Burlotto o Casanova di Neri?
Inviato: 20 giu 2025 23:29
...un sondaggio, chi e' il migliore? Si accettano anche le motivazione per la scelta. Perche' lo chiedo? Poi vi spiego, dopo esaurimento sondaggio... 

..giudizio spassionatissimo. Poi si discuterà...andrea ha scritto:Cioè vuoi sapere se sia meglio il vino o il legno?
vinogodi ha scritto:...mi sembrate un pò criptici e di poco aiuto. Contavo sulla vostra esperienza e senso critico. Mi serve perchè c'è stata una grande discussione fra critici e ho portato , fra le testimonianze, l'autorevolezza dei partecipanti al forum , ma così ho pochino ...
...concordo, ma per i partecipanti alla discussione , io "sono di parte"...ilpocho ha scritto:Casanova di Neri sta al Brunello come il padel sta al tennis.
...oeh, oste. Ti facevo molto piu' incisivo e meno supercazzoloso, nei giudizi...l'oste ha scritto:Il miglior produttore tra i due può dipendere dai gusti e percorsi personali viste le innegabili differenze di approccio stilistico e produttivo al nobile vitigno da vigne fantastiche di cui entrambi dispongono.
A qualcuno può piacere di più una versione elettronica e ridondante dell'Estro armonico di Vivaldi rispetto a quella classica con l'orchestra. Lo spartito è lo stesso, sono molto diversi gli strumenti e l'arrangiamento.
Nel mio orticello, mi tengo sul tradizionale.
vinogodi ha scritto:...oeh, oste. Ti facevo molto piu' incisivo e meno supercazzoloso, nei giudizi...l'oste ha scritto:Il miglior produttore tra i due può dipendere dai gusti e percorsi personali viste le innegabili differenze di approccio stilistico e produttivo al nobile vitigno da vigne fantastiche di cui entrambi dispongono.
A qualcuno può piacere di più una versione elettronica e ridondante dell'Estro armonico di Vivaldi rispetto a quella classica con l'orchestra. Lo spartito è lo stesso, sono molto diversi gli strumenti e l'arrangiamento.
Nel mio orticello, mi tengo sul tradizionale.
...concordo, e qui il dibattito si potrebbe ampliare: sono cresciuto a Biondi Santi , Chiesa di Santa Restituta e Costanti, poi Soldera e Poggio di Sotto , apprezzando Salvioni e Le Chiuse. E anche altro ... assaggio tutti gli anni Casanova di Neri all'anteprima della presentazione della guida Doctor Wine a Milano e tutte le volte mi cadono le braccia, ma questo so che è strettamente gusto personale, mai parlerò male di un produttore che, comunque , attizza la maggior parte della critica internazionale ( come non parlerò male di nessun produttore in generale, rispettando il lavoro che sta alla base di questa difficilissima materia ) . Comunque compro qualcosa tutti gli anni per scienza e conoscenza e per valutare la longevità. l'unico che ha mantenuto livelli del passato mi sembra Poggio di Sotto, anche gli ultimi Biondi Santi non li riconosco più. Soldera sempre buono ma mi è finita la poesia del vecchio Soldera e un posizionamento secondo me oggi errato rispetto alla qualità proposta. In parole povere e come opinione strettamente personale: Langa in decisa evoluzione qualitativa positiva ( i giovani produttori hanno fatto un gran salto di qualità rispetto ai pur bravi "vecchi" : vedi Burlotto, Roagna, Maria Teresa Mascarello, le Rinaldi, lo stesso Mauro Mascarello, pur invecchiando è ... decisamente migliorato ...vediamo i figli cosa faranno ...poi i Massolino, i Sottimano, il ritorno prepotente di Clerico, i Davide Rosso, i Valter Fissore (Cogno) . Principiano e Accomasso sopravvalutati ma meglio del passato. ... ecc . Conterno di costanza eccezionale, Roberto sarà anche antipatico ai più, ma la sua maniacalità per la qualità l'ha portato a non degenerare di un millimetro dalla filosofia di qualità assoluta che lha sempre contraddistinto la maison....chi è andato indietro, rincorrendo "gusti internazionali più approcciabili" , penso solo Vietti ( che ha cambiato proprietà), Cappellano, Gaja e Prunotto ( oggi di Antinori ....anche se stanno migliorando)...si , insomma, panorama in grande evoluzione e non sempre positivo ...l'oste ha scritto:vinogodi ha scritto:...oeh, oste. Ti facevo molto piu' incisivo e meno supercazzoloso, nei giudizi...l'oste ha scritto:Il miglior produttore tra i due può dipendere dai gusti e percorsi personali viste le innegabili differenze di approccio stilistico e produttivo al nobile vitigno da vigne fantastiche di cui entrambi dispongono.
