davidef ha scritto:Monfortino fa gara a se come vino assoluto e non come Barolo, la denominazione è tarata su cose ben più terrene e fascia di punti che De Magistris citava in altro intervento direi che è centratissima.
Forse uno dei motivi per cui il Monfortino fa testo a sé è proprio che sono pochissimi i produttori che hanno il coraggio di prendersi il rischio di adottarne la stessa ricetta, finendo per autolimitarsi a quell'aurea mediocritas della quale proprio tu ti dici tanto annoiato negli ultimi anni.
Parlo proprio di rischio, ricordando uno studio di Donato Lanati di circa una decina di anni fa, in cui si evidenziava come il nebbiolo durante l'invecchiamento in legno dia i migliori risultati rispetto alla polimerizzazione dei fenoli con il legno grande, ma con un rischio di avere difetti piuttosto alto. Al contrario, la diminuzione delle dimensioni del legno assicura una qualità media più costante, ma preclude il raggiungimento dei massimi risultati assoluti.
Ovviamente la polimerizzazione è solo uno dei tanti fattori rilevanti, ma si presta bene a rappresentare il concetto generale, anche considerato il fatto che la polimerizzazione dei fenoli fu uno dei mantra tecnici della Langa anni '80 e '90, uno di quei punti che i fautori della scuola moderna sollevavano costantemente come evidenza tecnica della presunta superiorità dell'invecchiamento in legno piccolo su quello in legno grande.