Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.
Inviato: 20 ott 2013 03:20
Qualche impressione rilevata da un assaggio al volo di Tre Bicchieri 2014 alla Città del Gusto, senza nessun appunto preso, tra una risata e una battuta, senza nessuna velleità di esser "credibile" in quanto scritto.
Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2012 Favaro: agrumi, erbe montane, freschezza da tutti i pori. Vien subito di portarlo alla bocca. Sale, succo, acidità. È prensile, s'attacca al palato, non lo molla ma non lo appesantisce. Anzi, sprizza una levità impressionante che rimane nel ricordo per minuti. Super! 92+
Herzu 2011 E.Germano: naso bellissimo con il registro del pompelmo, tocchi lieviemente affumicati (non da legno), registro esotico presente ma non spinto. La bocca è più larga che profonda, appaga, mi convince ma senza le vibrazioni che il 2010, qualche minuto prima a pranzo, mi aveva regalato. 90
Barolo Monvigliero 2009 Fratelli Alessandria: mi piace molto lo stile degli Alessandria, moderni nel nitore aromatico eppur conservatori nel tannino, frutto goloso al palato senza rinunciare a tratti di austerità, vino bello come un fiore appena schiuso eppur il pensiero ti dice che tra qualche anno sarà ancora lì, bello più di oggi. 92++
Barbaresco Rabajà '10 Giuseppe Cortese: uno degli assaggi della giornata. Naso meraviglioso, seducente nel ricordo di rosa, un tocco di camino acceso, speziatura levissima. Bocca impressionante per accellerazione senza perdere un solo tratto della bellezza aromatica. Tannino dalla trama di rara finezza. Lo voglio! 93 ma anche 94 per l'emozione instillata.
Barolo Bussia '09 Fenocchio: tanto femminile e aggraziato il Rabajà tanto mascolino il Bussia. Ma senza eccessi: naso più scuro, un tocco di prugna, la vena radicosa che non si fa mai vegetalità, il mazzetto di fiori secchi. Attacco perfetto, sviluppo e finale segnati da solidissimo impianto tannico dove le percezioni nasali si ampliano e stratificano. Nerbo e precisione. Comprare. 92-
Langhe Nebbiolo Costa Russi '10 Gaja: spezie, tratti affumicati, poi la rosa nebbiolesca. Bocca salda, segnata da un tannino ancora esposto ma capace di rientrare. Un profilo un po' tecnico e freddo se paragonato agli altri due. Uno squaletto che naviga baldanzoso. 90
Barolo Arborina '09 Altare: assaggio un po' distratto. Il legno si sente, il tannino è un po' violento. Non proprio convincente ma neanche deludente. Gli concedo un po' di tempo ma sono scettico sulla sua reale grandezza. 88
Barolo Liste '08 Borgogno: mi è piaciuto, e anche parecchio. Classicheggiante al massimo livello, come un tessuto in tweed in uno dei locali che si affacciano sulla londinese Savile Row. Ha eleganza, portamento, giusto tratto austero senza impuntature tanniche e smagliature alcoliche. Un bicchiere davanti al camino, aspettando un piatto di cacciagione: la felicità. 92+
Barolo Ca' Mia '09 Brovia: condivide con il Monprivato il suo giocare in sottrazione tutto finezza olfattive, verticalità vertiginosa che fa urlare il palato come quando si affronta la più terribile delle discese delle montagne russe. Ma mi convince, ha un finale "salmastro e arso" delicatissimo, che si spegne dopo minuti mettendo in mostra tutta la raffinatezza tannica. 93-
Roero Mompissano Riserva '10 Cascina Ca' Rossa: molto floreale, speziato, un tocco evidente di fragola. Al di là del Tanaro è più difficile giocare di finezza, si punta sul registro goloso. Scorre, non ha intralci tannici. 89
Barolo Massara '08 Castello di Verduno: è una mia debolezza, mi piace da matti questo stile di Barolo rarefatto nel registro aromatico, tutto sfumature floreali e rosa appassita, e compiuto nella setosità dei tannini. Un Barolo da bere piano, per coglierne le carezze; schiaffi non è capace di darne. 91
Camp Gros Martinenga '09 Marchesi di Gresy: uno dei modernisti più convincenti per equilibrio, baldanza palatale senza sfrontatezze, tratti infiltranti senza mai scoprire il lato alcolico. Ai suma (ci siamo). 91-
