CRONACHE D'OSTERIA

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vinogodi
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda vinogodi » 08 gen 2009 14:40

gremul ha scritto:
vinogodi ha scritto:.. direi nello standard .


quoto, non si è capito quasi nulla come sempre :lol: :lol: :lol:
... qui ti contraddico . In forte controtendenza , quindi novità assoluta , nel passaggio :"Io non sono d'accordo" mi sembra si intravveda una forma , finalmente palese , di chiarezza di pensiero ...
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Dedalus
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda Dedalus » 08 gen 2009 14:46

Guardate che mi ci metto di buzzo buono e riscrivo tutto in versione Il Mio Vino...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda gremul » 08 gen 2009 14:49

Dedalus ha scritto:Guardate che mi ci metto di buzzo buono e riscrivo tutto in versione Il Mio Vino...


no di buzzo buono no ti prego!! :D :D
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda alexer3b » 08 gen 2009 14:52

gremul ha scritto:
Dedalus ha scritto:Guardate che mi ci metto di buzzo buono e riscrivo tutto in versione Il Mio Vino...


no di buzzo buono no ti prego!! :D :D

Avete un Dedalus che vi importuna di buzzo buono con tono saputo ? Ho quello che fa per voi ! Per la modica cifra di 7 euri un nostro incaricato vi porterà comodamente a casa vostra un amuleto in grado di stenderlo in men che non si dica. Ecco un fac-simile per farvi un'idea della potenza del nostro prodotto :

Immagine

Alex
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... a Nossiter (come ai suoi compaesani) bisognerebbe spiegare che quando avrà capito l’importanza di usare il bidet sarà sempre troppo tardi… :lol: (anonimo 07-02-2012)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda gremul » 08 gen 2009 14:54

:lol: :lol: :lol:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda vinogodi » 08 gen 2009 15:13

... quello è un fotomontaggio ad arte tipo "Novella 3000" e tu un epigono di Corona ...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda alexer3b » 08 gen 2009 15:44

vinogodi ha scritto:... quello è un fotomontaggio ad arte tipo "Novella 3000" e tu un epigono di Corona ...

Sul paragone con Corona ci posso stare ma sul fotomontaggio no , è tutto vero ciò che vedete ! Signori approfittate di questa sensazionale offerta !

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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda Dedalus » 08 gen 2009 15:52

M****a!

Io ne compro un bancale! Dove lo trovi un prodotto che in una botta sola ti fa dimagrire di cinque chili, ti fa ricrescere un bel po' di capelli e ti sbianca pure i denti?!?

:lol: :lol: :lol:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda M. de Hades » 08 gen 2009 15:58

Dedalus ha scritto:M****a!

Io ne compro un bancale! Dove lo trovi un prodotto che in una botta sola ti fa dimagrire di cinque chili, ti fa ricrescere un bel po' di capelli e ti sbianca pure i denti?!?

:lol: :lol: :lol:



Chissà perchè, ho come l'impressione che saresti in grado di dirci esattamente quanti chili pesavi, a che tonalità del codice Pantone corrispondeva il colore dei tuoi denti e, soprattutto, l'esatto numero di capelli che avevi in testa nel preciso momento in cui è stata scattata la foto.....
E tutto questo senza nemmeno aver compilato e conservato una scheda!
SAPUTO CHE NON SEI ALTRO!!!
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda gremul » 08 gen 2009 16:01

M. de Hades ha scritto:Chissà perchè, ho come l'impressione che saresti in grado di dirci esattamente quanti chili pesavi, a che tonalità del codice Pantone corrispondeva il colore dei tuoi denti e, soprattutto, l'esatto numero di capelli che avevi in testa nel preciso momento in cui è stata scattata la foto.....


tutto questo però solo se si mette di buzzo buono!! :D :D
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda l'oste » 08 gen 2009 16:18

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:
Il Comandante ha scritto:Da Marco gli avevo dato 89, in AVR alla cieca mi pare 90 o 91 (è stata sicuramente la bottiglia più buona di VR '96 di Massolino che mi sia capitata negli ultimi anni).
Nessuna sconvolgente sorpresa dunque, ma una rettifica del tiro verso l'alto. Non è comunque il vino da quasi 95/100 che mi era parso all'uscita, oggi è un vino di cui le bottiglia più buone possono arrivare a 90 punti; non vedo una modifica sostanziale del quadro generale da me individuato. Comunque sono sempre pronto a cambiare idea, su qualsiasi argomento e su qualsiasi giudizio.

