Ieri serata
Toscana A.D. 2006 al Ristorante al Barco di Istrana, con la complicità dell'amico oste Nicola e di alcuni dei "soliti noti" veneti.
Giorno-fiore, e grazie al cielo bottiglie tutte in formissima...così pure i commensali!
Nell'ordine:
Brut Rosé, Baracchi, 2006Sangiovese in purezza, da Cortona. Un grazie all'amico Diego procuratore della bottiglia e sboccatore della suddetta in acqua, lì sul momento, dopo conservazione a testa in giù secondo le indicazioni aziendali. Un rosato di struttura notevole, direi quasi (senza voler mancare di rispetto al produttore, ovviamente) "accidentalmente" dotato di bollicine: fruttini rossi in evidenza, molto corpo e sapidità marcata, all'inizio un po' troppo amaro sul finale ma poi in miglioramento: devo dire che mi è piaciuto. Bene su dei crostini di fegato d'oca.
Vernaccia di San Gimignano Evoè, Giovanni Panizzi, 2006Colore dorato limpido e brillante, stupendo. Si apre a ventaglio progressivamente al naso, mobile nel frutto, dalla buccia di pesca gialla in evoluzione verso note tropicali con l'alzarsi della temperatura, ma anche cera, oliva verde, grafite/matita temperata; tatto estrattivo, grasso, quasi pastoso all'attacco di bocca ma che poi si sfina molto nella progressione, grazie ad una sferzata acida notevole. Colpisce la finezza complessiva: un macerato davvero bevibile e comprensibile anche per i "neofiti". Eccezionale per me l'abbinamento con salame cotto in padella con l'aceto, polenta gialla e funghi pioppini.
Pian del Ciampolo, Montevertine, 2006Partenza scontrosa al limite della puzzetta, poi ossigenandosi si fa più civilizzato, di fiori blu e terra scura; scuretto all'inizio è anche il frutto, ma pian piano si fa strada al naso la classica arancia sanguinella, che poi ti si ripresenta in una bocca setosa e scorrevole. Ben posizionato ad inizio batteria, ed un buon viatico per i vini successivi.
Carmignano Riserva, Piaggia, 2006 Parte sin da subito a tutto gas al naso, su di un mix cioccolato-vegetalità nel complesso ben calibrato e su di una buona freschezza di frutto; già dall'attacco di bocca comunque ti rendi conto di essere di fronte a un vino che ricerca l'opulenza, un po' "palestrato" anche se dalla mano stra-sicura nel suo evitare accuratamente tutti gli eccessi. Tratto balsamico interessante nel tempo. Démodé in termini di registro espressivo, ma non disprezzabile nel complesso. Risentito oggi a pranzo, molto stabile rispetto a ieri.
Maremma Toscana Tiburzio, Montaùto, 2006Azienda del pitiglianese (Manciano) più nota per i suoi bianchi. Questo a differenza di altri al tavolo mi è piaciuto: molto frutto scuro (prugna su tutto) ed una nota floreale dolce accentuata al naso, in bocca è concentrato ma mostra una certa dose di "ignoranza" che non guasta, ferrugginoso e saporito. Scheda che recita 70% sangiovese e 30% alicante, anche se fantasticare di una quota di merlot non sembrerebbe così pellegrino, anzi a dirla tutta verrebbe onestamente da farci un pensiero anche considerando che da poco tempo, con cambio di veste grafica dell'etichetta ma non di nome (cosa per me assurda, ma vabbè
), il Tiburzio è diventato 100% merlot.
Brunello di Montalcino, Siro Pacenti, 2006Per questo caposcuola del Brunello "moderno" siamo secondo me ancora non oltre il 60-70% del suo rilevantissimo potenziale, soprattutto al naso, mentre in bocca ingrana subito alla grande sfoggiando una struttura dei tannini davvero imponente, rigorosa, a supporto di un frutto preciso, fresco, scuro il giusto, con un'amarena disegnata. Nel tempo, anche note di brace/cenere ed una florealità secca e complessa. Legno tecnicamente non riassorbito...nel senso che il 2006 ho avuto modo di testarlo più volte sin dall'uscita sul mercato, e di legno non ce n'era nemmeno l'ombra proprio dall'inizio, per cui... Vino della serata, all'unanimità.
Jassarte, Guado al Melo, 2006Base syrah più un mélange di uve mediterranee e caucasiche. Naso ben centrato, "credibile", pepato e cuoioso, bocca sorprendentemente piuttosto snella, frenata solo da una dolcezza boisé un po' troppo accentuata (ma è la cifra stilistica generale dell'azienda, temo). Me lo aspettavo più cicciottello però!
Tassinaia, Castello del Terriccio, 2006Il più bordolese del gruppo, ma non c'era da attendersi granché di diverso: piena coerenza tra naso e bocca, nota verde in finezza, frutto anch'esso rifinito e dai toni più chiari degli altri tre vini "costieri" bevuti ieri sera...e su tutto una sensazione inafferrabile di eleganza, di misura (persino troppo, direbbe qualcuno: è un vino fatto col compasso). Podio basso.
Cabernet Sauvignon Sancerbone, Agricola Le Querce, 2006Provenienza Val di Cornia (Campiglia Marittima, per la precisione). Il più salmastro e "macchioso", quasi iodato, con una bella energia al naso, di ferro e pepe, ed una bocca che impatta seccamente balsamica, vigorosa, quasi austera ma che poi difetta leggermente in lunghezza, finendo un po' tronco. Ha comunque degli spunti di bell'interesse, in termini di territorialità.
Le Cupole, Trinoro, 2006Il runner-up della serata, per me. Vino prevedibilmente fuori dal branco, autoriale, personale nella sua espressività surmatura e quasi esotica, tanta pienezza e vigore ma anche una dolcezza splendida dei tannini ed una beva equilibrata ed a suo modo facile...certo però deve piacere lo stile Franchetti. Ma è una principesca riuscita del Cupole, niente da dire: "fuoco" e nerbo e golosità, non gli manca nulla.
Nota a margine: la seconda batteria in abbinamento con delle costate di medio calibro (4-5 etti) e devo dire che tutti e quattro i vini, pur nelle loro differenze, ci sono stati dal Padreterno...alla faccia dell'adagio che con la ciccia ci vuole il sangiovese!