Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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vittoxx
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Re: Bollettino AVR - " Aspettando S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda vittoxx » 02 gen 2013 20:14

gabriele succi ha scritto:
vittoxx ha scritto:
gabriele succi ha scritto:Ragà,
siete sul buon passo per arrivare a 300 pagine...
...ho come il sospetto che salterà fuori qualcosa che ve lo permetterà in un lampo...

:P

Bisogna difendersi, il parco giochi si presenta come nemico formidabile 8)

Temo di no, almeno fino a che il conte non ci scrive...

:lol:

E io mi astengo...

8)

...forse...

Anch'io: questi tentativi igienistici non mi trovano d'accordo. Non si può recintare il lato oscuro della forza 8) :mrgreen:
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JohnnyTheFly
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Re: Bollettino AVR - " Aspettando S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda JohnnyTheFly » 02 gen 2013 22:02

manichi ha scritto:Fine d'anno :
Champagne Cuvee Louise Rosè 2000 Pommery : champagne color ramato non esaltante , discreto aperitivo
Trebbiano 2007 Valentini : da quello che avevo letto mi aspettavo decisamente di più , bel naso molto pulito ma in bocca risulta un tantino esile segnata dall'acidità ma senza la materia di altre annate recenti ( 2002 in primis )
Chianti Classico 2009 Val delle Corti : un chianti annata ben fatto e di buona piacevolezza
Chianti Classico Riserva 2001 Villa Rosa : qui si sale di complessità , sangiovese molto tipico e conferma che i 2001 chiantigiani sono in stato di grazia
Barbaresco Santo Stefano 2008 Giacosa : naso giacosiano di confettura di fragola , grande bevibilità , unico limite un alcool un tantino sopra le righe
Poi 2 tappazzi di fila su due Barolo 2004 ( Castelletto Manzone e Monvigliero F.lli Alessandria )
Montevertine 2008 forse la peggior bott. di Montevertine provata per una bocca con una acidità limonosa che rende poco agevole la beva , non so se possa essere un problema di bott. o una fase poco felice del vino
Chiusura per il brindisi con Champagne Cuvee Helixe 2002 Perrot Batteux naso interessante , in bocca pare parecchio indietro con una acidità ancora irruenta .


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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda JohnnyTheFly » 02 gen 2013 22:09

Il mio nuovo cachet per le degustazioni in vigore dal 07-01-2013:

50 euro la chiamata + 25 euro all'ora.

Netti.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda manichi » 02 gen 2013 22:13

JohnnyTheFly ha scritto:Il mio nuovo cachet per le degustazioni in vigore dal 07-01-2013:

50 euro la chiamata + 25 euro all'ora.

Netti.

Buona dieta .
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda JohnnyTheFly » 02 gen 2013 22:22

manichi ha scritto:
JohnnyTheFly ha scritto:Il mio nuovo cachet per le degustazioni in vigore dal 07-01-2013:

50 euro la chiamata + 25 euro all'ora.

Netti.

Buona dieta .


Grazie. Mi trattengo per la millecinquecento da Pinchiorri.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda alì65-2 » 02 gen 2013 22:46

certo che di cazzate per aumentare le pagine ne scrivete parecchie!!... :D
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda l'oste » 04 gen 2013 12:38

manichi ha scritto:Barbaresco Santo Stefano 2008 Giacosa : naso giacosiano di confettura di fragola

A prescindere dalla piacevolezza di questo descrittore che ho riscontrato più volte anche nel Rocche di Giacosa, mi sono sempre domandato se sia un segno di tipicità del nebbiolo o un atout del manico.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda Palma » 04 gen 2013 16:16

l'oste ha scritto:
manichi ha scritto:Barbaresco Santo Stefano 2008 Giacosa : naso giacosiano di confettura di fragola

A prescindere dalla piacevolezza di questo descrittore che ho riscontrato più volte anche nel Rocche di Giacosa, mi sono sempre domandato se sia un segno di tipicità del nebbiolo o un atout del manico.