Mi sembra che una forbice da 95 a 89 sia comunque una bella modifica dall'uscita ad ora.
In mezzo c'è l'eccellenza, i tre bicchieri ecc ecc. e la forbice non dipende certo dal degustatore ma dall'imprevedibilità del vino e dell'evoluzione.
Se ad esempio tu fossi Parker, con il 95/100 all'uscita il VR sarebbe schizzato in alto anche come prezzo.
Chissà come sarà VR tra qualche altro annetto, magari tornerà ai valori dell'uscita.

PS: sono assolutamente convinto che sei sempre pronto a cambiare idea, con te si discute con piacere, (anche quando non cambi parere), perchè cerchi di capire il punto di vista altrui e non solo avversarlo per supportare la tua posizione.


Io invece penso che la variabilità di giudizio nel tempo riguardi proprio il degustatore, e non il vino, che sia in forte misura una questione di esperienza. Mi permetto di dirlo davanti a Picard di cui è inutile sottolineare le doti per il fatto che abbiamo all'incirca la stessa anzianità di bevuta, quindi quello che dico per lui vale anche per me.

Se a giudicare il Vigna Rionda fosse stato un degustatore capace di essere paragonato per la Langa a quanto Parker è per Bordeaux, anche da giovanissimo avrebbe con un minimo di approssimazione beccato la valutazione giusta. Giusta rispetto alla sua soggettiva misura, s'intende. E senza voler pretendere di dire cose definitive, di degustatori che hanno detto la loro all'uscita e che davanti alle evidenti e perentorie chiusure di questi anni non si sono spostati di un millimetro, sapendo intercettare anche dietro quello schermo il valore costante del vino, spiegandone con puntualità i motivi degustativi, ce ne sono pure.

La variabilità di bottiglia dovuta alla variabilità del tappo e/o del lotto e/o delle micrometriche condizioni di conservazione riscontrabili anche in cantine perfettamente idonee è un tema importante, che può dare ragione concettuale di un approccio relativista. Ma nella pratica, per vini che non siano molto vecchi è sempre marginale, sia per la frequenza di bottiglie significativamente difformi, sia per lo scostamento medio fra queste e quelle normali. Insomma, il relativismo è un fattore da considerare consapevolmente per evitare inutili guerre di parola, ma come già detto se elevato al rango di fattore principale del metodo sono a mio avviso più le distorsioni che le correzioni.

In questo caso, ulteriore danno a cui non avevo pensato, tende a sottrarre al degustatore a cui non tornano i conti lo stimolo di capirne di più. "E' il relativismo di bottiglia, non si può dire, non si può capire". E invece no, il più delle volte si può dire benissimo, basta guardare più da vicino. Magari con qualcuno più esperto che ti metta in mano le chiavi per aprire la serratura, come sempre.

Per me l'unico aspetto da elevare al rango di fattore principale del metodo è la bottiglia. Quella di quel momento e se c'è la conoscenza, il raffronto nella memoria delle precedenti uguali (e di diverse annate) bevute, nonchè l'esperienza con i pari zona/tipologia/annata di quella bottiglia.
Se poi, come affermi, la variabilità di giudizio nel tempo riguardi proprio il degustatore, e non il vino, che sia in forte misura una questione di esperienza, dato che l'esperienza è incontrovertibilmente soggetta al tempo e alle bevute, quindi relativa, sostieni anche tu in parte il relativismo empirico come lo intendo io, non certo come metodo assoluto, dato che l'assoluto oggettivo nel vino non dovrebbe esistere e il tempo è galantuomo (cit.Dedalus).
Ora, lo so mi aspettano dodici cartelle di risposta, ma ormai l'ho detto... Sorriso disarmante.

