Diario economico

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tenente Drogo
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 23 mag 2023 12:30

zampaflex ha scritto:
maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:
maxer ha scritto:...
solo poche parole :

in certi punti posso anche essere d' accordo con le critiche espresse : tutti possono commettere errori
Ciononostante, nessuno ormai può negare (neppure la destra lo fa) che il RdC ha avuto il grande merito di aiutare, durante la pandemia e pure successivamente, oltre due milioni di persone in grave crisi di povertà

vedremo, vedremo in futuro

Le nuove politiche di assistenza sociale del nuovo governo, soprattutto quelle rivolte al sud e ai soggetti fragili (si parla di una mancetta provocatoria di 350 euro mensili, per un massimo di 18 mesi), senza aver fatto alcun intervento nelle politiche di attivazione e di formazione al lavoro, mai così precario e sottopagato, a tuo parere, saranno migliori ?
...

mi piace, mi piace molto il tuo raffinato gergo sardonico : ti dirò che l' ho già visto usare dal vecchio storico Fede e continuo a vederlo usare dai suoi degni epigoni come Sallusti, Senaldi, Feltri, Borgonovo, Belpietro e altri rottami dell' attuale asfissiante fascio mediatico

Ti vedo in buona compagnia nell' uso di questo linguaggio puerile, peccato

Ultima cosa : bravo, mi hai fatto proprio scompisciare dalle risate ! Ho riso a crepapelle per due ore di seguito : grazie :mrgreen:


In altri tempi si sarebbe detto che mi stavi dando del migliorista :mrgreen:

Per quanto ci siano sacche di povertà evidenti in Italia, acuitesi temporaneamente durante il Covid, io sono fermamente convinto che i poveri vadano spinti ad accettare un lavoro, non invogliati a restare a casa con un regalo a spese dei contribuenti.
Ci sono, dati alla mano, centinaia di migliaia di posti di lavoro scoperti per mancanza di offerta di lavoro.
E' semplicemente non etico, immorale e pernicioso per la nazione mantenere sul divano persone abili al lavoro invece che metterle in azione.
E' ora di chiudere con i bamboccioni di ogni età e tagliare questi regali.
Così come bisogna rivedere capillarmente le pensioni di invalidità e tutti gli altri sistemi di mantenimento a sbafo esistenti.
Chi può lavorare, lavori !

...
nooooo :shock:

sei arrivato persino ad usare alcuni dei termini (fra i più abusati dalla destra più retriva addirittura in campagna elettorale.!) : DIVANO, BAMBOCCIONE, REGALO, A SBAFO
Mi sa che ultimamente (o da
qualche nese) Renzi ti ha stufato e preferisci leggere direttamente Libero, La Verità, Il Giornale), usi lo stesso linguaggio

Quando i dati INPS dicono che i giovani hanno rappresentato solo una minima parte dei fruitori del RDC, mentre la stragrande maggioranza apparteneva a cittadini, perlopiù di età sopra i 55 anni e di basso livello di formazione, che avevano perso il lavoro oppure erano fra i cosiddetti "fragili" (con gravi patologie)
Ha osato comunicare queste statistiche l' ex Presidente dell' INPS Tridico, che proprio per questo è stato cacciato addirittura un anno prina della dal governo indispettito (e magari con tua velata soddisfazione, visto che la sua designazione era "in odore" 5Stelle e non per le sue grandi competenze, che hanno contribuito a salvare l' Istituto da un grossa crisi di organizzazione)

E poi, ti chiedo, tutte queste centinaia di migliaia ( ? ) di posti di lavoro, hanno retribuzioni almeno dignitose, hanno contratti dignitosi, sono o non sono in nero, sono in grandissima parte precar

Se non sbaglio (ma non sbaglio), l' art. 36 della Costituzione Italiana (COSTITUZIONE ITALIANA, leggi bene, è ancora in vigore, e chissà ancora per quanto ...) recita :

# "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un' esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge" #


Primo: no, i fogliacci della destra li schifo ancora, per il 95% sono propaganda della peggiore specie e perciò li ritengo illeggibili.
Secondo: no, bamboccione è un riferimento alla famigerata e sacrosanta affermazione di Tommaso Padoa Schioppa.
Terzo: no, non mi riferisco agli ultracinquantenni fragili, che sono esclusi dai conteggi citati dal commissario di Anpal, ma ai rimanenti, sani e abili al lavoro, che preferiscono poltrire indegnamente a spese nostre invece che darsi da fare e sporcarsi le mani.

