Dolceacqua: com'è andata

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Dedalus
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 18 apr 2011 17:02

andrea ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

E perché mai? Vive la difference!!!!!


Non sto affatto dicendo che farebbero bene a fare così, bensì che se lo facessero i vini di Testalonga non sarebbero più così lontani dagli altri come appaiono oggi.

Di produttori di Montepulciano d'Abruzzo e Barolo con all'incirca la stessa impostazione di Valentini e Conterno ce ne sono molti altri, invece nel caso di Testalonga e del Dolceacqua la distanza è amplificata dai fattori di cui ho detto.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Aramis » 18 apr 2011 17:03

andrea ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:Perrino temo non abbia né i numeri né l'organizzazione commerciale per esportare (approvazione BATF delle etichette, numero FDA etc). Tomponzerò Maccario.
Carricante 2004 Gulfi piaciuto? si sente ancora un po' il legno? Il 2005 è megghiu...
Ka Manciné il posto è bellissimo...forse più dei vini...

I numeri li hanno in pochi... se vuoi numeri passa da Altavia :mrgreen:

Ma non si parlava di rossese?
"L’appellation d’origine constitue un patrimoine collectif, et ne peut donc pas être la propriété d’opérateurs économiques à titre privatif, contrairement à une marque, par exemple." (INAO, Institut National des Appellations d'Origine)
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 18 apr 2011 17:07

Aramis ha scritto:
andrea ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:Perrino temo non abbia né i numeri né l'organizzazione commerciale per esportare (approvazione BATF delle etichette, numero FDA etc). Tomponzerò Maccario.
Carricante 2004 Gulfi piaciuto? si sente ancora un po' il legno? Il 2005 è megghiu...
Ka Manciné il posto è bellissimo...forse più dei vini...

I numeri li hanno in pochi... se vuoi numeri passa da Altavia :mrgreen:

Ma non si parlava di rossese?

come no!!!
http://www.altavia.im.it/index.php?id=189

e fa pure passaggio in legno, come Nino :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda pippuz » 18 apr 2011 17:13

andrea ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

E perché mai? Vive la difference!!!!!

Brao.

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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 18 apr 2011 17:13

pippuz ha scritto:
andrea ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

E perché mai? Vive la difference!!!!!

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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda diego » 18 apr 2011 20:54

Pigigres ha scritto:
andrea ha scritto:
Poggio Pini 2005 e 2006 ottimi entrambi. Certo sono stati aperti quando la quantità di alcool ingurgitata stava arrivando a livelli preoccupanti, per cui spero che qualcuno te li possa descrivere, io ho fatto i complimenti ad Alessandro Anfosso.


Che tra l'altro è una persona squisita che ringrazio vivamente per le interessantissime discussioni.
Io ho apprezzato tanto Poggio Pini 2005. Penso che sia addirittura migliore del 2007, che finora è stato il mio miglior assaggio con questa bottiglia. Poggio Pini 2006 invece l'ho trovato deludente. Il duo 2008/2009 mi è sembrato più o meno allo stesso livello medio-buono, mentre il 2010 non si poteva giudicare causa imbarazzante riduzione (campione prelevato da vasca).


Quoto Pigigres, Poggio Pini 2005 di Anfosso un vino molto molto buono. Avevamo già bevuto parecchio, ma sul serio si staccava nettamente da tanti altri assaggi fatti in quei giorni.
Questa invece è la 3 litri di Rossese Testalonga 2004 (riserva degli amici):


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Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda diego » 18 apr 2011 20:55

Apprensione alla stappatura...

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Sollievo!


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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda diego » 18 apr 2011 20:57

In realtà la bottiglia ci ha fatto tribolare un bel po'.
All'apertura il naso sembrava un po' troppo evoluto rispetto al campione bevuto qualche tempo fa.
Poi inizia una progressione molto bella, che non si arresta neppure il giorno dopo.

