Giornata divertentissima anche e sopratutto per merito dei compagni di viaggio, Silvio, Luca, il Chietino (lo sai) e Fabio aka Conte Baulì a cui tutti dobbiamo essere più che grati.
Tanti assaggi quasi tutti di grande qualità con pochissime cose storte.
Partenza dal padiglione del Piemonte per omaggiare e ringraziare Casa Bolmida e per farci coccolare dalle varie sfaccettature del nebbiolo.
Non è un caso che abbia scritto casa, perché da Silvano Bolmida l'ambiente è più che famigliare: per gli amanti della sabbia nelle mutande, rivolgersi altrove.
Silvano Bomida
Non avevo assaggi recenti perché erano anni che non mi confrontavo con i suoi...loro Baroli. Beh, piacevolmente sorpreso: la rusticità si è notevolmente affievolita lasciando spazio a finezza ed eleganza.
Le Coste 21: il più leggero della batteria, perde in tradizionalità, guadagna in piacevolezza, un filino ruffiano, ma bell'inizio.
Bussia 21: qui si guadagna in corpo e materia.
Vigna Fantini 21: altro step in crescendo, barolo ricco e intrigante.
Riserva (Bussia) 19: diversa annata, diverso grado di maturazione, per un discorso di immediatezza, più indietro dei 21. Qui avverto la polverosità dei nebbioli langaroli, strepitoso in prospettiva.
Burlotto
Escluso il Pelaverga, i miei assaggi si contano sulle dita, anzi su un solo dito, quindi occasionissima di cui ho ben voluto approfittare.
Monvigliero 21: Un mix di balsamicità e fragolina, struttura ed eleganza, grandissimo barolo (GAC).
Cannubi 21: proviamo una zona più calda. E' ampio e grosso in confronto al fratello maggiore, al sorso una quasi confettura di prugna e ciliegia. Molto buono ma dopo un po' rischia di stancare.
Travaglini
3 Vigne 20: ovviamente ancora segnato dal legno, però grande vino in prospettiva. Balsamico e radicoso, robusto e irruento. Piaciuto molto nella sua diversità.
Scagliola
Barbera Sansì e Barbera Sansì Antologia (22 se non ricordo male): piacciono tanto al Conte, io le ho trovate come tante altre barbere, frutto e alcol, solo un po' più balsamiche. Dicono che danno il meglio dopo 10 anni, sarà sicuramente così, nel frattempo, in attesa della contro prova, passo oltre.
Elio Sandri
A fine degustazione arriva anche lui e quindi parte il primo show del Chietino

Perno 19: mieloso di timo e castagno, ma anche tanto bel frutto, elegante ca va sans dire: buonissimo.
Perno Riserva 19: molto balsamico, radice di liquerizia e genziana, lunghezza infinita: ottimo.
Vigna Disa Riserva 19: barolo cesellato, dove la parte balsamica e il frutto (arancia) compongono un bellissimo arabesco: strepitoso!
Vigna Cerretta 19: primo anno di questo cru, risulta il meno immediato tra i suoi baroli, ancora chiuso e scontroso: da aspettare.
F.lli Alessandria
Monvigliero 21: tutto al posto giusto, frutto, parte balsamica, viola, espressività, eleganza e persistenza...buono è buono ma non mi porta via con sé. Mi ha dato l'impressione di essere un vino fatto a tavolino e non con il cuore, ovviamente sensazione tutta mia.
Gramolere 21: più spesso, radicoso e con struttura meno elegante del fratello. Buono ma stessa sensazione di cui sopra.
Elvio Cogno
Cascina Nuova 21: bella balsamicità, caramella fragola e ciliegia, perfetta corrispondenza al sorso, barolo da pronta beva: piaciuto molto per la beva assassina.
Ravera 21: profumi di erba appena tagliata, più radice che frutto, perfetta, anche qui, la corrispondenza naso-bocca: molto buono pure questo.
