Parliamo di guerra

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zampaflex
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 19 mag 2025 08:47

C'è un filo conduttore nell'emergenza delle destre populiste nel mondo, ed è l'ormone. Più dettagliatamente, lo sfogarsi della rabbia dei giovani maschi idioti verso il mondo corrente che percepiscono non andare a loro favore (svegliatevi bambini, crescete imbecilli, rimboccatevi le maniche!).

Dopo la fotografia ubermachista degli assalitori al Campidoglio del 2021, ecco due analisi in Europa.

https://it.euronews.com/my-europe/2025/05/18/portogallo-i-ragazzi-votano-cinque-volte-di-piu-per-lestrema-destra-rispetto-alle-ragazze
Il titolo già dice molto.

https://www.rivistailmulino.it/a/elezioni-tedesche-populismo-democrazia
Afd resta dunque la forza politica maggiormente in grado di attrarre i cittadini insoddisfatti, soprattutto nell’area conservatrice. Colpisce inoltre il successo tra i giovani maschi e gli adulti giovani, anche se il gender gap maschile a favore dell’estrema destra è più limitato rispetto a quanto la letteratura politologica aveva finora dimostrato: il 24% degli uomini vota AfD contro il 18% delle donne, con tassi di crescita analoghi. Una seconda considerazione riguarda il voto giovanile. In questa fascia di età (18-24 anni) il consenso si è diviso tra il 21% per AfD, il 6% per BSW e il 26% per la Linke. Nella fascia di età 30-44 anni la percentuale di elettori per l’estrema destra sale al 26%. Risultati che indicano una polarizzazione almeno in parte generazionale dell’elettorato.
https://www.open.online/2025/02/23/elezioni-germania-voto-giovani-analisi-risultato/
https://www.ingenere.it/articoli/ragazze-che-non-vanno-destra
Nelle fasce di popolazione più giovani il gap è ancora più evidente: secondo i dati riportati dal Financial Times all’indomani delle elezioni, nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni il 25% degli uomini ha votato per l’Afd, contro il 14% delle donne; sul fronte opposto, la sinistra di Die Linke è stata scelta dal 15% dei giovani maschi e dal 35% delle giovani donne (18-24 anni).
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Tex Willer » 20 mag 2025 08:50

https://www.repubblica.it/esteri/2025/0 ... 424380098/
Per chi avesse ancora dei dubbi sulle intenzioni della Russia di Putin.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 20 mag 2025 09:43

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 20 mag 2025 12:07

L'etimologia di "olocausto" deriva dal greco "holokaustos" (ὁλοκαύστος), composto da "holos" (όλος, "intero, completo") e "kaustos" (καύστος, "bruciato").

Vedendo le immagini di Gaza la definizione calza perfettamente. Infatti già Ronald Reagan (repubblicano, di destra e non certo un antisionista) ai tempi degli infiniti bombardamenti sul Libano dell'israeliano Begin, aveva definito le azioni militari di Israele con questo termine.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 25 mag 2025 11:36

Putin non vuole sentire parlare di tregua, Lavrov, con il penoso pretesto che loro sono ortodossi, rifiuta colloqui di pace in Vaticano, nella notte Kiev subisce uno degli attacchi più massicci dall'inizio della guerra

... e questo è il titolo del Fatto Putiniano

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 25 mag 2025 13:11

PS il nuovo capo dello Shin Bet è un criminale nominato da un governo criminale

(par condicio)
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 25 mag 2025 14:06

i due temi sono collegati, perché Israele è diventato un paese molto di destra a causa dell'immigrazione di ebrei russi
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 25 mag 2025 15:03

tenente Drogo ha scritto:i due temi sono collegati, perché Israele è diventato un paese molto di destra a causa dell'immigrazione di ebrei russi

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 25 mag 2025 15:05

tenente Drogo ha scritto:Putin non vuole sentire parlare di tregua, Lavrov, con il penoso pretesto che loro sono ortodossi, rifiuta colloqui di pace in Vaticano, nella notte Kiev subisce uno degli attacchi più massicci dall'inizio della guerra

