paolo7505 ha scritto:Se ti riferisci a questo
Dedalus ha scritto:La sensazione di calore dell'alcool è data da un innalzamento dell'aria nelle narici, o da un effetto chimico dell'alcool che eccitando il nervo trigemino causa una sensazione che è assai simile a quella del calore
direi che, senza addentraci troppo sull'argomento se no gli altri "saicheppalle" l'unica spiegazione che mi viene in mente è la vasodilatazione, anche perchè il trigemino trasmette solo una sensibilità Tattile-Termica-Dolorifica, lo stimolo olfattivo viene trasmesso dal nervo olfattivo.
Altre spiegazioni io non ne so, ma non per questo non vuol dire che non ci siano, anzi..........
Innanzitutto un errata corrige. Intendevo scrivere: "La sensazione di calore dell'alcool è data da un innalzamento della
temperatura dell'aria nelle narici,
oppure invece da un effetto chimico..."
Tornando al punto discusso, invece.
Le sostanze volatili inspirate nelle cavità nasali possono eccitare il bulbo olfattivo da cui parte il nervo olfattivo, e generare così stimoli olfattivi in senso proprio.
Però possono stimolare anche il nervo trigemino, generando sensazioni appunto tattili-termiche-dolorifiche. Si parla in questo caso di stimoli olfatto-trigeminali, che coinvolgono in realtà non poche sostanze/riconoscimenti, fra le quali il mentolo e l'eucaliptolo, ma anche le metossipirazine e le molecole responsabili dell'odore di pepe, cannella e altre spezie, e mi risulta che sia questo il meccanismo che reagisce anche all'alcool (inodore) dando luogo alla sensazione pseudocalorica nasale, e all'anidride carbonica (inodore) dando luogo alla sensazione di pizzicorio.
Questo spiega perché oltre una certa soglia tutte queste sensazioni sono percepite come fastidiose da un numero rilevante di degustatori.
Non so onestamente se l'alcool inspirato per via nasale oltre ad eccitare il nervo trigemino sia capace di causare vasodilatazione delle mucose nasali al punto da causare la tipica sensazione che si riscontra quando ben maggiori quantità vengono assorbite dalla bocca e dallo stomaco. Non credo, ma mica sono un otorinolaringoiatra. Ma ad un certo punto me ne importa anche poco.
Qua stiamo girando intorno a dettagli tecnici che sono del tutto inutili, perché siamo su un forum di appassionati di degustazione, e non di otorinolaringoiatri dediti a vivisezionare la fisiologia dell'olfatto. Se il descrittore è capace di rimandare plausibilmente ad una caratteristica del vino, il discorso è finito.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”