
Se si tratta più di fiducia verso il manico, come nel mio caso, è diverso.

Invece di polemizzare, dai i tuoi di voti!! :lol:


E tu del Rocche del Falletto 2004 sentito ieri da Giacosa hai qualche dubbio che in futuro si esprimerà in maniera assai più generosa? Se ne potessi comprare qualche bottiglia, per quanti centimillesimi di secondo ti tratterresti, pensando che ci sarebbe in teoria la possibilità che non darà in futuro "di più"?

E 'namo... :roll:
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 22:43

Dedalus ha scritto:
Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni


Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.

Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.


Voi che pensate?

Io do il voto* per quello che è il vino al momento della bevuta. Per quello che potrà essere in futuro, il mio voto si tramuto nell'acquistarlo oppure no.

* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 22:49

JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 22:59

Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 23:07

JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.


Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?

Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose (metti DRC), scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti? Sarebbe una riedizione indiretta del concetto che porta ai famosi 105 punti di zo_ze, in sostanza.

Ma mi sa che non ho capito un piffero... :lol:
Ultima modifica di Dedalus il 17 gen 2008 23:16, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 23:15

Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.


Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?

Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?

Ma mi sa che non ho capito un piffero... :lol:

1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.

2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 23:23

JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.


Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?

Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?

Ma mi sa che non ho capito un piffero... :lol:

1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.

2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.


1) In psichiatria si chiama schizofrenia

2) certamente, ma in ogni singolo momento di degustazione l'esperienza di ogni singolo degustatore è unica, quindi questo fattore non mi pare possa offrire una plurimità di valutazioni possibili al degustatore.
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 23:32

Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.


Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?

Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?

Ma mi sa che non ho capito un piffero... :lol:

1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.

2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.


1) In psichiatria si chiama schizofrenia

2) certamente, ma in ogni singolo momento di degustazione l'esperienza di ogni singolo degustatore è unica, quindi questo fattore non mi pare possa offrire una plurimità di valutazioni possibili al degustatore.


1) nella stampa si chiama "linea editoriale"

2) "ogni singolo momento di degustazione" non viene fatto contemporaneamente ad orologio fermo. Ergo ad ogni degustazione si (o si dovrebbe) acquisisce esperienza, relativismo empirico, sensibilità estetica.
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Messaggioda Il Comandante » 17 gen 2008 23:33

Dedalus ha scritto:E tu del Rocche del Falletto 2004 sentito ieri da Giacosa hai qualche dubbio che in futuro si esprimerà in maniera assai più generosa? Se ne potessi comprare qualche bottiglia, per quanti centimillesimi di secondo ti tratterresti, pensando che ci sarebbe in teoria la possibilità che non darà in futuro "di più"?

E 'namo... :roll:


Ne sono assolutamente sicuro, perché conosco bene Giacosa e perché qualcosa ho percepito.
Ma oggi, non è una bottiglia che mi entusiasma come l'Asili o anche il Rabajà.
Ed in ogni caso, sono capace di quantificare quello che vale adesso (per il mio gusto s'intende), non sono capace di quantificare quello che varrà in seguito.

Noto comunque che non hai ancora scritto due righe né sulla giornata, né sui vini bevuti. Cheffàmo, ci limitiamo a polemizzare sui voti degli altri? :D

Note per JtF: per i miei voti dati in questo thread ho utilizzato la scala jeunes vins européens, che è quella che di solito utilizzo per i vini giovani. Diversa dalla scala vieille garde che utilizzerò domani sera...
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Messaggioda JohnnyTheFly » 17 gen 2008 23:39

Il Comandante ha scritto:Note per JtF: per i miei voti dati in questo thread ho utilizzato la scala jeunes vins européens, che è quella che di solito utilizzo per i vini giovani. Diversa dalla scala vieille garde che utilizzerò domani sera...

E' molto importante, per una classifica generale espressa dalla giuria composta dai commensali/degustatori presenti, sapere tutti dall'inizio con quale scala si vogliono giudicare i vini in questione. Fallo presente anche ai Righeira e ad Astor Piazzolla domani sera prima di iniziare.
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Messaggioda Dedalus » 17 gen 2008 23:54

Il Comandante ha scritto:Noto comunque che non hai ancora scritto due righe né sulla giornata, né sui vini bevuti. Cheffàmo, ci limitiamo a polemizzare sui voti degli altri? :D


Eccierto! Molta meno fatica, giocare in contropiede, te pare? :lol:

Comunque oggi è stata lunga e pesantuccia, e domani sveglia ancora prestissima, peggio di ieri. Domani pomeriggio sono a casa, scrivo due righe.