Barolo Vigna del Gris '09 Conterno Fantino: qui invece non ci siamo. Non so se non ero in vena io, o la bottiglia. O la fase evolutiva. So solo che lo smalto prevaleva sulle note di legna arsa e rosa e il tannino era inutilmente aggressivo, con quell'asciuttezza che ti dice che ne ha assorbito troppo dalla barrique. Mah. 80
Barolo Le Rocche del Falletto '07 Giacosa: fragolina giacosiana di una golosità incredibile si stagliava su di tratti di rosa, erbette aromatiche, un refolo di frutti chiari. Palato risolto, liscio e lunghissimo: un tappeto di velluto rosso dove far danzare le papille gustative. Temo, ma è solo un pensiero lontano, che non abbia il fiato per regger decenni. Nel caso rileggetevi Lorenzo il Magnifico e godetene subito. 94
Barolo Gavarini Chiniera '09 (magnum) Elio Grasso: esuberante, pieno, con un naso "boost" senza pungenze smaltate ma tanti fiori e un tocco fruttato scuro e un tannino da knock out tanto era possente, abbondante, mastodontico. "Qui comando io!" diceva con voce tonitruante. Ma, dietro quella severità, c'è un vino buono per davvero. 92
Barbaresco Rombone '09 Fiorenzo Nada: un tratto scuro, una leggera dolcezza alcolica, le spezie dolci. Non ha la finezza di tanti conterranei ma non è, nel suo modernismo spiccato, malaccio. Lo immagino su una fumante finanziera, in una sera d'inverno con oltre la porta una nebbia che va formando goccioline ovunque. Vi scalderà (anche perché, come detto, non è tenero dal lato alcolico). 90-
Carema Ris.Etichetta Bianca '09 Produttori di Carema: ah, che bontà! Che beva complessa eppur eterea, lunghissima nella suplesse d'un palato che galleggia su d'un tannino appena accennato tra saette al sapor di radici, scorzetta d'arancia, un tocco di genziana ed altre erbe amaricanti! Picotendro, mi amor! 92 (e che rammarico aver saltato quello di Ferrando!).
Barolo Rocche di Castiglione '09 Oddero: assaggio inquinato dalle chiacchiere quindi distratto. Mi è sembrato un Barolo di nerbo, caratteriale, austero. Uno stile classico intramontabile, di quelli che ti fanno amare le Langhe, il Barolo e ogni singolo grappolo di nebbiolo cresciuto tra Castiglione Falletto.
Barolo Villero '06 Vietti: è la seconda volta che mi folgora dopo il 2004 di due anni fa. Mammamia che vino! Rientra proprio appieno nelle mie corde per la nobiltà di ogni sfumatura aromatica (d'impianto prettamente classico con una rosa da manuale) e un palato tridimensionale, avvolgente eppur crocchiante di tannino ordito in una trama fittissima. Passano minuti prima che il sorso si spegne, emanando le ultime scintille. 96
Tenuta di Valgiano '10 Valgiano: grinta, forza misurata, carattere indomabile. Buonerrimo. 92
Sassicaia '10 Tenuta San Guido: il Sassicaia che non ti aspetti, quello che butta nel fango il suo tradizionale fioretto, le movenze da damerino, l'impalpabilità della seta dei suoi abiti per gettarsi tra la mischia con la baionetta tra i denti. Il problema? Deve coprire un frutto che scopre una punta di calore. La soluzione? Una bocca dalla grinta profonda, con qualche esibizione muscolina e un finale di forza. Questa ricchezza mi era parsa di sentirla solo nel '98. Però, allora, il frutto era molto più integro. Un Sassi meno longevo del solito? Macchisenefrega, ora è buono per davvero. 93-
Brunello di Montalcino Riserva '07 Poggio di Sotto: sinché ci saranno vini come il PdS Ris.'07 le ragioni del nebbiolo non avranno mai il via libera definitivo dalla commissione che deve giudicare se quest'ultimo sia davvero il miglior vitigno italico. Vino portentoso per trama, frutto, eleganza e compiutezza. 97
Brunello di Montalcino Riserva '07 Biondi Santi: il lato oscuro della forza: selvatico, scontroso, irrisolto, irrisolvibile? Non so. Non mi stupirei se tra qualche anno dovvessi trovarmi a tesserne le lodi e a battermi il petto per non averne capito la grandezza. Oggi come oggi è solo il fratello dal carattere torvo e ombroso rispetto ai fulgidi di Ris'04 e Ris.'06. 88
Cervaro della Sala '11: legno e agrumi, in naso e al palato. Buona progressione. Vino di una noia ferale. Ma, nel suo stile, è fatto bene. 87
Paleo '10 Le Macchiole: bello e deciso l'attacco, contenuta la vegetalità, ricco e stratificato il finale. Mi è piaciuto ma non mi scalda il cuore. 90.
