LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

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Ludi
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Ludi » 17 lug 2025 06:59

littlewood ha scritto:
Ludi ha scritto:Domaine Weinbach, Riesling Clos des Capucins Cuvée St. Catherine L'Inedit! 2012: acquistato in cantina dalle mani di Colette Faller, dopo una bellissima visita. Ha tutto quello che un Riesling alsaziano maturo deve avere, a partire dalla evidente nota affumicato-idrocarburica, ma con un pizzico di zucchero residuo che lo integra ed avvicina ai modelli d'oltrereno. La persistenza è di minuti, e tiene testa persino ad un formaggio di capra corso che farebbe resuscitare i morti.
Praesidium, Montepulciano d'Abruzzo Riserva 2009: schietto e animale, come è caratteristico dei vini di Praesidium, ma zero sentori di brett o puzzettine strane; anzi, in bocca sfodera una evidente e giovanile vena fruttata che fa salivare.
Etienne Sauzet, Pouligny-Montrachet 1er cru La Garenne 2009: archetipico, cartesiano, perfetto; qualcuno direbbe troppo perfetto, macchissenefrega: i grandi bianchi della Cote d'Or mi piacciono così, eleganti, con uso sapiente del legno, opulenti ma freschi.
Felton Road, Central Otago Pinot Noir Bannockburn 2009: confesso che era la prima volta che assaggiavo un PN neozelandese con qualche anno sulle spalle. Una sola parola: chapeau. Il vino è assolutamente intatto, ancora molto giocato sulla fragolina e sul lampone, ma al contempo persistente, elegantissimo, goloso da far paura. Impossibile non finire la bottiglia in poco tempo. Vino del we.

E beh giuliano..felton road non e' mica un' azienda pizza e fichi!!! Son bellissimi vini tutta la gamma!


Franco, in effetti avevo bevuto altre loro bottiglie, anche di Chardonnay, ma mai con più di 6-7 anni sulle spalle....questa è stata una vera sorpresa, soprattutto per come il frutto fosse ancora incredibilmente intatto.
Ziliovino
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Ziliovino » 17 lug 2025 10:00

Alberto ha scritto:
Se tiri in ballo l'ossidazione su un Fino, propendo per una bottiglia "vecchia" o sottoposta a conservazione non buona...gli imbottigliamenti en rama sono particolarmente delicati, tra l'altro...
Però poi ripensandoci mi parli di "ossidazione sulla mandorla" e secondo me sei tu che proprio dai una lettura dei sentori da maturazione sotto flor come ossidazione.


non saprei, io ho ricondotto tutto al fatto che sia prodotto con uve pedro ximenez, e non ci ho pensato troppo.
Bottiglia acquistata da poco, da grosso sito on-line, e la retro etichetta riporta "Saca de invierno L.010225" che ho perfino pensato fosse la data di imbottigliamento...
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Alberto
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Alberto » 17 lug 2025 10:25

Ziliovino ha scritto:
Alberto ha scritto:
Se tiri in ballo l'ossidazione su un Fino, propendo per una bottiglia "vecchia" o sottoposta a conservazione non buona...gli imbottigliamenti en rama sono particolarmente delicati, tra l'altro...
Però poi ripensandoci mi parli di "ossidazione sulla mandorla" e secondo me sei tu che proprio dai una lettura dei sentori da maturazione sotto flor come ossidazione.


non saprei, io ho ricondotto tutto al fatto che sia prodotto con uve pedro ximenez, e non ci ho pensato troppo.
Bottiglia acquistata da poco, da grosso sito on-line, e la retro etichetta riporta "Saca de invierno L.010225" che ho perfino pensato fosse la data di imbottigliamento...

No, no, allora la bottiglia è "fresca", e salvo botte di caldo nel trasporto non dovrebbe avere avuto problemi di conservazione.
L'uva è PX ma il processo di lavorazione è lo stesso del fino jerezano, salvo che è possibile (ma bisognerebbe verificare) che non sia fortificato, ovvero che il mosto di partenza potrebbe essere stato naturalmente a 15% alc. potenziali (cosa che con il palomino normalmente non accade) e che quindi non sia stato aggiunto alcol.
Da Montilla a Jerez (ed ancor più a Sanlucar) cambia sensibilmente il microclima però, visto che viene di molto meno l'influsso oceanico, e sui finos (per esperienza personale) è una cosa che si sente molto in termini di freschezza generale.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda fabrizio leone » 17 lug 2025 16:05


Domaine Gerard Seguin . Gevrey Chambertin 2021


prima esperienza con Il Domaine e con la denominazione
che bontà !!!! bevuta in due tempi
Elegante, fine e persistente. davvero un ottimo vino
Nexus1990
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Nexus1990 » 17 lug 2025 16:29