Ribadisco, non è né etico né sano che chi possa lavorare non si impegni a farlo.
E anche se fossero precari, meglio 500 euro guadagnati col sudore della propria fronte invece che elemosinati da uno Stato chioccia.


secondo me ci è rimasto male che hai detto "Falso Quotidiano"
rilancio con "Fango Quotidiano" e "Fatto Putiniano"
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Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Diario economico

Messaggioda mennella » 23 mag 2023 12:58

Attirero' anche io gli strali di Maxer, ma condivido tantissimo di quanto ha scritto Zampaflex (nome?).
Sui quotidiani credo ci sia una competione verso il basso, purtroppo.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 mag 2023 14:54

Aggiungiamo un carico. Anzi due.

Le imprese artigiane lombarde si trovano davanti a un muro insormontabile: l’enorme difficoltà a reperire manodopera, che ne mette a rischio la crescita e la stessa sopravvivenza. A parlare sono i numeri: il sistema regionale dell’Istruzione e Formazione professionale (IeFP) immette sul mercato del lavoro 24 mila giovani l’anno, ma le imprese hanno bisogno di oltre 250 mila lavoratori. «Qualsiasi cambio di rotta proveremo a definire avrà bisogno di almeno 6 o 7 anni per garantire i primi risultati utili, ma il sistema artigiano non ha più tempo» afferma Stefano Fugazza, presidente di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza, che lancia l’allarme: «Le nostre imprese sono agli ultimi minuti dei tempi supplementari: non c’è più ricambio generazionale, i titolari sono sempre più anziani, i giovani imprenditori artigiani under 30 sono calati in Italia del 40 per cento negli ultimi cinque anni. Eppure, si tratta di mestieri anche ben pagati e che offrono grandi opportunità, forse ancora troppo poco conosciute. Oggi i centri di formazione non riescono a conquistare le nuove generazioni».
Il sistema lombardo della formazione professionale (di competenza regionale) è il più sviluppato d’Italia: eroga 2.800 corsi e conta circa 77 mila studenti da 14 anni in su (52.500 iscritti quest’anno ai percorsi di le FP e circa 24.700 iscritti al sistema duale, che prevede lunghi periodi formativi trascorsi in azienda) poco meno della metà dei 157 mila iscritti in totale in Italia. A cui si aggiungono 25 Its (Istituti tecnici superiori) Academy, che propongono 253 progetti formativi e hanno 6.018 studenti, il 30 per cento del totale italiano. Un ambito sul quale la Regione intende «puntare con decisione — spiega l’assessora a Istruzione e formazione, Simona Tironi –. Nell’ultimo anno la dotazione prevista per le FP è stata di 263 milioni, a cui si aggiungono le risorse per la formazione tecnica superiore e quelle destinate agli Its. Ci crediamo davvero, è il nostro investimento sul futuro».
Tutto questo, però, non è sufficiente e complice il fatto che — secondo le imprese — non sempre i ragazzi che terminano il percorso sono pronti ad affrontare il mondo del lavoro, il divario tra i giovani disponibili e le necessità delle 233.402 aziende artigiane lombarde (di cui 66.901 milanesi) aumenta.
La differenza tra domanda e offerta varia a seconda della professionalità richiesta. Secondo un’indagine realizzata da PtsClas — presentata al convegno “Formazione Professionale e imprese: un muro da abbattere” — , che considera diplomati e necessità relative al periodo 2021/2025, in Lombardia il mismatch maggiore riguarda i meccanici: con oltre 20.300 professionisti mancanti e la possibilità di coprire solo il 28 per cento dei posti disponibili. Grande difficoltà anche nel settore edile, dove si trova solo il 2 per cento dei dipendenti necessari e resteranno vacanti 16.930 posizioni, e nella logistica,
con 15.150 professionisti mancanti. E non si trovano più di 9.000 elettricisti e altrettanti amministrativi, mentre abbondano professionisti nel settore grafico e cartotecnico (la copertura della domanda del 687 per cento), animazione e spettacolo (370) e benessere. Andando al di là dei numeri assoluti, gli indirizzi con maggiore difficoltà di reperimento in termini percentuali sono quello del legno, dove manca il 63 per cento degli addetti, quello della riparazione dei veicoli a motore (57), tessile e abbigliamento (54) e ristorazione (52).

