Bart ha scritto:Dom Perignon P2 1998, si parte col botto, effervescenza pirotecnica, che fa da preludio ad un naso sfaccettato in cui nel tempo compaiono tutte le sfumature della pasta lievitata, dalla crosta di pane alla focaccia dolce, alla torta bruciata, e insieme una macedonia di frutti esotici, il tutto combinato da una freschezza assoluta; sarò stato preda di un'allucinazione, ma l'ho preferito all'oenoteque 1996 bevuto qualche anno fa. Ho ancora negli occhi i playoff NBA, e per la quantità di cose che sa fare dico Kevin Durant.
Pouilly fumé Silex 2010 Dagueneau, lo versi nel bicchiere e sembra una ciminiera, da quanto gas butta fuori; ci vogliono almeno cinque minuti di polso per cominciare a percepire altri profumi, poi però viene fuori nella sua tipicità; più dritto e minerale, meno largo e tropicale rispetto ad un 2008 bevuto tempo fa. Penso necessiti davvero di tanti anni per esprimersi al meglio, ma è esplosivo e promettente come Donovan Mitchell.
Bourgogne aligoté sous Chatelet 2007 Domaine d'Auvenay, questo è Borgogna fin dal colore, e ancor di più al naso e in bocca, l'unica sorpresa è scoprire che non si tratta di Chardonnay. La mano della signora porta ad avere da un vitigno cosiddetto minore un vino all'altezza di parecchi premier; in mezzo al resto però scompare un po', per colpa di una scarsa mobilità e una certa pesantezza; sembra inoltre aver già dato tutto quello che poteva, un po' come Dwight Howard.
Pergole torte riserva 1990 Montevertine, e quando ormai avevo rinunciato ad assaggiarlo, ecco che la generosità del nostro ospite mi permette di avvicinarmi a questo totem. Sangiovese purosangue, fin dalle prime note di cassetto che poi lasciano spazio ai profumi tipici, con tanto sangue e note animali. E' la bocca però che conquista maggiormente, con quella sua dolcezza finale che ti spinge a berlo ancora, e ancora... Anche qui penso che siamo all'apice dell'evoluzione, e forse anche un po' più in là, un mvp che regala ancora sprazzi di classe cristallina, alla Chris Paul.
Monfortino riserva 1999 Conterno, questo è invece un bambino, fin dal colore; il naso presenta inconsueti toni di ciliegia molto potente, poi esce la rosa, la liquirizia, e tanto altro. In bocca picchia duro, coi tannini e l’acidità che mettono a dura prova le lingue non avvezze; io, pur non avendone bevuti più di cinque, mi sento sempre in sintonia con questo animale, e non soffro le asperità, anzi ne godo. Fosse più maturo sarebbe Lebron James, e magari lo diventerà, però è già un fuoriclasse con un avvenire radioso davanti… Ben Simmons? Giannis Antetokoumpo? Forse Anthony Davis, perché comunque è già dominante.
Vouvray Cuvée Constance 2003 Huet, qui mi spiace, ma sensorialmente devastato non sono riuscito a prestargli molta attenzione, ricordo un vino abbastanza grasso e dolce ma non stucchevole; so che è molto quotato, ma sinceramente non mi ha rapito, e probabilmente era difficile succedesse venendo dopo tutti quei mostri. Sicuramente un ottimo specialista, ma non un giocatore a tutto campo, tipo Eric Gordon.
Vorrei fare dei ringraziamenti pubblici, perché è stata una serata perfetta e non capita spesso di festeggiare così un compleanno (almeno non a me):
Un grazie enorme ai miei amici e titolari del ristorante ‘Bottega 125’ per avermi assistito con un menu ad hoc per i vini presentati! Abbinamenti azzeccati e qualità sempre al top!!!
Un grazie immenso al mio amico milan-londinese Andrea che mi ha fornito una gran parte delle bottiglie. Perfette in tutto!!!
L’ultimo ringraziamento va ai 5 amici che da una vita mi scroccano da bere!!! Grazie bastardi, vi voglio bene!