... e questo è il titolo del Fatto Putiniano

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 26 mag 2025 13:06

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 29 mag 2025 09:07

Ehud Olmert, ex primo ministro israeliano

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«Il governo di Israele sta conducendo una guerra senza scopo, senza obiettivi o una chiara pianificazione e senza possibilità di successo. Mai dalla sua fondazione lo Stato di Israele ha condotto una guerra di questo tipo. La banda criminale guidata da Benjamin Netanyahu ha creato un precedente senza eguali nella storia di Israele anche in questo campo.
L'ovvio risultato dell'Operazione Carri di Gedeone è, innanzitutto, l'attività confusa delle unità militari israeliane dispiegate intorno a Gaza. Questo è vero soprattutto nei quartieri dove i nostri soldati hanno già combattuto, sono stati feriti e sono caduti uccidendo molti combattenti di Hamas, che meritavano di morire, e molti altri civili innocenti. Questi ultimi si sono aggiunti alle statistiche delle vittime inutili tra la popolazione palestinese, raggiungendo proporzioni mostruose.
Le recenti operazioni a Gaza non hanno nulla a che fare con obiettivi bellici legittimi. Il governo manda i nostri soldati - e i militari obbediscono - a girare per Gaza City, nei quartieri di Jabalya e Khan Yunis in un'operazione militare illegittima. Questa è ora una guerra politica privata. Il suo risultato immediato è la trasformazione di Gaza in un'area di disastro umanitario.
Nel corso dell'ultimo anno, in tutto il mondo sono state espresse dure accuse contro il governo israeliano e la condotta dei suoi militari a Gaza, comprese le accuse di genocidio e crimini di guerra. Nei dibattiti pubblici in Israele e sulla scena internazionale, ho respinto con fermezza tali accuse, pur non esimendomi dal criticare il governo. I media internazionali ascoltano tutte le voci del dibattito pubblico in Israele. Sono in grado di distinguere tra coloro che si fanno portavoce di Netanyahu e dei suoi lacchè e i suoi oppositori, che lo considerano, come i media amano dire, il capo di una famiglia criminale. Non ho esitato a rilasciare interviste in Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e altrove sulla scena internazionale. Spesso ho deluso gli intervistatori quando ho affermato con veemenza che Israele non stava commettendo crimini di guerra a Gaza. Si sono verificate uccisioni eccessive, ma, ho affermato con fermezza e convinzione, in nessun caso un funzionario governativo ha dato ordine di colpire indiscriminatamente i civili di Gaza.
Il gran numero di civili innocenti uccisi a Gaza è difficile da comprendere, ingiustificato, inaccettabile. Ma tutto ciò, come ho detto su tutti i media del mondo, è il risultato di una guerra feroce.
Questa guerra sarebbe dovuta finire all'inizio del 2024. È continuata senza giustificazione, senza un obiettivo chiaro e senza una visione politica per il futuro di Gaza e del Medio Oriente in generale. I militari, incaricati e tenuti a eseguire gli ordini del governo, hanno agito in molti casi in modo avventato, incauto, eccessivamente aggressivo. Tuttavia, lo hanno fatto senza alcun ordine o istruzione o direttiva da parte dei vertici militari di colpire indiscriminatamente i civili. Pertanto, per come la pensavo all'epoca, non erano stati commessi crimini di guerra.
Genocidio e crimini di guerra sono termini giuridici che si riferiscono molto all'intento e alla responsabilità delle persone autorizzate a formulare gli obiettivi della guerra, la sua condotta e il suo scopo, i confini dei combattimenti e i limiti dell'uso della forza. Ho colto ogni occasione disponibile per distinguere tra i crimini di cui siamo stati accusati, che ho rifiutato di ammettere, e la negligenza e l'indifferenza nei confronti delle vittime gazane e dell'insopportabile costo umano che vi abbiamo imposto. La prima accusa l'ho respinta, la seconda l'ho ammessa.
Nelle ultime settimane non sono più in grado di farlo. Quella che stiamo facendo a Gaza è una guerra di devastazione: uccisioni indiscriminate, illimitate, crudeli e criminali di civili. Non lo stiamo facendo a causa della perdita di controllo in un settore specifico, né a causa di uno sfogo sproporzionato di qualche soldato in qualche unità. È piuttosto il risultato di una politica governativa - consapevolmente, malvagiamente, malignamente, irresponsabilmente dettata. Sì, Israele sta commettendo crimini di guerra.
In primo luogo, l'eliminazione di Gaza per fame. Su questo tema, la posizione di alti esponenti del governo è pubblica e chiara. Sì, abbiamo negato ai gazawi cibo, medicine e bisogni vitali di base come parte di una politica esplicita. Netanyahu, tipicamente, sta cercando di confondere il tipo di ordini che ha impartito, al fine di eludere le responsabilità legali e penali a tempo debito. Ma alcuni dei suoi lacchè lo dicono apertamente, in pubblico, persino con orgoglio: Sì, affameremo Gaza. Poiché tutti i gazawi sono di Hamas, non c'è alcun limite morale o operativo allo sterminio di tutti loro, oltre due milioni di persone.
I media israeliani, ognuno per le proprie ragioni (alcune comprensibili), stanno cercando di presentare una versione moderata degli eventi a Gaza. Ma il quadro che appare in tutto il mondo è molto più ampio, molto più devastante. È impossibile guardarlo con equanimità e un cenno di saluto, come se la reazione del mondo fosse solo un'esplosione diffusa di antisemitismo, perché tutti ci odiano e sono tutti antisemiti.
Ebbene, no. Il presidente francese Emmanuel Macron non è un antisemita. Lo conosco bene. Ho parlato con lui negli ultimi mesi. Quando l'ora era vicina, l'esercito francese si è schierato in prima linea per difendere Israele e ha collaborato per intercettare gli attacchi missilistici dell'Iran. "Stiamo combattendo con voi contro i vostri nemici sotto la mia direzione, e voi mi avete accusato di sostenere il terrorismo", ha detto di recente Macron. È un amico di Israele, così come lo sono il primo ministro britannico Keir Starmer, il primo ministro olandese Dick Schoof, il primo ministro italiano Giorgia Meloni e molti altri che si sono uniti a loro tra le fila dei più importanti ed eccellenti ministri e leader europei.
