l'oste ha scritto:Champagne brut Marc Hebrart
Chambolle Musigny 2006 - P.Pacalet
Pommard v.v. 2006 - Voillot
Paleo 2001 - le Macchiole
Torno sui vini bevuti, per non lasciare le cose a metà...
Per quanto possa essere inattendibile sul genere e dopo solo tre bottiglie, a me il brut di Marc Hebrart piace, molto pulito, minerale e con un'acidità freschissima che invoglia a vedere il bicchiere pieno. Ad un prezzo che "spacca" che si vuole di più?
Su Pacalet vorrei aver bevuto più della decina di bottiglie stappate finora (solo un 1er cru) per poter avere un'idea più precisa, anche se a volte generalizzare le impressioni singole può essere un discreto indizio. Lo Chambolle 2006 ha il colore classico del pinoir, non concentratissimo e luminoso. Al naso apre con un volume ampio sulle giovani note di frutto e talco/cipria, con una vena minerale leggermente fredda che si ritrova anche al palato. Tenuto da parte e riprovato alla sera, pur mantenendo il volume, ha sostituito la leggiadria con un frutto più "di radici" se si capisce la sensazione. Non ha una grande complessità, ma credo che il tipo di annata e la sua giovinezza siano complici del fatto. Rispetto al suo NSG, Pommard o Gevrey provati (anche i 2005), questo non ha tannicità eccessive da addomesticare nel tempo, ma nemmeno la lunga persistenza "concreta" al palato. La cosa che mi colpisce ancora una volta di questo produttore (oltre alla pulizia specifica sullo Chambolle), è la straordinaria beva, sembra che la bottiglia sia una mezzina per quanto finisce rapidamente. Peccato davvero, unico difetto sensibile, che costi parecchio per un village. Piaciuto.
Il Pommard di Voillot mi è sembrato un po' crucciato, come se la bella materia che si percepisce sotto non riesca ancora a definirsi olfattivamente, rimandando solo un sentore di radici minerali e un frutto austero. Al palato ha una presa forte, "ferroso", serio, abbastanza tannico e potrebbe rivelarsi parecchio longevo, sia per le caratteristiche di nomea della tipologia che per le mie bevute di questo produttore. Piacicchiato.
Infine Paleo 2001, vincitore della giornata, ben oltre l'eccellenza. Questo millesimo spartiacque (la prima annata "tutto Franc") secondo me è una bottiglia che potrebbe mettere d'accordo i gusti più diversi. E' un vino ricco, pieno, con complessità aromatiche notevoli, sia di frutto (ribes e mirtillo) che di spezie, erbe e sapidità. Non eccede in piacionerie alloctone (a Bolgheri ogni tanto capita), si "sente la Toscana" e non gli manca nulla, dall'acidità equilibrata con la morbidezza al sapore piacevole al palato; è rotondo, complesso e con una beva enorme ed importante. Piaciuto un bel po'.