Augh.
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Messaggioda Dedalus » 18 gen 2008 00:05

JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.


Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?

In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:

1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.


Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?

Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?

Ma mi sa che non ho capito un piffero... :lol:

1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.

2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.


1) In psichiatria si chiama schizofrenia

2) certamente, ma in ogni singolo momento di degustazione l'esperienza di ogni singolo degustatore è unica, quindi questo fattore non mi pare possa offrire una plurimità di valutazioni possibili al degustatore.


1) nella stampa si chiama "linea editoriale"

2) "ogni singolo momento di degustazione" non viene fatto contemporaneamente ad orologio fermo. Ergo ad ogni degustazione si (o si dovrebbe) acquisisce esperienza, relativismo empirico, sensibilità estetica.


1) la linea editoriale si applica in coda alle valutazioni, come una sorta di moltiplicatore, ma la variabile che esce dalla degustazione è distinta da essa

2) vero, ma tu dici una cosa diversa, che puoi scegliere di cambiare, come se appunto il tuo percorso non ti vincolasse ad un certo punto della tua linea evolutiva del gusto, ma potessi scegliere liberamente di posizionarti in luoghi diversi.
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Messaggioda JohnnyTheFly » 18 gen 2008 00:17

Dedalus ha scritto: Sarebbe una riedizione indiretta del concetto che porta ai famosi 105 punti di zo_ze, in sostanza.

Questo tuo passaggio l'avevo saltato perché l'hai aggiunto in un secondo momento. La scala DRC ideata da me ( e prontamente brevettata), comprende una scala massima di giudizio di 110/110. I vini che superano i 100/110 fanno parte di quella famiglia di bottiglie oggettivamente GRANDI. Il nome DRC deriva proprio dalla mia musa ispiratrice, la prima orizzontale della linea DRC 2001-2002 (escluso RC e Montrachet, nda) che feci qualche anno fa proprio da una organizzazione di zo_ze. Quando misi in bocca il primo vino che era l' Echezeaux '01, i partecipanti con allora più esperienza di me riconobbero fin da subito che era/sarebbe stato il vino 'minore' dell'intero lotto. Ma a me, con ancora nessuna esperienza vera di Borgogna, piaccque molto. Tanto da domandarmi che se per quel vino, che allora avrei dato un bel 90 abbondante, era il più debole, quale voto avrei poi dato quando sarebbe giunto il La Tâche? Pensai anche che se l'Echezeaux '01 era da oltre gli 90 punti, perché avevo dato oltre 85 punti ad un brunello molto debole bevuto qualche giorno primo? Quindi, dopo quella fantastica esperienza, pensai che per semplicità era più rapido non rettificare tutti i miei giudizi sui vini bevuti prima dell'orizzontale DRC, ma di aumentare di 10/10 la scala per le degustazioni dei vini oggettivamente TOP. Invece di abbassare di 10/10 il giudizio di molti vini ne aumento di altrettanti 10/10 per i grandi vini, facendoli 'volare' sopra i 100/100, fino ad un massimo di 110/110.
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Messaggioda Dedalus » 18 gen 2008 00:26

JohnnyTheFly ha scritto:
Dedalus ha scritto: Sarebbe una riedizione indiretta del concetto che porta ai famosi 105 punti di zo_ze, in sostanza.

Questo tuo passaggio l'avevo saltato perché l'hai aggiunto in un secondo momento. La scala DRC ideata da me ( e prontamente brevettata), comprende una scala massima di giudizio di 110/110. I vini che superano i 100/110 fanno parte di quella famiglia di bottiglie oggettivamente GRANDI. Il nome DRC deriva proprio dalla mia musa ispiratrice, la prima orizzontale della linea DRC 2001-2002 (escluso RC e Montrachet, nda) che feci qualche anno fa proprio da una organizzazione di zo_ze. Quando misi in bocca il primo vino che era l' Echezeaux '01, i partecipanti con allora più esperienza di me riconobbero fin da subito che era/sarebbe stato il vino 'minore' dell'intero lotto. Ma a me, con ancora nessuna esperienza vera di Borgogna, piaccque molto. Tanto da domandarmi che se per quel vino, che allora avrei dato un bel 90 abbondante, era il più debole, quale voto avrei poi dato quando sarebbe giunto il La Tâche? Pensai anche che se l'Echezeaux '01 era da oltre gli 90 punti, perché avevo dato oltre 85 punti ad un brunello molto debole bevuto qualche giorno primo? Quindi, dopo quella fantastica esperienza, pensai che per semplicità era più rapido non rettificare tutti i miei giudizi sui vini bevuti prima dell'orizzontale DRC, ma di aumentare di 10/10 la scala per le degustazioni dei vini oggettivamente TOP. Invece di abbassare di 10/10 il giudizio di molti vini ne aumento di altrettanti 10/10 per i grandi vini, facendoli 'volare' sopra i 100/100, fino ad un massimo di 110/110.


