Indagini sulla biodinamica
Inviato: 07 nov 2021 20:20
Argomento tremendo, perché le posizioni esoteriche di Steiner sono difficilmente digeribili dalle menti più portate alla mera speculazione scientifica, alla sperimentazione, alla dimostrabilità di una ipotesi. E però abbiamo visto in questi anni dei vini eccellenti emanare da vigne condotte in biodinamico, e al tempo stesso nessuna seria analisi, anche comparativa, del perché.
Ci sono nel passato rare testimonianze di verifiche sperimentalmente corrette, come i test di Leflaive sulla stessa vigna, condotta parte in convenzionale e parte in biodinamico, col risultato che l'ha convinta a seguire la seconda strada. Qualcosa del genere è stato fatto poi nel bordolese, in tempi recenti (Pontet-Canet?).
Del tutto casualmente nel giro di poco tempo mi sono capitate due fonti di informazione, una di studiosi universitari italiani sulla quantità e varietà di vita microbica (batteri e funghi) mediante la preparazione del cornoletame
https://www.preprints.org/manuscript/202008.0727/v1 (in inglese)
e una di specialisti francesi facenti parte dell'INRAE (Institut national de la recherche agronomique) tra cui specializzati in microbiologia, sul tema della diversità della flora batterica e fungina e delle interazioni tra di essa, i cui risultati sono presentati in questo video
https://www.youtube.com/watch?v=vDw6KndGK1U (in francese).
Avendo letto il primo e guardato parti del secondo, traggo una mia considerazione: la monocultura della vite riduce tremendamente la vita microbiologica nel suolo, che per ottenere i migliori risultati necessita di essere ripristinata ai livelli più naturali possibili (vedrete una slide con un test su suolo forestato), e le pratiche biodin non fanno altro che spargere a piene mani la flora coltivata tramite le preparazioni sulle viti e sul suolo, riequilibrando quanto perso.
Ci sono nel passato rare testimonianze di verifiche sperimentalmente corrette, come i test di Leflaive sulla stessa vigna, condotta parte in convenzionale e parte in biodinamico, col risultato che l'ha convinta a seguire la seconda strada. Qualcosa del genere è stato fatto poi nel bordolese, in tempi recenti (Pontet-Canet?).
Del tutto casualmente nel giro di poco tempo mi sono capitate due fonti di informazione, una di studiosi universitari italiani sulla quantità e varietà di vita microbica (batteri e funghi) mediante la preparazione del cornoletame
https://www.preprints.org/manuscript/202008.0727/v1 (in inglese)
e una di specialisti francesi facenti parte dell'INRAE (Institut national de la recherche agronomique) tra cui specializzati in microbiologia, sul tema della diversità della flora batterica e fungina e delle interazioni tra di essa, i cui risultati sono presentati in questo video
https://www.youtube.com/watch?v=vDw6KndGK1U (in francese).
Avendo letto il primo e guardato parti del secondo, traggo una mia considerazione: la monocultura della vite riduce tremendamente la vita microbiologica nel suolo, che per ottenere i migliori risultati necessita di essere ripristinata ai livelli più naturali possibili (vedrete una slide con un test su suolo forestato), e le pratiche biodin non fanno altro che spargere a piene mani la flora coltivata tramite le preparazioni sulle viti e sul suolo, riequilibrando quanto perso.