A qualcuno può piacere di più una versione elettronica e ridondante dell'Estro armonico di Vivaldi rispetto a quella classica con l'orchestra. Lo spartito è lo stesso, sono molto diversi gli strumenti e l'arrangiamento.
Nel mio orticello, mi tengo sul tradizionale.
I giudizi personali contano poco rispetto al grasso del mercato che comunque gratifica entrambi i produttori nei numeri di vendita.
Dicendo che mi tengo sul tradizionale intendo che preferisco Burlotto perché produce i migliori esemplari dei cru Monvigliero e Cannubi ed ha un livello di costanza e serietà in tutte le fasce di vini prodotti. Inutile sognare a quanto si compravano dieci anni fa, buon per loro, sono migliorati ancora i vini e sono aumentati i prezzi, ci sta.
Di Casanova di Neri ho bevuto ottime bottiglie della prima produzione, dal 1982 al 1990 (Brunello etichetta bianca '90 meraviglioso), poi con la morte del fondatore l'azienda ha un po' modificato lo stile e il marketing. A me non piace il sangiovese troppo grosso ed "elevato" ma buon per loro se vendono tutto, molta critica li ama, alcuni mercati anglo orientali pure.
Mi resta la curiosità di cosa tirerebbero fuori da quelle vigne un Soldera o un Palmucci, ma ormai riposano in pace.
vinogodi ha scritto:...concordo, e qui il dibattito si potrebbe ampliare: sono cresciuto a Biondi Santi , Chiesa di Santa Restituta e Costanti, poi Soldera e Poggio di Sotto , apprezzando Salvioni e Le Chiuse. E anche altro ... assaggio tutti gli anni Casanova di Neri all'anteprima della presentazione della guida Doctor Wine a Milano e tutte le volte mi cadono le braccia, ma questo so che è strettamente gusto personale, mai parlerò male di un produttore che, comunque , attizza la maggior parte della critica internazionale ( come non parlerò male di nessun produttore in generale, rispettando il lavoro che sta alla base di questa difficilissima materia ) . Comunque compro qualcosa tutti gli anni per scienza e conoscenza e per valutare la longevità. l'unico che ha mantenuto livelli del passato mi sembra Poggio di Sotto, anche gli ultimi Biondi Santi non li riconosco più. Soldera sempre buono ma mi è finita la poesia del vecchio Soldera e un posizionamento secondo me oggi errato rispetto alla qualità proposta. In parole povere e come opinione strettamente personale: Langa in decisa evoluzione qualitativa positiva ( i giovani produttori hanno fatto un gran salto di qualità rispetto ai pur bravi "vecchi" : vedi Burlotto, Roagna, Maria Teresa Mascarello, le Rinaldi, lo stesso Mauro Mascarello, pur invecchiando è ... decisamente migliorato ...vediamo i figli cosa faranno ...poi i Massolino, i Sottimano, il ritorno prepotente di Clerico, i Davide Rosso, i Valter Fissore (Cogno) . Principiano e Accomasso sopravvalutati ma meglio del passato. ... ecc . Conterno di costanza eccezionale, Roberto sarà anche antipatico ai più, ma la sua maniacalità per la qualità l'ha portato a non degenerare di un millimetro dalla filosofia di qualità assoluta che lha sempre contraddistinto la maison....chi è andato indietro, rincorrendo "gusti internazionali più approcciabili" , penso solo Vietti ( che ha cambiato proprietà), Cappellano, Gaja e Prunotto ( oggi di Antinori ....anche se stanno migliorando)...si , insomma, panorama in grande evoluzione e non sempre positivo ...l'oste ha scritto:vinogodi ha scritto:...oeh, oste. Ti facevo molto piu' incisivo e meno supercazzoloso, nei giudizi...l'oste ha scritto:Il miglior produttore tra i due può dipendere dai gusti e percorsi personali viste le innegabili differenze di approccio stilistico e produttivo al nobile vitigno da vigne fantastiche di cui entrambi dispongono.
A qualcuno può piacere di più una versione elettronica e ridondante dell'Estro armonico di Vivaldi rispetto a quella classica con l'orchestra. Lo spartito è lo stesso, sono molto diversi gli strumenti e l'arrangiamento.
Nel mio orticello, mi tengo sul tradizionale.
I giudizi personali contano poco rispetto al grasso del mercato che comunque gratifica entrambi i produttori nei numeri di vendita.