Finisce con un flop il bando per muratori nelle case popolari - L’iniziativa lanciata da Esem, Ance e Comune offriva 300 posti
ma alla fine i contratti firmati sono solo sei

Sei contratti su oltre 300 posti disponibili. Questi numeri, risultato di una campagna lanciata nei cortili delle case popolari per dare la caccia a operai da assumere nell’edilizia, danno bene l’idea di un settore in profonda crisi di manodopera. Ostaggio di un paradosso: il lavoro c’è eccome, ma non si trovano persone disposte o in grado di farlo.
Lo scorso febbraio Esem Cpt (l’Ente unificato Formazione e sicurezza) ha organizzato, in collaborazione con Palazzo Marino e
con Assimpredil Ance (l’associazione che rappresenta i costruttori delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza), uno scouting di operai: l’idea era quella di far incontrare domanda e offerta in un settore, quello dell’edilizia, che sta vivendo un periodo molto florido e allo stesso tempo di offrire opportunità di lavoro ai giovani meno agiati.
L’open day si è tenuto nelle case popolari Aler e Mm di San Siro. In palio, diciamo così, c’erano 300 contratti — sia a tempo
determinato che a tempo indeterminato — immediatamente attivabili. Tutti in cantieri di Milano. La partecipazione allora è stata molto nutrita, ma l’iniziativa si è conclusa con soli sei contratti firmati. E basta. Un flop, insomma. Perché, spiegano gli addetti ai lavori, ai colloqui si sono presentate persone non adatte per l’assunzione: persone anziane o non in condizione di lavorare in un cantiere. «Di quei sei, tra l’altro, risulta essere attivo ad oggi solo un contratto», spiega Alem Gracic, segretario della Filca Cisl Milano. «L’iniziativa, pur lodevole, ha destato poco interesse. Del resto si sa che il settore non attira per nulla i giovani». E non tanto perché non garantisce «occupabilità e un buono stipendio», ma semplicemente «perché quello dell’operaio, soprattutto tra gli italiani, è considerato un lavorio di serie B», continua Gracic. Eppure «l’edilizia, tra superbonus e Pnrr, sta vivendo un periodo spettacolare».
Ma il mestiere non ha appeal: «Pensi che alcuni ragazzi ci hanno detto che la fidanzata li avrebbe lasciati se avessero iniziato a lavorare in un cantiere».
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 mag 2023 21:30

La Cina è vicina. Al default, però.

https://formiche.net/2023/05/cina-debito-pechino-province/

Il Dragone nei guai. Fuori da Pechino e Shanghai è emergenza debito.
Alla periferia della Repubblica popolare continua lo psicodramma di intere province rimaste senza liquidità. Ora dopo le scuole, finiscono all’asta altri asset per tentare di fare un po’ di cassa.

Si sono venduti le scuole. LE SCUOLE!
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Re: Diario economico

Messaggioda fly666 » 24 mag 2023 04:02

il mondo Occidentale ha venduto le anime dei suoi figli al diavolo .. ha venduto il futuro delle sue generazioni consegnando la sua progenie ai lavori forzati ed al dolore eterno .. per il lusso ed i privilegi di pochi

sperate che vi vada bene perchè l'olocausto è questione di un attimo .. la scelta non spetta più a noi
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 24 mag 2023 16:56

I tassisti con partita Iva dichiarano solo una piccolissima parte del loro vero incasso. Un fenomeno esteso in tutta Italia, ma soprattutto a Roma, dove in media — secondo dati governativi diffusi ieri sera da Le Iene — nel 2021 hanno guadagnato 6.240 euro lordi all’anno: ovvero 520 euro al mese, comprese le tasse. La metà di Milano (11.411) e Napoli (19.890), molto meno dei colleghi di Bologna (9.642). Meglio solo di quelli di Firenze (5.238).
A Roma, la città più visitata e grande d’Italia, i tassisti lavorano meno. Più che stipendi, hanno rimborsi spese.