Ah, ecco, mi pareva di aver odorato più o meno lo stesso precursore aromatico... :wink:

Comunque questo tuo passaggio è molto bello e, poiché diversamente dal 105/100 di zo_ze fa senso, dimostra come pochi altri la natura assolutamente convenzionale ed assolutamente soggettiva dei punteggi.

Ovvero che alla fine non significano, in sé stessi, ASSOLUTAMENTE niente.
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Messaggioda l'oste » 18 gen 2008 00:27

Aldilà della fede nel relativismo empiricoImmagine , trovo ideale la classificazione del Gamberorosso in bicchieri, magari allargata al quarto bicchiere per i grandissimi vini (in punti gli over 95, giusto per capirsi) magari con qualche + o - per spaccare il capello. E già così si discute lo stesso.
Penso che i punti più che linguaggio, siano una rassicurazione virtuale. Esistono per discuterne più che per cercare di definire con assoluta precisione matematica, attraverso l'analisi dei sensi quella che penso sia un'emozione. Impossibile. Anzi, provocatoriamente credo che, quanto più sale il punteggio, tanto più questo numero è restrittivo e riduttivo (e a volte rischioso), proprio per il vino stesso.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Messaggioda Dedalus » 18 gen 2008 00:43

l'oste ha scritto:Aldilà della fede nel relativismo empiricoImmagine , trovo ideale la classificazione del Gamberorosso in bicchieri, magari allargata dal quarto bicchiere per i grandissimi vini o da qualche + o - per spaccare il capello. E già così si discute lo stesso.
Penso che i punti più che linguaggio, siano una rassicurazione virtuale. Esistono per discuterne più che per cercare di definire con precisione matematica un'emozione. Impossibile. Anzi, provocatoriamente penso che, quanto più sale il punteggio, tanto più questo numero è restrittivo e riduttivo, proprio per il vino stesso.


Vero. Ripeto vero.

Però se si deve usare lo strumento qualitativo bisogna anche seguirne la logica, ad un certo punto, specie quando il gioco si fa duro ed i duri, le grandissime bottiglie, cominciano a giocare.

A certi livelli la grandissima qualità crea effettivamente delle deformazioni del tessuto qualitativo, e laddove sembrerebbe non esserci più spazio, improvvisamente si aprono sconfinate praterie. Per questo in occasioni particolari come queste è utile trovare un dettaglio un po' maggiore dei tre-quattro-cinque bicchieri, perché, volendo esercitarsi sul particolare esercizio della comparazione dei valori complessivi, la differenza fra un 95 stiracchiato ed un 100 è grossa, non piccola, ed avere un modo di posizionare riassuntivamente la propria opinione in modo chiaro può essere utile. Anche molto. Pensa ad esempio al caso di due vini, un vino a tre bicchieri (90-94) ed uno a "tre rossi" (95-100): potrebbero essere uno a 94 e l'altro a 95, praticamente lo stesso valore, oppure uno a 90 e l'altro a 100, dieci punti secchi di differenza. In termini qualitativi veri e propri, usando la scala centesimale come siamo abituati a fare qui, un abisso senza pari.

E' importante allora trovare la saldezza insieme emotiva e concettuale dentro al taschino, per provare a fermare lo scivolo verso la dilatazione potenzialmente infinita della scala, che da 100 a 110 potrebbe arrivare comodamente a 100.000, se si avesse la fortuna di bere solo Montrachet e Romanée Conti. Fermata la scala, si può provare a farsi un'idea astratta ed esaustiva del vino da tot punti. Non: "se è più buono deve avere un punteggio più alto", bensì: "se ha certe caratteristiche generali sta in una certa classe". A quel punto, fermata la scala, si può anche affrontare con più serenità sia il vino di prestigio mondiale, sia il concetto di qualità stesso.

