Diario economico

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tenente Drogo
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 10 dic 2024 18:11

zampaflex ha scritto:Gian Antonio Stella sulla Xylella, i cui effetti chiunque sia stato nel Salento non ha potuto non notare. I danni della stupidità umana...

Ci mette anni, la Xylella, a fare secco un ulivo. E ci vogliono anni, spiega Cristos Xiloyannis, già docente di olivocoltura negli atenei di Pisa e Basilicata, a combattere il virus «con le buone pratiche: ripristino della fertilità dei suoli, potatura annuale, concimazioni corrette...».
Fu lì che sfondò la pandemia: «Per decenni avevamo puntato tutto sulla chimica, la meccanizzazione, l’abbassamento dei costi di produzione. Quando arrivò il “patogeno” le autodifese degli ulivi erano a zero».
Peggio, il sistema si fece prendere alla sprovvista. Accumulando ritardi così abissali che per arginare i contagi si imposero
scelte traumatiche come l’abbattimento e lo sradicamento per anni, fino alla fine del marzo scorso, delle piante «incurabili» nel raggio di 50 metri. Una scelta che per i più catastrofisti ha portato alla morte di quasi un terzo dei circa 70 milioni di ulivi pugliesi. Per i più prudenti almeno dieci milioni.
Anni perduti? Tanti. A partire dalla scelta dell’allora ministra dell’agricoltura Nunzia De Girolamo (PdL, governo Letta di larghe intese), a fine ottobre del 2013, quando scoppiò la bomba, d’affidare tutto a una task force di patologi ed entomologi, accusa lo studioso italo-greco, «senza coinvolgere altre competenze indispensabili». È così?
Certo gli sforzi sulla ricerca scientifica partirono in gravissimo ritardo. E sarebbe delittuoso farsi nuovamente cogliere di sorpresa. Tanto più che ora, a dispetto di chi si spinse a denunciare «complotti» per favorire «il business della ricerca», gli investimenti sulla ricerca, dello Stato, della Regione, dell’Europa, si sono estesi davvero: al momento, spiega lo scienziato
del Cnr Donato Boscia, «sono in corso 15 progetti di ricerca con un budget complessivo di 55 milioni di euro. Investimento
senza precedenti per un patogeno».
Primo obiettivo: lo sviluppo di «cultivar » (Treccani: «nome con cui si indicano le varietà agrarie di piante coltivate») resistenti/tolleranti alla Xylella.
Ecco, dirà qualche complottista: non aveva forse avvertito l’agricoltore ribelle Ivano Giuffreda, su youtube, che «la questione Xylella è stata usata come pretesto per bloccare ogni tipo di coltivazione nel Salento, per imporci di piantare determinate piante» e «ovviamente con le dovute royalty e i dovuti brevetti che i signori stanno mettendo a punto»?
«Macché royalty!», ribatte Gianluca Nardone, direttore del dipartimento agricoltura regionale, «si tratta di varietà di ulivi resistenti alla Xylella come la “favolosa” o la “lecciana” definite dal C.r.e.a. ministeriale. L’agricoltore tira su l’ulivo secco, ara e sistema il terreno, pianta il nuovo resistente alla Xylella e la regione rimborsa 7 mila euro a ettaro».


c'è anche il bel libro di Daniele Rielli

è una vicenda in cui i 5S e la magistratura pugliese hanno dato il peggio di loro
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 dic 2024 20:15

tenente Drogo ha scritto:
zampaflex ha scritto:Gian Antonio Stella sulla Xylella, i cui effetti chiunque sia stato nel Salento non ha potuto non notare. I danni della stupidità umana...