Comunque credo che nello specifico del VR '96 di Massolino, siano stati in molti a subirne un'infatuazione all'uscita, oltre che per il liquido in sè forse anche per altri motivi emotivi, non ultima la "nostalgia" per la fu Collina Rionda. Infatuazione che, per il momento (smentibile dal tempo) non trova riscontro empirico nell'evoluzione del vino.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda Dedalus » 08 gen 2009 16:38

l'oste ha scritto:Per me l'unico aspetto da elevare al rango di fattore principale del metodo è la bottiglia. Quella di quel momento e se c'è la conoscenza, il raffronto nella memoria delle precedenti uguali (e di diverse annate) bevute, nonchè l'esperienza con i pari zona/tipologia/annata di quella bottiglia.
Se poi, come affermi, la variabilità di giudizio nel tempo riguardi proprio il degustatore, e non il vino, che sia in forte misura una questione di esperienza, dato che l'esperienza è incontrovertibilmente soggetta al tempo e alle bevute, quindi relativa, sostieni anche tu in parte il relativismo empirico come lo intendo io, non certo come metodo assoluto, dato che l'assoluto oggettivo nel vino non dovrebbe esistere e il tempo è galantuomo (cit.Dedalus).
Ora, lo so mi aspettano dodici cartelle di risposta, ma ormai l'ho detto... Sorriso disarmante.

Comunque credo che nello specifico del VR '96 di Massolino, siano stati in molti a subirne un'infatuazione all'uscita, oltre che per il liquido in sè forse anche per altri motivi emotivi, non ultima la "nostalgia" per la fu Collina Rionda. Infatuazione che, per il momento (smentibile dal tempo) non trova riscontro empirico nell'evoluzione del vino.


Cercherò di essere invece breve, visto che di novità non credo se ne leggeranno troppe.
Se l'unico aspetto è la singola bottiglia, rimane pesante il quesito di Picard. Si può continuare a discutere di vino, così? Io dubito. Si può solo andare avanti a raccontarsi bevute, come fossero vini diversi. Serve? Sì, serve pure, ma forse sarebbe meglio spostarsi sul forum di http://www.letteraturadintrattenimento.it. Lo stesso dissi a proposito della Guida ai Vini d'Italia del Gambero, che in un certo momento sembrava voler dare maggior importanza al contesto territoriale, a scapito della degustazione dei vini: Facciamo una guida turistica o una guida dei vini?

Quanto alla relatività dell'esperienza, certo che cambia nel tempo, come cambia nel tempo anche il vino, e come cambia da bottiglia a bottiglia, cioé in misura relativa: relatività alla seconda. Insomma, sono tutti fattori che vanno soppesati alla giusta potenza, e non farne dei totem o tabù a seconda dei casi. Bisogna capire se si va alla disperata ricerca di qualche fattore distorsivo che possa ammettere qualsiasi giudizio come legittimo, oppure se si vuole capire qualcosa dei diversi vini, pur visti dai diversi punti di vista. Per quanto mi riguarda io credo che la grossa differenza la faccia il passaggio dall'inesperienza dei primi passi alla solidità della conoscenza sistematica del vino e del territorio. La differenza di valutazione da 1 a 7 anni di esperienza me la aspetto enormemente più grande che fra 7 e 37.

Certo che ci sono state delle esagerazioni sul Vigna Rionda della nuova gestione. Ma come non tutti sono stati toccati dall'eccesso di critica nel momento di chiusura, non tutti sono stati toccati dall'eccesso di entusiasmo dei primi tempi. e guarda caso sono più o meno gli stessi degustatori.

Come alcuni si sono fermati all'interpretazione "di moda" di un vino come lo Chardonnay di Planeta, a cui nessuno beninteso chiede di reggere 10 anni, mentre altri hanno saputo vedere (e dire) che in quel bicchiere di vino c'era anche altro. Il tempo è galantuomo perché alla lunga si capisce quali opinioni fossero meglio calibrate. Non che alla distanza tutto si confonde con tutto, le rette parallele si toccano e gli opposti coincidono.

