FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

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davidef
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 05 nov 2013 10:13

Sir Panzy ha scritto:
Ti faccio una domanda da maniaco a maniaco dei bicchieri:
quando ho visto la foto degli zalto sono caduto per terra...
davvero trovi che sia il bicchiere migliore?
Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di assaggiare la DRC al completo, e questo te lo dico perchè hai specificato sul fattore "spanciata+drc giovanissimi"
ma, imho, riedel grandcru batte ogni altro bicch nelle giovani leve borgognotte.
Cosa ne pensi?



ciao, non so dirti se Zalto sia il bicchiere migliore, è molto bello, finissimo, elastico, lo propongono come robustissimo schiacciandolo tra le dita fino a fare impressione o flettendone il gambo, certo che tattilmente sulle labbra finchè bevi è un gran vetro

della linea loro i bicchieri per Borgogna classici per me aprono troppo, sono delle secchie, scenografici ma dispersivi, in genere preferisco il bicchiere da Bordeaux perchè lo trovo più lento nel svelare un vino, nel contesto ho apprezzato la scelta proprio per il tipo di vino molto stratificato al naso, un bicchiere con volume troppo grande o con sezione superiore troppo bassa per me disperde le sfumature più delicate dando voce solo alla materia olfattiva "grossa" mentre questo alzava in modo costante il vino permettendone uno sviluppo graduale....so benissimo che sono pippe per la maggior parte dei beventi ma per me sono sfumature interessanti :oops: e ritengo da sempre che si ponga troppo poca attenzione al tipo di bicchiere scelto che dovrà essere in linea con il proprio modo di degustare oltre che con il vino

diciamo che userei bicchieri diversi solo per vini di sezione più ampia o più bassi dove c'è meno saturazione e quindi serve un filo di doping olfattivo con grandi volumi d'aria

Riedel poi son sempre là e come costi questi Zalto a listino sono una mazzata a meno che non sei amico dell'importatore ed allora i prezzi calano, i bicchieri sono comunque molto scenografici e a livello tattile (per me importante) godibilissimi, mi dicono comunque che esiste una seconda scelta Riedel a prezzi oggi molto interessanti e da valutare...
Sir Panzy
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda Sir Panzy » 05 nov 2013 11:16

anche per me sono sfumature interessanti :wink:

partendo dal presupposto che tra ottimi bicchieri (vedi riedel, zalto) entra poi in gioco il gusto personale.
Zalto è senza ombra di dubbio il bicchiere più bello tra i due. Forma, peso, stelo e sensazione tattile al massimo possibile.

Io sono per riedel, forse anche perchè ho conosciuto il camerata :lol: Giorgio Riedel ed ho avuto la fortuna di assaggiare con lui lo stesso vino (era un barabresco ris) in 14 bicchieri diversi ed avere spiegazioni tecniche per ogni bicchiere (tra l'altro ritrovandole poi in pratica davanti al naso :wink: )
"Amicizie" a parte bisogna dire che riedel è stato il primo (e l'unico) a studiare i bicchieri specifici per varietà, con corrispondenze tra l'assurdo e il pazzesco. Un mio carissimo amico con la quale condivido quasi tutte le bevute casalinghe mi ha trasmesso la passione della "cultura del bicchiere" tanto che è già molti anni che assaggiamo lo stesso vino sempre in 2 o 3 bicchieri diversi..
insomma, non ho mai sentito "lavorare" così bene un bicchiere al di fuori dei riedel.
La vera differenza di Zalto è che sono ottimi bicchieri ed in più sono bellissimi pezzi di design. Quindi se ami anche la parte "estetica" del bicchiere zalto è imbattibile.

Riedel ha la liena restaurant (che in teoria è solo per gli operatori e non per la rivendita) con prezzi davvero davvero vantaggiosi, sono in "cristallino" e non cristallo, sono belli resitenti e costano 1/4 ma anche 1/5 di zalto. Se conosci qualche agente di G.distribuzione fatti girare un listino.

Ora la smetto, siamo OT è in questo post il T è davvero importante!! :mrgreen: :mrgreen:
Si può sognare una moltitudine di bevande, ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere. (F)
Gli specialisti dell'anti grillismo sono quasi + patologici dei grillini. (A.M)
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 05 nov 2013 12:15

paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.


La ripropongo, mi sembrava una buona domanda.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 05 nov 2013 12:30

paperofranco ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.


La ripropongo, mi sembrava una buona domanda.



promesso che ti rispondo questa sera, ieri sera mi ero messo da casa ma il pc mi ha mangiato tutto ed oggi sono a pezzi e bocconi, tra 10 minuti esco e non ho materialmente tempo per articolare una risposta adeguata :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 06 nov 2013 19:36

paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 06 nov 2013 19:41

davidef ha scritto:Immagine

alla fine si doveva pure mangiare qualcosa e per il bere c'era bisogno di uno stacco netto altrimenti sarebbe stato un dramma, cosa c'è di meglio di questo bel St. Julien per fare il tagliando alla appena ritirata annata 2010 ?

è un infanticidio lo so e non è mia prassi ma era appena arrivato al ristorante e la curiosità era alta, le aspettative sono state ben riposte con una bottiglia di stratificazione notevole per il livello del prodotto, molto sulla frutta in questa fase ovviamente ma con una bella dinamica in bocca, affinamento elegantissimo, bottiglia seducente nella sua gioventù ed approcciabile se uno vuol togliersi lo sfizio anche se il meglio lo darà mooolto più in là quando la complessità verra fuori su ben altri registri, comunque consiglio questa denominazione per approcciare l'annata lasciando assolutamente chiusi a chiave i Pauillac ed i Margaux

nel complesso gran riuscita per Leoville Barton, mi ricorda la 2000 appena uscita con il plus di assenza totale assenza di note vegetali verdi fastidiose anche minime, scarsissimi tratti pirazinici segno della maturazione perfetta, ricco senza strabordare, carnoso con garbo....un pochino mi vergogno... :oops: ....ma la bottiglia è andata :mrgreen: :mrgreen:


mi incuriosisce invece...nessuno ha coperto finora Bordeaux 2010 buoni ?

sto ultimando alcuni acquisti e mi piacerebbe qualche confronto/parere :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 06 nov 2013 22:08

davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D


Sono un po' deluso, mi aspettavo qualcosa di significativo, tipo un alter-ego del cocomero monfortiniano, comunque grazie lo stesso........ :mrgreen:

Ovviamente sto scherzando :wink: . Non ho mai bevuto un vino del Domaine e può darsi che resti con la voglia. L'unica chance concreta che ho è su un Echezeaux 2003, in possesso di un caro amico che lo metterebbe in tavola senza problemi. Ma avendo letto le tue considerazioni su questo cru, ho quasi paura di berlo per trovarmi poi di fronte ad un vino "normale". :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 07 nov 2013 09:49

Mi è venuto un altro quesito, e forse è una stron-zata, ma tanto una più una meno non fa differenza.

Mi sembra di aver sentito dire che al Domaine pigiano anche lo chardonnay del Montrachet con i raspi, è possibile? nel caso, c'è un qualche riflesso a livello organolettico-gustativo? Grazie.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 12:30

davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vi