C’era il Covid, direte voi. Ed è giusto. Ma come hanno evidenziato Le Iene, anche prima della pandemia i conti non tornavano: nel 2019 un tassista con partita Iva dichiarava in media 12 mila e 817 euro annui, nel 2018 invece 13 mila.
Perché allora, se gli stipendi sono questi, le licenze dei taxi costano più o meno 140 mila euro? E quanto pagano davvero di tasse i tassisti? Con questo doppio interrogativo si è aperto il servizio di ieri sera che racconta, al contrario, una realtà diversa. Al centro c’è sempre lui, il Pos, che rende tracciabili tutti i pagamenti ricevuti.
Dunque se per 30 giorni al mese si effettuano transazioni con la carta di credito, mentire allo Stato è impossibile. Ma se si evita di usare, a quel punto diventa facile dribblare le tasse. A confessarlo sono gli stessi conducenti intercettati da Le Iene.
«Pensa che sto mese a dicembre arriverò a guadagnare sui 9 mila euro, ma ho sempre una busta paga di 1.500», esordisce un tassista.
«A Roma io in 42 anni non ho mai avuto accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate. Io dichiaro sempre una busta paga di 1.500-1.300 euro. Poi — dice un altro collega — tutti gli altri soldi che hai incassato sono tuoi, non te li tocca nessuno i contanti. Non si tracciano, capito?».
La strategia è chiara. «Bisogna tenere un conto mentale o scritto, fai come ti pare, ma devi arrivare a incassare con il Pos massimo sugli 800-1000 euro al mese», spiega un terzo tassista. Altro che stipendi da fame o rimborsi spese, l’attività può essere molto redditizia. «Adesso ho fatto una corsetta di 8 euro e me li ha dati in contanti, 200 euro al giorno li faccio. C’è gente che si
compra casa così eh», puntualizza un’altra persona.

Infami. Altro che "l'evasione è delle multinazionali"! (si, anche loro eludono, ma le fatidiche cinque milioni di partite IVA, come formichine, sono quelle che mettono fondamenta, pilastri e tamponamenti del totale di oltre cento miliardi di evaso annuo).
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 24 mag 2023 17:28

zampaflex ha scritto:I tassisti con partita Iva dichiarano solo una piccolissima parte del loro vero incasso.


chi l'avrebbe mai detto
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Diario economico

Messaggioda Tex Willer » 24 mag 2023 17:31

Certo che i tassisti evadono, alla grande. Chi ha sede legale in Olanda invece non evade, sempre alla grande :wink:
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 24 mag 2023 20:31

Tex Willer ha scritto:Certo che i tassisti evadono, alla grande. Chi ha sede legale in Olanda invece non evade, sempre alla grande :wink:

...
e spesso è pure quel Gruppo che costruisce e vende loro l' auto
Ma loro sono potenti, sono sempre protetti
Il grande potere dei tassisti è invece quello che, se decidono di proclamare uno sciopero di protesta per qualsiasi motivo, possono bloccare il traffico di un' intera città

Paura, eh ... (doppia cit. : Carlo Lucarelli - Fabio De Luigi)
...
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Re: Diario economico

Messaggioda Tex Willer » 24 mag 2023 23:33

maxer ha scritto:
Tex Willer ha scritto:Certo che i tassisti evadono, alla grande. Chi ha sede legale in Olanda invece non evade, sempre alla grande :wink:

...
e spesso è pure quel Gruppo che costruisce e vende loro l' auto
Ma loro sono potenti, sono sempre protetti
Il grande potere dei tassisti è invece quello che, se decidono di proclamare uno sciopero di protesta per qualsiasi motivo, possono bloccare il traffico di un' intera città

Paura, eh ... (doppia cit. : Carlo Lucarelli - Fabio De Luigi)
...

Per bloccare una citta' ci vuole meno: basta una partita di calcio. :twisted:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 25 mag 2023 12:31

Tex Willer ha scritto:Certo che i tassisti evadono, alla grande. Chi ha sede legale in Olanda invece non evade, sempre alla grande :wink:


Dai Sergio, non mi aspetto da te una sottovalutazione, quasi populista, del potere congiunto dei cinque milioni di partite IVA rispetto ad una manciata (migliaio?) di multinazionali o big nazionali fedifraghi.
Anche perché le statistiche che parlano di evasione non contemplano, suppongo, la lecita elusione.
Ed è molto più facile per l'AdE andare a bussare al portone del palazzo degli uffici di Google piuttosto che rincorrere le sedi spesso finte delle azienda cartiera costituite per evadere l'IVA e sparire in diciotto mesi.
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Re: Diario economico

Messaggioda Tex Willer » 25 mag 2023 13:49

zampaflex ha scritto:
Tex Willer ha scritto:Certo che i tassisti evadono, alla grande. Chi ha sede legale in Olanda invece non evade, sempre alla grande :wink:


Dai Sergio, non mi aspetto da te una sottovalutazione, quasi populista, del potere congiunto dei cinque milioni di partite IVA rispetto ad una manciata (migliaio?) di multinazionali o big nazionali fedifraghi.
Anche perché le statistiche che parlano di evasione non contemplano, suppongo, la lecita elusione.
Ed è molto più facile per l'AdE andare a bussare al portone del palazzo degli uffici di Google piuttosto che rincorrere le sedi spesso finte delle azienda cartiera costituite per evadere no fior di e sparire in diciotto mesi.