Sono stato lungo. E pure saputo.

Karma?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda l'oste » 08 gen 2009 16:49

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Per me l'unico aspetto da elevare al rango di fattore principale del metodo è la bottiglia. Quella di quel momento e se c'è la conoscenza, il raffronto nella memoria delle precedenti uguali (e di diverse annate) bevute, nonchè l'esperienza con i pari zona/tipologia/annata di quella bottiglia.
Se l'unico aspetto è la singola bottiglia, rimane pesante il quesito di Picard. Si può continuare a discutere di vino, così? Io dubito. Si può solo andare avanti a raccontarsi bevute, come fossero vini diversi. Serve?
Se l'unico aspetto è la singola bottiglia, rimane pesante il quesito di Picard. Si può continuare a discutere di vino, così? Io dubito. Si può solo andare avanti a raccontarsi bevute, come fossero vini diversi. Serve?

Hai letto bene il grassettato?
Faccio un esempio, se io bevo per la prima volta un malbec della Patagonia, in assenza di esperienza sulla zona/bottiglia, oltre al puro impatto sensoriale, il mio riferimento per leggere il vino saranno i malbec di Mendoza o Salta e più ampliamente i Cahors. Ma il giudizio su quel malbec della Patagonia, non potrà che essere relativo a quella unica bevuta empirica.
Son stato abbastanza "spiegato"?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda Dedalus » 08 gen 2009 19:45

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Per me l'unico aspetto da elevare al rango di fattore principale del metodo è la bottiglia. Quella di quel momento e se c'è la conoscenza, il raffronto nella memoria delle precedenti uguali (e di diverse annate) bevute, nonchè l'esperienza con i pari zona/tipologia/annata di quella bottiglia.
Se l'unico aspetto è la singola bottiglia, rimane pesante il quesito di Picard. Si può continuare a discutere di vino, così? Io dubito. Si può solo andare avanti a raccontarsi bevute, come fossero vini diversi. Serve?
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Hai letto bene il grassettato?
Faccio un esempio, se io bevo per la prima volta un malbec della Patagonia, in assenza di esperienza sulla zona/bottiglia, oltre al puro impatto sensoriale, il mio riferimento per leggere il vino saranno i malbec di Mendoza o Salta e più ampliamente i Cahors. Ma il giudizio su quel malbec della Patagonia, non potrà che essere relativo a quella unica bevuta empirica.
Son stato abbastanza "spiegato"?
Sorriso.


Beh, se è da intendersi in maniera estensiva (ogni bottiglia si assaggia per sentire com'è il vino quella volta, senza limitarsi a definire la propria percezione alla prima e morta lì), e non in maniera stretta (ogni volta che si apre una bottiglia di un certo vino si fa tabula rasa di qualsiasi cosa abbia detto le volte prima, e lo stesso si farà con la successiva, e nel frattempo non si può costruire alcuna immagine del vino com'è nella sua generalità), allora siamo tutti inevitabilmente relativisti. Perché il realtivismo non sarebbe altro che empirismo.

Peraltro il riferimento alla tipicità territoriale non sono sicuro di capire bene come entri in questo discorso. Se il tema del relativismo deve essere quello della variabilità della singola bottiglia, il riferimento non può che essere esclusivamente alle altre bottiglie dello stesso vino.

Chiaro che sia in campo relativista empirico che in campo solo empirico o solo relativista, e anche in qualsiasi altro campo metodologico, la questione della tipicità territoriale (ma anche di produttore, stilistica) abbia la sua parte, ma mi pare che siano due temi che viaggiano separati.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda l'oste » 09 gen 2009 03:11

Dedalus ha scritto:Beh, se è da intendersi in maniera estensiva (ogni bottiglia si assaggia per sentire com'è il vino quella volta, senza limitarsi a definire la propria percezione alla prima e morta lì), e non in maniera stretta (ogni volta che si apre una bottiglia di un certo vino si fa tabula rasa di qualsiasi cosa abbia detto le volte prima, e lo stesso si farà con la successiva, e nel frattempo non si può costruire alcuna immagine del vino com'è nella sua generalità), allora siamo tutti inevitabilmente relativisti. Perché il realtivismo non sarebbe altro che empirismo.