Domanda interessante, Oste.
A mio avviso come per altri descrittori (tra cui l'anguria o simil-anguria conterniana) c'è un mix delle due ipotesi.
Il sentore "marmellatina di fragola", o comunque quelli ad esso assimilabili si trovano in diversi vini di diversi produttori, ricordo certamente sul Rionda 2004 di Massolino, nel Ceretta 2010 (da botte) di Conterno in alcuni vini di Fenocchio, nel Rabajà 2009 di Ca dù Rabaja, sul Santo Stefano del castello di Neive ed altri, quindi credo che sia comunque un espressione del vitigno o comunque del terroir. Poi ovviamente il manico incide nel dargli un'interpretazione personale più difficile da descrivere e qua diciamo che il sentore "giacosiano" è più marcato che in altri casi. Non credo di essere stato chiarissimo, ma spero che il mio pensiero sia comunque intuibile, poi sicuramente sarà una strunzata.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda gp » 04 gen 2013 16:30

Ma sì, penso si possa dire che piccoli frutti rossi (tra cui la fragola) - rosa/rosa canina (per me più che la viola) - frutta arancione (pesca, albicocca) fanno parte del corredo aromatico dell'uva Nebbiolo, in versione più o meno "confetturata" e con livelli di aromaticità più o meno acuti. La stessa anguria che i bignami attribuiscono a G. Conterno non è lontana dalla frutta rossa (anzi, è rossissima)!
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Re: Bollettino AVR - " Aspettando S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda davidef » 04 gen 2013 17:37

gabriele succi ha scritto:
vittoxx ha scritto:
gabriele succi ha scritto:Ragà,
siete sul buon passo per arrivare a 300 pagine...
...ho come il sospetto che salterà fuori qualcosa che ve lo permetterà in un lampo...

:P

Bisogna difendersi, il parco giochi si presenta come nemico formidabile 8)

Temo di no, almeno fino a che il conte non ci scrive...

:lol:

E io mi astengo...

8)

...forse...



non preoccuparti... 8)

vigilerò ad ogni nota di degustazione idonea o teorizzazione ideale e proporrò tramite copiaincolla la discussione su quella bucolica area... :lol:

sta partendo in sordina, ma aspetta che arrivi il gancio giusto e vedrai come vola :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda l'oste » 05 gen 2013 00:33

Palma ha scritto:
l'oste ha scritto:
manichi ha scritto:Barbaresco Santo Stefano 2008 Giacosa : naso giacosiano di confettura di fragola

A prescindere dalla piacevolezza di questo descrittore che ho riscontrato più volte anche nel Rocche di Giacosa, mi sono sempre domandato se sia un segno di tipicità del nebbiolo o un atout del manico.

Domanda interessante, Oste.
A mio avviso come per altri descrittori (tra cui l'anguria o simil-anguria conterniana) c'è un mix delle due ipotesi.
Il sentore "marmellatina di fragola", o comunque quelli ad esso assimilabili si trovano in diversi vini di diversi produttori, ricordo certamente sul Rionda 2004 di Massolino, nel Ceretta 2010 (da botte) di Conterno in alcuni vini di Fenocchio, nel Rabajà 2009 di Ca dù Rabaja, sul Santo Stefano del castello di Neive ed altri, quindi credo che sia comunque un espressione del vitigno o comunque del terroir. Poi ovviamente il manico incide nel dargli un'interpretazione personale più difficile da descrivere e qua diciamo che il sentore "giacosiano" è più marcato che in altri casi. Non credo di essere stato chiarissimo, ma spero che il mio pensiero sia comunque intuibile, poi sicuramente sarà una strunzata.

Credo di aver capito quanto scrivi, forse perchè sono un esperto produttore di strunzate...
Sorriso.

Sul "fragoloso giacosiano" la curiosità mi è sorta perchè nei testi sacri del nebbiolo questo frutto non compare come predominante tra i frutti rossi che di base hanno una tendenza più acidula che dolce.
Spesso poi i sentori di confettura tout court nel nebbiolo non mi sembra che vengano messi tra i sentori di tipicità di questo vitigno. Inoltre quando si dice "marmellatoso" non credo si voglia fare un complimento.
Solo per la precisione, la confettura (o marmellata, ma quest'ultimo termine tecnicamente si usa solo per gli agrumi) deriva da frutta e zucchero cotti a lungo insieme, cioè un procedimento che a me non richiama prontamente il frutto spontaneo ma una sua elaborazione.
Dell'anguria si dice anguria non confettura d'anguria, così come per molti pinot noir si parla di fragoline o lamponi e non di confettura di essi. E nei pn buoni, questo sentore non è mai presente in modo così predominante come in alcuni vini di Giacosa.
Però è indubbio che in alcuni vini della sua produzione più recente (per la mia limitata esperienza direi dagli ultimi anni del secolo scorso in poi) questo descrittore si erge protagonista molto spesso sia nei barbaresco che nei barolo, quindi a meno di uniformare d'amblè i due terroir come uguali, non mi pare così evidente che tale sentore possa essere "di terroir". Insomma, Santo Stefano dovrebbe essere un terroir un po' diverso da Serralunga.
Quello che mi lascia perplesso è che per fare la confettura si usa lo zucchero in grande quantità.
Siccome lo zucchero, la chaptalisation (per fare il fico en français) in Italia non è consentita, mi resta un po' di perplessità e mi stupisce anche leggere che questo sentore "giacosiano" dolce viene apprezzato da chi invece -persino con dileggi e cazzeggi- rifugge i vini che presentano eccessi zuccherini (vedi Es o Kurni e apriti cielo).