Hanno sentito le voci da Gaza. Hanno visto la sofferenza di centinaia di migliaia di civili. Hanno ascoltato le voci dalle riunioni del gabinetto israeliano e si sono resi conto dell'ovvio: i ministri del gabinetto israeliano, guidati dal boss del crimine Netanyahu, stanno perseguendo attivamente, senza esitazione e con premeditazione una politica di affamamento e di pressione umanitaria, con risultati potenzialmente catastrofici.
Si stanno già levando voci da governi amici di Israele come Canada, Regno Unito e Francia, che chiedono misure concrete contro il governo, anche se queste potrebbero causare gravi danni a Israele. Macron ha proposto di rivedere l'accordo di associazione tra Israele e l'Unione Europea, un suggerimento condiviso dai primi ministri di Spagna, Paesi Bassi e Italia. Questi ultimi due, a differenza di Macron, sono entrambi leader di destra e fino a poco tempo fa avevano rifiutato qualsiasi mossa che avrebbe potuto mettere in imbarazzo Israele.
Queste voci sono destinate a crescere. C'è il rischio che una punizione tangibile venga diretta contro Israele oltre i passi della Corte penale internazionale dell'Aia, con risultati finanziari e diplomatici letali.
Il coro di teppisti del governo Netanyahu e la macchina del veleno che ha messo in funzione declameranno immediatamente il tipico vittimismo: i gentili sono antisemiti. Ci odiano. Sono sempre stati contro di noi. Sostengono il terrorismo - mentre noi combattiamo il terrorismo. In realtà, questi governi non sono anti-israeliani, ma si oppongono al governo israeliano. Ritengono che il governo abbia dichiarato guerra allo Stato di Israele e ai suoi abitanti e che possa aver causato danni irreversibili.
Sono d'accordo. Credo che il governo di Israele sia ora il nemico interno. Ha dichiarato guerra allo Stato e ai suoi abitanti. Nessun nemico esterno contro cui abbiamo combattuto negli ultimi 77 anni ha causato a Israele danni maggiori di quelli che il governo guidato da Itamar Ben-Gvir, Netanyahu e Bezalel Smotrich ci ha inflitto. Nessun nemico esterno è riuscito a devastare la solidarietà sociale che è stata la base della forza della società israeliana in tutte le prove esistenziali che ha dovuto affrontare dal 1948, come ha fatto e fa il governo Netanyahu.
Ripeterò brevemente ciò che è già diventato saggezza accettata in gran parte dell'opinione pubblica israeliana: questo governo è indegno. Non può, né vuole fare ciò che è bene per il Paese e per i suoi cittadini. È interamente preoccupato di distruggere qualsiasi base di unità interna, di cooperazione tra comunità che possono essere in disaccordo su questioni fondamentali. È guidato da un folle entusiasmo nel mettere fratello contro fratello, madre contro figli, soldati contro soldati, teppisti e delinquenti contro ostaggi e le loro famiglie. Si tratta di una gioia sadica, malata, irresponsabile e allegra, senza riuscire a riportare indietro gli ostaggi.
E mentre tutto questo casino va avanti, continuiamo a massacrare civili palestinesi anche in Cisgiordania. L'ho già detto in passato e non intendo rimangiarmi la parola. I membri dell'orribile gioventù delle colline perpetrano quotidianamente crimini efferati in tutta la Cisgiordania, mentre la polizia e le unità militari dispiegate nell'area chiudono un occhio.
L'omicidio di Tzeela Gez è orribile. Non si può non provare dolore per la sorte di questa giovane donna e per la tragedia di cui è stata vittima mentre si recava in ospedale per dare alla luce suo figlio. Che possa sopravvivere e crescere nel seno della sua amorevole famiglia, che sicuramente lo proteggerà. Ma la dichiarazione del capo del Consiglio regionale della Samaria, Yossi Dagan, secondo cui i villaggi palestinesi devono essere distrutti, è una dichiarazione di genocidio. Quando un villaggio palestinese brucia, e ne sono già stati bruciati parecchi, ci diranno che i responsabili sono un piccolo gruppo violento che non rappresenta i coloni. È una bugia. Sono molti. L'avanguardia è sempre più piccola. Dietro di essa ci sono gli Yossi Dagan che li ispirano, li aiutano a non esporsi e preparano la prossima ondata di rivoltosi. Dov'è la polizia? Dove sono i militari? Dove sono le decine di migliaia di coloni che dovrebbero dire che questi orribili giovani delle colline sono criminali che dovrebbero essere mandati in prigione piuttosto che aggirarsi tra gli uliveti appartenenti ai residenti della Cisgiordania.
Né è possibile ignorare quanto sta accadendo in alcune unità militari israeliane, comprese le forze speciali, dove prestano servizio i soldati migliori e più audaci. Ci sono stati troppi episodi di spari crudeli contro i civili, di distruzione di proprietà e case, anche quando ciò non dovrebbe accadere. Ci sono troppi saccheggi e furti nelle case, di cui in molti casi i soldati israeliani si sono vantati. Alcuni si sono spinti fino a pubblicare online le loro buffonate. Gli israeliani stanno commettendo crimini di guerra. Non condivido l'opinione dell'ex capo di Stato Maggiore Moshe Yaalon, che ha affermato che Israele sta attuando una pulizia etnica. Ma ci stiamo avvicinando al momento in cui sarà innegabile che questo è il risultato inevitabile di ciò che il governo, l'esercito e i nostri coraggiosi soldati hanno fatto nella pratica.
È ora di fermarsi, prima di essere tutti banditi dalla famiglia delle nazioni e di essere convocati davanti alla Corte penale internazionale per crimini di guerra, senza alcuna valida difesa.
Quando è troppo è troppo».
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 29 mag 2025 09:23

