LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...
vinogodi
Messaggi: 34773
Iscritto il: 13 giu 2007 15:20
Località: nord

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda vinogodi » 02 giu 2014 10:26

stentenno71 ha scritto:
vinogodi ha scritto:...assegnazioni? Generalizzazioni? Difese d'ufficio? Di buon umore e assai empatico anche a leggere tali epiche cazzate ,quasi divertito, perchè oggi mi sono bevuto in rapida successione , con i produttori :
- Monfortino 2006 , Monfortino 2008 (dalla botte ma prossimo all'imbottigliamento) un ciclopico Monfortino 2010 , Barolo Cerretta 2010 (epico) e 2011(originalissimo) , Cascina Francia 2010 (grande) e 2011 , Barbera Cerretta e Barbera Cascina Francia 2012 (cosi' diverse , così deliziose)
- Asili 2008 Giacosa e Le Rocche di Falletto 2008 ( mi riconcilio con il vecchio Maestro)
- Crichet Pajé 2004 (monumentale al limite del galattico) , Asili (stratosferico), Montefico (sorpresona), Barolo Pira 2008 (solenne nella sua eleganza costitutiva) e Dolcetto di Roagna
- Monvigliero 2010 (da urlo) - Cannubi 2010 - Pelaverga 2012 (da endovena) di Burlotto
- Cà'D'morissio 2006 ( ingovernabilmente un caterpillar sensoriale che entrerà nella storia del Barolo) - Monprivato 2009 (ahi...) - Villero 2009 (il più bel Villero della storia ... o molto vicino... sembrava uno Chabolle Musigny di Mugnier...) , Santo Stefano di perno 2009 (digrignante e possessivo del palato),Barbera (solo buonina) , Dolcetto di entrambi i vigneti, Freisa 2009 monumentale ... di Mascarello.
PS: stasera riuscirei a sorridere per qualunque cosa, anche sulle scemate che sto leggendo...
PPS: la 2004 , come dissi a Victor in un post iniziale, in Borgogna è davvero triste . E' inutile girarci attorno. Guardandoci bene dentro però ... ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc..


mi spieghi quel "ahi... " sul monprivato 2009, per favore ?
grazie
stefano
...vino molto espresso già da subito, più pronto, con relativa complessità. Questo, verso i vicini d'annata , quali Villero e Santo Stefano di perno. Uno leggiadro e stupendamente accogliente, quasi femminile, l'altro digrignante e stimolantissimo per trama tannica fittissima. Anche i colori, erano rosso fuoco i due, mentre Monprivato rosso granato. Poi la liquirizia presenta e la setosità di bocca di Monprivato, me lo aspettavo il più teso , invece era il più riassato. Ho persino pensato a bottiglia aperta da più giorni , ed invece era quasi colma. Forse bottiglia così... insomma , mi è piaciuto ma ho preferito i vicini di bicchiere. Tra l'altro, la potenza di Ca'D'Morissio ha poi devastato tutto ciò che aveva attorno...
PS: anche la Barbera non mi ha convinto del tutto, molto humus e corteccia. Grandiosa invece la Freisa, incredibile, non avrei mai pensato ad una Freisa di questo ivello (che tratta come un Barolo e costa come un Dolcetto...)
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
stentenno71
Messaggi: 435
Iscritto il: 09 feb 2012 17:53

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda stentenno71 » 02 giu 2014 10:39

vinogodi ha scritto:
stentenno71 ha scritto:
vinogodi ha scritto:...assegnazioni? Generalizzazioni? Difese d'ufficio? Di buon umore e assai empatico anche a leggere tali epiche cazzate ,quasi divertito, perchè oggi mi sono bevuto in rapida successione , con i produttori :
- Monfortino 2006 , Monfortino 2008 (dalla botte ma prossimo all'imbottigliamento) un ciclopico Monfortino 2010 , Barolo Cerretta 2010 (epico) e 2011(originalissimo) , Cascina Francia 2010 (grande) e 2011 , Barbera Cerretta e Barbera Cascina Francia 2012 (cosi' diverse , così deliziose)
- Asili 2008 Giacosa e Le Rocche di Falletto 2008 ( mi riconcilio con il vecchio Maestro)
- Crichet Pajé 2004 (monumentale al limite del galattico) , Asili (stratosferico), Montefico (sorpresona), Barolo Pira 2008 (solenne nella sua eleganza costitutiva) e Dolcetto di Roagna
- Monvigliero 2010 (da urlo) - Cannubi 2010 - Pelaverga 2012 (da endovena) di Burlotto
- Cà'D'morissio 2006 ( ingovernabilmente un caterpillar sensoriale che entrerà nella storia del Barolo) - Monprivato 2009 (ahi...) - Villero 2009 (il più bel Villero della storia ... o molto vicino... sembrava uno Chabolle Musigny di Mugnier...) , Santo Stefano di perno 2009 (digrignante e possessivo del palato),Barbera (solo buonina) , Dolcetto di entrambi i vigneti, Freisa 2009 monumentale ... di Mascarello.
PS: stasera riuscirei a sorridere per qualunque cosa, anche sulle scemate che sto leggendo...
PPS: la 2004 , come dissi a Victor in un post iniziale, in Borgogna è davvero triste . E' inutile girarci attorno. Guardandoci bene dentro però ... ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc..