Gran bel vino, "meno assoluto" :D della 0,75 del famoso compleanno di Rossano, ma comunque su grandi livelli.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 18 apr 2011 21:00

diego ha scritto:In realtà la bottiglia ci ha fatto tribolare un bel po'.
All'apertura il naso sembrava un po' troppo evoluto rispetto al campione bevuto qualche tempo fa.
Poi inizia una progressione molto bella, che non si arresta neppure il giorno dopo.

Gran bel vino, "meno assoluto" :D della 0,75 del famoso compleanno di Rossano, ma comunque su grandi livelli.


Sin dal colore denunciava un'evoluzione più avanzata dell'altra bottiglia di gennaio. Bocca sempre sontuosa, che era però la parte "solamente ottima" del vino. A fine serata aveva ripreso le sue sembianze, seppure in tono minore, depotenziato proprio in quelle note speziate e salmastre più acute che avevano fatto gridare al miracolo.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda uz » 18 apr 2011 22:30

Ancora ringraziamenti ad Alduj per aver creato un'occasione davvero speciale. Mi sono divertito moltissimo e ringrazio anche tutto il resto della banda, più o meno vecchi e più o meno nuovi forumisti, alcuni dei quali non avevo mai conosciuto di persona nonostante anni di frequentazione telematica.

Per quanto riguarda le bevute aggiungo alla lista di Andrea cercando di scavare nella memoria seriamente messa alla prova dal turbillion di assaggi:
- Juffer Sonnenuhr Riesling Auslese 2008, Fritz Haag
- Prosecco Col Fondo 2006, Frozza (senza etichetta naturalmente)
- Barbaresco 2004, Castello di Neive, magnum
- Barolo 2000, Bartolo Mascarello

Per quanto riguarda il Rossese, giusto protagonista della due giorni, concordo con Gremul sulla sostanziale differenza tra i prodotti di Perrino e tutti gli altri. basti pensare al suo Vermentino 2009 in magnum, una delle sorprese della giornata. Avevo già assaggiato da bottiglia 0.75 i 06, 07, 08, ma in questo ho trovato una definizione aromatica molto più precisa. Il Rossese 2004 si è liberato con grande lentezza, ma sono convinto che si possa confrontare con le migliori versioni. Non ho il termine di paragone della ormai famosa bottiglia del compleanno di Rossano, ma in questa ho comunque ritrovato belle note speziate. Buono anche il 2010 ancora da imbottigliare, più franco e beverino, come mi sembra accada sempre nelle versioni giovanissime di Perrino. Mi è sembrato migliore del precedente 2009. Mantengo comunque la mia convinzione, per quanto ho potuto assaggiare in compagnia di Aldo, che i vini di Perrino siano molto fragili e diano il massimo bevuti in loco. Estirpati... mah.
Sono arrivato tardi e ho mancato le visite del sabato mattina, ma ciò che ho potuto assaggiare mi porta a concordare con Pigigres sulla probabile superiorità dell'annata 2010 sulla 2009, confermata, per esempio sia da Anfosso che da Ka Macinè.
Forse è Anfosso quello che mi ha colpito di più. Non avevo mai bevuto nulla e devo dire che al piacevolissimo base 2010, immediatissimo, bevibilissimo e legibilissimo nei registri fruttati, senza tuttavia essere banale, ha seguito un ottimo Poggio Pini 2010. Spillato dalla botte è partito ridotto e spigoloso per poi ristabilirsi su note di frutto fresco con anguria in evidenza (descrittore che aggiungerei alla lista di Pigigres e che in varie occasioni ho avuto modo di rilevare, anche in versioni vecchie. Memorabile a questo riguardo un '78 di Perrino), bella struttura e materia che lasciano presagire molto bene. Non mi hanno granché preso le versioni 2009, mentre si è rivelato ottimo un Luvaira 2008 con tappo in vetro. Ma è stato il Poggio Pini 2005 stappato a cena, tra tutti i Rossese, quello che metterei senza esitazione sul podio più alto e, in assoluto uno dei migliori assaggi della tornata.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 18 apr 2011 22:48

Luca Mazzoleni ha scritto:Carricante 2004 Gulfi piaciuto? si sente ancora un po' il legno? Il 2005 è megghiu...