Per questo conviene concentrarsi su chi evade(lecitamente :oops: )grandi cifre,senza apportare alcun beneficio ,pensando esclusivamente ai dividendi,soltanto a questo
E poi cosa togli ad un tassinaro che non paga le tasse come dovrebbe?Pignori il conto, i mobili, la macchina? E cosa ottieni? Un disgraziato che diventa piu' disgraziato di prima?
Invece combattere l'elusione,che puo' praticare soltanto chi e' strutturato bene, vuol dire togliere denaro acquisito in modo grigio(va bene grigio, e' corretto? Sarebbe meglio rubato ma no non si puo', questi mascalzoni pagano fior di professionisti per restare dentro le regole)a chi di denaro ne ha gia' un mucchio, al quale qualche centinaio di milioni alla fina non cambierebbero niente o quasi.
Ma capisco che non tutti possono capire questo tipo di discorso. I comunisti,quelli veri,parlavano di giustizia sociale . Ma gia' , oggi i comunisti parlano d'altro.
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 25 mag 2023 15:38

Tex Willer ha scritto:... i comunisti, quelli veri, parlavano di giustizia sociale . Ma gia', oggi i comunisti parlano d' altro

...
Sergio, un appello, direi, una preghiera !

non ti permettere più di scrivere questa parola, addirittura per due volte di seguito in pochissime righe !

... stai molto attento, ti leggono Drogo e l' umile Zampa e magari pure Meloni, Crosetto e La Russa, forse già un po' prevenuti

Se vogliono, hanno il potere di annullarti all' istante

e che non ti diano del "putiniano" riguardo alla guerra in Ucraina (ma qui la vedo con te più difficile :mrgreen: :lol: :mrgreen:)
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 29 mag 2023 11:03

Stiglitz: "L'incompetenza dell'esecutivo nel gestire i fondi europei vi porterà alla recessione"

una congiura di mediocri ha rimandato a casa Draghi, e abbiamo perso un'occasione storica

https://www.repubblica.it/economia/2023 ... 402258298/
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 29 mag 2023 22:44

tenente Drogo ha scritto:Stiglitz: "L'incompetenza dell'esecutivo nel gestire i fondi europei vi porterà alla recessione"

una congiura di mediocri ha rimandato a casa Draghi, e abbiamo perso un'occasione storica

https://www.repubblica.it/economia/2023 ... 402258298/

Quella che chiami "congiura di mediocri" ha vinto le elezioni a settembre e ha confermato il suo predominio in questo giro di elezioni comunali, vuol dire che hanno la fiducia della maggioranza degli italiani che va ancora a votare.
Vedremo se oltre a occupare poltrone sapranno rendere l'Italia un paese con più benessere, giustizia sociale e democrazia.
Ma temo che a loro interessi soltanto vincere per fare revisionismo della costituzione. La politica della curva.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 mag 2023 11:52

Nonostante i mediocri attualmente al governo per via della mediocre volontà popolare, l'economia italiana va bene a differenza di quella tedesca, in contrazione per due trimestri consecutivi, e come mai?

Marco Fortis, economista della Cattolica di Milano e direttore della Fondazione Edison, sostiene i nostri meriti:

“La Germania sta attraversando un periodo difficili, il Pil del primo trimestre del 2023 oggi è ancora inferiore a quello del quarto trimestre del 2019. Questo la dice lunga su una crisi del sistema tedesco, una volta vero motore dell’Europa. Berlino è ancora sotto i livelli pre-pandemia, l’Italia sopra. Ricordiamoci sempre i problemi dell’industria automobilistica prima del Covid, con la concorrenza cinese e il dieselgate. Molte produzioni tedesche di qualità, si sono dovute fermare, innescando un blocco generalizzato della produzione. Insomma, è un momento lungo, una crisi che viene da lontano. Berlino da locomotiva è diventata l’anello debole, anche vittima della sua stessa austerità, predicata per anni. Perché la gente a un certo punto ha smesso di comprare e dunque di consumare”.