Peraltro il riferimento alla tipicità territoriale non sono sicuro di capire bene come entri in questo discorso. Se il tema del relativismo deve essere quello della variabilità della singola bottiglia, il riferimento non può che essere esclusivamente alle altre bottiglie dello stesso vino.

Chiaro che sia in campo relativista empirico che in campo solo empirico o solo relativista, e anche in qualsiasi altro campo metodologico, la questione della tipicità territoriale (ma anche di produttore, stilistica) abbia la sua parte, ma mi pare che siano due temi che viaggiano separati.



Non puoi dividere relativismo da empirico, da soli per me significano altro, significano meno.
Quando bevi una bottiglia, il relativismo fissa il momento, secerne cronaca. Queste note proprio poichè derivate dall'esperienza empirica di ognuno di noi (relativa ad ogni singolo, con risultati e valori anche difformi), sono però costruttive, compongono memoria, sono la somma dei vari relativi, al fine di rendere quella singola bottiglia, parte di un'esperienza empirica più conscia, più formata.
Credo sia anche una delle funzioni del forum, creare una banca dati assaggi ampia, composta di opinioni relative ai singoli degustatori, ma che nel loro insieme compongono una statistica.
Motivo per cui del vino X potremo dire, dopo una consistente base di assaggi, che si è riscontrato Y o Z invece di K con alti margini di veridicità.

Parlando di raffronto ho parlato di zona/tipologia, non tipicità in senso stretto ma estensiva; il malbec della Patagonia è un esempio, per spiegare un processo mentale nell'assaggio di un vino. Come quando, si beve un bolgherese da uve bordolesi e viene naturale raffrontarlo ai vini di bordeaux original, depositari di quella tipicità (in senso più stretto).
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda l'oste » 12 gen 2009 02:15

Prima dei vini che ho abbinato, mi piacerebbe raccontare una preparazione di carne fatta oggi a pranzo semplice ma che per me dona un piacere enorme.
E' un versione personalizzata della carne desilada, ricetta centroamericana, San Salvador per la precisione.
Si prende un pezzo di manzo non troppo magro nè troppo grasso, a gusto personale, e si fa bollire coperto in court bouillon di verdure (sedano, cipolla bianca, carote, porri, scalogno, alloro, pepe in grani, timo....). Quando mancano venti minuti a che la carne sia pronta si aggiungono nel pentolone un po' di patate a pezzetti. La carne è printa quando si sfalda al tatto della forchetta (dopo almeno 2-3 ore di cottura insomma) si toglie e si lascia intiepidire. Si strappa la carne levando e buttando il grasso, riducendola a "straccetti". Poi si fanno saltare in padella un po' di pomodorini piccoli con aglio e cipolla e quando rosolano si aggiunge la carne e un goccio di vino bianco.
Nel frattempo si filtrerà il brodo e messe da parte le patate, si frulleranno le verdure bollite con una noce di burro per fare una cremina da servire con la carne e la tazza di brodo. In più si può preparare anche del bagnetto verde (prezzemolo, aglio, aceto, capperi, acciughe) per accompagnare le patate e la carne.
Ma è possibile che mi venga fame anche a quest'ora??
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda piergi » 12 gen 2009 09:08

l'oste ha scritto:Prima dei vini che ho abbinato, mi piacerebbe raccontare una preparazione di carne fatta oggi a pranzo semplice ma che per me dona un piacere enorme.
E' un versione personalizzata della carne desilada, ricetta centroamericana, San Salvador per la precisione.
Si prende un pezzo di manzo non troppo magro nè troppo grasso, a gusto personale, e si fa bollire coperto in court bouillon di verdure (sedano, cipolla bianca, carote, porri, scalogno, alloro, pepe in grani, timo....). Quando mancano venti minuti a che la carne sia pronta si aggiungono nel pentolone un po' di patate a pezzetti. La carne è printa quando si sfalda al tatto della forchetta (dopo almeno 2-3 ore di cottura insomma) si toglie e si lascia intiepidire. Si strappa la carne levando e buttando il grasso, riducendola a "straccetti". Poi si fanno saltare in padella un po' di pomodorini piccoli con aglio e cipolla e quando rosolano si aggiunge la carne e un goccio di vino bianco.
Nel frattempo si filtrerà il brodo e messe da parte le patate, si frulleranno le verdure bollite con una noce di burro per fare una cremina da servire con la carne e la tazza di brodo. In più si può preparare anche del bagnetto verde (prezzemolo, aglio, aceto, capperi, acciughe) per accompagnare le patate e la carne.
Ma è possibile che mi venga fame anche a quest'ora??