Ci mette anni, la Xylella, a fare secco un ulivo. E ci vogliono anni, spiega Cristos Xiloyannis, già docente di olivocoltura negli atenei di Pisa e Basilicata, a combattere il virus «con le buone pratiche: ripristino della fertilità dei suoli, potatura annuale, concimazioni corrette...».
Fu lì che sfondò la pandemia: «Per decenni avevamo puntato tutto sulla chimica, la meccanizzazione, l’abbassamento dei costi di produzione. Quando arrivò il “patogeno” le autodifese degli ulivi erano a zero».
Peggio, il sistema si fece prendere alla sprovvista. Accumulando ritardi così abissali che per arginare i contagi si imposero
scelte traumatiche come l’abbattimento e lo sradicamento per anni, fino alla fine del marzo scorso, delle piante «incurabili» nel raggio di 50 metri. Una scelta che per i più catastrofisti ha portato alla morte di quasi un terzo dei circa 70 milioni di ulivi pugliesi. Per i più prudenti almeno dieci milioni.
Anni perduti? Tanti. A partire dalla scelta dell’allora ministra dell’agricoltura Nunzia De Girolamo (PdL, governo Letta di larghe intese), a fine ottobre del 2013, quando scoppiò la bomba, d’affidare tutto a una task force di patologi ed entomologi, accusa lo studioso italo-greco, «senza coinvolgere altre competenze indispensabili». È così?
Certo gli sforzi sulla ricerca scientifica partirono in gravissimo ritardo. E sarebbe delittuoso farsi nuovamente cogliere di sorpresa. Tanto più che ora, a dispetto di chi si spinse a denunciare «complotti» per favorire «il business della ricerca», gli investimenti sulla ricerca, dello Stato, della Regione, dell’Europa, si sono estesi davvero: al momento, spiega lo scienziato
del Cnr Donato Boscia, «sono in corso 15 progetti di ricerca con un budget complessivo di 55 milioni di euro. Investimento
senza precedenti per un patogeno».
Primo obiettivo: lo sviluppo di «cultivar » (Treccani: «nome con cui si indicano le varietà agrarie di piante coltivate») resistenti/tolleranti alla Xylella.
Ecco, dirà qualche complottista: non aveva forse avvertito l’agricoltore ribelle Ivano Giuffreda, su youtube, che «la questione Xylella è stata usata come pretesto per bloccare ogni tipo di coltivazione nel Salento, per imporci di piantare determinate piante» e «ovviamente con le dovute royalty e i dovuti brevetti che i signori stanno mettendo a punto»?
«Macché royalty!», ribatte Gianluca Nardone, direttore del dipartimento agricoltura regionale, «si tratta di varietà di ulivi resistenti alla Xylella come la “favolosa” o la “lecciana” definite dal C.r.e.a. ministeriale. L’agricoltore tira su l’ulivo secco, ara e sistema il terreno, pianta il nuovo resistente alla Xylella e la regione rimborsa 7 mila euro a ettaro».


c'è anche il bel libro di Daniele Rielli

è una vicenda in cui i 5S e la magistratura pugliese hanno dato il peggio di loro


Ed Emiliano è andato loro dietro
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 dic 2024 20:19

Becco sul Fatto un aggiornamento sul risanamento idrico in Emilia dopo gli alluvioni degli ultimi anni.

Il Piano speciale contro il dissesto idrogeologico, fondamentale per rimettere in sicurezza le aree colpite ed evitare altri disastri in caso di maltempo, è fermo. Piano da 4,5 miliardi che il commissario alla ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo non ha approvato: manca la copertura finanziaria.
Ha dato il via libera, nella primavera scorsa, al Piano preliminare che indica dove e come intervenire. Ma non a quello definitivo, che definisce gli interventi strutturali e infrastrutturali da realizzare.
Irene Priolo, la presidente facente funzioni della Regione dopo le dimissioni di Stefano Bonaccini (e che venerdì cederà la guida al nuovo governatore Michele De Pascale) da tempo chiedeva una legge speciale per mettere a disposizione le risorse necessarie. Richiesta caduta nel vuoto. E non è stato approvato nemmeno il piano stralcio da 877 milioni in tre anni. Sul piatto ci sono solo i 75 milioni per la difesa del suolo stanziati dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin per il 2024.

Non ho parole. Anzi, una sola:
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 10 dic 2024 20:37

zampaflex ha scritto:
Non ho parole. Anzi, una sola:
PAGLIACCI
...serve un rafforzativo?... 8)
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 11 dic 2024 20:28

Vivendo in zona sto seguendo due vicende industriali tragiche, umanamente e produttivamente.
A Biandronno, ex Whirlpool ora Beko (maggioranza capitale turco), centinaia di persone dipendenti rischiano di non vedere stipendio e tredicesima questo mese.
Dall'altra parte del lago di Varese, c'e MV Agusta, quella delle moto tra le più belle al mondo, il mito di Agostini eccetera.
L'azienda è al 51% di proprietà della KTM moto che in Austria ha accumulato circa 3 (Tre) miliardi (MILIARDI) di debito e la produzione ora è semi ferma e anche qui un paio di centinaia di famiglie si faranno un Natale di mierda, con prospettiva di latrina profonda per il 2025.
Un fiore enorme e un fiorellino all'occhiello del Made in Italy, storia, qualità, competenze, brand.
Tutto nello scarico.
In provincia di Varese (culla della Lega) dove c'è un pro capite parecchio più altino di altre zone.