Ora veramente Fabrizio, come ho premesso, il descrittore "fragoloso" a prescindere dalla sua tipicità a me piace (anche nel lambrusco dove però mi pare venga indicato come tipico) e non è mia intenzione polemizzare a caxxo con te o altri per far crescere di un po' di pagine il thread.
Però ho la tenue sensazione che oltre a non accettare la soggettività, qualche volta non si usi neanche l'obbiettività nei confronti di un produttore come Giacosa, forse perchè sta più nel cuore di altri per alcuni indubbi e magistrali capolavori che ha regalato oltre che per l'icona che rappresenta.

PS: dopo aver letto i nomi dei vini/produttori che citi come "portatori di fragola", da buon empirista stasera con il bollito di fusello (il "filetto" del quarto anteriore) con bagnett verde e rosso, ho aperto il Barolo Bussia 2004 di Fenocchio (piaciuto proprio) ma tra i molti descrittori speziati, floreali e di frutto (ribes, ciliegia) la fragola non c'era nè in frutto nè in confettura e non ho percepito alcuna dolcezza di frutto eccessiva ma un corredo aromatico di ottima armonia.
Ovviamente proverò a breve anche gli altri vini che hai indicato, perchè il tema mi incuriosisce proprio.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda meursault » 05 gen 2013 00:58

l'oste ha scritto:Però è indubbio che in alcuni vini della sua produzione più recente (per la mia limitata esperienza direi dagli ultimi anni del secolo scorso in poi) questo descrittore si erge protagonista molto spesso sia nei barbaresco che nei barolo, quindi a meno di uniformare d'amblè i due terroir come uguali, non mi pare così evidente che tale sentore possa essere "di terroir". Insomma, Santo Stefano dovrebbe essere un terroir un po' diverso da Serralunga.
Quello che mi lascia perplesso è che per fare la confettura si usa lo zucchero in grande quantità.
Siccome lo zucchero, la chaptalisation (per fare il fico en français) in Italia non è consentita, mi resta un po' di perplessità e mi stupisce anche leggere che questo sentore "giacosiano" dolce viene apprezzato da chi invece -persino con dileggi e cazzeggi- rifugge i vini che presentano eccessi zuccherini (vedi Es o Kurni e apriti cielo).

Ora veramente Fabrizio, come ho premesso, il descrittore "fragoloso" a prescindere dalla sua tipicità a me piace (anche nel lambrusco dove però mi pare venga indicato come tipico) e non è mia intenzione polemizzare a caxxo con te o altri per far crescere di un po' di pagine il thread.
Però ho la tenue sensazione che oltre a non accettare la soggettività, qualche volta non si usi neanche l'obbiettività nei confronti di un produttore come Giacosa, forse perchè sta più nel cuore di altri per alcuni indubbi e magistrali capolavori che ha regalato oltre che per l'icona che rappresenta.