Ormai solo Ferrara, l'unto del Likud, giustifica con continue capriole editoriali il massacro palestinese. Purtroppo l'Italia è tra le poche nazioni europee (con Germania, Ungheria e altre) non allineate ad approvare sanzioni contro Israele.
La mia sensazione, oltre che speranza, è che, per usare un termine calcistico, NethanHitler non mangerà il panettone e forse nemmeno il pranzo di ferragosto.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 30 mag 2025 10:58

Quanti pagliacci che ci sono in giro Orsini Edition

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 30 mag 2025 11:19

zampaflex ha scritto:Quanti pagliacci che ci sono in giro Orsini Edition

https://x.com/AvvocatoAtomico/status/1928201451773243781


io scrissi questo su Facebook il 24 febbraio 2022, cioè il primo giorno dell'invasione

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Marco » 30 mag 2025 11:50

tenente Drogo ha scritto:
zampaflex ha scritto:Quanti pagliacci che ci sono in giro Orsini Edition

https://x.com/AvvocatoAtomico/status/1928201451773243781


io scrissi questo su Facebook il 24 febbraio 2022, cioè il primo giorno dell'invasione

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Faccio fatica a capire come realmente vadano le cose in Ucraina.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 giu 2025 16:09

Marco ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
zampaflex ha scritto:Quanti pagliacci che ci sono in giro Orsini Edition

https://x.com/AvvocatoAtomico/status/1928201451773243781


io scrissi questo su Facebook il 24 febbraio 2022, cioè il primo giorno dell'invasione

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Faccio fatica a capire come realmente vadano le cose in Ucraina.


in fondo è semplice: la Russia non sta vincendo, l'Ucraina non sta vincendo

a questo successo ucraino (qualche riga più giù) seguiranno missili russi su obiettivi civili e così via in un tragico ping pong

se Putin smettesse ci sarebbe la pace
se l'Ucraina non combattesse più non ci sarebbe l'Ucraina


su "La Ragione"

"L'Ucraina umilia l’aviazione russa: 40 bombardieri distrutti in basi a migliaia di chilometri dal fronte
Umberto Cascone
Nemmeno la propaganda di Putin riesce a nascondere l’incredulità: «Molti bombardieri strategici dislocati negli aeroporti delle regioni di Irkutsk e Murmansk distrutti o danneggiati. È una Pearl Harbor russa. Si tratta certamente di un danno grave». Così un noto canale Telegram fiancheggiatore del Cremlino commenta il tremendo raid di droni ucraini che ha colpito le basi aeree di Olenya (regione di Murmansk, a 1.800 chilometri dal fronte) e di Belaya (regione di Irkutsk, nella Siberia meridionale, a 4.200 chilometri dal fronte). Un altro attacco sarebbe in corso a Ryazan, poco a sud di Mosca. Un’operazione coordinata dall’Sbu, i servizi segreti di Kyiv. Il bilancio, per la Russia, appare catastrofico: nelle due principali basi dei suoi bombardieri strategici risulterebbero distrutti almeno 40 velivoli, tra ricognitori radar Beriev A-50 e bombardieri pesanti Tupolev Tu-95 e Tu-22M3.

Si tratta della colonna portante delle forze di attacco a lungo raggio dell’aviazione del Cremlino, i vettori da cui da tre anni partono gran parte dei missili da crociera che martoriano il territorio avversario. Una perdita di capacità così grande lascerà il segno, e nemmeno gli organi d’informazione vicini al regime putiniano riescono a nasconderlo. Di quei bombardieri non se ne producono più da decenni, le linee di assemblaggio sono in disuso: sarà impossibile sostituirli in tempi ragionevoli. Questo, inoltre, intacca il già difficile equilibrio militare con Washington. Se, infatti, finora entrambe le nazioni avevano quasi lo stesso numero di bombardieri strategici, ora gli Usa sono in nettissimo vantaggio.

Una tragedia, come azzardano alcuni canali russi, annunciata. Sin dall’inizio della guerra era stata criticata la scarsa attenzione alla difesa delle basi aeree, oltre alla vecchia consuetudine di lasciare i velivoli parcheggiati sulle piste (indifesi). Ma il Cremlino, fatta eccezione per gli aeroporti più vicini al fronte, non ha rimediato. Il risultato è drammatico: se i numeri saranno confermati, in un solo giorno la Russia ha perso un terzo dei suoi bombardieri (in servizio ce ne erano 123, fino a questa mattina).