Sono due tra le decine di casi industriali al limite, nonostante i paladini dell'italianità e della Patria. Forse il governo è troppo impegnato a quadrare i conti (in rosso e ovviamente colpa di quelli prima, della Schlein e degli alieni) oppure in Albania o a litigare tra alleati per fare scambi, nel balletto di facciata con fu Fiat e a spendere quasi 9 milioni per i dispositivi per il nuovo codice della strada ("lucido si o lucido no" un assurdo in termini di democrazia e reale prevenzione).
Mentre la sanità pubblica si avvicina, anch'essa, verso la tazza del bagno.
La donna più potente d'Europa ci mostri i superpoteri, è il momento.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 dic 2024 16:09

Sempre per capire come il cittadino italico medio sia una bestia ignorante, mentre sullo sfondo la produzione industriale nostrana subisce il VENTUNESIMO calo mensile di fila, arriva uno studio OCSE:

https://www.corriere.it/scuola/24_dicembre_10/ocse-piaac-il-caso-italia-un-cittadino-adulto-su-tre-a-rischio-analfabetismo-di-ritorno-non-ha-competenze-sufficienti-5913e636-e871-4e4d-9fad-32fcde44axlk.shtml?refresh_ce

"Un adulto su tre in Italia - e non parliamo solo degli studenti, ma di tutta la popolazione adulta dai 16 ai 65 anni - dispone di capacità linguistiche o matematiche scarse o molto scarse, comunque insufficienti. Può comprendere al massimo testi brevi, dai quali non sia troppo impervio estrarre le necessarie informazioni, ed è in grado di compiere solo operazioni semplici, con numeri interi o decimali, ma già davanti a una proporzione arranca. Per non dire del problem solving, la capacità logica di risolvere questioni complesse: quasi la metà degli adulti è insufficiente. Certo, in generale, c'è chi va peggio di noi - come il Portogallo - ma tutti gli altri vanno meglio (Spagna, Francia e, fuori dall'Europa, gli Stati Uniti) o molto meglio di noi (Germania e tutto il Nord Europa). Non solo abbiamo pochi laureati ma quei pochi che abbiamo ottengono un punteggio medio inferiore ai finlandesi che si sono fermati alla maturità. Le capacità acquisite a scuola in Italia invecchiano in fretta, più in fretta che negli altri Paesi e i percorsi di formazione continua (il cosiddetto lifelong learning) non sono ancora diventati realtà. Tutto questo restringe le opportunità lavorative dei singoli e rallenta il progresso della società nel suo insieme. "
"Secondo il Piaac - che si è svolto nel 2022-23 su un campione di popolazione tra i 16 e i 65 anni in 31 Paesi e in Italia in particolare con un campione di 4847 adulti, rappresentativi di circa 37,4 milioni di persone -i risultati del nostro Paese sono al di sotto della media Ocse. Se a questo si aggiunge che quasi un adulto su due (40 per cento) ha un'occupazione che non c'entra niente con quello per cui ha studiato e che il 18 per cento è sotto-qualificato per il lavoro che fa (la media Ocse è 9 per cento) e un altro 15 è troppo qualificato (media Ocse 23 per cento) ce ne è abbastanza per lanciare l'allarme."
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 dic 2024 21:56

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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 15 dic 2024 10:12

[url]Mafia Spa, affari d’oro in Lombardia tra estorsioni e imprese “amiche”. Così l’impero del male ha messo radici https://www.ilgiorno.it/cronaca/mafia-s ... a-ucjkmcf4[/url]

E c'è chi si lamenta solo degli immigrati....
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 16 dic 2024 16:53

La maggioranza governativa infila, con cinico e vergognoso criterio, una normetta imboscata nei decreti normalmente collegati ad ogni manovra finanziaria...