Dicendo che mi tengo sul tradizionale intendo che preferisco Burlotto perché produce i migliori esemplari dei cru Monvigliero e Cannubi ed ha un livello di costanza e serietà in tutte le fasce di vini prodotti. Inutile sognare a quanto si compravano dieci anni fa, buon per loro, sono migliorati ancora i vini e sono aumentati i prezzi, ci sta.
Di Casanova di Neri ho bevuto ottime bottiglie della prima produzione, dal 1982 al 1990 (Brunello etichetta bianca '90 meraviglioso), poi con la morte del fondatore l'azienda ha un po' modificato lo stile e il marketing. A me non piace il sangiovese troppo grosso ed "elevato" ma buon per loro se vendono tutto, molta critica li ama, alcuni mercati anglo orientali pure.
Mi resta la curiosità di cosa tirerebbero fuori da quelle vigne un Soldera o un Palmucci, ma ormai riposano in pace.
...le Gran Selezione ed il loro posizionamento economico, in molti casi, rimangono secondo me una scemata sesquipedale, sia qualitativa che economica, creando ulteriore confusione in un magmatico sottobosco fin troppo articolato del Chianti con tutte le sue sfumature... Classico, Riserva,Gran Selezione, Chianti in tutte le sottozone ( Colli Pisani, Colli Senesi, Rufina , pinco pallo vari). Non conosco uno, che sia uno fra le persone " normali appassionati" che si raccapezzi...L_Andrea ha scritto:vinogodi ha scritto:...concordo, e qui il dibattito si potrebbe ampliare: sono cresciuto a Biondi Santi , Chiesa di Santa Restituta e Costanti, poi Soldera e Poggio di Sotto , apprezzando Salvioni e Le Chiuse. E anche altro ... assaggio tutti gli anni Casanova di Neri all'anteprima della presentazione della guida Doctor Wine a Milano e tutte le volte mi cadono le braccia, ma questo so che è strettamente gusto personale, mai parlerò male di un produttore che, comunque , attizza la maggior parte della critica internazionale ( come non parlerò male di nessun produttore in generale, rispettando il lavoro che sta alla base di questa difficilissima materia ) . Comunque compro qualcosa tutti gli anni per scienza e conoscenza e per valutare la longevità. l'unico che ha mantenuto livelli del passato mi sembra Poggio di Sotto, anche gli ultimi Biondi Santi non li riconosco più. Soldera sempre buono ma mi è finita la poesia del vecchio Soldera e un posizionamento secondo me oggi errato rispetto alla qualità proposta. In parole povere e come opinione strettamente personale: Langa in decisa evoluzione qualitativa positiva ( i giovani produttori hanno fatto un gran salto di qualità rispetto ai pur bravi "vecchi" : vedi Burlotto, Roagna, Maria Teresa Mascarello, le Rinaldi, lo stesso Mauro Mascarello, pur invecchiando è ... decisamente migliorato ...vediamo i figli cosa faranno ...poi i Massolino, i Sottimano, il ritorno prepotente di Clerico, i Davide Rosso, i Valter Fissore (Cogno) . Principiano e Accomasso sopravvalutati ma meglio del passato. ... ecc . Conterno di costanza eccezionale, Roberto sarà anche antipatico ai più, ma la sua maniacalità per la qualità l'ha portato a non degenerare di un millimetro dalla filosofia di qualità assoluta che lha sempre contraddistinto la maison....chi è andato indietro, rincorrendo "gusti internazionali più approcciabili" , penso solo Vietti ( che ha cambiato proprietà), Cappellano, Gaja e Prunotto ( oggi di Antinori ....anche se stanno migliorando)...si , insomma, panorama in grande evoluzione e non sempre positivo ...l'oste ha scritto:vinogodi ha scritto:...oeh, oste. Ti facevo molto piu' incisivo e meno supercazzoloso, nei giudizi...l'oste ha scritto:Il miglior produttore tra i due può dipendere dai gusti e percorsi personali viste le innegabili differenze di approccio stilistico e produttivo al nobile vitigno da vigne fantastiche di cui entrambi dispongono.
A qualcuno può piacere di più una versione elettronica e ridondante dell'Estro armonico di Vivaldi rispetto a quella classica con l'orchestra. Lo spartito è lo stesso, sono molto diversi gli strumenti e l'arrangiamento.
Nel mio orticello, mi tengo sul tradizionale.
I giudizi personali contano poco rispetto al grasso del mercato che comunque gratifica entrambi i produttori nei numeri di vendita.