Poi c’è il riscatto italiano. E anche qui Fortis mette a fuoco. “Se in questi anni la Germania si è cullata su rendite e allori, facendo la cicala e beneficiando anche di buoni tassi di cambio che hanno consentito a Berlino di esportare dove voleva, l’Italia batosta dopo batosta alla fine è uscita fuori, cominciando a fare delle riforme, a cominciare da Industria 4.0, che ha permesso alle nostre imprese di investire tantissimo. E poi abbiamo preso le misure con la Cina, cominciando a spingere forte sul made in Italy. Dal punto di vista del Pil, l’Italia ha creato maggiore valore aggiunto rispetto alla Germania, riuscendo a guarire la sua manifattura”.

“Un altro punto di forza è stata la mancata delocalizzazione. Mentre tutti andavano a produrre in Cina, noi abbiamo continuato a farlo qui e quando la Cina si è bloccata, l’Italia ha potuto esportare quando gli altri non lo potevano più fare. Insomma, una serie di decisioni e di manovre, ha creato i presupposti perché Roma sorpassasse Berlino e persino la Francia”.

A queste giuste spiegazioni io però aggiungo la spinta dei deficit pubblici, compreso il dannatissimo 110%, che pagheremo caro nei prossimi anni ma che adesso sta sostenendo una buona parte della crescita complessiva.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 mag 2023 12:03

Rendo pubblicamente onore al governo Meloni per avere alla fine scelto la strada Lufthansa per Alitalia, era la scelta migliore dal punto di vista dei parametri economici e speriamo di toglierci sta palla dal piede una volta per tutte.

Certo che se i suoi alleati non si fossero messi di traverso più volte, a partire dal Cav. nel 1994, ora non saremmo qui a parlarne e avremmo qualche miliardo in più nel portafogli.

Giuricin dell'Istituto Bruno Leoni analizza la combinazione:

“L’operazione è certamente positiva, ci sono due elementi che vanno evidenziati. Primo, per Ita non c’erano alternative, competere su un mercato così complesso da soli era impensabile. Secondo, le intenzioni di Lufthansa sembrano valide, puntare forte su Fiumicino e sul Nord America, ma anche sul Sud America. L’integrazione non sarà facilissima, ma comunque era una via obbligata per Ita e le premesse sembrano buone”.

Ma come battere la spietata concorrenza delle low cost? Qui l’economista fa delle precisazioni. “In realtà non bisogna andare a scontrarsi direttamente con queste compagnie, Ita e Lufthansa dovranno focalizzarsi su quei mercati dove le low cost non ci sono, come il lungo raggio o laddove persistono accordi bilaterali. Dunque, andare a coprire ciò che le low cost hanno lasciato sprovvisto di presidio. Non sarà facile, ma è proprio questa la scommessa a monte dell’integrazione. Ita, in questo senso, potrà sfruttare la potenza e la forza di un grande gruppo come Lufthansa”.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 30 mag 2023 21:27

oggi sul Foglio Luciano Capone puntualizza che l'evasione è un fenomeno di massa inversamente proporzionale alle dimensioni delle imprese, con le piccole che evadono molto più delle grandi

la piccola bottega per esempio spesso non rilascia scontrini, a differenza del supermercato

Capone giustamente nota che i piccoli commercianti votano

https://www.ilfoglio.it/economia/2023/0 ... 5326597%2F
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 mag 2023 22:02

tenente Drogo ha scritto:oggi sul Foglio Luciano Capone puntualizza che l'evasione è un fenomeno di massa inversamente proporzionale alle dimensioni delle imprese, con le piccole che evadono molto più delle grandi

la piccola bottega per esempio spesso non rilascia scontrini, a differenza del supermercato