Dall'11 dicembre, grazie al voto di 81 senatori favorevoli, che hanno avuto ragione di 47 contrari e un astenuto anche grazie a una settantina di assenti, il governo Meloni ha liberalizzato di fatto il lavoro in scantinati e sotterranei. È quanto prevede un articolo del cosiddetto “collegato Lavoro” alla manovra, che ha inorridito Cgil e Uil.
Che cosa ha deciso il Parlamento su proposta della ministra Marina Calderone, ex presidente dei consulenti del lavoro, giova ricordarlo, oggi sostituita da suo marito? In sostanza, grazie a un trucchetto, il liberi tutti per il lavoro nei “locali chiusi sotterranei o semisotterranei”. Il gioco funziona così. Dice l’attuale Testo unico che lavorare negli scantinati è vietato, ma
“l’organo di vigilanza (la Asl, ndr) può consentire l’uso” di quel tipo di locali per certi tipi di lavorazione (esclusi, ovviamente
quelli che causano il rilascio di sostanze nocive) e se esistono alcune condizioni, a partire da un rapido ricambio d’aria passando per le condizioni igieniche e la qualità dei materiali presenti nello stabile.
Si fa la domanda, la Asl controlla e, se del caso, rilascia il permesso. Cosa cambia adesso? Intanto “l’organo di vigilanza”non è più la Asl, ma l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), in cronica mancanza di personale e che ha ancora un know-how limitato in campo igienistico. Soprattutto,però, da domani il silenzio-assenso sostituirà l’autorizzazione preventiva: l’impresa manda la domanda con le relative carte all’Ispettorato e, se non c’è risposta entro 30 giorni, allora si parte.
Un silenzio-assenso di 30 giorni appeso alla capacità di reazione di un ente sotto-organico, che riesce a controllare poco e nulla e a cui da tre anni si continuano ad affidare nuove competenze. È l’ultimo omaggio di Meloni e soci alla “cultura del fare” del loro blocco sociale di riferimento: il popolo delle micro-imprese e dei piccoli laboratori, che campano di ossessiva contrazione dei costi. Adeguate via di fuga e di aerazione, a non dire della qualità dei materiali di costruzione e delle tecnologie antincendio, sono cosa rara in seminterrati e scantinati, ma se nessuno controlla è tutto in regola, almeno fino all’incidente che finisce sui giornali.

Ricordatevene al primo disastro.
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Re: Diario economico

Messaggioda Trabateo » 16 dic 2024 17:28

zampaflex ha scritto:La maggioranza governativa infila, con cinico e vergognoso criterio, una normetta imboscata nei decreti normalmente collegati ad ogni manovra finanziaria...

Dall'11 dicembre, grazie al voto di 81 senatori favorevoli, che hanno avuto ragione di 47 contrari e un astenuto anche grazie a una settantina di assenti, il governo Meloni ha liberalizzato di fatto il lavoro in scantinati e sotterranei. È quanto prevede un articolo del cosiddetto “collegato Lavoro” alla manovra, che ha inorridito Cgil e Uil.
Che cosa ha deciso il Parlamento su proposta della ministra Marina Calderone, ex presidente dei consulenti del lavoro, giova ricordarlo, oggi sostituita da suo marito? In sostanza, grazie a un trucchetto, il liberi tutti per il lavoro nei “locali chiusi sotterranei o semisotterranei”. Il gioco funziona così. Dice l’attuale Testo unico che lavorare negli scantinati è vietato, ma
“l’organo di vigilanza (la Asl, ndr) può consentire l’uso” di quel tipo di locali per certi tipi di lavorazione (esclusi, ovviamente
quelli che causano il rilascio di sostanze nocive) e se esistono alcune condizioni, a partire da un rapido ricambio d’aria passando per le condizioni igieniche e la qualità dei materiali presenti nello stabile.
Si fa la domanda, la Asl controlla e, se del caso, rilascia il permesso. Cosa cambia adesso? Intanto “l’organo di vigilanza”non è più la Asl, ma l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), in cronica mancanza di personale e che ha ancora un know-how limitato in campo igienistico. Soprattutto,però, da domani il silenzio-assenso sostituirà l’autorizzazione preventiva: l’impresa manda la domanda con le relative carte all’Ispettorato e, se non c’è risposta entro 30 giorni, allora si parte.
Un silenzio-assenso di 30 giorni appeso alla capacità di reazione di un ente sotto-organico, che riesce a controllare poco e nulla e a cui da tre anni si continuano ad affidare nuove competenze. È l’ultimo omaggio di Meloni e soci alla “cultura del fare” del loro blocco sociale di riferimento: il popolo delle micro-imprese e dei piccoli laboratori, che campano di ossessiva contrazione dei costi. Adeguate via di fuga e di aerazione, a non dire della qualità dei materiali di costruzione e delle tecnologie antincendio, sono cosa rara in seminterrati e scantinati, ma se nessuno controlla è tutto in regola, almeno fino all’incidente che finisce sui giornali.

Ricordatevene al primo disastro.


Che schifo, che vergogna...
Al primo disastro indovina di chi sarà la colpa?
100 a 1 dell'INL
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 16 dic 2024 17:43

hanno anche ripristinato la pratica delle dimissioni firmate in bianco che il governo Renzi aveva abolito
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 19 dic 2024 16:25

concordato preventivo biennale fiscale.
Lo strumento su cui il ministro Leo aveva scommesso, convinto che avrebbe indotto i contribuenti infedeli a dichiarare gradualmente di più, è stato scelto in totale solo da 584mila partite Iva, il 13% di una platea di 2,6 milioni di autonomi soggetti agli Indici di affidabilità fiscale e 1,7 milioni di forfettari (quelli che applicano la flat tax). La seconda tranche ha fatto registrare meno di 60mila adesioni aggiuntive, confermando il flop emerso dai risultati della prima tornata chiusa il 31 ottobre. Il gettito si fermerà a 1,6 miliardi: troppo poco per finanziare il taglio di due punti della seconda aliquota IRPEF.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 22 dic 2024 23:25