mi spieghi quel "ahi... " sul monprivato 2009, per favore ?
grazie
stefano
...vino molto espresso già da subito, più pronto, con relativa complessità. Questo, verso i vicini d'annata , quali Villero e Santo Stefano di perno. Uno leggiadro e stupendamente accogliente, quasi femminile, l'altro digrignante e stimolantissimo per trama tannica fittissima. Anche i colori, erano rosso fuoco i due, mentre Monprivato rosso granato. Poi la liquirizia presenta e la setosità di bocca di Monprivato, me lo aspettavo il più teso , invece era il più riassato. Ho persino pensato a bottiglia aperta da più giorni , ed invece era quasi colma. Forse bottiglia così... insomma , mi è piaciuto ma ho preferito i vicini di bicchiere. Tra l'altro, la potenza di Ca'D'Morissio ha poi devastato tutto ciò che aveva attorno...
PS: anche la Barbera non mi ha convinto del tutto, molto humus e corteccia. Grandiosa invece la Freisa, incredibile, non avrei mai pensato ad una Freisa di questo ivello (che tratta come un Barolo e costa come un Dolcetto...)


grazie ! ne ho un po' di bottiglie in cantina e una la stappo al più presto per " toccare con mano...."
stefano
Avatar utente
Alberto
Messaggi: 16474
Iscritto il: 06 giu 2007 13:59
Località: Graticolato Romano (noto anche come Centuriazione)

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda Alberto » 02 giu 2014 16:02

apa ha scritto:1999 Barolo Az. Agr. Canale Aldo (di Canale Tommaso) (Poderi dell'Antica Vigna Rionda) (Foglio di Mappa n.8. particelle n.251 P. Particelle n. 78 P.)
Granato carico. Corredo aromatico di una complessità unica che rivela sentori distinti ad ogni olfazione. Erbe aromatiche lasciate essiccare, ginepro, vegetazione cresciuta vicina al mare, capperi, note salmastre, tintura di iodio e iodio portato dal mare, i polmoni sembrano acquisire un fiato diverso che ci fa illudere di essere in prossimità di una superficie salata, con alghe odorose in evidenza. Le note di terziarizzazione lasciano trasparire un vino completamente integro in cui è presente un nucleo fruttato costituito da mele lasciate macerare, olive e vegetazione marina, cui si uniscono tabacco, ferro, ruggine. In bocca entra equilibrato, si impadronisce del centro bocca per espandersi su tutto il palato con una persistenza fuori dal comune, in cui ritornato i sentori floreali e fruttati integrati in una mineralità sapida e salmastra.

Non metto in dubbio che nel contesto generale ci stessero a pennello, ma note di capperi e olive su un Barolo personalmente mi sembrano un po' fuori luogo se prese di per sè, ma forse si tratta proprio di espressioni di una non completa pulizia del vino...
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
apa
Messaggi: 102
Iscritto il: 14 set 2011 12:00

