Messaggioda tenente Drogo » 02 ott 2025 18:58
“Molti mi hanno chiesto cosa pensassi della flottiglia Sumud diretta a Gaza. Non ho commentato la questione perché credo sinceramente che sia uno spreco di tempo, sforzi, energie, spazio e concentrazione. Avvicinarsi a Gaza con un risultato predeterminato, sapendo che la marina israeliana ti intercetterà, e tuttavia persistere con tale azione inutile e futile mi dice che sei il giocatore meno serio che sta solo cercando di attirare l'attenzione e di far valere un punto, non di fare la differenza. Tutti sanno che Israele ha un blocco su Gaza, inclusa una componente navale; non stai sensibilizzando il mondo intero su nulla che non sia già noto.
Non è possibile accedere alle acque territoriali di Gaza in tempo di guerra senza un coordinamento con la parte più potente e controllante, che in questo caso è Israele. In effetti, il corridoio marittimo tra Cipro e Gaza, attivato lo scorso anno, ha dimostrato che l'enclave costiera potrebbe essere aperta al commercio se le legittime esigenze di sicurezza di Israele fossero soddisfatte. Ciò ha creato un precedente: dopo due decenni di controllo israeliano delle acque territoriali, con coordinamento e terze parti di fiducia, si potrebbe effettivamente fare qualcosa a Gaza, anche se quel corridoio specifico non è più attivo.
Se si volesse davvero fare la differenza, si potrebbe prendere in considerazione l'idea di utilizzare il porto di Ashdod per consegnare aiuti a Gaza o di collaborare con Egitto ed Emirati Arabi Uniti per far arrivare gli aiuti tramite il porto di El-Arish e trasportarli con camion fino alla Striscia. La realtà della guerra e della realpolitik non sta scomparendo per un gruppo di attivisti dei selfie che non hanno la minima idea di come funzioni il mondo reale. Vorrei che smettessimo di sentire parlare di Greta Thunberg e degli attivisti occidentali che cercano di far diventare questa impresa un fatto personale invece di fare la differenza e impegnarsi in un pragmatismo radicale. Vorrei che smettessimo di sprecare tempo e risorse che avrebbero potuto essere meglio impiegati per inviare effettivamente una maggiore quantità di aiuti a Gaza a sostegno dei palestinesi.
Vorrei che questo tempo e queste energie fossero dedicati al duro lavoro che io, insieme a molti miei colleghi, svolgiamo dietro le quinte per gestire le evacuazioni dei pazienti e delle loro famiglie, così come i casi umanitari da Gaza verso i paesi mediorientali o occidentali. Che questa sia l'ultima "flottiglia di selfie" di cui dobbiamo discutere, e che questi attivisti inizino davvero ad aiutare il popolo palestinese di Gaza invece di perdere tempo in azioni e interventi egocentrici ed egocentrici”
Ahmed Fouad Alkhatib è un palestinese e un gazawo. È cittadino americano, non vive a Gaza perché quelli come lui a Gaza li ammazzano. Si batte per la statualità di una Palestina pacifica e in coabitazione con Israele, è acerrimo nemico di Hamas e lavora assiduamente con organizzazioni e Stati per portare aiuti umanitari a Gaza.