La dinamica delle aperture
delle partite Iva nell’anno in corso
testimonia il sempre elevato ap-
peal del forfettario. Da gennaio a
settembre sono stati finora 199.700
le mini ditte, gli autonomi e i pro-
fessionisti che hanno scelto il regi-
me della flat tax all’apertura della
propria posizione Iva. Numeri che
consolidano la tendenza di un regi-
me scelto da una nuova partita Iva
su due, percentuale che sale addi-
rittura al 70,5% se rapportato solo
al dato delle persone fisiche, che
sono le uniche a poter scegliere il
forfettario. A conti fatti significa
che con buona probabilità l’allenta-
mento dei vincoli sulla soglia di
reddito per dipendenti e pensionati
spingeranno ulteriormente gli in-
gressi nel 2025 consentendo così al
numero complessivo di sfondare
quota due milioni.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 dic 2024 16:02

Ultimi in Europa per migranti “di qualità”
Più integrazione per pareggiare la Germania

Dei migranti l'Italia ha bisogno per sopperire a un problema demografico ormai noto. Le proiezioni Istat al 2050 mostrano un saldo naturale (nati meno morti) annuo negativo per 360mila persone, compensato dal saldo migratorio netto positivo: 195mila persone “guadagnate” coi flussi. Per ragionare in termini economici, è utile guardare ai dati della Fondazione Moressa. Oggi i 2,37 milioni di occupati stranieri contribuiscono al Pil per 164,2 miliardi di euro (l’8,8%), con picchi di oltre il 15% in settori come l’agricoltura e l’edilizia. Tra quello che hanno versato all’Erario (tasse e contributi) e quello che hanno ricevuto (welfare e pensioni), nel 2022 sono stati contributori netti per 1,2 miliardi. Ma in futuro?
Un ruolo rilevante lo gioca la comunità che li accoglie. «Ci sono sempre maggiori evidenze che i migranti assimilano i costumi del Paese ospitante», spiega Barbaresco. In Italia lo dimostra il trend di natalità tra gli stranieri, che in vent’anni si è avvicinato a quello dei cittadini italiani. C’è poi una sorta di «selezione da parte dei migranti stessi dei Paesi di destinazione nei quali ritrovano le loro caratteristiche. L’Italia è un esempio del fatto che i Paesi con una popolazione nativa più istruita tendono ad attirare immigrazione qualificata», dice Barbaresco. Non è un caso che, avendo la seconda quota più bassa di nativi con istruzione terziaria, lo Stivale abbia la frazione minore di immigrati con istruzione universitaria tra tutti i Paesi europei: il 13 per cento. I migranti (meno qualificati) entrano poi in un circolo vizioso: hanno una probabilità molto più alta rispetto al resto dell’Unione di trovare lavoro, ma a bassa specializzazione. Solo il 14% arriva a ruoli ad alta qualificazione, contro il 33% della Ue e punte del 51% in Svezia o 47% in Norvegia.
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Re: Diario economico

Messaggioda Trabateo » 23 dic 2024 16:14

Ero un po' indeciso se mettere questo link nella 3d in cui si parla di guerra o qui, alla fine così ho scelto.
E chiedo, ai più esperti, ci vedo solo io un cortocircuito?
Qualcuno mi può spiegare perché, se con una mano si cerca di imporre sanzioni alla Russia, con l'altra si continua a comprare il loro gas?

https://pagellapolitica.it/articoli/imp ... talia-2023

E poi, com'è andata a finire con il sabotaggio, di sospetta matrice Ucraina (o no?), al Nord Stream?
Con queste conseguenze: "Il 27 settembre 2022, i prezzi del gas europeo sono aumentati del 12% dopo la diffusione della notizia dei gasdotti danneggiati", perché, non so voi, ma le bollette io le pago (ancora per il momento).
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 dic 2024 16:29

Trabateo ha scritto:Ero un po' indeciso se mettere questo link nella 3d in cui si parla di guerra o qui, alla fine così ho scelto.
E chiedo, ai più esperti, ci vedo solo io un cortocircuito?
Qualcuno mi può spiegare perché, se con una mano si cerca di imporre sanzioni alla Russia, con l'altra si continua a comprare il loro gas?

https://pagellapolitica.it/articoli/imp ... talia-2023

E poi, com'è andata a finire con il sabotaggio, di sospetta matrice Ucraina (o no?), al Nord Stream?
Con queste conseguenze: "Il 27 settembre 2022, i prezzi del gas europeo sono aumentati del 12% dopo la diffusione della notizia dei gasdotti danneggiati", perché, non so voi, ma le bollette io le pago (ancora per il momento).