Un incubo che potrebbe non essere ancora finito. Mentre Putin convoca una riunione d’emergenza dello staff militare al Cremlino, una nuova grande esplosione viene riportata a Severomorsk (regione di Murmansk). Qui si trova la più grande base di sottomarini a propulsione nucleare in Russia. Il tutto beffando l’intelligence putiniana: i droni (perché con questi si è svolto l’attacco) decollano da camion parcheggiati a poca distanza dagli aeroporti nel mirino. Dopo essere entrati nel Paese indisturbati."
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 giu 2025 16:28

comunque la cosa notevole di questa azione è che gli ucraini si sono spinti per 4000 chilometri in territorio russo, i droni sono partiti da camion parcheggiati accanto all'aeroporto, i camion erano entrati in Russia indisturbati
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 02 giu 2025 09:04

ottima riflessione di Recalcati

----------

La seduzione sovietica
di Massimo Recalcati

La sinistra dello schieramento variegato che caratterizza l'opinione pubblica filorussa nel nostro Paese manifesta una seduzione mai spenta nei confronti del simbolo della falce e del martello. Tale simbolo, infatti, riappare, quasi sempre sottotraccia, come uno spettro inquietante, a sostenere le sue tesi. Esso non è però più associato agli ideali di giustizia sociale, all'emancipazione della classe lavoratrice e dei suoi diritti offesi, ma all'idea nostalgica di un regime totalitario fiero della sua radicale opposizione alle democrazie occidentali. Non a caso Putin stesso, come è noto, resta figlio pienamente legittimo di una cultura - di matrice stalinista - che ha trovato nel Kgb la sua applicazione poliziesca più pura. Il sostegno alle ragioni russe quando avviene da sinistra ha spesso come denominatore comune una sorta di nostalgia inestinguibile della vecchia Unione Sovietica.
A segnalare il fatto che per una parte della sinistra italiana l'anti-americanismo e l'anti-europeismo si confondono con l'ostilità innata verso la forma parlamentare della democrazia occidentale. La sua lettura degli eventi legati alla guerra in Ucraina assomiglia ad una vecchia canzone d'organetto: gli Stati Uniti e l'Europa sarebbero egualmente colpevoli di volere la guerra schierandosi con l'Ucraina nazista contro il popolo russo che reagisce solo difensivamente alle provocazioni militari della Nato rivendicando il pieno diritto a presidiare i suoi confini insistentemente minacciati dalla potenza bellica occidentale. Con minime variazioni questa canzone è la stessa che ascoltavamo negli anni della guerra fredda.
È un fatto: nella cultura di una certa sinistra qualcosa è rimasto psichicamente bloccato, congelato, immobilizzato. Il lutto per la fine di una stagione politica che vedeva nell'Unione Sovietica il faro della libertà dei popoli, è rimasto incompiuto. Era stato Enrico Berlinguer a sollecitare negli anni Settanta questo difficile lavoro che avrebbe comportato un triplice riconoscimento: l'esaurimento della spinta propulsiva della rivoluzione d'ottobre; l'appartenenza del nostro Paese alla Nato; la democrazia parlamentare come unica forma possibile di governo. L'avvento di quello storico strappo non ha però impedito che una sorta di piaga nostalgica si sedimentasse e desse vita vita ad una concezione delle democrazie occidentali costantemente critica, come se al fondo di quel lutto necessario si fosse palesato qualcosa di psichicamente indigeribile. È questo resto incommestibile ad alimentare una visione della democrazia come strutturalmente corrotta.
È un leit motiv classico della sinistra autoritaria. La tesi della "guerra per procura" è l'ultima rappresentazione scenica di questa corruzione. Non è il popolo ucraino e il suo governo, legittimamente eletto, a difendere l'inviolabilità del proprio Paese, ma sono gli Stati Uniti e l'Unione Europea ad essi asservita a voler fare, per il tramite del popolo ucraino, una guerra senza frontiere al popolo russo. La tesi della guerra ucraina come "guerra per procura" è l'ultima di una serie di tesi che interpretano la serie degli eventi traumatici più recenti (11 settembre, terrorismo, guerre in Afghanistan e in Iraq, pandemia) come espressione della regia occulta e criminogena degli Stati Uniti avallata dal ruolo di comparsa impotente giocato dall'Europa. Il lutto mancato per la fine di un mondo - quello che l'Unione sovietica aveva incarnato - si rovescia così nel sospetto cronico nei confronti delle democrazie.
Il trauma della pandemia era stato il più recente e significativo banco di prova: l'ideologia No Vax ha cavalcato la critica alle istituzioni colpevoli di voler trasformare, come in un vero e proprio golpe di Stato, la democrazia stessa in una forma di regime sanitario totalitario. Attualmente il banco di prova è quello della guerra in Ucraina, ma la sostanza non cambia: come era falso e manipolatorio l'allarme per il pericolo del virus è altrettanto falsa e manipolatoria la guerra del popolo ucraino in difesa dell'aggressione russa. È una sola impostura a due teste. Con la pandemia si trattava di disattivare i meccanismi democratici per imporre un regime totalitario; con l'invio di armi al popolo ucraino si vuole indebolire il regime di Putin per allargare l'imperialismo americano in Europa. Non importa se l'epidemia non è stata un brutto sogno ma una terribile realtà. Non importa se la guerra in Ucraina non è la guerra voluta dai nazisti ucraini contro il popolo russo, ma una difesa eroica del popolo ucraino della propria libertà contro una aggressione imperialista. La clinica della psicoanalisi lo insegna quotidianamente: la non elaborazione del lutto genera fenomeni allucinatori. Si vede quello che non c'è per continuare a immaginare il mondo così com'era una volta prima che tutto crollasse.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 02 giu 2025 11:12

