Il Vulture
Inviato: 07 lug 2020 13:49
Qualche produttore di Aglianico del Vulture che vale la pena visitare???
Visto che bene o male i nomi che saltano fuori in zona sono sempre gli stessi (i "da bere" espressi in passato mi sembra si sovrappongano abbastanza ai "da visitare" del thread), chi ti verrebbe in mente? Grazie!TheSomm_o ha scritto:Da bere anche altre (ma questa è un'altra storia).
vino.curioso ha scritto:Penso che tutto nasca dalla tua interpretazione in via prettamente letterale della domanda iniziale: ossia quali cantine VISITARE. Io ci avevo letto fra le righe una richiesta più ampia, che includesse cioè anche un bel "cosa bere", a corredo.
Detto questo, i nomi usciti poco sopra (e qua e là in passato sul forum: Fucci, Musto, Carbone, Paternoster and so on) sono quelli che ho sempre trovato a rincorrersi in giro per la rete - a volte con l'aggiunta di qualche altro (Basilisco, D'Angelo e via dicendo); sono più o meno sempre loro, e vengono via via nominati od omessi a seconda dei periodi o dei gusti personali. Tu alcuni di questi li segnalavi per la visita alle loro cantine, ma sono bene o male gli stessi produttori che si evidenziano anche all'assaggio. Probabilmente il numero dei produttori locali in grado di produrre vini capaci di imporsi all'attenzione generale è ancora piccolo, ed ecco spiegato il fatto che le due liste tendano a collimare.
Grazie mille per la delucidazione su Fucci.
TheSomm_o ha scritto:Visto che bene o male i nomi che saltano fuori in zona sono sempre gli stessi (i "da bere" espressi in passato mi sembra si sovrappongano abbastanza ai "da visitare" del thread), chi ti verrebbe in mente? Grazie!
PS con Fucci che esperienza hai avuto? Potresti raccontare?
Spero non sia passato nel post un atteggiamento rompiscatole da parte mia... non c'era intenzione alcuna. In caso contrario, me ne scuso.TheSomm_o ha scritto: Certo che tra le righe anch'io ci ho letto un bel "cosa bere", ma a volte è bene distinguere ... Non conoscendo il forumista che ha posto la domanda è bene fare un distinguo a mio parere, ed è quello che ho cercato di fare.
Oddio, parliamo sempre di un'azienda che ha come prima annata il 98, se non vado errato. Le primissime bottiglie stanno entrando giusto ora nel plateau dei "grandi" aglianici. Come cantine "storiche", considererei soltanto Martino, D'Angelo (pre scissione) e Paternoster - con gli ultimi 2 ad aver creato bottiglie che, in alcuni casi, oggi vanno per i 30 e saltando fuori qua e là sembrano dare ancora buone soddisfazioni.TheSomm_o ha scritto: Cantine del Notaio racchiude sia storia che qualità nei vini.
Oltre alla spinta a livello commerciale che può aver dato Cantine del Notaio, fai riferimento a qualcos'altro? Per Carbone: quali aspetti trovi lo rendano valido? Economici, di fattura, di (possibile) lunga serbevolezza o altro ancora?TheSomm_o ha scritto: Giuratrabocchetti è stato un luminare per il rilancio della denominazione. Carbone rimane comunque una valida alternativa sotto diversi aspetti.
Non posso che concordare a pieno. Ma vorrei anche lanciare un piccolo sasso nello stagno: quanti sono i produttori ad utilizzarla, questa DOCG? Interessante il fatto che i due "campioni" della zona (Fucci e Notaio) non la sfruttino affatto, che mi risulti (escludendo un hapax, il Fucci Ris. Sup. 2013 che peraltro credo esista solo in magnum)TheSomm_o ha scritto: Ricordo anche che la DOCG è datata 2010. E che parliamo di un vitigno con grandi espressioni nel lungo invecchiamento. Tempo al tempo.
vino.curioso ha scritto:Spero non sia passato nel post un atteggiamento rompiscatole da parte mia... non c'era intenzione alcuna. In caso contrario, me ne scuso.TheSomm_o ha scritto: Certo che tra le righe anch'io ci ho letto un bel "cosa bere", ma a volte è bene distinguere ... Non conoscendo il forumista che ha posto la domanda è bene fare un distinguo a mio parere, ed è quello che ho cercato di fare.![]()
Forse l'avevo sottointesoe non sono stato capito, in effetti scrivo sempre in pochino di fretta... ma non preoccuparti non me la prendo per così poco
Oddio, parliamo sempre di un'azienda che ha come prima annata il 98, se non vado errato. Le primissime bottiglie stanno entrando giusto ora nel plateau dei "grandi" aglianici. Come cantine "storiche", considererei soltanto Martino, D'Angelo (pre scissione) e Paternoster - con gli ultimi 2 ad aver creato bottiglie che, in alcuni casi, oggi vanno per i 30 e saltando fuori qua e là sembrano dare ancora buone soddisfazioni.TheSomm_o ha scritto: Cantine del Notaio racchiude sia storia che qualità nei vini.
Anche qui non mi sono espresso a dovere (sempre per lo stesso motivo) , hai ragione, la storia a cui mi riferisco è quella relativa ai locali dove è ubicata la cantina, molto affascinante, che la proiettano tra le più belle del Vulture, non all'attività in se e per se.Oltre alla spinta a livello commerciale che può aver dato Cantine del Notaio, fai riferimento a qualcos'altro? Per Carbone: quali aspetti trovi lo rendano valido? Economici, di fattura, di (possibile) lunga serbevolezza o altro ancora?TheSomm_o ha scritto: Giuratrabocchetti è stato un luminare per il rilancio della denominazione. Carbone rimane comunque una valida alternativa sotto diversi aspetti.
Per cantine del Notaio faccio riferimento alla spinta a livello commerciale (dici poco...) Per Carbone intendo ottimo equilibrio tra prezzo e qualità, grande potenziale di invecchiamento, bellezza intrinseca dei locali cantina. E ottimo esempio di professionalità e competenza durante la visita.
Non posso che concordare a pieno. Ma vorrei anche lanciare un piccolo sasso nello stagno: quanti sono i produttori ad utilizzarla, questa DOCG? Interessante il fatto che i due "campioni" della zona (Fucci e Notaio) non la sfruttino affatto, che mi risulti (escludendo un hapax, il Fucci Ris. Sup. 2013 che peraltro credo esista solo in magnum)TheSomm_o ha scritto: Ricordo anche che la DOCG è datata 2010. E che parliamo di un vitigno con grandi espressioni nel lungo invecchiamento. Tempo al tempo.![]()
Io ho come la sensazione che la distinzione fra Vulture DOC e DOCG sia troppo marcata nei tempi di uscita, e che con un vitigno come l'aglianico sia complicato organizzarsi per una "via di mezzo". Mi chiedo se sia più una questione enologica o meramente commerciale...