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda apa » 03 giu 2014 00:10

..partito e già tornato, adesso tutto diventa più complicato per me, perchè stasera devo ripartire e credo non riuscirò a partecipare al dibattito prima della fine della settimana (per questo chiedo un po' di pazienza per successivi ampliamenti della discussione). Provo a rispondere all'interessante considerazione di Arnaldo: l'uso di descrittori quali capperi ed olive indicava la presenza di un frutto ancora percepibile nel contesto aromatico e gustativo di un vino integro in cui la sapidità salmastra era molto evidente. Si è trattato di un bel vino, senza evidenti tracce di contaminazione, così come ho cercato di descriverlo, e, forse, nel pieno della sua maturità appare improbabile che potesse migliorare ancora. Pur con tutti gli apprezzamenti espressi, è senz'altro un vino meno ricco, elegante e complesso dei collina rionda che ho assaggiato.
A questo punto, mi sono chiesto quanto fosse appropriato ed insolito l'uso dei descrittori evidenziati da Arnaldo. Sono andato a vedere i miei appunti di degustazione e, rispetto allo stesso vino ho annotato i commenti di chi ha portato la bottiglia sul corredo aromatico: " alghe, metallo, nafta, pungenza del cappero, pietre rosa macinate, iodio, nucleo fruttato con oliva al forno, ginepro, macchia mediterranea..."
Inoltre, ecco le prime note sintetiche che mi ritrovo, sull'analisi olfattiva di qualche altro barolo:
Barolo Vigna Rionda 2008, Luigi Pira: ruggine, catrame vegetale, corteccia, oliva, erbe aromatiche..
Monfortino 2004: carciofo, cardo, fumo di camino, potpourri di fiori macerati, cappero, colatura di alici, iodio...
Barolo Le Rocche del Falletto ris 2001: ferro, ruggine, olive, ciliegia acida, fiori di nespolo, tè bianco, fiori rosa...
Potrei citare altri esempi ma la mancanza di tempo ed il desiderio di esprimermi anche su altri temi connessi mi fa fermare quì su questo punto, per concludere che l'uso dei descrittori in questione non è del tutto insolito.

La questione della pulizia e della gestione della cantina: chi ha avuto conoscenza diretta della dei Canale ed un numero molto maggiore di assaggi, rispetto all'unico mio, già si è espresso riguardo le loro caratteristiche di produttori. Ma la questione della contaminazione dei vini assume parecchi aspetti e mi voglio soffermare brevemente su alcuni di essi.

In linea generale la contaminazione di un vino lo rende poco giudicabile in sede di assaggio e di valutazione. Gli anglosassoni ed in generale i "master of wine" (ed anche dei "comuni mortali" come si leggerà tra poco) non giudicano i vini se c'è anche un lieve sentore di contaminazione. La contaminazione può avere varie caratteristiche e può essere collegata ad una o più bottiglie di un produttore oppure caratterizzare tutto un periodo della sua produzione. Nel primo caso sarà la bottiglia ad essere ingiudicabile (ad esempio, mi è capitato di non poter valutare il Margaux 1996 in una orizzontale di Bordeaux 1996, perchè avvertivo dei sentori estranei al corredo aromatico del vino, mentra altri miei amici forumisti, pur riscontrando la contaminazione, riuscivano ad assegnargli un punteggio. A questo proposito potrei fare numerosi altri esempi ma preferisco fermarmi).
Diversa è la questione se la modalità di conduzione della cantina, di norma, produce dei vini "sporchi". In questo caso è in questione il produttore e non la singola bottiglia. Si è parlato dei Roagna e c'è stato un forumista, da tutti stimato per la sua sincerità e le sue qualità umane, che si è espresso in termini molto forti contro la loro tecnica produttiva. Non c'è motivo di dubitare della sua esperienza anche se, come dirò, non è la stessa che ho avuto io. A dire il vero anche Antonio (un esperto del settore che, nonostante le sue promesse, non mi è ancora riuscito di far scrivere sul forum) pur essendo un appassionato dei vini di Roagna, ritiene che in passato ci sia stato qualche problema nella gestione della cantina in termini di controllo della pulizia e possibili fonti di contaminazione. La mia esperienza è diversa e ne ho anche dato conto sul forum (vedi la mia descrizione dell'assaggio dei Chichet Paje 1998 e 1999 alla Nebbiolo Story del 2012 e del 2013). Inoltre ho fatto diversi altri assaggi dei vini di Roagna sia in cantina da loro che in numerose altre situazioni (l'ultima il 23 gennaio, sempre con Armando, del Crichet-Paje 2001) e ne ho sempre apprezzato la pulizia e la precisione. Quindi, pur accettando le esperienze che altri hanno avuto, diverse dalle mie e me ne dispiace, devo dire che non le posso confermare. A questo punto un breve cenno sulle vigne (anch'esso già proposto nelle mie note sulla degustazione di Marco del 2013). La vigna del Crichet-Paje che ho visto, con piante vecchissime e tenute con cura, è una delle meraviglie della Langa, fa onore al produttore ed a tutti gli amanti del Nebbiolo.
Avatar utente
pippuz
Messaggi: 20287
Iscritto il: 06 giu 2007 11:05
Località: MilanoMilano

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda pippuz » 03 giu 2014 00:16