(semi cit.) "Il commercio è la prosecuzione della guerra, con altri mezzi"
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Re: Diario economico

Messaggioda Trabateo » 23 dic 2024 16:40

zampaflex ha scritto:
Trabateo ha scritto:Ero un po' indeciso se mettere questo link nella 3d in cui si parla di guerra o qui, alla fine così ho scelto.
E chiedo, ai più esperti, ci vedo solo io un cortocircuito?
Qualcuno mi può spiegare perché, se con una mano si cerca di imporre sanzioni alla Russia, con l'altra si continua a comprare il loro gas?

https://pagellapolitica.it/articoli/imp ... talia-2023

E poi, com'è andata a finire con il sabotaggio, di sospetta matrice Ucraina (o no?), al Nord Stream?
Con queste conseguenze: "Il 27 settembre 2022, i prezzi del gas europeo sono aumentati del 12% dopo la diffusione della notizia dei gasdotti danneggiati", perché, non so voi, ma le bollette io le pago (ancora per il momento).


(semi cit.) "Il commercio è la prosecuzione della guerra, con altri mezzi"


Un po' come dire..."tutti f***i con il c**o degli altri" (cit. abusata)

Un po' come dire di non fare affari con la Cina (impossibile in un mondo ed economia globalizzata).
https://www.infomercatiesteri.it/scambi ... _paesi=122

Semmai bisognerebbe cercare di attuare dei piani/accordi commerciali in cui ci sia un certo vantaggio, evitando comunque di mettersi a 90° (utilizzando lo stesso eufemismo della succitata citazione)
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 dic 2024 23:53

Oltre 347 miliardi erogati dall’Inps nel 2023 per 22,9 milioni di prestazioni pensionistiche, con una crescita dei costi del 7,7% rispetto all’anno precedente, soprattutto per effetto del recupero dell’inflazione. A beneficiarne sono 16,23 milioni di pensionati, in aumento dello 0,6% sul 2022 esattamente come le pensioni liquidate, con un reddito medio di 21.382 euro annui. Di questi trattamenti, uno su cinque, per la precisione il 19,8%, è di natura “assistenziale” e il 29,5% dei titolari di pensione (4.786.521) riceve assegni sotto i mille euro mensili. A fornire questi dati è l’Osservatorio dell’Istituto presieduto da Gabriele Fava con il tradizionale monitoraggio legato al “casellario”, dal quale emerge anche che l’importo medio annuo dei redditi pensionistici percepiti dagli uomini supera del 35% quello delle donne: 24.671 contro 18.291 euro.
Il 77,5% delle pensioni liquidate dall’Inps è di tipo previdenziale (“Ivs”, ovvero invalidità, vecchiaia, superstiti), mentre le “assistenziali” (invalidità civili, assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra) riguardano una platea di 3,8 milioni di beneficiari e assorbono 27,87 miliardi. Il rimanente 2,7% è rappresentato dalle prestazioni di tipo indennitario. Il gruppo più numeroso di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: 11,4 milioni, di cui il 28% ha anche prestazioni di altro tipo. I beneficiari di invalidità previdenziale sono poco meno di un milione (922.044), il 47% dei quali cumula pensioni di tipo diverso, mentre quelli di pensioni ai superstiti sono 4,2 milioni. Quanto ai titolari di trattamenti pensionistici assistenziali, il 49% è titolare anche di prestazioni di tipo diverso diverse da quelle assistenziali: si tratta principalmente di beneficiari di indennità di accompagnamento che percepiscono anche pensioni di tipo previdenziale. Infine, ci sono 618mila titolari di rendite di tipo indennitario, di cui la grande maggioranza (il 72%) cumula il trattamento con altri tipi di prestazione previdenziale/assistenziale.
A pesare maggiormente sulla spesa sostenuta dall’Inps sono, come sempre, le pensioni di vecchiaia e di anzianità, alle quali sono destinati in totale poco più di 254 miliardi. Dall’analisi della distribuzione territoriale degli assegni e dei beneficiari l’Istituto osserva che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni sia di pensionati: rispettivamente, il 47,4% e il 47,8% del totale.
I pensionati con trattamenti inferiori a mille euro al mese sono oltre 4,7 milioni e nel monitoraggio dell’Osservatorio si fa anche notare che quelli con un assegno sotto i 500 euro sono 1.699.780. Le donne con pensioni non superiore ai mille euro mensili sono oltre tre milioni (il 36,3% del totale) e tra queste quasi un milione può contare su prestazioni per meno di 500 euro al mese.
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 24 dic 2024 11:23