Grattamacco '10 Poderi Grattamacco: continuo a ritenerlo il Bolgheri migliori insieme al Sassi. E rispetto al Sassi, in un'annata difficile come la '10, riesce a regalare una finezza e uno spirito bordolese davvero encomibile, rigoroso nello sviluppo quanto tenero e risolto nell'adorabile scorrevolezza del sorso. 93 (si, più del Sassi).
Veneroso '10 Tenuta di Ghizzano: ben fatto, buon carattere, ha succo e discreta profondità. Bellino, ino, ino. Nulla più. 90-
Fontalloro '10 Felsina: un ricordo sfuocato, c'è la violetta, c'è il sangiovese, c'è un palato così così, probabilmente sfuocato. SV per non penalizzarlo ma l'impressione è che mi fosse piaciuto da 88/89 punti max.
Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+
Sabbie di Sopra il Bosco '11 Nanni Copé : un vino tutto giocato sul registro della finezza e della sottrazione. Specie sul legno, ora ben registrato. Ma c'è un non so che non me lo fa amare più di tanto. Cosa sarà? Una trama leggermente troppo marcatamente floreal/vegetale? Una speziatura non compiuta? Mumble mumble.... 90-
Val Venosta Riesling '12 Falkenstein: un compitino facile facile che scivola via, senza colpo ferire. 88+
Valle Isarco Riesling Kaiton '12 Kuenhof P.Pliger: questo è buono, per la miseria! Carattere, forza senza brutalità, pompelmo e sale. Avanti! 91
Eichhorn '12 Manincor: quel finesse! Ti viene da inchinarti ossequioso davanti alla postura regale di questo magnifico pinot bianco. Giù il cappello. 93-
A.A. Sirmian Pinot Bianco '12 Nals Magré: bianco dell'anno? È buono, ha eleganza fruttata, un sapore che si dispiega bene al palato, una cremosità di fondo che si sposa con l'armonia gustativa. Bianco dell'anno dicevamo? Per me no. Eichhorn non lo vede neanche col binocolo. E neanche quello che segue. Però Tre bicchieri meritati, convinti. 90+
Terlano Pinot Bianco Vorberg Riserva '10 Terlano: leggermente più esile, specie nell'espressione olfattiva rispetto all'Eichhorn. Ma di una compostezza e una raffinatezza che tocca vertici altissimi. Mi ricorda, per certi versi, la classe dei migliori Villa Bucci. Chi ama il vino rarefatto, suggestivo e sfumato non può assolutamente perderlo. 93+
AA Pinot Bianco '12 Niedrist: saporito, composto, ben pettinato. Ma che grazioso bimbetto! Bello e bravo. 90
Feldmarschall von Fenner zu Fennberg '11 Tiefenbrunner: non amo molto il timbro floreal/vegetale del müller thurgau anche se qui è smussato grazie a una bocca di notevole progressione e grip. Ben fatto, ne convengo. Ne bevo anche un paio di bicchieri ma resto freddo, algido come lui e il clima che respira ai 1000 metri di quota del vigneto. 90
Val Venosta Pinot Bianco '12 Castel Juval: in perfetto stile Aurich: rigoroso nell'espressione varietale ma godibilissimo nell'approccio palatale, regala soddisfazioni e polpa di frutti bianchi. Bel bicchiere. 91-
Nussbaumer '12 Termeno: inebriante che già una snasata basta, figuriamoci un bicchiere. Sono in una fase "M (abbasso) il Gewürz" ma riconosco che per trama cremosa (indotta dal notevole residuo zuccherino) e integrità aromatica il Nussbaumer resta il campione indiscusso della tipologia. 90