Sono rincuorato, non avevo mai assaggiato quest'annata e quando l'ho avuto sotto al naso ho appunto chiesto che ne pensavano gli altri del legno che si intercettava, ma mi hanno coperto di insulti dicendo che era un vino di solo acciaio. Non male, ma preferisco anche io il 2005, e anche i 2006 e 2008 in cui il legno è dichiarato nonché meglio calibrato e assai ben digerito dal vino.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda COOMBE » 19 apr 2011 00:15

Dedalus ha scritto:
diego ha scritto:In realtà la bottiglia ci ha fatto tribolare un bel po'.
All'apertura il naso sembrava un po' troppo evoluto rispetto al campione bevuto qualche tempo fa.
Poi inizia una progressione molto bella, che non si arresta neppure il giorno dopo.

Gran bel vino, "meno assoluto" :D della 0,75 del famoso compleanno di Rossano, ma comunque su grandi livelli.


Sin dal colore denunciava un'evoluzione più avanzata dell'altra bottiglia di gennaio. Bocca sempre sontuosa, che era però la parte "solamente ottima" del vino. A fine serata aveva ripreso le sue sembianze, seppure in tono minore, depotenziato proprio in quelle note speziate e salmastre più acute che avevano fatto gridare al miracolo.


n'somma 95/100 glieli possiamo dare... :lol:

scusate, mi ritiro... (sopratutto perchè non ci sono potuto venire, ma ho i miei motivi, che non dipendono da me, purtroppo...) :oops:
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda gremul » 19 apr 2011 01:14

Dedalus ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:Carricante 2004 Gulfi piaciuto? si sente ancora un po' il legno? Il 2005 è megghiu...


Sono rincuorato, non avevo mai assaggiato quest'annata e quando l'ho avuto sotto al naso ho appunto chiesto che ne pensavano gli altri del legno che si intercettava, ma mi hanno coperto di insulti dicendo che era un vino di solo acciaio. Non male, ma preferisco anche io il 2005, e anche i 2006 e 2008 in cui il legno è dichiarato nonché meglio calibrato e assai ben digerito dal vino.


a me e' sembrato anche piuttosto evoluto, deludente, forse bottiglia non al top
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 19 apr 2011 01:33

uz ha scritto:Per quanto riguarda le bevute aggiungo alla lista di Andrea cercando di scavare nella memoria seriamente messa alla prova dal turbillion di assaggi:
- Juffer Sonnenuhr Riesling Auslese 2008, Fritz Haag
- Prosecco Col Fondo 2006, Frozza (senza etichetta naturalmente)
- Barbaresco 2004, Castello di Neive, magnum
- Barolo 2000, Bartolo Mascarello

Per quanto riguarda il Rossese, giusto protagonista della due giorni, concordo con Gremul sulla sostanziale differenza tra i prodotti di Perrino e tutti gli altri. basti pensare al suo Vermentino 2009 in magnum, una delle sorprese della giornata. Avevo già assaggiato da bottiglia 0.75 i 06, 07, 08, ma in questo ho trovato una definizione aromatica molto più precisa. Il Rossese 2004 si è liberato con grande lentezza, ma sono convinto che si possa confrontare con le migliori versioni. Non ho il termine di paragone della ormai famosa bottiglia del compleanno di Rossano, ma in questa ho comunque ritrovato belle note speziate. Buono anche il 2010 ancora da imbottigliare, più franco e beverino, come mi sembra accada sempre nelle versioni giovanissime di Perrino. Mi è sembrato migliore del precedente 2009. Mantengo comunque la mia convinzione, per quanto ho potuto assaggiare in compagnia di Aldo, che i vini di Perrino siano molto fragili e diano il massimo bevuti in loco. Estirpati... mah.
Sono arrivato tardi e ho mancato le visite del sabato mattina, ma ciò che ho potuto assaggiare mi porta a concordare con Pigigres sulla probabile superiorità dell'annata 2010 sulla 2009, confermata, per esempio sia da Anfosso che da Ka Macinè.
Forse è Anfosso quello che mi ha colpito di più. Non avevo mai bevuto nulla e devo dire che al piacevolissimo base 2010, immediatissimo, bevibilissimo e legibilissimo nei registri fruttati, senza tuttavia essere banale, ha seguito un ottimo Poggio Pini 2010. Spillato dalla botte è partito ridotto e spigoloso per poi ristabilirsi su note di frutto fresco con anguria in evidenza (descrittore che aggiungerei alla lista di Pigigres e che in varie occasioni ho avuto modo di rilevare, anche in versioni vecchie. Memorabile a questo riguardo un '78 di Perrino), bella struttura e materia che lasciano presagire molto bene. Non mi hanno granché preso le versioni 2009, mentre si è rivelato ottimo un Luvaira 2008 con tappo in vetro. Ma è stato il Poggio Pini 2005 stappato a cena, tra tutti i Rossese, quello che metterei senza esitazione sul podio più alto e, in assoluto uno dei migliori assaggi della tornata.