Altrimenti il rischio forte è che, anche alla cieca, fino a che non si sente odore di DRC i voti non passano mai alla scala in 110imi, e se si trova un vino che non è palesemente un borgogna o un bordeaux o un nebbiolo o un sangiovese, è inchiodato sotto un certo livello e non ci sono santi e madonne, oltre non si va. Perché la scala DRC è fatta per i DRC.
Ultima modifica di Dedalus il 18 gen 2008 01:10, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda Dedalus » 18 gen 2008 00:53

vignadelmar ha scritto:Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.


Ma sono dei Barbaresco e dei Barolo, più in generale dei Nebbiolo, e come se non bastasse della più classica tipicità. I vini non si giudicano per il produttore, ma per la tipologia. Altrimenti non si potrebbero fare le degustazioni alla cieca! Se non ti potessi esprimere su Giacosa, non potresti esprimerti nemmeno sugli altri Barbaresco e Barolo, e più in generale sui Nebbiolo. Siccome invece come si vede puoi esprimerti su Gaja, puoi farlo anche su Giacosa. Di' semplicemente, se ti va ovviamente, quanto ti sono piaciuti i vari vini, e se ti sono piaciuti di più o di meno dei vini di Gaja. Da lì al punteggio, il passo è davvero breve. Poi come dice bene JtF, il percorso evolutivo è l'essenza della degustazione, e si procede sempre lungo di esso, tanto o poco, quindi è del tutto normale esprimersi e poi cambiare opinione, al sopraggiungere di sostanziali nuove esperienze ed approfondimento.

Del resto, come potresti affermare che Gaja è il solo ed unico GIOVE TONANTE etcetera, se non potessi esprimere un'idea sugli altri candidati al trono in cima all'Olimpo? :wink:
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Messaggioda l'oste » 18 gen 2008 01:15

Dedalus ha scritto:Vero. Ripeto vero.

Però se si deve usare lo strumento qualitativo bisogna anche seguirne la logica, ad un certo punto, specie quando il gioco si fa duro ed i duri, le grandissime bottiglie, cominciano a giocare.

A certi livelli la grandissima qualità crea effettivamente delle deformazioni del tessuto qualitativo, e laddove sembrerebbe non esserci più spazio, improvvisamente si aprono sconfinate praterie. Per questo in occasioni particolari come queste è utile trovare un dettaglio un po' maggiore dei tre-quattro-cinque bicchieri, perché, volendo esercitarsi sul particolare esercizio della comparazione dei valori complessivi, la differenza fra un 95 stiracchiato ed un 100 è grossa, non piccola, ed avere un modo di posizionare riassuntivamente la propria opinione in modo chiaro può essere utile. Anche molto. Pensa ad esempio al caso di due vini, un vino a tre bicchieri (90-94) ed uno a "tre rossi" (95-100): potrebbero essere uno a 94 e l'altro a 95, praticamente lo stesso valore, oppure uno a 90 e l'altro a 100, dieci punti secchi di differenza. In termini qualitativi veri e propri, usando la scala centesimale come siamo abituati a fare qui, un abisso senza pari.

E' importante allora trovare la saldezza insieme emotiva e concettuale dentro al taschino, per provare a fermare lo scivolo verso la dilatazione potenzialmente infinita della scala, che da 100 a 110 potrebbe arrivare comodamente a 100.000, se si avesse la fortuna di bere solo Montrachet e Romanée Conti. Fermata la scala, si può provare a farsi un'idea astratta ed esaustiva del vino da tot punti. Non "se è più buono deve avere un punteggio più alto", ma "se ha certe caratteristiche generali sta in una certa classe". A quel punto, fermata la scala, si può anche affrontare con più serenità sia il vino di prestigio mondiale, sia il concetto di qualità stesso.

Altrimenti il rischio forte è che, anche alla cieca, fino a che non si sente odore di DRC i voti non passano mai alla scala in 110imi, e se si trova un vino che non è palesemente un borgogna o un bordeaux o un nebbiolo o un sangiovese, è inchiodato sotto un certo livello e non ci sono santi e madonne, oltre non si va. Perché la scala DRC è fatta per i DRC.