Terre Alte '11 Felluga: bellino senz'anima. 87
Monte Alto '11 Ca'Rugate: mi aspettavo qualcosa di più. Bella l'integrità fruttata e lo sviluppo viaggia....si, si, per carità, ne ho assaggiati di peggiori. 89
Soave Classico Campo Vulcano '12 I Campi: mi son sempre chiesto cosa ci si troverà di tanto buono in questo vino slavato, non certo lunghissimo, non certo raffinatissimo. Per me resta un mistero ma sono propenso a pensare che sono io che non lo capisco. Sono disposto a riconoscergli il fatto che ha una beva scorrevole. Poi? Cos'altro? Illuminatemi voi che io non ci arrivo. 82
Soave Classico Le Bine di Costìola '11 Tamellini: questo è Soave porca l'oca! Frutta bianca, erbette, mineralità di fondo. Beva bellissima, palato sedotto, finale che reclama un altro goccio. Buonissimo. 92
Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: continua la mia storia d'amore con questo bianco agrumatissimo, salino, dal sapore che penentra nelle papille e arriva dritto al cuore. 92+
Chambave Muscat Flétri 2011 Le Vrille: pienamente dolce, aromatico, con elettrica tensione acida di sottofondo che ne ricorda la matrice montana. Un gran bel passito, da terminare la bottiglia e addormentarsi sereni. 92-
Moscato Rosa '11 Haas: petali di rosa, una punta di vegetale, speziatura e fragoloni; dolcezza un po' greve un po' grezza. Non ne sento il bisogno. 85
Serenade Moscato Giallo Passito '10 Cantina Caldaro: un fuoco d'artificio che invece che fendere la notte disegna cascate di scintille aromatiche al palato. M.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O. (se amate i vini dalla dolcezza pronunciata). 93
per adesso basta. Continuo domani con Abruzzo, Campania, Liguria e il mitico ES!
Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2012 Favaro: agrumi, erbe montane, freschezza da tutti i pori. Vien subito di portarlo alla bocca. Sale, succo, acidità. È prensile, s'attacca al palato, non lo molla ma non lo appesantisce. Anzi, sprizza una levità impressionante che rimane nel ricordo per minuti. Super! 92+
Herzu 2011 E.Germano: naso bellissimo con il registro del pompelmo, tocchi lieviemente affumicati (non da legno), registro esotico presente ma non spinto. La bocca è più larga che profonda, appaga, mi convince ma senza le vibrazioni che il 2010, qualche minuto prima a pranzo, mi aveva regalato. 90
Barolo Monvigliero 2009 Fratelli Alessandria: mi piace molto lo stile degli Alessandria, moderni nel nitore aromatico eppur conservatori nel tannino, frutto goloso al palato senza rinunciare a tratti di austerità, vino bello come un fiore appena schiuso eppur il pensiero ti dice che tra qualche anno sarà ancora lì, bello più di oggi. 92++
Barbaresco Rabajà '10 Giuseppe Cortese: uno degli assaggi della giornata. Naso meraviglioso, seducente nel ricordo di rosa, un tocco di camino acceso, speziatura levissima. Bocca impressionante per accellerazione senza perdere un solo tratto della bellezza aromatica. Tannino dalla trama di rara finezza. Lo voglio! 93 ma anche 94 per l'emozione instillata.