Vero!! il vino di Erode Antipa!!! Aprire una Auslese 2008 di Haag!!! comunque bbono! E poi il sur lie! purtroppo sta cominciando a scollinare, ma 5 anni per un Prosecco sono tanti. Non sono riuscito ad assaggiare Mascarello 2000 :(
Vero che eravamo distratti dal panorama, dall'aria fina, dai salami e dai formaggi, ma anche Terre Bianche ci ha fatto bere mica male! Comunque condivido con uz il giudizio positivo su Anfosso. Anche a me, contrariamente al giudizio più diffuso, è piaciuto di più Luvaira 2008 tappo in vetro rispetto allo stesso vino con tappo di sughero.
In definitiva però il 2010 della visita per me è stato Posau medio di Maccario Dringenberg (anche perché Posau alto non ce l'hanno fatto assaggiare :evil: ), seguito ad un'incollatura dai due di Anfosso e da Perrino.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Bart » 19 apr 2011 13:23

Dedalus ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:
gremul ha scritto:comunque da quello che ho capito Perrino è una cosa e gli altri Rossese sono un' altra cosa, netta è la differenza, IMHO (il Valentini o il Conterno di Dolceacqua? ci sta il paragone?)


per il mio gusto e per quanto ho assaggiato finora, il paragone ci sta.


Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

Al netto di questo tipo di considerazioni, rimane lo specifico di Antonio Perrino fatto insieme di umanità, di vigna e cantina, per il quale vale certamente l'accostamento con Valentini.

Non ho ben capito se questa netta differenza di cui parlate la riferite principalmente all'impronta stilistica o anche ad un discorso qualitativo assoluto. Chi mi chiarisce meglio il punto, per favore?
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 19 apr 2011 19:43

Bart ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:
gremul ha scritto:comunque da quello che ho capito Perrino è una cosa e gli altri Rossese sono un' altra cosa, netta è la differenza, IMHO (il Valentini o il Conterno di Dolceacqua? ci sta il paragone?)


per il mio gusto e per quanto ho assaggiato finora, il paragone ci sta.


Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

Al netto di questo tipo di considerazioni, rimane lo specifico di Antonio Perrino fatto insieme di umanità, di vigna e cantina, per il quale vale certamente l'accostamento con Valentini.

Non ho ben capito se questa netta differenza di cui parlate la riferite principalmente all'impronta stilistica o anche ad un discorso qualitativo assoluto. Chi mi chiarisce meglio il punto, per favore?