La fragola insistita che sconfina anche nel concentrato di pomodoro è infatti una delle principali critiche che vengono mosse alla "nouvelle vague" dei vini di Giacosa.
A mio parere alcune volte nelle recenti uscite questo accade, e trovo i vini connotati da queste caratteristiche non troppo interessanti e se vogliamo forse anche non troppo tipici.
Bisogna vedere come questi sentori evolvono comunque, potrebbe anche essere che come nei Pn di borgogna da annata calda il frutto, il varietale, mettono per diversi anni in secondo piano il terroir, anche qui magari con l'invecchiamento potrebbero affacciarsi sentori più nobili del Nebbiolo.
Quando invece la fragola è presente ma discretta, contornata da altre cose ma in contesto di finizze, freschezza e precisione, come in Asili 2008, questi vini mostrano il lato più godurioso e poco esplorato del Nebbiolo, rendendone irresistibile la beva e la fruizione anche nel brevissimo periodo.
my 2 cents.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda vittoxx » 05 gen 2013 01:23

l'oste ha scritto:
Palma ha scritto:
l'oste ha scritto:
manichi ha scritto:Barbaresco Santo Stefano 2008 Giacosa : naso giacosiano di confettura di fragola

A prescindere dalla piacevolezza di questo descrittore che ho riscontrato più volte anche nel Rocche di Giacosa, mi sono sempre domandato se sia un segno di tipicità del nebbiolo o un atout del manico.

Domanda interessante, Oste.
A mio avviso come per altri descrittori (tra cui l'anguria o simil-anguria conterniana) c'è un mix delle due ipotesi.
Il sentore "marmellatina di fragola", o comunque quelli ad esso assimilabili si trovano in diversi vini di diversi produttori, ricordo certamente sul Rionda 2004 di Massolino, nel Ceretta 2010 (da botte) di Conterno in alcuni vini di Fenocchio, nel Rabajà 2009 di Ca dù Rabaja, sul Santo Stefano del castello di Neive ed altri, quindi credo che sia comunque un espressione del vitigno o comunque del terroir. Poi ovviamente il manico incide nel dargli un'interpretazione personale più difficile da descrivere e qua diciamo che il sentore "giacosiano" è più marcato che in altri casi. Non credo di essere stato chiarissimo, ma spero che il mio pensiero sia comunque intuibile, poi sicuramente sarà una strunzata.

Credo di aver capito quanto scrivi, forse perchè sono un esperto produttore di strunzate...
Sorriso.

Sul "fragoloso giacosiano" la curiosità mi è sorta perchè nei testi sacri del nebbiolo questo frutto non compare come predominante tra i frutti rossi che di base hanno una tendenza più acidula che dolce.
Spesso poi i sentori di confettura tout court nel nebbiolo non mi sembra che vengano messi tra i sentori di tipicità di questo vitigno. Inoltre quando si dice "marmellatoso" non credo si voglia fare un complimento.
Solo per la precisione, la confettura (o marmellata, ma quest'ultimo termine tecnicamente si usa solo per gli agrumi) deriva da frutta e zucchero cotti a lungo insieme, cioè un procedimento che a me non richiama prontamente il frutto spontaneo ma una sua elaborazione.
Dell'anguria si dice anguria non confettura d'anguria, così come per molti pinot noir si parla di fragoline o lamponi e non di confettura di essi. E nei pn buoni, questo sentore non è mai presente in modo così predominante come in alcuni vini di Giacosa.
Però è indubbio che in alcuni vini della sua produzione più recente (per la mia limitata esperienza direi dagli ultimi anni del secolo scorso in poi) questo descrittore si erge protagonista molto spesso sia nei barbaresco che nei barolo, quindi a meno di uniformare d'amblè i due terroir come uguali, non mi pare così evidente che tale sentore possa essere "di terroir". Insomma, Santo Stefano dovrebbe essere un terroir un po' diverso da Serralunga.
Quello che mi lascia perplesso è che per fare la confettura si usa lo zucchero in grande quantità.
Siccome lo zucchero, la chaptalisation (per fare il fico en français) in Italia non è consentita, mi resta un po' di perplessità e mi stupisce anche leggere che questo sentore "giacosiano" dolce viene apprezzato da chi invece -persino con dileggi e cazzeggi- rifugge i vini che presentano eccessi zuccherini (vedi Es o Kurni e apriti cielo).

Ora veramente Fabrizio, come ho premesso, il descrittore "fragoloso" a prescindere dalla sua tipicità a me piace (anche nel lambrusco dove però mi pare venga indicato come tipico) e non è mia intenzione polemizzare a caxxo con te o altri per far crescere di un po' di pagine il thread.
Però ho la tenue sensazione che oltre a non accettare la soggettività, qualche volta non si usi neanche l'obbiettività nei confronti di un produttore come Giacosa, forse perchè sta più nel cuore di altri per alcuni indubbi e magistrali capolavori che ha regalato oltre che per l'icona che rappresenta.

