il chiaro ha scritto:Wineduck ha scritto:Io da anni sostengo una cosa semplice e lampante ovvero approvo la politica commerciale praticata da migliaia di aziende piccole o piccolissime in varie parti d'Italia, Francia e USA (gli unici paesi che ho potuto freqeuntare personalmente, di altri casi non parlo): il produttore pratica ai suoi clienti diretti un prezzo più basso di quello medio delle enoteche che vendono i suoi vini (alcuni casi leggermente più basso, in altri molto più basso, altri ancora praticano lo stesso prezzo a tutti salvo aggiungere l'IVA non detraibile ai soggetti NON IVA). Alcuni praticano ulteriori sconti a clienti storici o clienti "opinion leaders". Dei loro prodotti fanno quello che vogliono ed ognuno è libero di applicare la politica commerciale che preferisce, fino a quando non torneremo al totalitarismo. Che al Chiaro questo possa far rodere il culo perchè pensa di perdere una parte del lavoro è comprensibile ma non giustificabile (gli ho spiegato centinaia di volte che nella maggior parte dei casi quei clienti non comprerebbero gli stessi prodotti su altri canali, piuttosto cambierebbero produttore: quindi lui non perde proprio nulla).
Ale, a me il culo non rode per niente. Tu ancora non hai capito cosa voglio dire io, e mi rispondi in un modo completamente fuori tema. Ci riprovo: le aziende devono far pagare quel caxxo che credono ai propri clienti, siano essi privati, opinion leaders, enoteche, ristoranti, forumisti, blogger, alieni, martore o apteryx. Nello scegliere che politica di prezzi adottare io mi permetto di ricordare che l'enotecaro (ma anche il ristoratore e il grossista), appena sa (e ti assicuro che lo viene a sapere in un amen) che il vicino di casa compra il vino dalla azienda X ad un prezzo uguale o più basso di quello che lo pagano lui, smetterà di essere cliente di quella cantina. Adesso ti chiedo: secondo te il privato cittadino che compra 2 cartoni (perché fidati, di questa media si tratta) con quei due cartoni può sviluppare un indotto simile a quelle delle enoteche di una città? Fidati, neanche da lontano. E fidati, le cene tra appassionati in taverne confortevoli non muovono niente rispetto al normale lavoro di un bravo agente (quale io non sono).
In ogni caso a me cambia ben poco: io morto un papa ne faccio un altro senza tanti problemi. Di certo andare in giro 13 ore al giorno per sentirsi dire che non comprano più il vino X perché costa di meno al privato, non è una cosa che fa piacere, ma la risolvo alla svelta, basta una telefonata.
Tu fai benissimo a fare quel tipo di selezione, io credo fermamente nella selelzione naturale quindi figurati se ti contesto questo atteggiamento! Anzi bravo, fai benissimo a fare così!
Alla fine credo che parliamo di aziende completamente diverse: tu forse ti riferisci ad aziende giovani che devono costruirsi un'immagine ed un mercato domestico. In questo caso il lavoro della rete di vendita può essere molto importante in un mercato ancora tecnologicamente poco evoluto come quello del vino (dal lato di enotecari e ristoratori, intendo). Capisco quindi che il produttore debba mantenere un certo equilibrio e debba tutelare il lavoro di chi ha creduto in lui prima di altri (agenti e relativi clienti intermedi).
Io invece parlo di aziende che esistevano ben prima che si sviluppassero queste reti commerciali e addiritura ben prima che aprissero l'80% delle enoteche e ristoranti attuali. Aziende che avevano già un "brand" e addirittura vendevano una fetta importantissima della loro produzione ai clienti privati diretti. Nelle Langhe sono frequenti questi casi, con addirittura aziende che hanno sempre venduto fino al 40% della loro produzione ai clienti finali diretti che arrivavano con i loro portabagagli vuoti e se ne andavano con l'auto piena, ogni anno, per decine di anni consecutivi. In Alsazia 12 anni fa la situazione era la stessa, forse ancora più estremizzata di quella langarola che ho appena descritto (le aziende familiari erano tutte aperte la domenica con le loro piccole vendite dirette).
Non sono rari i casi in cui sono state queste aziende a fare la fortuna degli agenti e dei commercianti che avevano nel portafoglio e nella carta quei brand. Spesso sono aziende che investono continuamente nella loro crescita qualitativa, prendono punteggi alti nelle guide e provocano un generalizzato aumento dei prezzi al dettaglio di cui stanno beneficiando SOPRATTUTTO le reti commerciali (non certo i poveri consumatori finali, in particolare quelli italiani che hanno in media un potere d'acquisto sempre più basso).
Per queste aziende mi dovresti spiegare per quale diabolico motivo dovrebbero smettere di favorire i loro micorscopici clienti privati che hanno sempre comprato il loro vino, anche quando non erano sulle copertine delle riviste, quando non prendevano punteggi e quando nessuna rete di vendita li andava a cercare. Sai invece quale turbine di telefonate/mail si scatena oggi quando un produttore poco conosciuto prende un punteggio alto da un guru del vino (o diventa virale sulla rete grazie ad uno degli opinion leaders di cui parlavo nei giorni scorsi)? Qualcuno mi ha fatto vedere le "paginate" di mail ricevute, talvolta IN UNA SOLA NOTTE da tutto il mondo!
Concludendo: io non ho dubbi che tu sia molto scrupoloso e stia lavorando benissimo ma la "beatificazione" dei poveri agenti di vendita ti prego di risparmiarmela. C'è gente di ogni tipo anche nel vostro settore e se un produttore decide di par pagare meno il vino ai suoi clienti privati storici o ad altri che ritiene strategici, lo deve poter fare senza problemi. Se poi perderà qualche rappresentante/enoteca/ristorante.... se ne farà una ragione! Ce ne sono milioni sulla faccia della terra e morto un papa se ne faranno un altro (e pure un cardinale).
Io prevedo che i cambiamenti climatici e la crescita della media borghesia nei paesi a forte sviluppo (non più in Europa e USA) porterà una tale pressione commerciale sul vino italiano di qualità nei prossimi 10-20 anni, che la maggioranza dei nostri produttori farà esattamente come sta già succedendo in Borgogna: lo avrà già venduto non appena terminata la vendemmia (e quindi calcolate le bottiglie). Figurati se si preoccuperanno di un rappresentante in più o meno.
Prosit!