zampaflex ha scritto:Oltre 347 miliardi erogati dall’Inps nel 2023 per 22,9 milioni di prestazioni pensionistiche, con una crescita dei costi del 7,7% rispetto all’anno precedente, soprattutto per effetto del recupero dell’inflazione. A beneficiarne sono 16,23 milioni di pensionati, in aumento dello 0,6% sul 2022 esattamente come le pensioni liquidate, con un reddito medio di 21.382 euro annui. Di questi trattamenti, uno su cinque, per la precisione il 19,8%, è di natura “assistenziale” e il 29,5% dei titolari di pensione (4.786.521) riceve assegni sotto i mille euro mensili. A fornire questi dati è l’Osservatorio dell’Istituto presieduto da Gabriele Fava con il tradizionale monitoraggio legato al “casellario”, dal quale emerge anche che l’importo medio annuo dei redditi pensionistici percepiti dagli uomini supera del 35% quello delle donne: 24.671 contro 18.291 euro.
Il 77,5% delle pensioni liquidate dall’Inps è di tipo previdenziale (“Ivs”, ovvero invalidità, vecchiaia, superstiti), mentre le “assistenziali” (invalidità civili, assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra) riguardano una platea di 3,8 milioni di beneficiari e assorbono 27,87 miliardi. Il rimanente 2,7% è rappresentato dalle prestazioni di tipo indennitario. Il gruppo più numeroso di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: 11,4 milioni, di cui il 28% ha anche prestazioni di altro tipo. I beneficiari di invalidità previdenziale sono poco meno di un milione (922.044), il 47% dei quali cumula pensioni di tipo diverso, mentre quelli di pensioni ai superstiti sono 4,2 milioni. Quanto ai titolari di trattamenti pensionistici assistenziali, il 49% è titolare anche di prestazioni di tipo diverso diverse da quelle assistenziali: si tratta principalmente di beneficiari di indennità di accompagnamento che percepiscono anche pensioni di tipo previdenziale. Infine, ci sono 618mila titolari di rendite di tipo indennitario, di cui la grande maggioranza (il 72%) cumula il trattamento con altri tipi di prestazione previdenziale/assistenziale.
A pesare maggiormente sulla spesa sostenuta dall’Inps sono, come sempre, le pensioni di vecchiaia e di anzianità, alle quali sono destinati in totale poco più di 254 miliardi. Dall’analisi della distribuzione territoriale degli assegni e dei beneficiari l’Istituto osserva che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni sia di pensionati: rispettivamente, il 47,4% e il 47,8% del totale.
I pensionati con trattamenti inferiori a mille euro al mese sono oltre 4,7 milioni e nel monitoraggio dell’Osservatorio si fa anche notare che quelli con un assegno sotto i 500 euro sono 1.699.780. Le donne con pensioni non superiore ai mille euro mensili sono oltre tre milioni (il 36,3% del totale) e tra queste quasi un milione può contare su prestazioni per meno di 500 euro al mese.
...c'è una statistica dei beneficiari di pensioni baby che da oltre un trentennio percepiscono fior di pensioni ( retributive) facendo il salame a tutti i lavoratori dipendenti e non ? Quella sì sarebbe una statistica che fa rabbrividire , altrochè chi ha sudato 43 anni di lavoro ... 8)
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 24 dic 2024 11:47

