
Le bottiglie, superstiti volontarie o involontarie delle sorelle bevute nel giro di qualche mese dall'acquisto, sono state lasciate lì indisturbate tutti questi anni, in piedi su una mensola o dentro un paio di cartoni, quasi a testimoniare il ricordo di quelle scorribande enoiche dei tempi: sicuramente naive, ma genuine, alla ricerca vini onesti da portare sulla tavola quotidiana.
Ad ogni modo, inizio qualche giorno fa la teoria delle stappature, certo di trovare vini sicuramente ancora bevibili, ma ormai un po' spogliati delle loro caratteristiche di partenza. Insomma, da mandare in aceto senza rimpianti. Ed invece...

Merlot FCO, Specogna, 2006
Colore leggero, virato al granato ma ancora abbastanza vivo. Non pulitissimo l'inizio, poi decisamente meglio con un po' d'aria, mentre il giorno successivo (vabbè, il vino rimasto in bottiglia era poco) purtroppo declinato decisamente verso l'ossidazione: ad ogni modo durante il pasto (tagliatelle al ragù e pollo in umido) ha tenuto egregiamente botta, vegetale con screziature olivose classiche al naso, bella acidità e sapidità in bocca, evoluto ma con ancora un po' di buon frutto rosso, bei tannini setosi, anche abbastanza lungo. Benino.
Riesling Italico, Azienda Agricola Serraglio, 2006
Piccolo produttore dei Colli Euganei, del quale ricordo un buon fior d'arancio passito ma del quale non mi pare di aver più visto in giro bottiglie. Bel colore paglierino carico, leggerissimo pétillant. Sorprendente al naso, vegetale e quasi macerativo, leggero miele, ma zero ossidazione. La carbonica rende piacevole l'attacco di bocca, poi prende il comando un'acidità molto spiccata, belle sensazioni gessose; vino verticale e di sicuro semplice, ma anche perfettamente integro e leggibile. Mi è piaciuto.
Ribolla Gialla FCO, Cozzarolo, 2006
Color dorato brillante, zero carbonica. Boia d'un mondo, che naso!

Ricordo che stiamo parlando di normalissimi sfusi imbottigliati in casa (senza protezione di solforosa) sicuramente in ambiente non sterile, anche se con molta attenzione alla pulizia. Ma come disse anni fa un caro amico (A.A.A., noto anche come Deruj): "se uno pensa di aver trovato dei punti fissi nel vino, del vino non ha capito un cazzo"...

Continua...