Barolo Bussia '09 Fenocchio: tanto femminile e aggraziato il Rabajà tanto mascolino il Bussia. Ma senza eccessi: naso più scuro, un tocco di prugna, la vena radicosa che non si fa mai vegetalità, il mazzetto di fiori secchi. Attacco perfetto, sviluppo e finale segnati da solidissimo impianto tannico dove le percezioni nasali si ampliano e stratificano. Nerbo e precisione. Comprare. 92-
Langhe Nebbiolo Costa Russi '10 Gaja: spezie, tratti affumicati, poi la rosa nebbiolesca. Bocca salda, segnata da un tannino ancora esposto ma capace di rientrare. Un profilo un po' tecnico e freddo se paragonato agli altri due. Uno squaletto che naviga baldanzoso. 90
Barolo Arborina '09 Altare: assaggio un po' distratto. Il legno si sente, il tannino è un po' violento. Non proprio convincente ma neanche deludente. Gli concedo un po' di tempo ma sono scettico sulla sua reale grandezza. 88
Barolo Liste '08 Borgogno: mi è piaciuto, e anche parecchio. Classicheggiante al massimo livello, come un tessuto in tweed in uno dei locali che si affacciano sulla londinese Savile Row. Ha eleganza, portamento, giusto tratto austero senza impuntature tanniche e smagliature alcoliche. Un bicchiere davanti al camino, aspettando un piatto di cacciagione: la felicità. 92+
Barolo Ca' Mia '09 Brovia: condivide con il Monprivato il suo giocare in sottrazione tutto finezza olfattive, verticalità vertiginosa che fa urlare il palato come quando si affronta la più terribile delle discese delle montagne russe. Ma mi convince, ha un finale "salmastro e arso" delicatissimo, che si spegne dopo minuti mettendo in mostra tutta la raffinatezza tannica. 93-
Roero Mompissano Riserva '10 Cascina Ca' Rossa: molto floreale, speziato, un tocco evidente di fragola. Al di là del Tanaro è più difficile giocare di finezza, si punta sul registro goloso. Scorre, non ha intralci tannici. 89
Barolo Massara '08 Castello di Verduno: è una mia debolezza, mi piace da matti questo stile di Barolo rarefatto nel registro aromatico, tutto sfumature floreali e rosa appassita, e compiuto nella setosità dei tannini. Un Barolo da bere piano, per coglierne le carezze; schiaffi non è capace di darne. 91
Camp Gros Martinenga '09 Marchesi di Gresy: uno dei modernisti più convincenti per equilibrio, baldanza palatale senza sfrontatezze, tratti infiltranti senza mai scoprire il lato alcolico. Ai suma (ci siamo). 91-
Barolo Vigna del Gris '09 Conterno Fantino: qui invece non ci siamo. Non so se non ero in vena io, o la bottiglia. O la fase evolutiva. So solo che lo smalto prevaleva sulle note di legna arsa e rosa e il tannino era inutilmente aggressivo, con quell'asciuttezza che ti dice che ne ha assorbito troppo dalla barrique. Mah. 80
Barolo Le Rocche del Falletto '07 Giacosa: fragolina giacosiana di una golosità incredibile si stagliava su di tratti di rosa, erbette aromatiche, un refolo di frutti chiari. Palato risolto, liscio e lunghissimo: un tappeto di velluto rosso dove far danzare le papille gustative. Temo, ma è solo un pensiero lontano, che non abbia il fiato per regger decenni. Nel caso rileggetevi Lorenzo il Magnifico e godetene subito. 94
Barolo Gavarini Chiniera '09 (magnum) Elio Grasso: esuberante, pieno, con un naso "boost" senza pungenze smaltate ma tanti fiori e un tocco fruttato scuro e un tannino da knock out tanto era possente, abbondante, mastodontico. "Qui comando io!" diceva con voce tonitruante. Ma, dietro quella severità, c'è un vino buono per davvero. 92
Barbaresco Rombone '09 Fiorenzo Nada: un tratto scuro, una leggera dolcezza alcolica, le spezie dolci. Non ha la finezza di tanti conterranei ma non è, nel suo modernismo spiccato, malaccio. Lo immagino su una fumante finanziera, in una sera d'inverno con oltre la porta una nebbia che va formando goccioline ovunque. Vi scalderà (anche perché, come detto, non è tenero dal lato alcolico). 90-
Carema Ris.Etichetta Bianca '09 Produttori di Carema: ah, che bontà! Che beva complessa eppur eterea, lunghissima nella suplesse d'un palato che galleggia su d'un tannino appena accennato tra saette al sapor di radici, scorzetta d'arancia, un tocco di genziana ed altre erbe amaricanti! Picotendro, mi amor! 92 (e che rammarico aver saltato quello di Ferrando!).
