Messaggioda alemusci » 11 ago 2017 17:46
Agosto langarolo.
Con mia moglie incinta all'ottavo mese decidiamo di scappare qualche giorno da Milano, direzione... Langhe. In questo periodo in langa non ci va davvero nessuno e infatti abbiamo spuntato un prezzaccio con l'alloggio ma, d'altra parte, abbiamo trovato una marea di ristoranti chiusi per ferie (i vari posta, felicin, bovio etc). Alla fine, complice anche un piacevole abbassamento delle temperature, ce la siamo, ovviamente, stragoduta. Spero di non tediare ma, in qualche modo, di contraccambiare in quanto gran parte dei nomi li ho reperiti qui.
Alloggio: casa caimotta; bella villetta con piscina nel centro storico di neive. Stanze ampie e colazione sfiziosa, più orientata sul salato. La gestione è affidata ad una ragazza giovanissima e simpaticissima, Fabiana, figlia dei proprietari.
Visite/assaggi/degustazioni:
Castello di neive; ottima accoglienza da parte di due ragazze molto preparate e simpatiche. Assaggiato al volo Santo stefano riserva 2011: potente, elegante ma senza particolari slanci; cmq interessante ma visto che ballavano 15€ ho preso santo stefano non riserva 2013: 31€
Enoteca regionale del barbaresco: in una chiesa sconsacrata la regione Piemonte rende omaggio ad uno dei suoi re. In un clima di austerità e lieve scazzo da parte del personale al bancone ho assaggiato: quazzolo 14, bel barbaresco "tradizionale" da battaglia; cascina baricchi riserva 11, modernista con uso di barrique ma per niente invadente e ben equilibrata. Comprato: la ca nova 14 montefico e montestefano (15€ a boccia), Musso pora 14 (20 €), quazzolo 14 (16€). Preso anche l'Atlante dettagliato delle mga del barbaresco di Enogea per 45€... ma sembra veramente un gran bel testo
Cortese Giuseppe: accolto calorosamente e inserito in una visita/degustazione con 2 francesi a cui poi si sono aggiunti una decina di anglo/americani. Il tutto gestito in scioltezza dal produttore con un trililinguismo impressionante. Assaggiato Chardonnay, dolcetto, Barbera e Barbera riserva da microparcelle (0,3-2 h) poste sul versante opposto al rabaja (mga trifolera) che, essendo esposto a nord, non può essere utilizzato per il barbaresco: bei vini ma non capisco perché non ci faccia un bel Langhe nebbiolo e buonanotte (valutazione di natura strettamente commerciale). Poi rabaja 14: naso elegante e sottile, bocca tagliente: da aspettare? Annata che secondo il produttore è perfetta perché hanno vendemmiato tardi (26-27 ottobre) ma hanno raggiunto una maturazione eccellente. Fatto sta che era sold out insieme al riserva per cui ho scommesso 45e su rabaja 03 di "pronta beva” (secondo il produttore ha ancora 4-5 anni davanti prima di scollinare ma io lo apro appena appena inizia a rinfescare un po’…).
Paitin: accolto dal papà del produttore che, di fronte al casale, mi racconta un po' di storie di nazisti, repubblichini e partigiani. E fa sempre un certo effetto arrivare lì con iPhone, infradito e una certa spensieratezza e trovare una persona che 70 anni fa ha dovuto cedere il casale al comando nazista, ha visto la gran parte dei suoi amici morire davanti ad un muro e lui stesso l'ha scampata bella numerose volte solo per una concatenazione fortuita di eventi favorevoli. E vabè. Tanto per tenere sempre bene a mente che, tutto sommato, a vivere qui e oggi non è che ci è andata così di sfiga come sembra, certe volte. Una volta dentro mi trovo, per puro caso, all'inizio di una degustazione con due clienti olandesi (ma parlanti italiano) in cui vengo inserito. E vai. Bella chiacchierata di quasi due ore con il produttore, molto tecnica ma impreziosita da momenti aneddotici sulla storia dell'azienda e delle Langhe in generale. Davvero molto interessante, piacevole, umano. Bello. Provata tutta la linea a parte il vecchie vigne: Langhe arneis elisa 16, interessante esperimento di un arneis-non arneis con il 15% di riesling che in futuro probabilmente etichetteranno come Langhe bianco e stop; dolcetto d'alba sori paitin 16, dallo stesso vigneto (il sori paitin appunto) del barbaresco serraboella (vigne più giovani), sori paitin (vigne “medie”) e del vecchie vigne (lo dice il nome), un ottimo dolcetto; Barbera d'alba serra 15 e Barbera d'alba superiore campolive 13, bei vini ma non mi hanno entusiasmato; nebbiolo d'alba ca' veja 14, da vigneti situati ad alba un vino che, forse a causa dell'annata o della mia scarsa dimestichezza, lo ammetto, col nebbiolo, ho fatto fatica ad inquadrare; barbaresco serraboella sori paitin 13, naso molto femminile per i miei canoni, bocca croccante con tannini ancora vivacissimi. Preso due bocce di vecchie vigne 11, 45€ l'una e una di dolcetto 9€.
Magnate:
Crota d'calos; accoglienza calorosa, informale e simpatica. Location carinissima nel dehor esterno, un po' rumoroso ma con una bella vista sulla vallata. Mangiato: battuta di fassona al coltello (buona), gnocchi al castelmagno (troppa panna, da rivedere) e patate saltate in padella (goduriose). Bevuto: gamba di pernice la Canova 16: vino semplice, ruspante. Interessante la carta dei vini dove ci sono chicche rare ma mancano del tutto i nobili (barbaresco e Barolo). Servizio preciso e puntuale.
La piola: accoglienza gentile, calorosa ma formale al punto giusto. Location moderna, carina. Aria condizionata un po' tirata. Mangiato: fiori di zucca ripieni di ricotta e verdure con crema di pomodoro fresco (una delizia), agnolotti del plin al sugo d'arista e tartufo nero estivo (buoni), frittata di zucchine, cipollotti e valcasotto con fagiolini all'agro (buoni). Bevuto: Langhe nascetta germano 15, colore oro, naso ciccione, bocca tagliente: non male; barolo ceretto 13, rubino impenetrabile , naso di cioccolato e cocco, bocca piena e quasi morbida: l'ossimoro della tipicità. Servizio un po' frettoloso e disattento.
La coccinella: accoglienza formale e gentile. Location molto carina ed elegantina. Davvero molto gusto negli arredi. Mangiato: Tajarin tagliati a mano con porcini (moolto buoni), lasagnette di trombette e Bra tenero gratinate al basilico (eccelse), fritto di scamone di vitello porcini e zucchine (ottimo). Bevuto: Barbaresco Pietro Rinaldi 13, naso elegante anche se non troppo gentile, bocca potente e soddisfacente; barolo serralunga Ferdinando principiano 13, naso fine ed elegante bocca vellutata e piena. Servizio impeccabile.
Trattoria pautassi: bella accoglienza. Location romantica su un balconcino fiorito con pochi tavolini e vista panoramica sulle Langhe. Mangiato: agnolotti del Plin al burro d'alpeggio salvia e rosmarino (deliziosi), muscolo al nebbiolo del roero (ottimo). Bevuto: alta langa avezza, naso lievitoso, bocca tagliente con finale un po' amaro; roero darioceste 14, naso e bocca potenti e carnosi per un abbinamento cibo-vino (col muscolo) bombastico. Servizio ottimo.
“Dio ha fatto l’acqua, ma l’uomo ha creato il vino” Victor Hugo