Sollevi un punto assai importante. Il motivo per cui ho accettato entro certi termini il paragone con Valentini, non raccogliendo invece quello con Conterno è proprio questo. Come ho sottolineato, al primo impatto la differenza fra i vini di Testalonga e quelli degli altri produttori di punta sembra enorme perché:

a) sono affinati in legno, mentre gli altri no tranne il Bricco Arcagna che però è sempre costantemente esaurito (e come dice pippuz, ci sarà un perché...) e piuttosto difficile da assaggiare

b) sono di annate più vecchie, gli ultimi usciti con almeno due anni sulle spalle, per non parlare delle vecchie e vecchissime annate che si ha ancora l'occasione di assaggiare ogni volta che si passa dalla sua cantina; invece dagli altri produttori non c'è praticamente nulla da assaggiare, se non i vini di sei mesi di prossima o recentissima commercializzazione, come in occasione di questa visita, se non addirittura ancora in vasca

I vini di Testalonga sembrano di un altro livello, ma sono invece solo in un'altra fase espressiva. Sono cioè fra i pochissimi vini ad essere leggibili, comprensibilmente rappresentativi di cosa può essere il Rossese di Dolceacqua. Una cuvée virtuale in un'annata baciata dalla sorte come la famosa 2004 risentita l'altra sera compie quel balzo prodigioso verso le massime vette assolute, ma non è un miracolo di Testalonga, è il vertice -non isolato- di cui è capace il vino di Dolceacqua.

Del resto si è visto chiaramente come la qualità si è improvvisamente ingigantita nel bicchiere quando Anfosso ci ha dato la possibilità di assaggiare vini con qualche anno sulle spalle. I 2009-08-07 in cantina erano già un altro pianeta, e un altro gran passo in avanti hanno fatto i 2006-05 a cena, risultando fra i migliori vini della serata, mettendo dentro anche i vini extra-Dolceacqua.

Dunque, tornando alla questione iniziale e riferendosi al Dolceacqua di Testalonga in commercio, e non alla selezione degli amici la cui esistenza è virtuale, Testalonga è attualmente posizionata nel gruppo dei migliori produttori di Dolceacqua, fra i quali spiccano per qualità oltre che per solidità esecutiva quattro produttori, in ordine alfabetico Anfosso, Kà Manciné, Maccario-Dringenberg e Terre Bianche.

Ritorniamo al punto focale di Dolceacqua: l'uscita follemente anticipata. Questi sono vini da medio-lungo invecchiamento, il cui altissimo livello qualitativo è già oggi tradotto e messo in bottiglia a livelli di eccellenza nazionale da ben più che un solo produttore inimitabile o inarrivabile. Il potenziale di Dolceacqua deve solo essere colto in assaggi di vini decentemente maturi, e la cosa apparirà immediatamente chiara a chiunque.

Pensate a che cosa potrebbe venire fuori da degli assaggi di Nebbiolo atti a Barolo o di Sangiovese atti a Brunello di Montalcino del 2010, oggi. Buttateci in mezzo un qualsiasi Barolo o Brunello di Montalcino di un produttore serio con 4-10-30 anni sulle spalle, e ovviamente sembrerà un marziano.

Credo che qualcosa di ragionevole della reale immagine qualitativa della zona potrebbe venire fuori da una bella orizzontale di 2008, ancora giovanissima ma non follemente immatura come è ora la 2010.
Ultima modifica di Dedalus il 19 apr 2011 20:03, modificato 2 volte in totale.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda pippuz » 19 apr 2011 19:52

Io i miei Rossese li sto facendo invecchiare a Casale. :evil:
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 19 apr 2011 19:55

pippuz ha scritto:Io i miei Rossese li sto facendo invecchiare a Casale. :evil:


In un lontano futuro, quando ti arriveranno, se per caso volessi fare un pò di beneficenza... :lol: :oops:
/viewtopic.php?f=19&t=110141
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda pippuz » 19 apr 2011 20:08

Pigigres ha scritto:
pippuz ha scritto:Io i miei Rossese li sto facendo invecchiare a Casale. :evil:


In un lontano futuro, quando ti arriveranno, se per caso volessi fare un pò di beneficenza... :lol: :oops:
/viewtopic.php?f=19&t=110141

Appena arriva (se arriva) ne apriamo una.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Bart » 19 apr 2011 21:38

Dedalus ha scritto:
Bart ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Luca Mazzoleni ha scritto:
gremul ha scritto:comunque da quello che ho capito Perrino è una cosa e gli altri Rossese sono un' altra cosa, netta è la differenza, IMHO (il Valentini o il Conterno di Dolceacqua? ci sta il paragone?)


per il mio gusto e per quanto ho assaggiato finora, il paragone ci sta.