vinogodi ha scritto:
zampaflex ha scritto:Oltre 347 miliardi erogati dall’Inps nel 2023 per 22,9 milioni di prestazioni pensionistiche, con una crescita dei costi del 7,7% rispetto all’anno precedente, soprattutto per effetto del recupero dell’inflazione. A beneficiarne sono 16,23 milioni di pensionati, in aumento dello 0,6% sul 2022 esattamente come le pensioni liquidate, con un reddito medio di 21.382 euro annui. Di questi trattamenti, uno su cinque, per la precisione il 19,8%, è di natura “assistenziale” e il 29,5% dei titolari di pensione (4.786.521) riceve assegni sotto i mille euro mensili. A fornire questi dati è l’Osservatorio dell’Istituto presieduto da Gabriele Fava con il tradizionale monitoraggio legato al “casellario”, dal quale emerge anche che l’importo medio annuo dei redditi pensionistici percepiti dagli uomini supera del 35% quello delle donne: 24.671 contro 18.291 euro.
Il 77,5% delle pensioni liquidate dall’Inps è di tipo previdenziale (“Ivs”, ovvero invalidità, vecchiaia, superstiti), mentre le “assistenziali” (invalidità civili, assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra) riguardano una platea di 3,8 milioni di beneficiari e assorbono 27,87 miliardi. Il rimanente 2,7% è rappresentato dalle prestazioni di tipo indennitario. Il gruppo più numeroso di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: 11,4 milioni, di cui il 28% ha anche prestazioni di altro tipo. I beneficiari di invalidità previdenziale sono poco meno di un milione (922.044), il 47% dei quali cumula pensioni di tipo diverso, mentre quelli di pensioni ai superstiti sono 4,2 milioni. Quanto ai titolari di trattamenti pensionistici assistenziali, il 49% è titolare anche di prestazioni di tipo diverso diverse da quelle assistenziali: si tratta principalmente di beneficiari di indennità di accompagnamento che percepiscono anche pensioni di tipo previdenziale. Infine, ci sono 618mila titolari di rendite di tipo indennitario, di cui la grande maggioranza (il 72%) cumula il trattamento con altri tipi di prestazione previdenziale/assistenziale.
A pesare maggiormente sulla spesa sostenuta dall’Inps sono, come sempre, le pensioni di vecchiaia e di anzianità, alle quali sono destinati in totale poco più di 254 miliardi. Dall’analisi della distribuzione territoriale degli assegni e dei beneficiari l’Istituto osserva che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni sia di pensionati: rispettivamente, il 47,4% e il 47,8% del totale.
I pensionati con trattamenti inferiori a mille euro al mese sono oltre 4,7 milioni e nel monitoraggio dell’Osservatorio si fa anche notare che quelli con un assegno sotto i 500 euro sono 1.699.780. Le donne con pensioni non superiore ai mille euro mensili sono oltre tre milioni (il 36,3% del totale) e tra queste quasi un milione può contare su prestazioni per meno di 500 euro al mese.
...c'è una statistica dei beneficiari di pensioni baby che da oltre un trentennio percepiscono fior di pensioni ( retributive) facendo il salame a tutti i lavoratori dipendenti e non ? Quella sì sarebbe una statistica che fa rabbrividire , altrochè chi ha sudato 43 anni di lavoro ... 8)


Qualcosa ho riportato qualche tempo fa.
A memoria ci sono in Italia 400k pensionati da lavoro dipendente privato che hanno preso più anni di pensione di quanti abbiano lavorato (gente che ha smesso a 50 anni quando ne bastavano 35 di lavoro).
Sorprendentemente, ha creato più problemi al bilancio previdenziale questa arcaica situazione, che il plotone di baby pensionati statali iperagevolati.
Aggiungo un altro dato:
le pensioni sono così distribuite tra le varie gestioni:
47% Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti
30% gestione lavoratori autonomi e parasubordinati
19% gestione dipendenti pubblici
4% altri fondi

E questo grafico che trovo osceno per la vergogna della cattiva politica nel procacciarsi consenso mandando a monte il percorso di risanamento delle pensioni che riguarda tutti quelli che stanno ancora lavorando e che ancora devono iniziare (sempre che una parte di questi ultimi non si dimostri bambocciona e preferisca guadagnarsi da vivere flippando sneakers invece di sgobbare alla scrivania o al tornio).

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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 24 dic 2024 22:18

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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 26 dic 2024 00:22

https://www.ilpost.it/2024/12/24/eccessivi-resi-shopping-online/

Non basta vedere la desertificazione dei centri storici dove avanza prepotente il commercio elettronico, adesso ci si mette l'abitudine acquisita dai giòvini di comprare a casaccio e restituire senza scrupolo alcuno.
Solo i costi costringeranno i venditori internettiani a modificare questa miope politica di tutto ammesso, tutto concesso.
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 27 dic 2024 12:17

USA, Musk critica la ex di Jeff Bezos: "preoccupante" donare troppo
Il tycoon critica la miliardaria scrittrice ex di Bezos per le sue ingenti donazioni a favore del no-profit vicino ai poveri e ai discriminati. E incassa critiche pesanti dai suoi numerosissimi follower su X. Un botta e risposta su valori di fondo (Rai News).

Bezos è finanziatore e sostenitore del Partito Democratico, è quasi ricco quanto lui, con la sua attività può fare informazione e soprattutto influencing.
Il marziano di Pretoria forse sta cercando di fare un po' ovunque terra bruciata (vedi anche endorsment per A.f.D in Germania e mostruoso supporto economico a Faråge in Uk).
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 02 gen 2025 21:49

https://www.quotidianosanita.it/m/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=126745

La spesa sanitaria nel 2023 ha sfiorato i 176 mld. Ma la pubblica arranca e quella pagata di tasca propria dai cittadini tocca il record di 43 miliardi. Il nuovo rapporto della Ragioneria.
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