in estrema sintesi: da psicoanalista Recalcati osserva che la mancata elaborazione di un lutto genera allucinazioni: si tende a vedere il mondo non come è ma come si vorrebbe fosse ancora

la mancata elaborazione del lutto della scomparsa dell'URSS provoca la visione di un'Ucraina nazista e una Russia assediata dalla NATO
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 02 giu 2025 15:07

tenente Drogo ha scritto:in estrema sintesi: da psicoanalista Recalcati osserva che la mancata elaborazione di un lutto genera allucinazioni: si tende a vedere il mondo non come è ma come si vorrebbe fosse ancora

la mancata elaborazione del lutto della scomparsa dell'URSS provoca la visione di un'Ucraina nazista e una Russia assediata dalla NATO

Quindi, parafrasando, la mancata elaborazione del lutto della Shoah provoca in NethanHitler la visione di una Palestina abitata solo da terroristi e un Israele assediato dal mondo arabo intero.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 02 giu 2025 21:36

l'oste ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:in estrema sintesi: da psicoanalista Recalcati osserva che la mancata elaborazione di un lutto genera allucinazioni: si tende a vedere il mondo non come è ma come si vorrebbe fosse ancora

la mancata elaborazione del lutto della scomparsa dell'URSS provoca la visione di un'Ucraina nazista e una Russia assediata dalla NATO

Quindi, parafrasando, la mancata elaborazione del lutto della Shoah provoca in NethanHitler la visione di una Palestina abitata solo da terroristi e un Israele assediato dal mondo arabo intero.

Girafrittata enorme da parte dell' ovarolo! Si parla di guerra russoucraina non di gaza! O da bravo sinistro hai le allucinazioni da astinenza da URSS??
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 02 giu 2025 21:38

l'oste ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:in estrema sintesi: da psicoanalista Recalcati osserva che la mancata elaborazione di un lutto genera allucinazioni: si tende a vedere il mondo non come è ma come si vorrebbe fosse ancora

la mancata elaborazione del lutto della scomparsa dell'URSS provoca la visione di un'Ucraina nazista e una Russia assediata dalla NATO

Quindi, parafrasando, la mancata elaborazione del lutto della Shoah provoca in NethanHitler la visione di una Palestina abitata solo da terroristi e un Israele assediato dal mondo arabo intero.

Sei un ossessionato! Fatti vedere da uno bravo credimi!
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 02 giu 2025 21:40

sempre interessanti i contributi su Facebook di Orio Giorgio Stirpe, ex colonnello con incarichi NATO in pensione

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OPERAZIONE RAGNATELA

Cosa è successo?
E’ successo che all’alba del 1 Giugno, il GUR (servizio segreto militare ucraino) ha colpito con droni una serie di basi russe facendoli decollare da autocarri portacontainer automatizzati e facendo uso di intelligenza artificiale per eseguire l’operazione senza coinvolgimento diretto di operatori umani (non è noto se l’automatizzazione sia stata totale o parzialmente per remoto, e in questo caso in quale misura). Il BDA (Battle damage Assessment – calcolo dei danni inflitti) non è ancora completo, ma sarebbero state colpite le le basi dell’aviazione strategica russa ad Olenja (Murmansk), Belaja (Irkutsk, Siberia), Ivanovo e Djagilevo (vicino Mosca), e forse anche la base navale di Severomorsk (Murmansk) e un’altra base addirittura sull’Amur. Secondo quanto riportato dall’Ucraina sarebbero stati danneggiati fino a 41 aerei da bombardamento pesante, tra cui TU-95, TU-22 e almeno un A-50 da sorveglianza radar; quest’ultimo, se confermato, sarebbe l’ultimo operativo che aveva in dotazione l’aviazione russa. I numeri, naturalmente, sono tutti da verificare ma come nel caso della battaglia aerea fra India e Pakistan del mese scorso le foto satellitari commerciali potranno confermare o smentire quasti dati relativamente in fretta; quelle militari invece rimarranno come di consueto secretate e forniranno materiale di studio classificato per gli anni a venire. Al momento le conferme visive parlano di una decina di velivoli distrutti e altrettanti danneggiati; vedremo se più avanti giungeranno ulteriori dati certi, ma occorre anche rimarcare come nelle attuali contizioni logistiche russe (mancanza cronica di pezzi di ricambi e catene di montaggio dei bombardieri chiuse da vent’anni) un bombardiere danneggiato è un bombardiere che in questa guerra non volerà più.
L’azione è stata condotta dal GUR infiltrando in profondità degli autocarri che trasportavano sul pianale finte “case prefabbricate”, al cui interno erano custoditi i droni programmati in anticipo per eseguire l’attacco. Una volta che i camion hanno parcheggiato nelle zone previste a breve distanza dalle basi obiettivo, i tetti delle case prefabbricate si sono aperti e i droni hanno preso il volo governati dall’AI ed eseguendo l’attacco. In totale si parla di 110-150 droni, alcuni dei quali da ricognizione, attraverso i quali il GUR has seguito e coordinato l’azione in remoto registrandola, e gli altri suicidi. Al termine dell’azione almeno uno dei camion si è autodistrutto quando la Sicurezza russa lo ha individuato. Non è chiaro se gli autisti dei camion fossero russi ignari oppure agenti ucraini: la polizia russa sostiene la prima ipotesi, e afferma di aver identificato la “mente” ucraina dell’operazione, naturalmente uccel di bosco.