Bricco Pernice 20: più fiori (viola), più balsamico, risulta ancora un po' chiuso e astringente: non ancora pronto ma i miei 2 ramini per il futuro.
Vigna Elena 19: un corredo di profumi che spaziano tra fiori viola e frutto rosso (ciliegia e sanguinella), balsamico ovviamente, struttura ed eleganza a braccetto. Strepitoso e altro GAC di giornata.
Antoniolo
Prendiamo alla sprovvista il produttore che quasi si sottrae...quasi, poi si scioglie un po' (sempre grazie al Chietino) e via che si assaggia.
Osso San Grato 20: ferroso e minerale, arancia rossa, acidità e tannino perfettamente a braccetto, persistente e gustosissimo: dire buonissimo è fargli un torto, vedete voi.
San Francesco 20: più solare e più carico dell'Osso, con una nota di vaniglia, più glicerico in bocca ma senza disturbare, buonissimo ma il fratello è altra cosa.
Garrone
La Gera 23: si inizia a sperimentare sullo chardonnay nel nord del Piemonte. Semplice e beverino, sentori di mela e minerale, un po' chabliseggiante.
Prunent 22: ferroso e minerale, abbastanza beverino con buon frutto.
Dieci Brente 21: parte un po' ridotto, arieggiandosi esce il nebbiolo della Val d'Ossola, ricalca il Prunent ma con maggior complessità.
Vigna Fornace 22: naso baroleggiante, più giocato sul frutto che sul minerale, un po' ruffiano ma comunque crea interesse.
Boniperti
Barton 21: seguendo il consiglio del buon Simone, al banco d'assaggio dell'alto Piemonte, ci facciamo servire questo Fara. Bilanciato tra grafite e frutto, un po' ruffiano ma, molto buono.
Cantine Menegola
Tappa obbligata per i varesotti che con il Menegola hanno passato intere giornate a buttar giù Chiavennasca.
Sassella Riserva 18: scuro, cupo, profumi di eucalipto e macchia mediterranea. Ingresso dolce poi prende il sopravvento la parte di radice e minerale. Non mi ha entusiasmato.
Sforzato 15: parto prevenuto per le mie precedenti esperienze con questo tipo di vinone della Valtellina. Invece rimango piacevolmente stupito dalla succosità e godibilità di questa interpretazione. Balsamico, profondo, spara un bel ciliegione succoso, mix di frutta e radice: molto buono e 15% per nulla percepiti.
Salvatore Molettieri
Qui la carrellata sembra obbligatoria, da un rosato assolutamente prescindibile, passando per l'Aglianico e terminando con la carrellata dei vari Taurasi. Tutto abbastanza veloce e senza particolari guizzi tranne che per:
Taurasi Vigne 5 Querce Riserva 17: bella la persistenza del cioccolato ma risulta ancora imberbe. Vino da CBCR.
Perillo
Il solito carrarmato anche se servirti del vino con residui non è stato proprio piacevole, ancor meno farglielo notare.
Come al solito vini che inizieranno a far brillare le papille gustative tra 5/10 anni.
Taurasi 13: frutto nero con prevalenza di mirtillo, cioccolato e bella persistenza.
Taurasi Riserva 12: un po' chiuso al naso ma bocca da sballo.
Fattoria Zerbina
Grazie al Conte qui giochiamo quasi in casa con aneddoti e racconti, da tragicommedia, dei Vinitaly passati.
Bianco di Cerapano 24: bell'espressione di Albana secco, salvia, fiori bianchi, pompelmo. Un mix tra sauvignon e riesling. Interessante.
Tergiero 24: profumi asciutti di fiori bianchi, sorso morbido di frutta disidratata.
Arrocco 23: mi ha ricordato molto un Coteaux du Layon: molto buono.
AR 19: zafferano da sauternes, dolcezza e acidità da purosangue beerenauslese: mostruoso.
