vini naturali...
Inviato: 04 gen 2015 17:05
vinogodi ha scritto:...io sto con Gianluigi Carlino!!!!!
...per me è tenerissimo, con tutte quelle ovvietà che spara. Quasi alla Catalano ..eno ha scritto:Tu quoque, Marco... ::shock:
tisana ha scritto:http://www.naturalfoodandwine.com/index.php/articoli/Il-Vino-Naturale:-considerazioni-acritiche-moti-carbonari-e-la-merde..
Eno nemmeno il precedente funziona, prova cosi'
alì65 ha scritto:quando questi vini chiamati naturali (come se gli altri fossero innaturali) diventeranno anche bevibili allora ne riparliamo, per il momento molti che vadano ad imparare le basi tecniche di cantina
se poi mi dicono che vendono perché c'è a chi piace il vino che puzza ed è più di la (aceto) che di qua (vino) bene così, ma non vengano a scassare i maroni a chi questi vini li disprezza......
tisana ha scritto:alì65 ha scritto:quando questi vini chiamati naturali (come se gli altri fossero innaturali) diventeranno anche bevibili allora ne riparliamo, per il momento molti che vadano ad imparare le basi tecniche di cantina
se poi mi dicono che vendono perché c'è a chi piace il vino che puzza ed è più di la (aceto) che di qua (vino) bene così, ma non vengano a scassare i maroni a chi questi vini li disprezza......
oh dear
Ali', ma anche tu stai facendo di tutta l'erba un fascio come l'autore dell'articolo... DRC non e' in conversione? Leroy/D'Auveney? Leflaive? giusto per citare provocatoriamente i piu' eclatanti, quindi non accomunare tutti nel calderone Questi nominati i vini li sanno fare, siamo d'accordo, hanno conoscenza tecnica se vogliamo definirla cosi'. Ma allora le pratiche 'naturali' sono quantomeno un plus, ed ho difficolta' a credere che sta gente facesse fatica a vendere se non metteva sull'etichetta "naturale" (ed infatti sulle loro etichette non c'e' scritto...)
Ho scritto 'quantomeno' perche' mi sembra che, al netto della competenza tecnica (=sapere come fare il vino ed essere in grado di leggere uva e territorio) il punto sia capire se queste pratiche naturali aggiungano qualcosa al vino o meno. E a me sembra che aggiungano qualcosa al vino, oltre che ad una gestione territoriale migliore (qui mi fermo perche' l'e' lüüüünga).
Che ci sia gente che ci marci sopra siamo d'accordo ma demonizzare tutti mi sembra fuorviante, e parecchio. Tu stesso parlando della vendemmia 2014 hai detto che non la prendi perche' i produttori devono aver fatto necessariamente troppi trattamenti viste le condizioni meteo devastanti; questo mi fa pensare che sei sensibile alla questione, quindi per come la leggo io si tratta di capire quali sono i confini.
Come classifichi allora tutti quelli che lavorano egregiamente senza definirsi "naturali"? E dove li mettiamo questi produttori, in quale zona grigia? Come far sapere al consumatore medio (non a te...) che c'e' una differenza? Da queste parti accanto a organic e conventional hano provato ad affiancare integrated management ad esempio ma e' un po' difficile combattere la tendenza a vedere bianco o nero. Manchera' il vocabolario per definirli tutti, sono d'accordo, ma oltre che un invito a crearlo 'sto vocabolario direi che e' un invito a guardare le cose in maniera meno ideologica.
Che piaccia o meno la scossa data dai primi "puristi' c'e' stata, non e' stato semplicemente "much ado about nothing", hanno spinto anche i "convenzionali" a interrogarsi e fare le cose diversamente (vedi nomi sopra, possibile che abbiano tutti preso un abbaglio?).
Che ci sia molto lavoro ancora da fare siamo tutti d' accordo ma cosi' tranchant magari no, che ne dici?