Il grosso discrimine è in realtà tecnico, e riguarda l'uso del legno nonché i tempi di affinamento, sono convinto che se Testalonga usasse solo l'acciaio come la maggioranza degli altri produttori di punta, oppure questi anche loro il legno, e uscissero quindi con vini della stessa età, le distanze si ridurrebbero.

Al netto di questo tipo di considerazioni, rimane lo specifico di Antonio Perrino fatto insieme di umanità, di vigna e cantina, per il quale vale certamente l'accostamento con Valentini.

Non ho ben capito se questa netta differenza di cui parlate la riferite principalmente all'impronta stilistica o anche ad un discorso qualitativo assoluto. Chi mi chiarisce meglio il punto, per favore?


Sollevi un punto assai importante. Il motivo per cui ho accettato entro certi termini il paragone con Valentini, non raccogliendo invece quello con Conterno è proprio questo. Come ho sottolineato, al primo impatto la differenza fra i vini di Testalonga e quelli degli altri produttori di punta sembra enorme perché:

a) sono affinati in legno, mentre gli altri no tranne il Bricco Arcagna che però è sempre costantemente esaurito (e come dice pippuz, ci sarà un perché...) e piuttosto difficile da assaggiare

b) sono di annate più vecchie, gli ultimi usciti con almeno due anni sulle spalle, per non parlare delle vecchie e vecchissime annate che si ha ancora l'occasione di assaggiare ogni volta che si passa dalla sua cantina; invece dagli altri produttori non c'è praticamente nulla da assaggiare, se non i vini di sei mesi di prossima o recentissima commercializzazione, come in occasione di questa visita, se non addirittura ancora in vasca

I vini di Testalonga sembrano di un altro livello, ma sono invece solo in un'altra fase espressiva. Sono cioè fra i pochissimi vini ad essere leggibili, comprensibilmente rappresentativi di cosa può essere il Rossese di Dolceacqua. Una cuvée virtuale in un'annata baciata dalla sorte come la famosa 2004 risentita l'altra sera compie quel balzo prodigioso verso le massime vette assolute, ma non è un miracolo di Testalonga, è il vertice -non isolato- di cui è capace il vino di Dolceacqua.

Del resto si è visto chiaramente come la qualità si è improvvisamente ingigantita nel bicchiere quando Anfosso ci ha dato la possibilità di assaggiare vini con qualche anno sulle spalle. I 2009-08-07 in cantina erano già un altro pianeta, e un altro gran passo in avanti hanno fatto i 2006-05 a cena, risultando fra i migliori vini della serata, mettendo dentro anche i vini extra-Dolceacqua.

Dunque, tornando alla questione iniziale e riferendosi al Dolceacqua di Testalonga in commercio, e non alla selezione degli amici la cui esistenza è virtuale, Testalonga è attualmente posizionata nel gruppo dei migliori produttori di Dolceacqua, fra i quali spiccano per qualità oltre che per solidità esecutiva quattro produttori, in ordine alfabetico Anfosso, Kà Manciné, Maccario-Dringenberg e Terre Bianche.

Ritorniamo al punto focale di Dolceacqua: l'uscita follemente anticipata. Questi sono vini da medio-lungo invecchiamento, il cui altissimo livello qualitativo è già oggi tradotto e messo in bottiglia a livelli di eccellenza nazionale da ben più che un solo produttore inimitabile o inarrivabile. Il potenziale di Dolceacqua deve solo essere colto in assaggi di vini decentemente maturi, e la cosa apparirà immediatamente chiara a chiunque.

Pensate a che cosa potrebbe venire fuori da degli assaggi di Nebbiolo atti a Barolo o di Sangiovese atti a Brunello di Montalcino del 2010, oggi. Buttateci in mezzo un qualsiasi Barolo o Brunello di Montalcino di un produttore serio con 4-10-30 anni sulle spalle, e ovviamente sembrerà un marziano.