Rocca di Montegrossi
CC GS San Marcellino 19: ruffiano, spezie dolci, ingresso amaro, glicerico. Anche no
Tiezzi
Vigna Soccorso 19: mix di frutta tra arancia e ciliegia, poi tabacco biondo, sorso corrispondente: buonissimo.
Vigna Soccorso 20: più chiuso del 19, sentori fumè, ancora astringente e tannico: deve farsi.
Vigna Soccorso Riserva 19: specchio del 19 base ma ancora un po' chiuso, deve maturare ancora un po'.
Fontodi
Anche qui bel siparietto con il Conte e il Chietino che spalleggiano il mescitore...e anche qui ricordi di Vinitaly passati.
CC 22: qui si va sul classico Chianti di gioventù dove domina indiscusso il frutto. Molto buono.
CC GS Vigna del Sorbo 21: qui l'upgrade è più che percettibile, pur rimanendo sul frutto, si avverte la maggior complessità nei confronti del fratello minore. Piaciuto un bel po'.
Flaccianello 21: da lacrima ora, figuriamoci tra 10 anni.
Riecine
Riecine di Riecine 22: 6 mesi senza una goccia d'acqua, non fa legno...il vino più elegante che conosca. Mix di ciliegia e spezie, note di incenso, bevibilità assassina e persistenza infinita: superlativo.
CC GS Vigna Gittori 21: molto frutto, finezza ed eleganza che vanno a braccetto, al sorso ancora astringente: deve maturare ma promette veramente bene.
La Scolca
Non giudicabile se non negativamente: non si può servire una bollicina a temperatura ambiente.
Il mescitore era un addetto della Fisar e non sembrava nemmeno di primo pelo...mah.
Valle Reale
Vigna del Convento 20: minerale, trebbiano che ricorda uno chablis, solo di misura XL in quanto risulta un po' grasso e largo, però bevuta interessante e da rivedere.
Vigneto di Popoli 16: MPA che non esiste più in quanto le vigne sono stante espiantate. Bellissimi sentori di amarena e mora, sorso fotonico.
Intervallo all'Enoteca del Bottazzi dove i varesotti sono di casa.
Qualche assaggio tra champagne e borgogna bianca, su tutti si erge la Cuvée Jadis di Caillez Lemaire: crema pasticcera, nocciola, sorso ricco ma al contempo minerale. Buonissimo
Tiberio
Visita più per ricordare i fasti di un calcio da oratorio che non esiste più, un tuffo al cuore per il Chietino e Antonio.
Assaggiati in fretta Trebbiano e Pecorino, vini piuttosto beverini.
Cadgal
Nuovo corso dopo l'era di Alessandro Boido, qui il Conte si stacca e rientra in gioco solo per il Vigna Vecchia continuando a rimarcare il lavoro di Boido al nuovo proprietario (come farselo amico).
Anche qui carrellata completa con Chardonnay e Sauvignon assolutamente prescindibili e poi in crescendo le varie espressioni del Moscato fino ad arrivare al Vigna Vecchia assaggiato in versione 19 (buono ma ancora immaturo) e 14 che, ancora una volta, sorprende per espressività e bontà: un vino che andrebbe preservato dal WWF.
Mi è dispiaciuto non assaggiare qualche bianco campano, qualche vino dell'Etna e i vini de Le Ragnaie (dove so per certo che altri forumisti hanno fatto gruppo). Purtroppo ho salutato Riccardo in uscita dal suo box (mi sembrava avere una certa fretta) mentre i compagni di merende si stavano perdendo via in non so cosa...subito dopo siamo passati da Fontodi e Riecine.
A fine giornata, e prima che ci ramazzino fuori, torniamo a far visita, salutare e ringraziare la Famiglia Bolmida, poi...
Chiusura con cori da stadio del Conte (che è migliorato: e se lo dice lui

Giornata divertentissima e in ottima compagnia, alla fine, i vini hanno fatto da contorno, com'è giusto che sia.