Dov’è finito il Pinot nero?
Inviato: 21 mar 2022 21:47
da giodiui
Stasera, davanti ad una golosissima bottiglia di Bourgogne Cote d’Or di Pierre Gelin (2020) mi sono posto la domanda cosmica del titolo. Mi capita sempre più spesso di bere pinot nero borgognoni che mi spiazzano per eccesso di goduriosità: Pierre Gelin, Arnaud Chopin, Alain Jeanniard, Joseph Voillot, Sébastien Magnien, solo per citarne alcuni bevuti di recente. Sono vini golosi ad un livello ineguagliabile: cassis, ciliegia, fragola, fragolina di bosco, tannino levigatissimo e poca acidità. C’è materia, c’è finezza, c’è eleganza e soprattutto un piacere sconfinato. Al prezzo di un onesto Langhe Nebbiolo.
Vi chiederete cosa si può volere di più? Forse niente.
Il fatto è che qualcosa mi manca. Forse è l’imprinting della mia educazione sentimentale langarola, o forse è il risultato del mix tra cambiamenti stilistici e cambiamenti climatici in Borgogna (più caldo, più grappolo intero, più macerazione semi-carbonica, ecc. ecc.)
I borgogna di oggi non sono più quelli di una volta, diranno alcuni. Può darsi.
Ma la domanda (oziosa) è un’altra: sotto questa irrestistibile invasione di piacevolezza, non si perde qualcosa? Oppure è questa la cifra del pinot nero, rispetto al più introverso nebbiolo?
Questa la mia domanda metafisica.
Re: Dov’è finito il Pinot nero?
Inviato: 21 mar 2022 21:55
da ORSO85
Io…..(problema forse solo mio) faccio sempre più fatica a digerirli se bevo un calice in più….sarà l’avanzare degli anni
Re: Dov’è finito il Pinot nero?
Inviato: 21 mar 2022 23:57
da alì65
giodiui ha scritto:Stasera, davanti ad una golosissima bottiglia di Bourgogne Cote d’Or di Pierre Gelin (2020) mi sono posto la domanda cosmica del titolo. Mi capita sempre più spesso di bere pinot nero borgognoni che mi spiazzano per eccesso di goduriosità: Pierre Gelin, Arnaud Chopin, Alain Jeanniard, Joseph Voillot, Sébastien Magnien, solo per citarne alcuni bevuti di recente. Sono vini golosi ad un livello ineguagliabile: cassis, ciliegia, fragola, fragolina di bosco, tannino levigatissimo e poca acidità. C’è materia, c’è finezza, c’è eleganza e soprattutto un piacere sconfinato. Al prezzo di un onesto Langhe Nebbiolo.
Vi chiederete cosa si può volere di più? Forse niente.
Il fatto è che qualcosa mi manca. Forse è l’imprinting della mia educazione sentimentale langarola, o forse è il risultato del mix tra cambiamenti stilistici e cambiamenti climatici in Borgogna (più caldo, più grappolo intero, più macerazione semi-carbonica, ecc. ecc.)
I borgogna di oggi non sono più quelli di una volta, diranno alcuni. Può darsi.
Ma la domanda (oziosa) è un’altra: sotto questa irrestistibile invasione di piacevolezza, non si perde qualcosa? Oppure è questa la cifra del pinot nero, rispetto al più introverso nebbiolo?
Questa la mia domanda metafisica.
ma perchè il Nebbiolo non è molto più godibile di anni fa?
ed il Brunello? e Bordeaux? e Loira? e Rodano?
forse non è solo il clima....
Re: Dov’è finito il Pinot nero?
Inviato: 22 mar 2022 08:23
da vinogodi
alì65 ha scritto:giodiui ha scritto:Stasera, davanti ad una golosissima bottiglia di Bourgogne Cote d’Or di Pierre Gelin (2020) mi sono posto la domanda cosmica del titolo. Mi capita sempre più spesso di bere pinot nero borgognoni che mi spiazzano per eccesso di goduriosità: Pierre Gelin, Arnaud Chopin, Alain Jeanniard, Joseph Voillot, Sébastien Magnien, solo per citarne alcuni bevuti di recente. Sono vini golosi ad un livello ineguagliabile: cassis, ciliegia, fragola, fragolina di bosco, tannino levigatissimo e poca acidità. C’è materia, c’è finezza, c’è eleganza e soprattutto un piacere sconfinato. Al prezzo di un onesto Langhe Nebbiolo.
Vi chiederete cosa si può volere di più? Forse niente.
Il fatto è che qualcosa mi manca. Forse è l’imprinting della mia educazione sentimentale langarola, o forse è il risultato del mix tra cambiamenti stilistici e cambiamenti climatici in Borgogna (più caldo, più grappolo intero, più macerazione semi-carbonica, ecc. ecc.)
I borgogna di oggi non sono più quelli di una volta, diranno alcuni. Può darsi.
Ma la domanda (oziosa) è un’altra: sotto questa irrestistibile invasione di piacevolezza, non si perde qualcosa? Oppure è questa la cifra del pinot nero, rispetto al più introverso nebbiolo?
Questa la mia domanda metafisica.
ma perchè il Nebbiolo non è molto più godibile di anni fa?
ed il Brunello? e Bordeaux? e Loira? e Rodano?
forse non è solo il clima....
...troppa "fluidità di genere" ... non esistono più i "palati virili" di una volta...

Re: Dov’è finito il Pinot nero?
Inviato: 22 mar 2022 16:49
da Beppekk
Bevuto il Langhe di Burlotto poco tempo fa', a parer mio sta esattamente tra un langhe ed un Borgogna. Vino fresco fruttato ma con una bella spalla acida. Godurioso!