Alberto ha scritto:
apa ha scritto:1999 Barolo Az. Agr. Canale Aldo (di Canale Tommaso) (Poderi dell'Antica Vigna Rionda) (Foglio di Mappa n.8. particelle n.251 P. Particelle n. 78 P.)
Granato carico. Corredo aromatico di una complessità unica che rivela sentori distinti ad ogni olfazione. Erbe aromatiche lasciate essiccare, ginepro, vegetazione cresciuta vicina al mare, capperi, note salmastre, tintura di iodio e iodio portato dal mare, i polmoni sembrano acquisire un fiato diverso che ci fa illudere di essere in prossimità di una superficie salata, con alghe odorose in evidenza. Le note di terziarizzazione lasciano trasparire un vino completamente integro in cui è presente un nucleo fruttato costituito da mele lasciate macerare, olive e vegetazione marina, cui si uniscono tabacco, ferro, ruggine. In bocca entra equilibrato, si impadronisce del centro bocca per espandersi su tutto il palato con una persistenza fuori dal comune, in cui ritornato i sentori floreali e fruttati integrati in una mineralità sapida e salmastra.

Non metto in dubbio che nel contesto generale ci stessero a pennello, ma note di capperi e olive su un Barolo personalmente mi sembrano un po' fuori luogo se prese di per sè, ma forse si tratta proprio di espressioni di una non completa pulizia del vino...

Le ha anche il vigna rionda di Oddero quelle note. :wink:
over the mountain watching the watcher
breaking the darkness waking the grapevine
one inch of love is one inch of shadow
love is the shadow that ripens the wine
ZEL WINE
Messaggi: 7799
Iscritto il: 06 giu 2007 16:36

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda ZEL WINE » 03 giu 2014 00:55

Quando (se?) arriverò alle pietre rosa macinate, mi fermerò. :D
fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
paperofranco
Messaggi: 5968
Iscritto il: 20 gen 2010 19:16
Località: Poggibonsi

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda paperofranco » 03 giu 2014 10:45

apa ha scritto:..partito e già tornato, adesso tutto diventa più complicato per me, perchè stasera devo ripartire e credo non riuscirò a partecipare al dibattito prima della fine della settimana (per questo chiedo un po' di pazienza per successivi ampliamenti della discussione). Provo a rispondere all'interessante considerazione di Arnaldo: l'uso di descrittori quali capperi ed olive indicava la presenza di un frutto ancora percepibile nel contesto aromatico e gustativo di un vino integro in cui la sapidità salmastra era molto evidente. Si è trattato di un bel vino, senza evidenti tracce di contaminazione, così come ho cercato di descriverlo, e, forse, nel pieno della sua maturità appare improbabile che potesse migliorare ancora. Pur con tutti gli apprezzamenti espressi, è senz'altro un vino meno ricco, elegante e complesso dei collina rionda che ho assaggiato.
A questo punto, mi sono chiesto quanto fosse appropriato ed insolito l'uso dei descrittori evidenziati da Arnaldo. Sono andato a vedere i miei appunti di degustazione e, rispetto allo stesso vino ho annotato i commenti di chi ha portato la bottiglia sul corredo aromatico: " alghe, metallo, nafta, pungenza del cappero, pietre rosa macinate, iodio, nucleo fruttato con oliva al forno, ginepro, macchia mediterranea..."
Inoltre, ecco le prime note sintetiche che mi ritrovo, sull'analisi olfattiva di qualche altro barolo:
Barolo Vigna Rionda 2008, Luigi Pira: ruggine, catrame vegetale, corteccia, oliva, erbe aromatiche..
Monfortino 2004: carciofo, cardo, fumo di camino, potpourri di fiori macerati, cappero, colatura di alici, iodio...
Barolo Le Rocche del Falletto ris 2001: ferro, ruggine, olive, ciliegia acida, fiori di nespolo, tè bianco, fiori rosa...
Potrei citare altri esempi ma la mancanza di tempo ed il desiderio di esprimermi anche su altri temi connessi mi fa fermare quì su questo punto, per concludere che l'uso dei descrittori in questione non è del tutto insolito.

La questione della pulizia e della gestione della cantina: chi ha avuto conoscenza diretta della dei Canale ed un numero molto maggiore di assaggi, rispetto all'unico mio, già si è espresso riguardo le loro caratteristiche di produttori. Ma la questione della contaminazione dei vini assume parecchi aspetti e mi voglio soffermare brevemente su alcuni di essi.