Capone giustamente nota che i piccoli commercianti votano

https://www.ilfoglio.it/economia/2023/0 ... 5326597%2F


Il centrodestra ha stravinto anche a Catania, dove il candidato di FdI ha raccolto oltre il 60 per cento dei voti. Proprio nella città etnea, venerdì scorso, Giorgia Meloni aveva chiuso la campagna elettorale illustrando con un intervento la strategia del governo sull’evasione: “La lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione fiscale: le big company, le banche, le frodi sull’Iva, non il piccolo commerciante al quale vai a chiedere il pizzo di stato”, ha detto la premier, aggiungendo le solite storie sul nuovo “rapporto tra stato e contribuente” e sul “fisco amico”.
Il discorso della presidente del Consiglio è sconcertante su più piani. Il primo è quello della scelta lessicale del “pizzo di stato” per parlare delle tasse in una terra, la Sicilia, che è stata dominata dalla mafia e in cui troppo a lungo una fetta della
popolazione ha fatto fatica a distinguere le leggi dello stato da quelle della criminalità organizzata. Per chi sostiene di aver iniziato a fare politica sull’emozione dell’uccisione del giudice Borsellino, sono termini imbarazzanti.
Il secondo piano è quello istituzionale.
Meloni ricopre il ruolo di presidente del Consiglio, quindi è “Capa dei capi” della presunta “Cupola” che esige il “pizzo di stato”. Ma se ritiene le pratiche di riscossione para mafiose, non si comprende perché abbia confermato come direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, che è al vertice dell’agenzia da molti anni e con governi di diverso colore politico. Meloni ha confermato Ruffini perché è capace ed è riuscito, grazie a modifiche legislative contro cui spesso la destra
si è opposta, a ridurre l’evasione fiscale con metodi lontani da quelli dell’èra Befera, quando lo stato si proponeva di “incutere timore” nei contribuenti.
Ma soprattutto le parole di Meloni sono imbarazzanti sul piano della verità. Perché è falso che l’evasione fiscale riguarda le multinazionali e non il piccolo commerciante. Anzi, è vero l’esatto contrario.
E non perché le multinazionali siano oneste e i piccoli commercianti disonesti, o viceversa. Non c’entra nulla la morale. E’ che la possibilità di evadere è in genere inversamente proporzionale alla dimensione dell’impresa.
E’ probabile che un piccolo negozio non emetta lo scontrino, mentre non accade mai in un supermercato della grande distribuzione. E questo non per una diversità “etica” degli operatori economici, ma perché nelle grandi imprese organizzate in modo impersonale la registrazione degli incassi è anche un processo di contabilità e controllo interno.
E’ naturalmente possibile che le grandi imprese evadano le imposte con altre modalità, ma in Italia l’evasione è sostanzialmente un fenomeno di massa. Non solo perché la nostra struttura produttiva è composta da milioni di micro e piccole imprese, ma soprattutto perché sono queste imprese che hanno maggiore possibilità di evadere.
Lo dicono i numeri dello stesso governo Meloni, quelli della “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale”, pubblicata ogni anno dal ministero dell’Economia. I dati dell’ultima relazione, che accompagna la Nadef del governo Meloni, mostrano che nel 2020 l’evasione Irpef da lavoro dipendente è di 3,8 miliardi, mentre l’evasione da lavoro autonomo e impresa di 28,3 miliardi. Sempre secondo la stessa relazione, la propensione all’evasione è del 2,4 per cento per i dipendenti e del 69,7 per cento per gli autonomi. La propensione all’evasione dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, è del 24 per cento (ma va considerato che l’Ires la pagano non solo le multinazionali, ma anche tantissime piccole imprese). Meloni parla di “truffe sull’Iva”, come se riguardassero le multinazionali. Nel confronto europeo dell’evasione Iva, l’Italia ha un tax gap del 20,8 per cento, simile alla Grecia (19,7 per cento), mentre quello della Francia è all’8 per cento e della Germania al 4,8 per cento.
Non è un caso che Italia e Grecia abbiano un tessuto produttivo con molte più pmi e più evasione Iva, mentre Francia e Germania abbiano molte più big company e meno evasione Iva.
C’è poi un altro piano che rende il discorso di Meloni incoerente. Negli anni la destra ha sempre detto che per ridurre l’evasione è necessario abbassare le aliquote e poi adottare massima severità nei confronti di chi “sgarra”. Attualmente, con la cosiddetta flat tax al 15 per cento, ai redditi di lavoro autonomo e impresa è chiesta già una tassazione più bassa rispetto ai lavoratori dipendenti. Altro che “pizzo di stato”: è un “privilegio di stato”. Per coerenza, Meloni dovrebbe pretendere maggiore severità nei confronti di chi gode delle agevolazioni del regime forfettario. Invece no. La premier, a suo modo, difende e quindi legittima la “piccola” evasione di massa, che è uno dei problemi strutturali della nostra economia non solo in termini di gettito ma anche di produttività delle imprese, e punta il dito contro le “multinazionali”. E la ragione è semplice:
la massa dei piccoli commercianti vota, mentre le big company no.
Il tema del rapporto tra lotta all’evasione e consenso politico è ovviamente complesso e non si risolve con la caccia alle streghe e lo stato di polizia fiscale: alla repressione andrebbero affiancate semplificazione e riduzione delle aliquote con il gettito recuperato (mentre finora, a fronte di una riduzione costante dell’evasione, la pressione fiscale aumenta costantemente). Ma questo esige un impegno maggiore del governo e serie riforme sul lato della riscossione e della spesa pubblica, che è ciò che assorbe qualsiasi “extragettito”sottratto all’evasione fiscale. Ma se Meloni ricorre ai soliti slogan falsi e demagogici dimostra che non ha intenzione di riformare il paese attraverso il consenso, ma di ricercare il consenso a costo di non riformare il paese.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 mag 2023 22:03

