alì65 ha scritto:Wineduck ha scritto:Batti89 ha scritto:
Leggendo le tue bellissime note di degustazione su questa bottiglia ho stappato l unica che avevo in cantina e, purtroppo, le sensazioni che mi ha dato sono totalmente diverse.
Già il colore manca della "luce" di cui parli virando verso un aranciato-mattonato.
Al naso tradisce eccessiva evoluzione, sopra ogni cosa si sente ciliegia sotto spirito e note di sherry. Poi in sottofondo emergono sentori nobili del nebbiolo invecchiato di goudron e liquirizia.
La bocca è corrispondente col naso dove si sentono intriganti note di sottobosco ma il tannino è però totalmente risolto e il sorso manca di allungo.
Vino scollinato, nulla a che vedere col fratello brunate pari annata (ultima bottiglia bevuta un paio d anni fa) e che ricordo essere vino stratosferico con tutto il meglio della 2011: vino sempre aperto e solare con sorso energico ma cremoso cesellato da tannini magistrali.
Bottiglia presa all uscita in enoteca di fiducia e sempre conservata a dovere, l avevo ceralaccata e il tappo era perfetto.
Purtroppo il problema dei tappi che non lavorano bene è sempre più frequente: non hanno il batterio incistato che produce il TCA ma compromettono comunque il regolare sviluppo evolutivo del vino o lo danneggiano seriamente. Sono bottiglie che al mio gruppo toscano di degustazione piace chiamare "mascarelllate" con riferimento al noto produttore di Castiglion Falletto che ha una percentuale storica di bottiglie rovinate dai tappi da far invidia alla collezione di scarpe di Maria Carey. A me è capitato recentemente con un Acclivi 2013 di Burlotto che mi ha (parzialmente) rovinato la festa di compleanno. Invece sul Tre Tine 2011 ho sempre trovato bottiglie perfette. Sul Brunate della stessa annata invece ho una sola stappatura e sinceramente non mi è sembrata al livello del fratello di cantina: ricordo un tannino abbastanza verde e leggermente graffiante. Ne aprirò un'altra in futuro e vi farò sapere.
e pensa che con l'avvento della figlia le cose sono migliorate tantissimo; con il Citrico le bt erano da preghiera ogni volta che stappavi
diciamo che era un uomo "sincero"
E' abbastanza vero ma a parte una volatile iniziale che era spesso alta, io non ho mai trovato tante bottiglie imbevibili di Beppe. Era più facile che "cannasse" un'intera annata, quello si. Negli anni 90 ad esempio i suoi 96 e soprattutto 97 sono decisamente "dimenticabili" mentre la 98 per lui è stata un'annata "di grazia": a mio modesto parere è quello che ha interpretato meglio di tutti quell'annata controversa grazie ad una vendemmia estremamente ritardata che gli ha permesso di portare in cantina delle uve magnifiche. Il suo Cannubi-San Lorenzo Ravera 98 in magnum che ho stappato per il mio 50esimo è una bottiglia mitologica che si ricordano ancora tutti i miei ospiti a distanza di anni...

Di sicuro Marta dalla 2004 in poi ha introdotto una disciplina di cantina notevole e con il successivo arrivo di Carlotta anche la gestione agronomica è salita di livello. I loro vini recenti sono fatti veramente molto bene.