PS: dopo aver letto i nomi dei vini/produttori che citi come "portatori di fragola", da buon empirista stasera con il bollito di fusello (il "filetto" del quarto anteriore) con bagnett verde e rosso, ho aperto il Barolo Bussia 2004 di Fenocchio (piaciuto proprio) ma tra i molti descrittori speziati, floreali e di frutto (ribes, ciliegia) la fragola non c'era nè in frutto nè in confettura e non ho percepito alcuna dolcezza di frutto eccessiva ma un corredo aromatico di ottima armonia.
Ovviamente proverò a breve anche gli altri vini che hai indicato, perchè il tema mi incuriosisce proprio.

Quoto totalmente la disamina tecnica che definirei "oggettiva". In particolare ciò si evince in maniera clamorosa sul falletto er 2004, da me ridefinito "il puttanone": vino di indubbia piacevolezza quanto di altrettanta indubbia ruffianeria. Ne conservo ormai solo una mg sperando che tra 20 anni se avrò il piacere e la possibilità di aprirla io mi sia sbagliato. X il resto giacosa non ne compero più: i vecchi perchè fragili e rischiosi, i nuovi perchè non mi piace pagare per godere (vabbè Monsignore, questa passamela! :wink: ). E comunque bevo quelli di palma :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda vittoxx » 05 gen 2013 01:32

meursault ha scritto:
l'oste ha scritto:Però è indubbio che in alcuni vini della sua produzione più recente (per la mia limitata esperienza direi dagli ultimi anni del secolo scorso in poi) questo descrittore si erge protagonista molto spesso sia nei barbaresco che nei barolo, quindi a meno di uniformare d'amblè i due terroir come uguali, non mi pare così evidente che tale sentore possa essere "di terroir". Insomma, Santo Stefano dovrebbe essere un terroir un po' diverso da Serralunga.
Quello che mi lascia perplesso è che per fare la confettura si usa lo zucchero in grande quantità.
Siccome lo zucchero, la chaptalisation (per fare il fico en français) in Italia non è consentita, mi resta un po' di perplessità e mi stupisce anche leggere che questo sentore "giacosiano" dolce viene apprezzato da chi invece -persino con dileggi e cazzeggi- rifugge i vini che presentano eccessi zuccherini (vedi Es o Kurni e apriti cielo).

Ora veramente Fabrizio, come ho premesso, il descrittore "fragoloso" a prescindere dalla sua tipicità a me piace (anche nel lambrusco dove però mi pare venga indicato come tipico) e non è mia intenzione polemizzare a caxxo con te o altri per far crescere di un po' di pagine il thread.
Però ho la tenue sensazione che oltre a non accettare la soggettività, qualche volta non si usi neanche l'obbiettività nei confronti di un produttore come Giacosa, forse perchè sta più nel cuore di altri per alcuni indubbi e magistrali capolavori che ha regalato oltre che per l'icona che rappresenta.


La fragola insistita che sconfina anche nel concentrato di pomodoro è infatti una delle principali critiche che vengono mosse alla "nouvelle vague" dei vini di Giacosa.
A mio parere alcune volte nelle recenti uscite questo accade, e trovo i vini connotati da queste caratteristiche non troppo interessanti e se vogliamo forse anche non troppo tipici.
Bisogna vedere come questi sentori evolvono comunque, potrebbe anche essere che come nei Pn di borgogna da annata calda il frutto, il varietale, mettono per diversi anni in secondo piano il terroir, anche qui magari con l'invecchiamento potrebbero affacciarsi sentori più nobili del Nebbiolo

È la teoria del marchese, a me convince poco relativamente alla prontezza di beva che i giak recenti mostrano da subito. Chi vivrà vedrà...
La vedo diversamente invece sul confine fragola-conserva di pomodoro: non mi pare un trascolorare dall'una all'altro il campo giusto di analisi. Ritengo la passata un sentore iniziale di riduzione molto presente nei giacosa (non in tutti) che con l'aerazione tende a svanire, e quando non lo fa inficia definitivamente il profilo olfattivo e quindi il vino tutto. Dunque 2 cose ben distinte e al limite il passaggio sarebbe pomodoro fragola e non viceversa.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda meursault » 05 gen 2013 01:43

