da dove partire...
Inviato: 09 giu 2020 13:10
Buon giorno Gente, sono nuovo del forum ma è da un po che spulcio tra i vari 3d del forum e devo dire che è veramente pieno di intenditori e persone che sanno come muoversi in questo ambiente, ed è il motivo principale per cui ho pensato di aprire questo post.
Vi racconto brevemente di me, io sono un giovane enologo (enologo ormai da 6 anni) con un percorso familiare in campo enologico che va avanti dal 1937 ma che solo dal 2015 (anno in cui sono entrato io in azienda) ha fatto il passaggio dalla vendita alla "damigiana" a quella in bottiglia.
Io sono un fissato del detto "il vino si fa al 90% in vigna", cioè per me l'enologo è una figura che deve solo decidere i tempi ed intervenire se e solo se è necessario.
Ho lavorato per diverse cantine prima della laurea e posso affermare dopo essermi consultato anche con i miei ex colleghi di università che è pratica molto diffusa stravolgere chimicamente i vini. Mi spiego meglio, molte cantine hanno un enologo esterno che le visita 1 volta al mese ed ho notato che tutte le cantine seguite dallo stesso enologo praticamente producono lo stesso prodotto, ovvero, l'enologo da sempre la stessa impronta al vino.
Il fatto che mi turba è che molte aziende veramente promuovano i propri prodotti perché seguite dall'enologo xy, perchè quello fa il vino buono.
Allora mi chiedo, cosa significa fare un vino di qualità? significa creare un vino strepitoso al palato ma che ti lasci come una mosca che le ha appena prese dalla paletta il giorno seguente? oppure un vino importante, ottimo, ma che ti lasci risvegliare come un astemio la mattina seguente?
Io stesso quando lavoravo per altre cantine ho dovuto addizionare sotto istruzione dell'enologo di turno qualunque genere di cosa nei vini ed è stato uno dei principali motivi per cui ho deciso di non lavorare più per terzi ma solo per me stesso. Capitava spesso di aggiungere cose di cui nemmeno l'enologo si accorgeva se poi l'addizione era stata fatta o meno (qualche volta dimenticavo di proposito per sentirmi dire....hey sentito come è cambiato?) (ah e parlo di alcuni enologi veramente molto famosi in italia).
Sia chiaro, per aziende che hanno centinaia di ettari è abbastanza normale operare in un certo modo in cantina, dopo tutto gestire grandi masse è meno semplice di quanto si possa credere e si sta un attimo ad avere migliaia di euro di perdite ma....
.. Per una aziendina come la mia che produce al massimo 30000 bottiglie l'anno e fa una fatica immane a non essere schiacciata dai grandi produttori che riescono ovviamente ad avere prezzi molto più contenuti per gli stessi prodotti, ma a parte quello una rete di distribuzione imbattibile e più capillare...cosa dovrebbe fare per ampliare il proprio mercato e farsi conoscere?
Io creo di vini molto buoni, ma soprattutto naturali, offro la possibilità a chiunque acquisti le mie bottiglie tramite un codice che riporto nelle retro etichette di accedere al mio sito web e scoprire tutta la storia della bottiglia, ma veramente tutta e senza segreti, le informazioni sono diverse, ve ne elenco qualcuna:
- Analisi chimiche del vino
- Lista trattamenti chimici in vigna durante la annata
- Informazioni della annata (piovosità, medie stagionali ecc.)
- Date vendemmia, lunghezza fermentazione ecc.
- La possibilità di ascoltare il vino mentre fermentava
- Vedere su mappa l’esatta particella da cui arriva quella bottiglia
Faccio un prodotto diverso e ci credo molto, ma non riesco a trovare fornitori per espandere il mio mercato alla ristorazione per via dei prezzi (chiaramente i "contrabbandieri" del vino vogliono disossare i produttori come a loro volta i ristoratori), di conseguenza non avendo un nome "riconosciuto" non rientro spesso nei loro interessi più che per il prodotto.
Voi che sicuramente siete nel campo da molto tempo, cosa fareste al posto mio?