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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda Dedalus » 12 gen 2009 11:00

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:Beh, se è da intendersi in maniera estensiva (ogni bottiglia si assaggia per sentire com'è il vino quella volta, senza limitarsi a definire la propria percezione alla prima e morta lì), e non in maniera stretta (ogni volta che si apre una bottiglia di un certo vino si fa tabula rasa di qualsiasi cosa abbia detto le volte prima, e lo stesso si farà con la successiva, e nel frattempo non si può costruire alcuna immagine del vino com'è nella sua generalità), allora siamo tutti inevitabilmente relativisti. Perché il realtivismo non sarebbe altro che empirismo.

Peraltro il riferimento alla tipicità territoriale non sono sicuro di capire bene come entri in questo discorso. Se il tema del relativismo deve essere quello della variabilità della singola bottiglia, il riferimento non può che essere esclusivamente alle altre bottiglie dello stesso vino.

Chiaro che sia in campo relativista empirico che in campo solo empirico o solo relativista, e anche in qualsiasi altro campo metodologico, la questione della tipicità territoriale (ma anche di produttore, stilistica) abbia la sua parte, ma mi pare che siano due temi che viaggiano separati.



Non puoi dividere relativismo da empirico, da soli per me significano altro, significano meno.
Quando bevi una bottiglia, il relativismo fissa il momento, secerne cronaca. Queste note proprio poichè derivate dall'esperienza empirica di ognuno di noi (relativa ad ogni singolo, con risultati e valori anche difformi), sono però costruttive, compongono memoria, sono la somma dei vari relativi, al fine di rendere quella singola bottiglia, parte di un'esperienza empirica più conscia, più formata.
Credo sia anche una delle funzioni del forum, creare una banca dati assaggi ampia, composta di opinioni relative ai singoli degustatori, ma che nel loro insieme compongono una statistica.
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Parlando di raffronto ho parlato di zona/tipologia, non tipicità in senso stretto ma estensiva; il malbec della Patagonia è un esempio, per spiegare un processo mentale nell'assaggio di un vino. Come quando, si beve un bolgherese da uve bordolesi e viene naturale raffrontarlo ai vini di bordeaux original, depositari di quella tipicità (in senso più stretto).


Credo che come spesso accade la distanza concreta sia molto inferiore a quella percepita, e che molto dipenda dall'intendersi sul significato dei termini. Una cosa è il relativismo assoluto, quello che limita in maniera stretta l'esperienza alla singola bottiglia e pretende di negare qualsiasi rappresentatività di quell'assaggio per l'etichetta di cui si tratta. Un'altra è il relativismo ponderato, quello che è cosciente delle tante cause di variabilità del vino e del giudizio, e che si approccia al posizionamento ideale dell'etichetta con la necessaria prudenza - ma non troppa di più.

Il punto, come succede pure per la diatriba fra modernisti e tradizionalisti intorno alla dimensione della botte, non sta nella dimensione tecnica della cosa, ma nell'intenzione con cui ci si appresta ad usarne, ed infine nel risultato che se ne ottiene.

Se la componente relativista porta ad affogare qualsiasi confronto fra opinioni nell'imprevedibilità assoluta del sembiante di ogni singola bottiglia, per me è qualcosa di pernicioso. Se invece porta a dare maggiore attenzione ai tanti importanti aspetti di contorno che andrebbero considerati approcciandosi alla degustazione, senza farli diventare schegge impazzite di dialettica, capaci di trasformare il forum in una specie di Cantina di Babele, allora ben venga.