Barolo Rocche di Castiglione '09 Oddero: assaggio inquinato dalle chiacchiere quindi distratto. Mi è sembrato un Barolo di nerbo, caratteriale, austero. Uno stile classico intramontabile, di quelli che ti fanno amare le Langhe, il Barolo e ogni singolo grappolo di nebbiolo cresciuto tra Castiglione Falletto.
Barolo Villero '06 Vietti: è la seconda volta che mi folgora dopo il 2004 di due anni fa. Mammamia che vino! Rientra proprio appieno nelle mie corde per la nobiltà di ogni sfumatura aromatica (d'impianto prettamente classico con una rosa da manuale) e un palato tridimensionale, avvolgente eppur crocchiante di tannino ordito in una trama fittissima. Passano minuti prima che il sorso si spegne, emanando le ultime scintille. 96
Tenuta di Valgiano '10 Valgiano: grinta, forza misurata, carattere indomabile. Buonerrimo. 92
Sassicaia '10 Tenuta San Guido: il Sassicaia che non ti aspetti, quello che butta nel fango il suo tradizionale fioretto, le movenze da damerino, l'impalpabilità della seta dei suoi abiti per gettarsi tra la mischia con la baionetta tra i denti. Il problema? Deve coprire un frutto che scopre una punta di calore. La soluzione? Una bocca dalla grinta profonda, con qualche esibizione muscolina e un finale di forza. Questa ricchezza mi era parsa di sentirla solo nel '98. Però, allora, il frutto era molto più integro. Un Sassi meno longevo del solito? Macchisenefrega, ora è buono per davvero. 93-
Brunello di Montalcino Riserva '07 Poggio di Sotto: sinché ci saranno vini come il PdS Ris.'07 le ragioni del nebbiolo non avranno mai il via libera definitivo dalla commissione che deve giudicare se quest'ultimo sia davvero il miglior vitigno italico. Vino portentoso per trama, frutto, eleganza e compiutezza. 97
Brunello di Montalcino Riserva '07 Biondi Santi: il lato oscuro della forza: selvatico, scontroso, irrisolto, irrisolvibile? Non so. Non mi stupirei se tra qualche anno dovvessi trovarmi a tesserne le lodi e a battermi il petto per non averne capito la grandezza. Oggi come oggi è solo il fratello dal carattere torvo e ombroso rispetto ai fulgidi di Ris'04 e Ris.'06. 88
Cervaro della Sala '11: legno e agrumi, in naso e al palato. Buona progressione. Vino di una noia ferale. Ma, nel suo stile, è fatto bene. 87
Paleo '10 Le Macchiole: bello e deciso l'attacco, contenuta la vegetalità, ricco e stratificato il finale. Mi è piaciuto ma non mi scalda il cuore. 90.
Grattamacco '10 Poderi Grattamacco: continuo a ritenerlo il Bolgheri migliori insieme al Sassi. E rispetto al Sassi, in un'annata difficile come la '10, riesce a regalare una finezza e uno spirito bordolese davvero encomibile, rigoroso nello sviluppo quanto tenero e risolto nell'adorabile scorrevolezza del sorso. 93 (si, più del Sassi).
Veneroso '10 Tenuta di Ghizzano: ben fatto, buon carattere, ha succo e discreta profondità. Bellino, ino, ino. Nulla più. 90-
Fontalloro '10 Felsina: un ricordo sfuocato, c'è la violetta, c'è il sangiovese, c'è un palato così così, probabilmente sfuocato. SV per non penalizzarlo ma l'impressione è che mi fosse piaciuto da 88/89 punti max.
Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+
Sabbie di Sopra il Bosco '11 Nanni Copé : un vino tutto giocato sul registro della finezza e della sottrazione. Specie sul legno, ora ben registrato. Ma c'è un non so che non me lo fa amare più di tanto. Cosa sarà? Una trama leggermente troppo marcatamente floreal/vegetale? Una speziatura non compiuta? Mumble mumble.... 90-
Val Venosta Riesling '12 Falkenstein: un compitino facile facile che scivola via, senza colpo ferire. 88+
Valle Isarco Riesling Kaiton '12 Kuenhof P.Pliger: questo è buono, per la miseria! Carattere, forza senza brutalità, pompelmo e sale. Avanti! 91
Eichhorn '12 Manincor: quel finesse! Ti viene da inchinarti ossequioso davanti alla postura regale di questo magnifico pinot bianco. Giù il cappello. 93-
A.A. Sirmian Pinot Bianco '12 Nals Magré: bianco dell'anno? È buono, ha eleganza fruttata, un sapore che si dispiega bene al palato, una cremosità di fondo che si sposa con l'armonia gustativa. Bianco dell'anno dicevamo? Per me no. Eichhorn non lo vede neanche col binocolo. E neanche quello che segue. Però Tre bicchieri meritati, convinti. 90+
Terlano Pinot Bianco Vorberg Riserva '10 Terlano: leggermente più esile, specie nell'espressione olfattiva rispetto all'Eichhorn. Ma di una compostezza e una raffinatezza che tocca vertici altissimi. Mi ricorda, per certi versi, la classe dei migliori Villa Bucci. Chi ama il vino rarefatto, suggestivo e sfumato non può assolutamente perderlo. 93+
AA Pinot Bianco '12 Niedrist: saporito, composto, ben pettinato. Ma che grazioso bimbetto! Bello e bravo. 90
Feldmarschall von Fenner zu Fennberg '11 Tiefenbrunner: non amo molto il timbro floreal/vegetale del müller thurgau anche se qui è smussato grazie a una bocca di notevole progressione e grip. Ben fatto, ne convengo. Ne bevo anche un paio di bicchieri ma resto freddo, algido come lui e il clima che respira ai 1000 metri di quota del vigneto. 90
Val Venosta Pinot Bianco '12 Castel Juval: in perfetto stile Aurich: rigoroso nell'espressione varietale ma godibilissimo nell'approccio palatale, regala soddisfazioni e polpa di frutti bianchi. Bel bicchiere. 91-
Nussbaumer '12 Termeno: inebriante che già una snasata basta, figuriamoci un bicchiere. Sono in una fase "M (abbasso) il Gewürz" ma riconosco che per trama cremosa (indotta dal notevole residuo zuccherino) e integrità aromatica il Nussbaumer resta il campione indiscusso della tipologia. 90
Terre Alte '11 Felluga: bellino senz'anima. 87
Monte Alto '11 Ca'Rugate: mi aspettavo qualcosa di più. Bella l'integrità fruttata e lo sviluppo viaggia....si, si, per carità, ne ho assaggiati di peggiori. 89
Soave Classico Campo Vulcano '12 I Campi: mi son sempre chiesto cosa ci si troverà di tanto buono in questo vino slavato, non certo lunghissimo, non certo raffinatissimo. Per me resta un mistero ma sono propenso a pensare che sono io che non lo capisco. Sono disposto a riconoscergli il fatto che ha una beva scorrevole. Poi? Cos'altro? Illuminatemi voi che io non ci arrivo. 82
Soave Classico Le Bine di Costìola '11 Tamellini: questo è Soave porca l'oca! Frutta bianca, erbette, mineralità di fondo. Beva bellissima, palato sedotto, finale che reclama un altro goccio. Buonissimo. 92
Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: continua la mia storia d'amore con questo bianco agrumatissimo, salino, dal sapore che penentra nelle papille e arriva dritto al cuore. 92+
Chambave Muscat Flétri 2011 Le Vrille: pienamente dolce, aromatico, con elettrica tensione acida di sottofondo che ne ricorda la matrice montana. Un gran bel passito, da terminare la bottiglia e addormentarsi sereni. 92-
Moscato Rosa '11 Haas: petali di rosa, una punta di vegetale, speziatura e fragoloni; dolcezza un po' greve un po' grezza. Non ne sento il bisogno. 85
Serenade Moscato Giallo Passito '10 Cantina Caldaro: un fuoco d'artificio che invece che fendere la notte disegna cascate di scintille aromatiche al palato. M.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O. (se amate i vini dalla dolcezza pronunciata). 93
per adesso basta. Continuo domani con Abruzzo, Campania, Liguria e il mitico ES!