Fin qui I fatti, per come li conosciamo ad oggi.
L’azione è estremamante significativa, come lo è stata l’interruzione del ponte di Kerch o l’affondamento del Moskva. Però non è una “svolta militare della guerra” e non impatta sulle operazioni al fronte. Come al solito, occorre separare la realtà militare sul campo, dove si decide il conflitto, e quella virtuale che si combatte sul fronte mediatico, dove l’obiettivo non sono le forze armate nemiche ma la la popolazione e l’opinione pubblica non solo russa e ucraina, ma soprattutto quella occidentale, il cui morale può influenzare pesantemente quella che continuiamo a ripetere essere l’unica vera variabile del conflitto: il sostegno occidentale (soprattutto europeo) all’Ucraina. Sostegno che Mosca spera di interrompere e che Kyiv vuole mantenere a tutti i costi.
Parte della guerra mediatica condotta da Putin per abbattere il morale ucraino ed europeo è rappresentata dalla campagna di bombardamento terroristico sulle città ucraine. Si tratta di bombardamenti “terroristici” in quanto non hanno lo scopo di colpire lo sforzo bellico avversario (non colpiscono quasi mai obiettivi militari), bensì quello di terrorizzare la popolazione allo stesso modo con cui la Luftwaffe colpiva Londra durante la Battaglia d’Inghilterra. Terrorizzare la popolazione colpendo obiettivi civili servirebbe in teoria ad abbattere il morale della popolazione (così come già a Londra, non sembra fuzionare oggi a Kyiv), ma soprattutto a dimostrare all’opinione pubblica europea che la resistenza è futile e l’assimilazione alla Russia inevitabile (sì, sono un “Trekker”, NdA). Questi bombardamenti che avvenivano inizialmente settimanalmente con ondate di centinaia di missili, con l’esaurimento progressivo delle scorte sono diventati mensili e prevedono sempre meno missili e sempre più droni, che hanno una capacità distruttiva molto inferiore. A parte I droni, I missili ancora prodotti e/o disponibili da parte russa sono di due tipi: quelli balistici, molto veloci, con traiettoria molto curva, difficilissimi da intercettare ma tendenzialmente poco precisi a causa dell’inefficacia del sistema GLONASS, e quelli da crociera, più lenti e facili da intercettare ma anche molto più precisi a causa della guida interna (ci sono anche quelli velocissimi, gli “ipersonici”, però estremamente rari e costosi, e anche poco precisi), che sono quelli principalmente prodotti. Ora, questi missili da crociera sono in larga parte lanciati proprio dai bombardieri strategici, modificati da tempo per impiegare missili da crociera con testate nucleari: essi effettuano il lancio da molto lontano, anche dal Caspio, al sicuro dalla difesa aerea ucraina che ormai è molto forte, e questi missili moderni insieme ai droni riescono ancora a saturare le difese e a colpire mensilmente le città ucraine. Anche se questi missili non alterano il corso della battaglia al fronte, uccidono decine di civili e in più danno modo ai commentatori filo-russi di rimarcare su internet come “la resistenza sia futile e l’assimilazione inevitabile”…
Bene: distruggere i bombardieri strategici limita le capacità russe di colpire le città ucraine. In più, solleva il morale ucraino ed europeo, deprime quello russo e riduce ulteriormente le capacità della già debilitata aviazione russa proprio mentre quella ucraina riceve i primi F-16 norvegesi. Questo naturalmente contribuisce ad alterare l’equilibrio della guerra aerea, la quale a sua volta, con il tempo, andrà ad incidere su quello della guerra terrestre.