Io chiamo questo secondo caso semplicemente empirismo. Se tu lo chiami relativismo empirico, non sarà il nominalismo un problema troppo grande.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda Deruj » 12 gen 2009 11:39

l'oste ha scritto:Quando bevi una bottiglia, il relativismo fissa il momento, secerne cronaca. Queste note proprio poichè derivate dall'esperienza empirica di ognuno di noi (relativa ad ogni singolo, con risultati e valori anche difformi), sono però costruttive, compongono memoria, sono la somma dei vari relativi, al fine di rendere quella singola bottiglia, parte di un'esperienza empirica più conscia, più formata.
Credo sia anche una delle funzioni del forum, creare una banca dati assaggi ampia, composta di opinioni relative ai singoli degustatori, ma che nel loro insieme compongono una statistica.
Motivo per cui del vino X potremo dire, dopo una consistente base di assaggi, che si è riscontrato Y o Z invece di K con alti margini di veridicità.

Parlando di raffronto ho parlato di zona/tipologia, non tipicità in senso stretto ma estensiva; il malbec della Patagonia è un esempio, per spiegare un processo mentale nell'assaggio di un vino. Come quando, si beve un bolgherese da uve bordolesi e viene naturale raffrontarlo ai vini di bordeaux original, depositari di quella tipicità (in senso più stretto).


ora, potrei anche sbagliarmi, ma non è quello che facciamo tutti, o quasi, qui dentro?
quindi, rossano, se il nominalismo non è un problema troppo grande per te qual'è il punto?

in tre righe massimo, sarebbe meglio.
:lol:
Ultima modifica di Deruj il 12 gen 2009 11:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda l'oste » 12 gen 2009 11:40

piergi ha scritto:
l'oste ha scritto:Prima dei vini che ho abbinato, mi piacerebbe raccontare una preparazione di carne fatta oggi a pranzo semplice ma che per me dona un piacere enorme.
E' un versione personalizzata della carne desilada, ricetta centroamericana, San Salvador per la precisione.
Si prende un pezzo di manzo non troppo magro nè troppo grasso, a gusto personale, e si fa bollire coperto in court bouillon di verdure (sedano, cipolla bianca, carote, porri, scalogno, alloro, pepe in grani, timo....). Quando mancano venti minuti a che la carne sia pronta si aggiungono nel pentolone un po' di patate a pezzetti. La carne è printa quando si sfalda al tatto della forchetta (dopo almeno 2-3 ore di cottura insomma) si toglie e si lascia intiepidire. Si strappa la carne levando e buttando il grasso, riducendola a "straccetti". Poi si fanno saltare in padella un po' di pomodorini piccoli con aglio e cipolla e quando rosolano si aggiunge la carne e un goccio di vino bianco.
Nel frattempo si filtrerà il brodo e messe da parte le patate, si frulleranno le verdure bollite con una noce di burro per fare una cremina da servire con la carne e la tazza di brodo. In più si può preparare anche del bagnetto verde (prezzemolo, aglio, aceto, capperi, acciughe) per accompagnare le patate e la carne.
Ma è possibile che mi venga fame anche a quest'ora??

Usi il muscolo?

Ho provato con vari tagli di carne, dal magro codone (che resta un po' asciutto) al biancostato (dove si scarta molto grasso). Mi è piaciuto anche quando ho usato un taglio classico del brasato come l'aletta.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda l'oste » 12 gen 2009 11:45

Deruj ha scritto:
l'oste ha scritto:Quando bevi una bottiglia, il relativismo fissa il momento, secerne cronaca. Queste note proprio poichè derivate dall'esperienza empirica di ognuno di noi (relativa ad ogni singolo, con risultati e valori anche difformi), sono però costruttive, compongono memoria, sono la somma dei vari relativi, al fine di rendere quella singola bottiglia, parte di un'esperienza empirica più conscia, più formata.
Credo sia anche una delle funzioni del forum, creare una banca dati assaggi ampia, composta di opinioni relative ai singoli degustatori, ma che nel loro insieme compongono una statistica.
Motivo per cui del vino X potremo dire, dopo una consistente base di assaggi, che si è riscontrato Y o Z invece di K con alti margini di veridicità.

