Messaggioda Ludi » 04 lug 2021 19:03
Pascal Doquet. Horizon S.A.: base 2015, sboccatura novembre 2018. Impeccabile nelle dolci note floreali che in bocca risuonano con una vivace freschezza. Da bere senza ritegno.
Sportoletti, Villa Fidelia Rosso 2000: il vino che vorrei poter disprezzare, ma al quale alla fine non posso rimproverare nulla, se non una certa fatica nell'allungo. Il Merlot, per fortuna, non copre del tutto le note più complesse del Cabernet. Con un'oca arrosto e patate ci sta.
Cantina Margò, Bianco Regio 2017: una bottiglia bevuta qualche mese fa non mi era dispiaciuta. Questa era semidisastrosa: se voglio una leggera carbonica, brett, note luppolose mi vado a bere una bella Lambic e godo di più.
Suore Trappiste di Vitorchiano, Coenobium 2011: da un esperimento di Giampiero Bea in un monastero di clausura. Non male, ma in fase di deciso declino.
Cantina Margò, Rosso 2017: uno dei vini peggiori bevuti negli ultimi anni. Volatile feroce, tannino scomposto, una sensazione generale di sgradevolezza. Lavandinato.
Bonci, S. Michele 2013: ho sempre avuto poco feeling con questo vino, che trovo pesante, stancante, poco appagante. Questa bevuta non mi ha smentito.
Masseria Li Veli, Primitivo Montecoco 2012: un Primitivo in mano a Cotarella promette (e mantiene) una fruit bomb. Divertente, però: alla fine un bicchiere sono riuscito a finirlo.
Heritiers du Comte Lafon, Viré-Clessé 2010: decise note di scorza di pompelmo, bergamotto e nocciola, vivacizzati da una perdurante freschezza. Non è un Meursault, ma mi è piaciuto.
Fratelli Alessandria, Pelaverga Speziale 2016: vino del weekend. Mamma mia quanto si sentono ancora quella fragolina di bosco, quella speziatura dolcissima, quelle note di boudoir...e che seta in bocca! Vino di sensualità assolutamente conturbante.
A. Jaume, Lirac Clos de Sixte 2007: in fase calante. Il frutto è oramai svanito, ed i 15° si sentono tutti.