Proprio in occasioni come queste mi sembra riduttivo e fallace dare punteggi, cioè con vini appena commercializzati e di tipologie come barolo e barbaresco che, darei per assodato, non danno il massimo di espressività e qualità in giovane età. Il fatto che vengano commercializzati prima ha altrie motivazioni che non la "prontezza" del vino. Infatti si mettono in cantina per qualche anno.
Spesso poi all'uscita di un vino, si sono espressi giudizi e punteggi affrettati, in un senso o nell'altro, anche su intere annate.
Personalmente posso, e lo sai, dare lo stesso valore (o punteggio) ad un Richebourg e ad un Carema presenti allo stesso tavolo, non mi interessa essere influenzato per confermare una comune o storica scala di valore (economico e di fama/blasone) e sentirmi rassicurato.
Ognuno ha il proprio metodo per "entrare a leggere un vino". A me piace ad occhi chiusi e sensibilità aperta. Quello dei numeri mi sembra il più freddo, restrittivo e rischioso proprio perchè si vuol dare un valore vicino all'assoluto. Ma è un discorso lungo e abbastanza ot.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Messaggioda vignadelmar » 18 gen 2008 01:17

Dedalus ha scritto:
vignadelmar ha scritto:Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.


Ma sono dei Barbaresco e dei Barolo, più in generale dei Nebbiolo, e come se non bastasse della più classica tipicità. I vini non si giudicano per il produttore, ma per la tipologia. Altrimenti non si potrebbero fare le degustazioni alla cieca! Se non ti potessi esprimere su Giacosa, non potresti esprimerti nemmeno sugli altri Barbaresco e Barolo, e più in generale sui Nebbiolo. Siccome invece come si vede puoi esprimerti su Gaja, puoi farlo anche su Giacosa. Di' semplicemente, se ti va ovviamente, quanto ti sono piaciuti i vari vini, e se ti sono piaciuti di più o di meno dei vini di Gaja. Da lì al punteggio, il passo è davvero breve. Poi come dice bene JtF, il percorso evolutivo è l'essenza della degustazione, e si procede sempre lungo di esso, tanto o poco, quindi è del tutto normale esprimersi e poi cambiare opinione, al sopraggiungere di sostanziali nuove esperienze ed approfondimento.

Del resto, come potresti affermare che Gaja è il solo ed unico GIOVE TONANTE etcetera, se non potessi esprimere un'idea sugli altri candidati al trono in cima all'Olimpo? :wink:




Scusa Rossano, ma mi chiedi di ripetere cose che ho già scritto.

I vini di Giacosa mi sono piaciuti molto, sono stati una piacevole seminuova scoperta.
Preferisco quelli di Gaja che trovo più austeri e seriosi mentre in quelli di Giacosa pur molto buoni trovo il frutto (ad esempio fragola a go go) un po' troppe evidenti.
Non avendone bevuti di vecchi o molto vecchi, forse ne ho bevuti 1 volta ma non me lo ricordo, non so come possano maturare e se quella fruttosità così evidente ed eccessiva via via possa venir assorbita.....quindi in prospettiva di evoluzione non sono in grado di giudicarli.

Però a scanso di equivoci riposto integralmente il mio post su Giacosa di quest'oggi:

"Su Giacosa:
i suoi vini rossi sono ottimi.
Per me che li conosco davvero poco è stato un grande piacere provarli e provarne di annate così diverse.
Siccome li abbiamo bevuti subito dopo essere stati con Gaja il paragonarli è d'obbligo.

Per me sono molto diversi, due interpretazioni molto differenti, con Giacosa che dimostra una potenza di frutto davvero notevole ma con una dolcezza ed una morbidezza (specialmente in quelli giovani) che un po' mi disturba. I Gaja invece li trovo più austeri, più seriosi, forse meno pronti ma con un eleganza esibita ma discreta.

Ripeto che si è trattato quasi di un primo approccio quindi il mio è un giudizio assolutamente non vissuto nel tempo.
Una cosa è certa, Giacosa è una grande azienda con prodotti eccellenti (ad eccezione del non buono metodo classico) e se possibile al mio tavolo ne vorrei sempre una bottiglia.....magari con parecchi anni sulle spalle."


Ok, almeno sono stato chiaro ?? Magari non condividi quello che scrivo ma almeno i concetti sono chiari ??

Ciao


.
Pigigres 20/09/'10 "A me è capitato con il Tildin....ho capito Nebbiolo turbomodernista. Poi usando un pò di cervello.... ho detto Gaja."
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Messaggioda Dedalus » 18 gen 2008 01:25

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:Vero. Ripeto vero.

Però se si deve usare lo strumento qualitativo bisogna anche seguirne la logica, ad un certo punto, specie quando il gioco si fa duro ed i duri, le grandissime bottiglie, cominciano a giocare.