Parlando di raffronto ho parlato di zona/tipologia, non tipicità in senso stretto ma estensiva; il malbec della Patagonia è un esempio, per spiegare un processo mentale nell'assaggio di un vino. Come quando, si beve un bolgherese da uve bordolesi e viene naturale raffrontarlo ai vini di bordeaux original, depositari di quella tipicità (in senso più stretto).


ora, potrei anche sbagliarmi, ma non è quello che facciamo tutti, o quasi, qui dentro?

Infatti, non mi sembrava di essere così alternativo, il relativismo empirico è un modo per cercare anche l'obbiettività, senza però pretesa di certezze assolute. Poi, c'è anche chi ha opnioni indiscutibili e accetta solo le proprie posizioni, beato lui, oppure chi sta a sindacare su un termine nominalistico, solo perchè a lui non piace. De gustibus.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda Deruj » 12 gen 2009 11:51

da quel poco che ho letto - e me ne scuso se non l'ho fatto per tutti gli scritti che tanto non avrei capito e che avrei dovuto stampare portare a casa studiarli per non capirli ancora e dover anche prendere ripetizioni - mi sembra che il punto sia la possibilità di inferire oggettivamente il fututo di un vino.

oltre le mie capacità lo ammetto, quindi non me ne cruccio e, fossi in te oste, farei lo stesso.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda l'oste » 12 gen 2009 12:08

Deruj ha scritto:da quel poco che ho letto - e me ne scuso se non l'ho fatto per tutti gli scritti che tanto non avrei capito e che avrei dovuto stampare portare a casa studiarli per non capirli ancora e dover anche prendere ripetizioni - mi sembra che il punto sia la possibilità di inferire oggettivamente il fututo di un vino.

oltre le mie capacità lo ammetto, quindi non me ne cruccio e, fossi inte, farei lo stesso.

Crucciarmi? Nel modo più assoluto, figurati.
Mi scoccia solo dover perdere tempo per ripetere sempre le stesse mie posizioni, diventando noioso. Certo se qualcuno si intigna, usa termini impropri, per cortesia mi spiego.
Avrei preferito raccontare dei vini del weekend, ma il tempo è poco...
Evidentemente a qualcuno il relativismo ricorda un pensiero debole, o lo assimila a scetticismo e nichilismo e quindi non lo regge, magari ha ricordi di brutti voti a scuola.
Peronalmente, filosoficamente sono più verso Hume che verso l'agnosticismo e la mia attenzione empirica vale anche per le posizioni differenti dalla mia.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda Dedalus » 12 gen 2009 14:01

l'oste ha scritto:Mi scoccia solo dover perdere tempo per ripetere sempre le stesse mie posizioni, diventando noioso. Certo se qualcuno si intigna, usa termini impropri, per cortesia mi spiego.
Avrei preferito raccontare dei vini del weekend, ma il tempo è poco...
Evidentemente a qualcuno il relativismo ricorda un pensiero debole, o lo assimila a scetticismo e nichilismo e quindi non lo regge, magari ha ricordi di brutti voti a scuola.
Peronalmente, filosoficamente sono più verso Hume che verso l'agnosticismo e la mia attenzione empirica vale anche per le posizioni differenti dalla mia.


Poiché potrei scrivere con pochissime variazioni le stesse identiche cose, come la mettiamo?

Moratoria ferrea sul relativismo empirico e dintorni almeno fino a primavera?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.38 - La campestre di barbaresco

Messaggioda l'oste » 12 gen 2009 16:22

Dedalus ha scritto:Poiché potrei scrivere con pochissime variazioni le stesse identiche cose, come la mettiamo?

Moratoria ferrea sul relativismo empirico e dintorni almeno fino a primavera?

La mettiamo che però hai iniziato tu, comunque dai, la finisco io, quindi, ok per la moratoria, allungherei i tempi almeno a fine 2009.
E sorriso, naturalmente.
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