Quello che però trovo più interessante è la metodologia impiegata.
Questo è un chiaro esempio di operazione a livello strategico, in quanto va ad incidere su assetti operativi al livello più alto: la Russia aveva al massimo 120 bombardieri strategici, di cui quasi la metà non operativi e utilizzati per la cannibalizzazione; alcuni erano già andati perduti negli ultimi tre anni, e adesso perderne in un colpo solo un’altra ventina (o addirittura quaranta se i numeri ucraini si rivelassero esatti) sarebbe un colpo tremendo per il potere aereo russo.
Ora, normalmente per infliggere un colpo a livello strategico si impiegano assetti strategici, quali appunto bombardieri pesanti o missili balistici a lungo raggio. L’Ucraina non dispone di nessuna delle due tipologie, e ha invece impiegato il sabotaggio: l’azione non è stata gestita dall’Aviazione ucraina, bensì dai servizi segreti militari, il GUR. Un po’ come le azioni dei Commandos britannici contro le “wunderwaffen” tedesche durante la II Guerra mondiale. Abbiamo tutti almeno sentito parlare de “Gli Eroi di Telemark”, o anche dei famosi “Speznaz” sovietici… Bene: mentre i loro eredi russi sono stati sacrificati stupidamente nelle prime ore dell’Operazione Militare Speciale, quelli ucraini sono silenziosamente al lavoro da tre anni. Nel corso della guerra abbiamo sentito dozzine di volte di incendi misteriosi nelle industrie e nelle raffinerie di tutta la Russia, e anche di misteriosi attacchi di droni in località lontanissime dal fronte; bene: ora abbiamo un’idea più chiara di come queste azioni avvengano. Semplicemente, la Federazione Russa è profondamente infiltrata da una vera e propria “Ragnatela” clandestina ucraina e/o filo-ucraina.
Come questo possa essere accaduto in un Paese poliziesco così strettamente controllato dai Servizi di Sicurezza eredi del KGB può sembrare strano ai più, ma è l’effetto della politica di Putin. Da una parte, la guerra ha risucchiato progressivamente sempre più risorse militari e quindi anche poliziesche, lasciando in larga parte il territorio privo di protezione (ricordate la “cavalcata” incontrastata di Prigozhin da Rostov fino alla periferia di Mosca con solo cinquemila uomini?)… E questo vale anche per la difesa aerea, che oltre ad essere logorata dagli attacchi ucraini è anche dispersa su un territorio vastissimo. Dall’altra parte, con la sua ideologia che nega da sempre l’esistenza di un’identità nazionale ucraina, Putin si ritrova ad avere da due a sei milioni di cittadini russi di etnia ucraina, che parlano il russo come madrelingua, perfettamente inseriti nella società russa, e probabilmente più che felici di offrire al GUR una base di supporto per l’acquisizione di informazioni e ora anche per l’esecuzione di operazioni in tutta sicurezza.
L'organizzazione di una rete clandestina in territorio nemico richiede tempo: non mesi, ma anni. Dopo la breve campagna del 2001, per esempio, i talebani hanno impiegato otto anni a riorganizzare la guerriglia in Afghanistan; per gli ucraini è più semplice, perché hanno a disposizione le risorse di uno Stato nazione con ampie tradizioni pregresse in campo sovversivo: il KGB era anche loro… Dopo tre anni di guerra ormai la loro rete sta passando dalla fase di semplice raccolta informativa e di reclutamento a quella dell’azione diretta.
A rendere ancora più preoccupanti le cose per la Russia, c’è un altro fattore di cui si parla poco, e che POTREBBE invece essere se non alla base dell’organizzazione clandestina ucraina, almeno un fattore di sostegno a lungo termine. Ricordate la “Legione Russia Libera”? Ha partecipato alla prima offensiva ucraina nel Kursk, e poi è scomparsa dagli schermi dei media…L’operazione nel Kursk ha rappresentato una diversione di successo per gli ucraini, ma anche un’opportunità di infiltrazione unica per le milizie di oppositori russi, la cui struttura era più di tipo insurrezionale che non convenzionale, e oggi questi combattenti russi potrebbero essere infiltrati in profondità nel territorio della Federazione, armati ed equipaggiati dall’Ucraina e in coordinamento con il GUR. In quest’ottica, l’Operazione “Ragnatela” assume un aspetto molto meno sorprendente.

Rimane da commentare un aspetto: quale può essere stato il coinvolgimento occidentale in questa operazione?
Ovviamente non lo so, ma posso fare delle ipotesi. La NATO non è monolitica, e l’attuale politica quantomeno equivoca dell’Amministrazione Trump rende altamente improbabile un coinvolgimento dell’Alleanza in quanto tale: il rischio di fughe di notizie sarebbe stato intollerabile per il GUR. Più probabile il sostegno esterno e “a titolo nazionale” di singoli Governi e Servizi, e ovviamente il primo a venire in mente è l’MI6 britannico: questo è esattamente il tipo di azione in cui è specialista. Ma è anche vero che stanti le capacità informative e tecnologiche degli ucraini, tale supporto potrebbe non essere stato affatto necessario. Le coordinate delle basi aeree sono note da sempre al GUR (gli aeroporti non si spostano molto), e la presenza di grandi aerei sulle piste non può essere nascosta non solo ai satelliti commerciali, ma nemmeno ai contadini di origine ucraina che vivono in zona, o ai miliziani di Russia Libera che campeggiano nella macchia boschiva lì accanto…
Il Regime dell’Orso Vladimiro è marcio da dentro.

ORIO GIORGIO STIRPE
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 03 giu 2025 14:26

"gli aeroporti non si muovono molto"

:lol:
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 03 giu 2025 17:01

Sul forum c'è una sperequazione enorme di cadaveri civili tra la guerra Ucraina/Russia e i poveracci di Gaza vs Usraele.
Non lo dico io che non conto una fava, ci sono dati ufficiali indiscutibili.
Ma anche se non lo sanno, tanti formisti pur di fanculare quel bastardo di Travaglio ed evidenziare l'ovvio (che Putin è una mierda), senza capirlo baciano il çulo a Trump (Meloni, Orban, NethanHitler, Salvini etc etc) ed ignorano un nuovo olocausto in medio oriente.
Daje daje, ala là.
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