Credo che qualcosa di ragionevole della reale immagine qualitativa della zona potrebbe venire fuori da una bella orizzontale di 2008, ancora giovanissima ma non follemente immatura come è ora la 2010.

Grazie, in effetti era il paragone con Conterno che mi confondeva un pò.
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pippuz
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda pippuz » 19 apr 2011 22:02

Perchè 2008, Perrino a parte, è molto meglio.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda meursault » 20 apr 2011 00:12

Grazie mille ad Aldo e a tutti i compagni di brigata.
Tra la baraonda di vini della serata vorrei ricordare un bellissimo bianco di Testalonga, devvero pochissime volte ho sentito un bianco da macerazione così buono ed equilibrato, un vino di grande manico.
Il famoso glod kapsel 2004 invece è un po' evoluto, ma come detto ha una bocca davvero saturante e lunghissima.
Carricante 2004 di Gulfi era evoluto male, le altre bottiglie che ho stappato erano molto più buone e più giovani.
Poco buono il Brunate 2006 di Marengo, un Nebbiolo non nelle mie corde.
Assolutamente convincente Collestefano 2004, ancora indietro ma la trama del vino inizia a farsi.....tra 3-4 anni sarà al top e saranno dolori per tutti......
Capitolo Anfosso: decisamente convincente il Poggio Pini 2005, un vino che per me vale tranquillamente 90 punti, mentre meno convincenti gli assaggi in cantina, a parte il classico 2010 che era parecchio buono......anche il Luvaria 2008 a dire il vero non era affatto male.
Interessante e piacevole il rosato del principe Corsini, ottima bottiglia da avere in fresco l'estate per i giorni di calura estiva.
Convincenti a mio parere i vini di Ka Mancinè, per me Galeae 2010 vino imgliore della due giorni tra gli assaggi in cantina, Beragna un filo ridotto e un poco leggerino.
Da Terre bianche mi è piaciuto il Vermentino ma non sono impazzito per il base 2010, mentre il Bricco Arcagna 2009, pur indietro e segnato leggermente da un legnetto in riassorbimento mi è sembrato di ottimo potenziale.
Un plauso a tutti i produttori, di una umanità e sincera ospitalità veramente commovente.

ps: per il poker prego ripassare quando sarete in grado......pigigres la prossima volta che mi scomodi per due buzzurri che manco sanno cos'è un blind e mi fai pure rimanere senza posto letto te prendo e te corco......
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 20 apr 2011 02:34

meursault ha scritto:ps: per il poker prego ripassare quando sarete in grado......pigigres la prossima volta che mi scomodi per due buzzurri che manco sanno cos'è un blind e mi fai pure rimanere senza posto letto te prendo e te corco......


Non farmici pensà! :mrgreen:
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To two women one half pint of bitter
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 20 apr 2011 12:01

Pigigres ha scritto:
meursault ha scritto:ps: per il poker prego ripassare quando sarete in grado......pigigres la prossima volta che mi scomodi per due buzzurri che manco sanno cos'è un blind e mi fai pure rimanere senza posto letto te prendo e te corco......


Non farmici pensà! :mrgreen:


Quando vorrete giocare a poker e non a quella parodia isterica e tele-dipendente del Texas Hold'em, fatevi sentire.

Poker : Texas Hold'em = C'era una volta il West : AmiciconMariaDeFilippi

...e se giochiamo a metà serata carburando prima con qualche birra come si deve, anziché dopo una maratona di Rossese a grado medio 14° iniziata alle nove di mattina e conclusa alle tre di notte dopo una trentina di "assaggi" da griglia, è anche meglio... :mrgreen:
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda l'oste » 20 apr 2011 12:19

Dedalus ha scritto:
Quando vorrete giocare a poker e non a quella parodia isterica e tele-dipendente del Texas Hold'em, fatevi sentire.

Poker : Texas Hold'em = C'era una volta il West : AmiciconMariaDeFilippi

Assolutamente d'accordo con il paragone, il "teresina" all'americana è una sveltina se confrontato ad una serata completa di poker.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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