Mi permetto anch'io di scrivere nel thread, un mesetto fa pellegrinaggio in terra di Champagne… Metto qualche nota, qualche foto e magari qualche info per i viaggiatori.
Partenza di buon ora, destinazione Montagne de Reims, nel primo pomeriggio eravamo già con il bicchiere in mano da Bereche:

di tutti i produttori che visiteremo è quello che propone Chamapgne forse più estremi/selvaggi, sicuramente con parecchio carattere.
Molto interessanti i due Coteaux Champenoise, salino il bianco, un succo di melograno e spezie orientali il rosso, peccato per le acidità violente ed il corpo scarso, comunque didattici.
Brut Reserve (base 2010) molto piacevole, floreale e fruttato, semplice, molto sapido, Les Beaux Regards (base 2009, solo chardonnay) è invece più orizzontale, con un naso più maturo e bocca cremosa, con un tocco di calcare.
Vallée de la Marne Rive Gauche ( base 2009, Pinot Meunier) è timido al naso, il tratto più rustico in bocca si sente ma non eccessivamente, piuttosto ricco, intrigante.
Reserve extra Brut si rivela sulla scia del Brut ma più completo sia al naso che in bocca.
Rosé Campania Remensis un po’ sporchino al naso, l’unico sotto tono.
2005 Vieille Vignes, ultimo vino prodotto dal padre, il tratto è un poco più classico e composto, ma anche molto elegante e completo, al naso arrivano anche frutta secca e fungo.
Le Cran 2006 ha un po’ di yogurt e note lattiche, più struttura dei precedenti, bella materia, forse da aspettare.
Reflet d’Antan è invece un grande champagne da tutti i punti di vista, soprattutto al naso, con un ossidazione davvero molto composta ed elegante che lascia spazio anche ai fiori, al talco e alla lavanda. Grande bocca.
Ci spostiamo poi da Vilmart e Cie, dove troviamo un accoglienza davvero un po’ freddina, come un po’ rigidini saranno i vini:

Grande Reserve (da vigne di Rilly) fine ed elegante, pulito e qualche nota tostata, perfettino.
Grand Cellier più floreale, bell’agrume, ha più grinta anche in bocca, forse quello che mi ha convinto di più.
Grand Cellier d’Or 2007 ha più eleganza in bocca ma è più chiuso al naso.
Coeur de Cuvée 2005 decisamente pettinato, ma è anche fatto molto bene, abbastanza complesso, fiori e burro, bollicina molto fine.


Toccata e fuga in centro a Reims, buona selezione e prezzi all’enoteca nella piazza antistante la cattedrale (guardando l’ingresso è sulla dx), mentre a cena abbiamo mangiato discretamente a L’Alambic, selezione di champagne però miserrima.
La giornata successiva è stata impegnativa:

Diebolt-Vallois
Brut tradition, dai tre vitigni, semplice ma comunque piacevole, col Blanc de Blancs (base 2008-09) si sale un gradino, più fine e molto floreale, Prestige (cuvée di 3 annate, in legno) è un poco meno espressivo, mentre il Millesimè 2006 è una gran bella lama, anche lui floreale e molto minerale.
Fleur de passion 2005 si rivela sullo stile del millesimato ma con più eleganza e più struttura, da attendere. Fianle con il Rosè, direi nella media. Buoni i prezzi in cantina.

Larmandier-Bernier
Partenza con il Latitude (Vertus) che è molto semplice, forse troppo, ci risolleviamo invece con il Longitude (Cramant e Avize) più complesso e molto piacevole, sullo stile fresco e minerale che troveremo anche nei successivi.
Terre de Vertus 2008 non dosè aggiunge finezza ed eleganza, con una bella spinta in bocca e sapido, lo attenderei qualche anno.
Vieille Vignes de Cramant cambia leggermente registro con una maggiore ricchezza e cremosità, un po’ di frutta secca, decisamente lungo.
Il Rosè de Saignè si rivela il miglior rosato del tour, già dal colore, è un succo di frutti rossi e melograno, bello strutturato ma con tanta freschezza.

Guy Charlemagne
Proprio di fronte ai cancelli con la S di Salon, accoglienza anche qui freddina, ma c’era parecchia gente, assaggiamo comunque:
Brut Reserve Blanc de Blancs (07-08-09, da Mesnil e Oger), qui il tratto si fa più classico, con più frutta matura, pasticceria, ed una bocca più avvolgente, ma non gli manca proprio niente, nemmeno la freschezza. Buono.
Cuvée Charlemagne 2008 sullo stile del precedente, più complesso, ma anche molto giovane, da attendere.
Mesnillesimè 2004 mela, agrumi e creme al naso, bocca invece deludente, con un bollicina scontrosa ed un pelo caldo…
Pranzare con baguette ancora calde, salame bergamasco e vista sul Clos du Mesnil non ha prezzo…
Per tutto il resto c’è Mastercard, che tra l’altro a questo punto cominciava già a fare scintille

Il Clos sembra una cartolina:

Passaggio quasi casuale da Voirin-Jumel, ci accolgono comunque con:
Blanc de Blancs grand Cru (base 08-09) semplice ma molto beverino, da aperitivo.
Cuvèe 555 (2006) di materia simile al precedente, c’è però più materia ed equilibrio, anche se il passaggio in legno si fa sentire un po’ troppo.
Millesimé d’exception 1999 con note tendenti al fungo ed all’ossidazione, un po’ troppo per i miei gusti, in bocca va meglio.
Blanc de Noirs (Mareuil) mantiene lo stesso stile dei precedenti in quanto a freschezza e florealità con più spinta in bocca.

Non si può non passare da Hautvillers, i vigneti nella zona dietro l'abbazia:

Patrick Soutiran
Blanc de Blancs (Trepail) non siamo più in Cote de Blancs e in bocca si sente, più rotondo e largo, ma decisamente non svaccato, naso molto espressivo e bollicina elegante.
Blanc de Noirs trova più spinta ed anche rotondità, sapido e di buon equilibrio, piaciuto.
Rosè molto fresco e piacevole, un bel lampone nitido, ben fatto.
Precieuse d’Argent 2006 (solo chardonnay, di Ambonnay) è piacevole ed equilibrato, un po’ pettinato ma ben fatto.
Millesimè 2005 molto buono, con una bella spinta, naso particolare con una nota di nocciola/tostato anche se mi sembra non faccia legno.
Operazioni preliminari al rientro in Italia decisamente impegnative (mancava ancora diversa roba):

Aperitivo ad Epernay da C Comme, divertente il meccanismo dei piccolissimi produttori proposti alla mescita e che cambiano settimanalmente, tutti sconosciuti… e cena a La Cave a Champagne dove si mangia piuttosto bene.
Viaggio di ritorno con tappa a Chablis, dove abbiamo assaggiato qualche vino da Pascal Bouchard e da Jean Marc Brocard (ho preferito decisamente il secondo, anche se il primo male non era) e in enoteca. Pranzo ai piedi del Le Clos:

Info per il pernottamento: ci sono un sacco di produttori con camere, e molti posti anche economici (Chambre d’Hote) ma sono tutti strapieni, bisogna muoversi per tempo.
Le petit-dejeuner à champagne (leggasi un flute alla fine della colazione, magari con torte salate o brie e baguette) è una gran figata, mi ci potrei abituare facilmente…
