pier2559 ha scritto:zampaflex ha scritto:Boffalora - Pietrisco 2013Ahi.
Risolve la propria componente aromatica in succo di pomodoro e granatina, e fin qui va bene, tutto sommato.
Difetta però di sostanza, in bocca spegne gli entusiasmi con una prestazione piuttosto modesta, fatta di un po' di classiche componenti locali, ma senza forza, senza grinta, senza spessore. Era ben più buono il 2012.
Nota di colore: bottiglia numero 1 di 5000, hovintoquaccheccosa?
Fantastico, ho voluto guardare le 3 bottiglie di Pietrisco 2013 che ho in cantina e anche le mie sono tutte numero 1 di 5000...
A questo punto nel w.e. ne apro una poi ti saprò dire, a me hanno parlato benissimo della 2013
Riassaggiato la scorsa estate, a confronto (non programmato) con due vini di produttori... "zampaflexiani" in successione, il Valgella Söl del suo adorato Barbacàn (ma 2014) e il Sassella Del Negus 2013 della sua new entry Leusciatti.
Inutile dire che ha fatto un figurone in entrambe le serate. Rosa d’ordinanza in evidenza, garofano, anice, note minerali (pomodoro non pervenuto: sarà forse il famoso “ciliegino di Dubino”?), in bocca mostra acidità spiccata, tannini duretti / sinceri, sale serio, dolcezza sottile ma infiltrante. Volendo essere pignoli c’è anche un leggero freno vegetale, ma non è in primo piano e non elide i pregi del vino, notevole interpretazione di Nebbiolo valtellinese in buona annata – in relazione all’annata difficile, il suo 2014 mi è sembrato ancora più notevole. Riguardo al 2012, posso dire che l’anno prima il confronto diretto tra il 2013 appena uscito e il 2012 era stato vinto dal primo.
Brevemente sugli altri due: nel Söl 2014 la confettura di frutta stracotta del naso si specchia in una bocca imperniata sul contrasto tra acidità e frutto molto dolce, che vira sulla gelatina di frutti di bosco neri, tannini addomesticati / evanescenti, nota vegetale-silvana magari anche pirazinica.
Il Del Negus 2013 era sul rustico andante, naso con prevalenza di foglie secche e dado da brodo, bocca con carbonica inizialmente in evidenza (una costante di questo vino) e curioso tratto dolce-amaro di tamarindo, anche qui note evolute. Se non avessi assaggiato altre annate di questo vino (alcune delle quali peraltro più riuscite nonostante l’imprecisione) penserei a una bottiglia fallata. Tappo da discount, come al solito per questo vino: nel suo recente restyling il produttore avrà finalmente risolto questo problema o si sarà limitato a cambiare completamente le etichette?
Ah, rispetto al’etichetta del Pietrisco 2013 “1 di 5000” significa “una di cinquemila”, non “la prima di cinquemila”…