https://www.ilpost.it/2023/03/04/siccita-nord-italia-cambiamento-climatico/

È ormai risaputo che il cambiamento climatico causa un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi, come alluvioni e siccità, ma per la comunità scientifica non è immediato ricondurre un singolo fenomeno di questo tipo all’aumento della concentrazione atmosferica di gas serra. Per accertare eventuali rapporti di causa ed effetto servono studi appositi. Nel caso della siccità che da più di un anno sta colpendo il Nord Italia oltre che la Francia, la Svizzera e altre regioni europee, causando molti problemi sia al settore agricolo che a quello della produzione di energia, ne è stato pubblicato uno da poco: dice che il cambiamento climatico l’ha aggravata.

Semplificando i risultati dello studio, è emerso che siccità analoghe a quella di questi mesi erano meno estese geograficamente e meno lunghe: il riscaldamento globale sembra aver ampliato le zone di alta pressione e causato una maggiore evaporazione dell’acqua dal suolo e dalle piante.

https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/acbc37/pdf
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 31 mag 2023 00:12

...
Luciano, riposati un po', dai !
...

anche se, quel che è giusto è giusto, gli ultimi recenti tuoi interventi nel settore "Diario Economico" mi hanno convintamente trovato al tuo fianco :wink:

Unica annotazione : sul 110%, non è che hai fatto una piccola retromarcia ? :roll:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 31 mag 2023 11:57

maxer ha scritto:...
Luciano, riposati un po', dai !
...

anche se, quel che è giusto è giusto, gli ultimi recenti tuoi interventi nel settore "Diario Economico" mi hanno convintamente trovato al tuo fianco :wink:

Unica annotazione : sul 110%, non è che hai fatto una piccola retromarcia ? :roll:


Suvvia, un po' di copia e incolla, quanto vuoi che prenda...

Sul 110% non farò MAI retromarcia, per me un aiuto pubblico che supera la soglia di costo del privato è IMMORALE, disincentiva il controllo del costo da parte del contraente e perciò, oltre a costare cifre iperboliche (siamo sopra agli 80 miliardi) per le casse pubbliche, cioè nostre, non è efficiente. Le indagini degli organi pubblici hanno già rilevato molti illeciti per qualche miliardo di appropriazioni illegali. Figuriamoci alla fine del programma quanti saranno. Maledetti pentastellati.
E per di più, qualche studio ha dimostrato non essere nemmeno efficace, perché sono spesi troppi soldi per singola abitazione.
Perciò, quando dico che ha una parte, secondo me (non ho ancora visto studi specifici) sull'andamento ancora positivo del PIL 2023, faccio una deduzione acritica. Ma avrei preferito altre misure di spesa più accurate se non, meglio, nessuna spesa. Col caxxo di debito pubblico che abbiamo, bisogna tirare i remi in barca!
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 31 mag 2023 13:19

il 110% è stata una delle più grandi re-distribuzioni di ricchezza nella storia d'Italia

milioni e milioni di contribuenti, più o meno facoltosi (i meno certamente più numerosi dei più), hanno finanziato le ristrutturazioni delle case di persone per lo più benestanti e hanno beneficiato le imprese dell'edilizia e l'indotto

una rapina ai poveri a vantaggio dei ricchi, in sostanza

senza considerare che una legge scritta con i piedi ha favorito migliaia di truffe
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
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Re: Diario economico

Messaggioda mennella » 31 mag 2023 14:13

110%

a cui aggiungiamo il fatto che fino al 2026 provochera' altri 43 mld di deficit
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Re: Diario economico

Messaggioda Travolta » 31 mag 2023 14:19

tenente Drogo ha scritto:il 110% è stata una delle più grandi re-distribuzioni di ricchezza nella storia d'Italia

milioni e milioni di contribuenti, più o meno facoltosi (i meno certamente più numerosi dei più), hanno finanziato le ristrutturazioni delle case di persone per lo più benestanti e hanno beneficiato le imprese dell'edilizia e l'indotto

una rapina ai poveri a vantaggio dei ricchi, in sostanza

senza considerare che una legge scritta con i piedi ha favorito migliaia di truffe


Personalmente concordo.

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