A certi livelli la grandissima qualità crea effettivamente delle deformazioni del tessuto qualitativo, e laddove sembrerebbe non esserci più spazio, improvvisamente si aprono sconfinate praterie. Per questo in occasioni particolari come queste è utile trovare un dettaglio un po' maggiore dei tre-quattro-cinque bicchieri, perché, volendo esercitarsi sul particolare esercizio della comparazione dei valori complessivi, la differenza fra un 95 stiracchiato ed un 100 è grossa, non piccola, ed avere un modo di posizionare riassuntivamente la propria opinione in modo chiaro può essere utile. Anche molto. Pensa ad esempio al caso di due vini, un vino a tre bicchieri (90-94) ed uno a "tre rossi" (95-100): potrebbero essere uno a 94 e l'altro a 95, praticamente lo stesso valore, oppure uno a 90 e l'altro a 100, dieci punti secchi di differenza. In termini qualitativi veri e propri, usando la scala centesimale come siamo abituati a fare qui, un abisso senza pari.

E' importante allora trovare la saldezza insieme emotiva e concettuale dentro al taschino, per provare a fermare lo scivolo verso la dilatazione potenzialmente infinita della scala, che da 100 a 110 potrebbe arrivare comodamente a 100.000, se si avesse la fortuna di bere solo Montrachet e Romanée Conti. Fermata la scala, si può provare a farsi un'idea astratta ed esaustiva del vino da tot punti. Non "se è più buono deve avere un punteggio più alto", ma "se ha certe caratteristiche generali sta in una certa classe". A quel punto, fermata la scala, si può anche affrontare con più serenità sia il vino di prestigio mondiale, sia il concetto di qualità stesso.

Altrimenti il rischio forte è che, anche alla cieca, fino a che non si sente odore di DRC i voti non passano mai alla scala in 110imi, e se si trova un vino che non è palesemente un borgogna o un bordeaux o un nebbiolo o un sangiovese, è inchiodato sotto un certo livello e non ci sono santi e madonne, oltre non si va. Perché la scala DRC è fatta per i DRC.


Proprio in occasioni come queste mi sembra riduttivo e fallace dare punteggi, cioè con vini appena commercializzati e di tipologie come barolo e barbaresco che, darei per assodato, non danno il massimo di espressività e qualità in giovane età. Il fatto che vengano commercializzati prima ha altrie motivazioni che non la "prontezza" del vino. Infatti si mettono in cantina per qualche anno.
Spesso poi all'uscita di un vino, si sono espressi giudizi e punteggi affrettati, in un senso o nell'altro, anche su intere annate.
Personalmente posso, e lo sai, dare lo stesso valore (o punteggio) ad un Richebourg e ad un Carema presenti allo stesso tavolo, non mi interessa essere influenzato per confermare una comune o storica scala di valore (economico e di fama/blasone) e sentirmi rassicurato.
Ognuno ha il proprio metodo per "entrare a leggere un vino". A me piace ad occhi chiusi e sensibilità aperta. Quello dei numeri mi sembra il più freddo, restrittivo e rischioso proprio perchè si vuol dare un valore vicino all'assoluto. Ma è un discorso lungo e abbastanza ot.


Ci mancherebbe. Saprai che sono uno dei più radicali sostenitori della effettiva vacuità del punteggio in sé. L'ho ripetuto anche in questo stesso thread.

Il mio discorso va guardato come un frutto appeso su quella particolare e periferica ramificazione della discussione che è intitolata: "diamo un punteggio ai vini, perché è un esercizio che ha una sua utilità, in qualche modo". Ci troviamo attualmente su quel ramo perché io stasera avevo voglia di polemicazioni ed opinionazioni...

Ma ora vado a nanna, e domani sarà tutto migliore. Perché starò a Torino fino al tardo pomeriggio, e non potrò collegarmi fino a che non tornerò a casa... :lol: :lol: :lol:
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Il Comandante
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Messaggioda Il Comandante » 18 gen 2008 01:32

JohnnyTheFly ha scritto:
Il Comandante ha scritto:Note per JtF: per i miei voti dati in questo thread ho utilizzato la scala jeunes vins européens, che è quella che di solito utilizzo per i vini giovani. Diversa dalla scala vieille garde che utilizzerò domani sera...

E' molto importante, per una classifica generale espressa dalla giuria composta dai commensali/degustatori presenti, sapere tutti dall'inizio con quale scala si vogliono giudicare i vini in questione. Fallo presente anche ai Righeira e ad Astor Piazzolla domani sera prima di iniziare.


Ma con quelli ogni scala è sprecata. Manco l'ascensore sanno utilizzare. Confido nel bagnino di Bagnocavallo.
AKA J. L. Picard
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