Dicendo che mi tengo sul tradizionale intendo che preferisco Burlotto perché produce i migliori esemplari dei cru Monvigliero e Cannubi ed ha un livello di costanza e serietà in tutte le fasce di vini prodotti. Inutile sognare a quanto si compravano dieci anni fa, buon per loro, sono migliorati ancora i vini e sono aumentati i prezzi, ci sta.
Di Casanova di Neri ho bevuto ottime bottiglie della prima produzione, dal 1982 al 1990 (Brunello etichetta bianca '90 meraviglioso), poi con la morte del fondatore l'azienda ha un po' modificato lo stile e il marketing. A me non piace il sangiovese troppo grosso ed "elevato" ma buon per loro se vendono tutto, molta critica li ama, alcuni mercati anglo orientali pure.
Mi resta la curiosità di cosa tirerebbero fuori da quelle vigne un Soldera o un Palmucci, ma ormai riposano in pace.
Forse in Toscana per trovare un area in evoluzione positiva bisogna guardare più sul Chianti che sul Montalcino...
vinogodi ha scritto:...un sondaggio, chi e' il migliore? Si accettano anche le motivazione per la scelta. Perche' lo chiedo? Poi vi spiego, dopo esaurimento sondaggio...
...le tue disamine sono sempre eccellenti e ne convengo. Ho tralasciato volutamente Montevertine e Luca ( Martini di Cigala) perche' realta' talmente avulse da un contesto da farne eccezioni (eccezionali) poco contestualizzabili. Direi uniche e che, ancora, mi fanno godere di un edonismo che ormai ricerco, per non parlare scontatatmente di" emozione". Anzi, Percarlo e Pergole rimangono i miei capisaldi del Sangiovvese, e tutta la loro gamma e' regolarmente sul mio desco , anche se lo stesso Martino ( che incontro saltuariamente) mi ha confermato che sta facendo una fatica boia a mantenere le caratteristiche " sognanti" dei suoi vini, proprio per gli aspetti climatici che ,giustamente, sottolineavi. Ed e' vero che, oggi, sono piu' presente in Langa che in Toscana, ma non per questo non bevo Toscana. E' proprio per un aspetto qualitativo che investo meno.il mio tempo in quest'area. Ma il discorso iniziale e' partito da una disamina " puntiforme" del perche' i critici toscani o tanti wine bloggers della zona (parlo dei personaggi fisici che giudicano professionalmente o comunicativamente) abbiano una disamina cosi' preconcettuale verso grandi realta' fattuali: Conterno come totem da abbattere, Casanova di Neri come modello del Sangiovese , Burlotto un bluff, la Langa un effetto mediatico costruito, Roagna " ...e chi sarebbe? Un folle che fa pagare un Barbaresco oltre 1000 Euro senza motivo" , i Rinaldi e i Mascarello piccoli artigiani scostanti senza massa critica da promuovere sui mercati...Wineduck ha scritto:Caro Marco, ultimamente trovo i tuoi giudizi sulla Toscana e in generale sui suoi migliori vini a base sangiovese estremamente squilibrati. Stai prendendo una piega barolista che sinceramente non avevi alcuni anni fa. Io personalmente non trovo che la zona di Barolo stia staccando così nettamente la Toscana e il Chianti in particolare. Su Montalcino sono invece molto critico da anni, tant'è che ho smesso di comprare quasi tutto perché li trovo vini nella maggior parte dei casi sopravvalutati e molto più penalizzati dal cambiamento climatico (tranne pochissime eccezioni).
Ultimamente ti vedo spesso a prendere l'auto e andare in Piemonte parlare con i produttori e fare lunghi e approfonditi assaggi. La stessa cosa non la fai più con la Toscana e questo ti sta portando, secondo me, ad avere un giudizio nettamente squilibrato a favore del Piemonte. Conta quante volte durante l'anno vai in Piemonte e quante volte invece viene in Toscana! È ovvio che si tenda a parlare meglio di ciò che si conosce meglio, io lo faccio regolarmente con i vini di San Giusto e di Castello di Monsanto. Ma il Chianti non si riduce a quelle tue aziende: oltre alla celeberrima Montevertine, ci sono tante belle realtà da Riecine a Castell'invilla, da Monteraponi al sempre sottovalutato Bucciarelli e many many more!
Secondo me dovresti attraversare più spesso la linea gotica, venire a cena dai tuoi cari amici toscani e soprattutto rivalutare la bellezza infinita del vero sangiovese nelle sue migliori espressioni. Il nebbiolo può attendere (infatti invecchia bene).
vinogodi ha scritto:
dove per i toscani Burlotto è un bluff sopravvalutato