In ritardo, ma come promesso ecco qualche impressione dopo la mia vacanza in Georgia.
Partiamo col dire che la prima cosa che risulta subito evidente quando si parla di vino con i georgiani è il loro rapporto, che definirei viscerale, con questa bevanda, di cui vanno innegabilmente fieri.
Quando ti dicono che in Georgia si fa il vino migliore al mondo, lo fanno con una naturalezza tale che capisci subito che non lo fanno con spocchia e tu, un po' intenerito e un po' perché non osi sollevare obiezioni (in media i Georgiani sono MOLTO grossi), noi puoi che annuire

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Ho provato un paio di volte con dei produttori a parlare di vino italiano, ma anche tirando in ballo Barolo e Brunello era evidente che i miei interlocutori non sapessero di cosa stessi parlando. Per loro esiste sopra tutto il vino georgiano, e poi tutto il resto che va nel calderone che loro chiamano "european style".
Altra cosa che balza subito all'occhio: in Georgia non vedrete gente roteare calici e degustare a piccoli sorsi. Piuttosto, a tavola i brindisi si susseguono incessanti, ed al termine di ognuno si svuota il bicchiere tutto di un fiato
Sia nei locali della vivace Tbilisi sopra consigliati (grazie di nuovo, tutti molto validi, aggiungo anche Craft Wine restaurant con una bella carta locale e buona cucina tradizionale rivisitata) che per le visite in cantina ho volutamente privilegiato piccoli produttori che mai avrei potuto trovare in Italia, affidandomi ad informazioni reperite qua e là online da appassionati che si erano avventurati prima di me, ed in parte ad istinto e fortuna. Fra situazioni più e meno bizzarre, posso dire che mi sono davvero divertito
La tipica cantina Kakhetiana a conduzione famigliare consiste in qualche qvevri (anfora) interrata, solitamente nel retro della casa, ed un locale sotterraneo per la conservazione delle bottiglie e, in qualche caso, per l'affinamento in acciaio.
Ci tengo a dire che nonostante abbia, come già detto, privilegiato piccole realtà, artigianali e talvolta a dir poco spartane, prive di tecnologie moderne, non ho bevuto un solo vino che non fosse pulito. Evidentemente il vino lo sanno fare.
Per quanto riguarda le uve rosse, il Saperavi detiene praticamente il monopolio in Kakheti. Dà vita a vini potenti e corposi, densi fin dal colore quasi sempre impenetrabile. Non essendo molto nelle mie corde, ho dato più attenzione ai bianchi, dove il panorama è più variegato. I vitigni autoctoni sono innumerevoli ma a farla da padrone sono il Rkatsiteli e il Mtsvane. Dal primo nascono vini con i classici sentori di frutta disidratata, thè e spezie che sovente si associano ai macerati, mentre il secondo, nonostante la macerazione, tende a rimanere più scarico di colore (Mtsvane significa "verde") con profumi più freschi, di fiori e frutti bianchi.
La vinificazione tradizionale prevede solitamente sei mesi di macerazione sulle bucce. Segue poi un periodo di affinamento, talvolta ancora in anfora, talvolta in acciaio. I vini che vengono affinati in acciaio tendono a conservare maggiormente gli aromi fruttati, mentre quelli che permangono a lungo in anfora sviluppano sentori più balsamici, resinosi, a volte addirittura torbati tanto da ricordare a tratti qualche distillato.
C'è anche chi effettua macerazione più brevi per avere vini più immediati, soprattutto con vitigni bianchi, come ad esempio il Kisi, che con macerazioni lunghe estraggono una carica tannica impressionante.
Una cosa che non sono proprio riuscito a fare mia della tradizione georgiana, è l'abitudine di bere i bianchi a temperatura ambiente, soprattutto quando l'ambiente è a 28/30 °C

ho aperto, con qualche forumista, una delle bottiglie di Mtsvane che sono riuscito a portarmi a casa. In cantina ci avevo capito ben poco e beh...un po' raffreddata era un'altra cosa, davvero un bel vino, soprattutto al naso, un po' corto in bocca, ma molto piacevole. Ho riscontrato spesso nei miei assaggi georgiani profumi davvero belli ed interessanti a fronte di una minore incisività in bocca.
Ho scritto fin troppo, finisco con qualche nome che mi sento di consigliare, se mai vi dovesse capitare: Tsikhelishvili, Khutsishvili (ho anche alloggiato nel loro B&B con annessa goliardica cena), Khvtisia wines.