Non vorrei ridurmi come tante cantine a fare la guerra del prezzo ed abbandonare la qualità per seguire i quantitativi a discapito del prodotto...piuttosto cambierei lavoro.
Qualche consiglio, idea, soluzione?
Vi racconto brevemente di me, io sono un giovane enologo (enologo ormai da 6 anni) con un percorso familiare in campo enologico che va avanti dal 1937 ma che solo dal 2015 (anno in cui sono entrato io in azienda) ha fatto il passaggio dalla vendita alla "damigiana" a quella in bottiglia.
Io sono un fissato del detto "il vino si fa al 90% in vigna", cioè per me l'enologo è una figura che deve solo decidere i tempi ed intervenire se e solo se è necessario.
Ho lavorato per diverse cantine prima della laurea e posso affermare dopo essermi consultato anche con i miei ex colleghi di università che è pratica molto diffusa stravolgere chimicamente i vini. Mi spiego meglio, molte cantine hanno un enologo esterno che le visita 1 volta al mese ed ho notato che tutte le cantine seguite dallo stesso enologo praticamente producono lo stesso prodotto, ovvero, l'enologo da sempre la stessa impronta al vino.
Il fatto che mi turba è che molte aziende veramente promuovano i propri prodotti perché seguite dall'enologo xy, perchè quello fa il vino buono.
Allora mi chiedo, cosa significa fare un vino di qualità? significa creare un vino strepitoso al palato ma che ti lasci come una mosca che le ha appena prese dalla paletta il giorno seguente? oppure un vino importante, ottimo, ma che ti lasci risvegliare come un astemio la mattina seguente?
Io stesso quando lavoravo per altre cantine ho dovuto addizionare sotto istruzione dell'enologo di turno qualunque genere di cosa nei vini ed è stato uno dei principali motivi per cui ho deciso di non lavorare più per terzi ma solo per me stesso. Capitava spesso di aggiungere cose di cui nemmeno l'enologo si accorgeva se poi l'addizione era stata fatta o meno (qualche volta dimenticavo di proposito per sentirmi dire....hey sentito come è cambiato?) (ah e parlo di alcuni enologi veramente molto famosi in italia).
Sia chiaro, per aziende che hanno centinaia di ettari è abbastanza normale operare in un certo modo in cantina, dopo tutto gestire grandi masse è meno semplice di quanto si possa credere e si sta un attimo ad avere migliaia di euro di perdite ma....
.. Per una aziendina come la mia che produce al massimo 30000 bottiglie l'anno e fa una fatica immane a non essere schiacciata dai grandi produttori che riescono ovviamente ad avere prezzi molto più contenuti per gli stessi prodotti, ma a parte quello una rete di distribuzione imbattibile e più capillare...cosa dovrebbe fare per ampliare il proprio mercato e farsi conoscere?
Io creo di vini molto buoni, ma soprattutto naturali, offro la possibilità a chiunque acquisti le mie bottiglie tramite un codice che riporto nelle retro etichette di accedere al mio sito web e scoprire tutta la storia della bottiglia, ma veramente tutta e senza segreti, le informazioni sono diverse, ve ne elenco qualcuna:
- Analisi chimiche del vino
- Lista trattamenti chimici in vigna durante la annata
- Informazioni della annata (piovosità, medie stagionali ecc.)
- Date vendemmia, lunghezza fermentazione ecc.
- La possibilità di ascoltare il vino mentre fermentava
- Vedere su mappa l’esatta particella da cui arriva quella bottiglia
Faccio un prodotto diverso e ci credo molto, ma non riesco a trovare fornitori per espandere il mio mercato alla ristorazione per via dei prezzi (chiaramente i "contrabbandieri" del vino vogliono disossare i produttori come a loro volta i ristoratori), di conseguenza non avendo un nome "riconosciuto" non rientro spesso nei loro interessi più che per il prodotto.
Voi che sicuramente siete nel campo da molto tempo, cosa fareste al posto mio?
Non vorrei ridurmi come tante cantine a fare la guerra del prezzo ed abbandonare la qualità per seguire i quantitativi a discapito del prodotto...piuttosto cambierei lavoro.
Qualche consiglio, idea, soluzione?