meursault ha scritto:
vittoxx ha scritto:La fragola insistita che sconfina anche nel concentrato di pomodoro è infatti una delle principali critiche che vengono mosse alla "nouvelle vague" dei vini di Giacosa.
A mio parere alcune volte nelle recenti uscite questo accade, e trovo i vini connotati da queste caratteristiche non troppo interessanti e se vogliamo forse anche non troppo tipici.
Bisogna vedere come questi sentori evolvono comunque, potrebbe anche essere che come nei Pn di borgogna da annata calda il frutto, il varietale, mettono per diversi anni in secondo piano il terroir, anche qui magari con l'invecchiamento potrebbero affacciarsi sentori più nobili del Nebbiolo

È la teoria del marchese, a me convince poco relativamente alla prontezza di beva che i giak recenti mostrano da subito. Chi vivrà vedrà...
La vedo diversamente invece sul confine fragola-conserva di pomodoro: non mi pare un trascolorare dall'una all'altro il campo giusto di analisi. Ritengo la passata un sentore iniziale di riduzione molto presente nei giacosa (non in tutti) che con l'aerazione tende a svanire, e quando non lo fa inficia definitivamente il profilo olfattivo e quindi il vino tutto. Dunque 2 cose ben distinte e al limite il passaggio sarebbe pomodoro fragola e non viceversa.


Non intendevo un passaggio da uno all'altro in un determinato ordine, quanto l'alternanza a seconda del vino.
A me il concentrato di pomodoro non sembra o almeno io non lo riconduco necessariamente alla riduzione e capita che, pur spesso attenuandosi rispetto ai primi minuti, rimanga spesso sempre presente.
Ultima modifica di meursault il 05 gen 2013 13:07, modificato 1 volta in totale.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda vittoxx » 05 gen 2013 03:11

meursault ha scritto:
vittoxx ha scritto:La fragola insistita che sconfina anche nel concentrato di pomodoro è infatti una delle principali critiche che vengono mosse alla "nouvelle vague" dei vini di Giacosa.
A mio parere alcune volte nelle recenti uscite questo accade, e trovo i vini connotati da queste caratteristiche non troppo interessanti e se vogliamo forse anche non troppo tipici.
Bisogna vedere come questi sentori evolvono comunque, potrebbe anche essere che come nei Pn di borgogna da annata calda il frutto, il varietale, mettono per diversi anni in secondo piano il terroir, anche qui magari con l'invecchiamento potrebbero affacciarsi sentori più nobili del Nebbiolo

È la teoria del marchese, a me convince poco relativamente alla prontezza di beva che i giak recenti mostrano da subito. Chi vivrà vedrà...
La vedo diversamente invece sul confine fragola-conserva di pomodoro: non mi pare un trascolorare dall'una all'altro il campo giusto di analisi. Ritengo la passata un sentore iniziale di riduzione molto presente nei giacosa (non in tutti) che con l'aerazione tende a svanire, e quando non lo fa inficia definitivamente il profilo olfattivo e quindi il vino tutto. Dunque 2 cose ben distinte e al limite il passaggio sarebbe pomodoro fragola e non viceversa.


Non intendevo un passaggio da uno all'altro in un determinato ordine, quanto l'alternanza a seconda del vino.
A me il concentrato di pomodoro non sembra o almeno io non lo riconduco necessariamente alla riduzione e capita che, pur spesso attenuandosi rispetto ai primi minuti, rimanga spesso sempre presente.[/quote]
Quando se ne va con l'ossigeno, avrei pochi dubbi ad associarla a riduzione; quando rimane, ad un vino tristo :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda hansen » 05 gen 2013 10:30

Azz sta storia della confettura di fragola nei nuovi Giacosa mi incuriosisce :roll: ..io sono rimasto al "brodo di carne"come descrittore classico dei vini del buon Bruno :roll:
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda hansen » 05 gen 2013 10:34

Nell'ultimo Falletto 90 Ris. se può interessare c'era chiaro sentore di patata (verdura cotta...non quella che state pensando) e sedano fresco che comunque sono riconducibili sempre ad ingredienti brodosi
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Dedalus
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda Dedalus » 05 gen 2013 11:18