In linea generale la contaminazione di un vino lo rende poco giudicabile in sede di assaggio e di valutazione. Gli anglosassoni ed in generale i "master of wine" (ed anche dei "comuni mortali" come si leggerà tra poco) non giudicano i vini se c'è anche un lieve sentore di contaminazione. La contaminazione può avere varie caratteristiche e può essere collegata ad una o più bottiglie di un produttore oppure caratterizzare tutto un periodo della sua produzione. Nel primo caso sarà la bottiglia ad essere ingiudicabile (ad esempio, mi è capitato di non poter valutare il Margaux 1996 in una orizzontale di Bordeaux 1996, perchè avvertivo dei sentori estranei al corredo aromatico del vino, mentra altri miei amici forumisti, pur riscontrando la contaminazione, riuscivano ad assegnargli un punteggio. A questo proposito potrei fare numerosi altri esempi ma preferisco fermarmi).
Diversa è la questione se la modalità di conduzione della cantina, di norma, produce dei vini "sporchi". In questo caso è in questione il produttore e non la singola bottiglia. Si è parlato dei Roagna e c'è stato un forumista, da tutti stimato per la sua sincerità e le sue qualità umane, che si è espresso in termini molto forti contro la loro tecnica produttiva. Non c'è motivo di dubitare della sua esperienza anche se, come dirò, non è la stessa che ho avuto io. A dire il vero anche Antonio (un esperto del settore che, nonostante le sue promesse, non mi è ancora riuscito di far scrivere sul forum) pur essendo un appassionato dei vini di Roagna, ritiene che in passato ci sia stato qualche problema nella gestione della cantina in termini di controllo della pulizia e possibili fonti di contaminazione. La mia esperienza è diversa e ne ho anche dato conto sul forum (vedi la mia descrizione dell'assaggio dei Chichet Paje 1998 e 1999 alla Nebbiolo Story del 2012 e del 2013). Inoltre ho fatto diversi altri assaggi dei vini di Roagna sia in cantina da loro che in numerose altre situazioni (l'ultima il 23 gennaio, sempre con Armando, del Crichet-Paje 2001) e ne ho sempre apprezzato la pulizia e la precisione. Quindi, pur accettando le esperienze che altri hanno avuto, diverse dalle mie e me ne dispiace, devo dire che non le posso confermare. A questo punto un breve cenno sulle vigne (anch'esso già proposto nelle mie note sulla degustazione di Marco del 2013). La vigna del Crichet-Paje che ho visto, con piante vecchissime e tenute con cura, è una delle meraviglie della Langa, fa onore al produttore ed a tutti gli amanti del Nebbiolo.


Prendo spunto da questo intervento di apa per ampliare la discussione sull’approccio alla degustazione e sulla comunicazione della stessa; avrei voluto metterci anche la descrizione del vigna rionda di Canale, che è molto pertinente con l’argomento, ma non mi riesce.
Per prima cosa sgombriamo subito il campo da un dubbio che io stesso avevo avanzato a suo tempo aprendo un altro 3ad: le ciliegie fresche non profumano di niente, con buona pace di vinogodi e dei suoi duroni di Vignola :mrgreen: . Questo è semplicemente un dato di fatto, quindi la nota di ciliegia fresca che spesso viene usata nella descrizione odorosa di un vino(la usiamo tutti, me compreso), non esiste; ci può stare in confettura, o sottospirito, ma non fresca. Quest’ultima può essere avvertita solo per via retronasale.
Ciliegie a parte, è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?
Personalmente sto cercando di cambiare approccio, comincio ad essere interessato ad una degustazione un po’ più tecnica, diciamo da enologo, in cui si presta maggiore attenzione ad eventuali difetti, e a come si possono legare certe sensazioni olfattive e gustative all’agronomia e alla vinificazione. E poi mi piace dare più importanza all’aspetto affettivo della degustazione, esempio: “questo vino mi piace perché è rustico e autentico e mi ricorda il Chianti di una volta”.

Ps. Prima che qualcuno si offenda, tengo a precisare che credo sinceramente che non tutti i nasi siano uguali, quindi lungi da me voler sminuire la bravura ed il talento, però mi piacerebbe sapere anche i vostri pareri sull’argomento.
Avatar utente
videodrome
Messaggi: 3769
Iscritto il: 14 apr 2008 19:25
Località: Mantova

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda videodrome » 03 giu 2014 10:56

Intervento un pò off topic.....Qualche giorno fa ho letto su FB la descrizione di Monprivato 2009 fatta (mi pare) da un giornalista di intravino che aveva sentito l'ananas, al che sono sobbalzato...l'ananas nel monprivato è almeno fantasioso come descrittore.
davidef
Messaggi: 7788
Iscritto il: 06 giu 2007 17:23
Località: Vicenza

Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda davidef » 03 giu 2014 11:10

paperofranco ha scritto: è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?