Interessanti considerazioni intorno al sentore di confettura di fragola sui vini di Bruno Giacosa e la chaptalisation, inferita dal fatto che la confettura di fragola si fa con la frutta e lo zucchero. Mi chiedo quindi se i netti e a volte addirittura dominanti sentori di idrocarburo sui vini di Giacomo Conterno debbano suggerire analoghe ipotesi di lavoro, in questo caso presumibilmente nella direzione di una parte di invecchiamento svolta dentro un'autobotte usata dell'Agip... :mrgreen:
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de magistris
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda de magistris » 05 gen 2013 11:22

vittoxx ha scritto:(vabbè Monsignore, questa passamela! :wink: )


E invece la penso esattamente come te: non dico certo che gli ultimi vini di Giacosa siano meno che eccellenti, ma PER IL MIO GUSTO quell'espressività da voi ben tracciata mi lascia spesso preferire altre cose. Voglio dire: per me esiste solo UN grande di Langa, staccato dal gruppo come l'ultima Juventus, e non è neanche un produttore ma una singola etichetta, ovviamente il Campè.. E forse l'unico che, aiutati da svariati riti voodoo, può riuscire non solo sporadicamente a sedersi a tavola con lui è per me il Ca' 'd Manichi e subito dopo il Privato Monte.
Già sul Cascina Starderi secondo me ci si muove sì su un livello alto, ma in un range dove un'altra quindicina di cose se la giocano: ecco perché il mio secondo o terzo grande di Langa si pesca in una rosa decisamente più allargata.

Mi trovo inoltre d'accordo sulla lettura "riduttiva" di certi sentori riconducibili alla passata o alla buccia di pomodoro, marcatori che anche sul pinot nero sono quasi sempre a segnalare una fase iniziale ma passeggera, là dove c'è sotto un vino con tutti i suoi argomenti. Per esempio una nota di pomodoro del piennolo in padella ce l'aveva in primissimo piano l'Echezaux '02 di Engel, stappato quando non andava stappato 5-6 anni fa, completamente assente invece quando l'abbiamo ritrovato a tavola la scorsa primavera.. :D
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda paolo7505 » 05 gen 2013 13:11

de magistris ha scritto:
vittoxx ha scritto:(vabbè Monsignore, questa passamela! :wink: )


E invece la penso esattamente come te: non dico certo che gli ultimi vini di Giacosa siano meno che eccellenti, ma PER IL MIO GUSTO quell'espressività da voi ben tracciata mi lascia spesso preferire altre cose. Voglio dire: per me esiste solo UN grande di Langa, staccato dal gruppo come l'ultima Juventus, e non è neanche un produttore ma una singola etichetta, ovviamente il Campè.. E forse l'unico che, aiutati da svariati riti voodoo, può riuscire non solo sporadicamente a sedersi a tavola con lui è per me il Ca' 'd Manichi e subito dopo il Privato Monte.
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda paolo7505 » 05 gen 2013 13:13

Ma spiegatemi una cosa, ma veramente considerate i sentori brodosi, brodo di carne, patata lessa, sedano.........che tante, troppe volte si sentono sui giacosa vecchi, come sentori nobili? :?
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda de magistris » 05 gen 2013 13:14

paolo7505 ha scritto:Ma spiegatemi una cosa, ma veramente considerate i sentori brodosi, brodo di carne, patata lessa, sedano.........che tante, troppe volte si sentono sui giacosa vecchi, come sentori nobili? :?


no.

(infatti il Falletto Ris. '96 o Ris. '85 non hanno né brodo né confetture di fragoline...)
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda davidef » 05 gen 2013 13:16

de magistris ha scritto:
paolo7505 ha scritto:Ma spiegatemi una cosa, ma veramente considerate i sentori brodosi, brodo di carne, patata lessa, sedano.........che tante, troppe volte si sentono sui giacosa vecchi, come sentori nobili? :?


no.

(infatti il Falletto Ris. '96 o Ris. '85 non hanno né brodo né confetture di fragoline...)



idem...ed il problema è che non si sentono solo sui Giacosa vecchi, vogliamo parlare di qualche Bartolo ?
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Re: Bollettino AVR - " S. Silvestro " da pag. 256

Messaggioda Francvino » 05 gen 2013 13:19

paolo7505 ha scritto:Ma spiegatemi una cosa, ma veramente considerate i sentori brodosi, brodo di carne, patata lessa, sedano.........come sentori nobili?


Nobili non direi. A me capita di sentirli dopo ogni influenza, per esempio.
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