Ieri Serata Chablis a casa di un amico irpino:
Laurent Tribut Chablis 2020
Buonissimo nella sua semplicità: teso, acido, salato, una nota di ostrica, profumi sottili e sapore deciso, bella lunghezza. Lo Chablis villages (ma forse estenderei al vino bianco ‘tout court’) che vorresti sempre nel calice. 16,75
Laurent Tribut Chablis 1erCru ‘Montmains’ 2020
Parte muto poi pian piano escono dei sentori sottili, tra salvia e mentolato, sicuramente fascinoso ma il vino risulta un po’ placido, il sale lo salva ma manca un po’ di grip anche rispetto al villages. 16,5
Billaud-Simon Chablis 1erCru ‘Vaillons’ 2020
Al naso subito una mineralità pirica impressionante, un agrume che forse è pompelmo, o bergamotto. Al sorso ci sono una concentrazione e una densità nettamente superiori ai due vini precedenti ma senza in alcun modo pregiudicare la freschezza del frutto che è scintillante, vino di ‘sève’ se ce n’è uno. Peccato per la punta di amaro sul finale, lungo, unico piccolo “difetto”. Gran bella bottiglia, a un prezzo più che onesto. 17,5
Billaud-Simon Vs William Fèvre Chablis GrandCru ‘Vaudesir’ 2020
La comparazione tra due produttori diversi sullo stesso cru nella stessa annata è la mia idea di perfezione quando si fa una degustazione, specie di Borgogna. Quello di Billaud-Simon è Vaudesir da manuale, trasognato quant’altri mai, tutto floreale (sui fiori blu) e con una distinzione e una finezza dei profumi che ho sentito raramente. La bocca è coerente, una ‘carezza della sera’ ravvivata da una energia agrumata molto bella ma mai sopra le righe, composta. Sicuramente guadagnerà qualcosa ma già oggi è un piccolo capolavoro di dettaglio. 18
Fèvre è più mineral-roccioso, è meno screziato al naso e in generale ha qualcosa in meno dal punto di vista aromatico, soprattutto al naso è chiuso come se fosse una pietra di calcare in armatura, strettissimo. Infatti in bocca esplode questa bomba di sale dalla forza motrice devastante, riempie ogni centimetro quadrato della bocca, finale lunghissimo. Da attendere almeno 4/5 anni, diventerà grandissimo. 17,75
William Fèvre Chablis GrandCru ‘Les Clos’ 2005
Colore stupefacente per giovinezza, chiarissimo. Naso molto complesso, si sentono i terziari sotto forma di nocciola, burro alle erbe aromatiche, quasi una nota conciata. In bocca è un discreto terremoto (senza arrivare alla potenza deflagrante del Vaudesir), tanto sale e nerbo acido pur in questo quadro di maggiore “ricchezza” aromatica, come è giusto considerando cru ed annata. 17,75
Bouchard Pére et fils Corton Charlemagne GrandCru 2008
Regalo del padrone di casa servito alla cieca, identificato immediatamente come Borgogna di altissimo livello (ma gli abbiamo dato 10 anni in meno): qui si sente che non siamo più a Chablis, il naso ha un che di tropicale (ananas fresco) che rivela una natura più solatia, in bocca se i due vini di Fèvre erano delle scosse di assestamento questo è il terremoto del 62 D.C. Progressione e lunghezza e forza minerale inusitate. 18,25
P.S. Niente noia e soprattutto niente torroncino, ma sicuramente sarò stron7o io :lol:
P.P.S. Bouchard sempre troppo sottovalutato. I vini da vigne di proprietà, bianchi o rossi, Villages, PremierCru, GrandCru, sono uno più buono dell’altro, non deludono praticamente mai
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 17 lug 2025 20:53

Branzino in padella con fumetto di pesce e insalata estiva carote, rucola, germogli di soia e altri vegetali a strisce.
Bianco spagnolo da uve Albariño, più noto per essere l’uva del viño verde portoghese (in loco, Alvariño), dalla croccante acidità tagliente come una spada (di Toledo). Eppure qui siamo nel nord della Spagna, denominazione Rias Baixas, uno dei “luoghi del vino” in stato di rapida e folgorante ascesa a livello mondiale, e lo specimen si chiama Rias Baixas Leirana finca Genoveva 2022 della Botega Forjas del Salnés.
Questo vino, come alcuni buoni Chablis, parte in sordina ma, soprattutto quando la temperatura di servizio sale un poco, esprime - oltre alla acidità rinfrescante che lo caratterizza in assoluto - anche un frutto consistente e maturo.
Il bouquet è silente, al principio, ma con un po’ di areazione e qualche grado centigrado in più (normalmente i bianchi li stappo molto freddi) fa uscire la mela verde, la prugna bianca, l’origano e il timo, e note minerali metalliche e vegetali aromatiche (vetiver). Giallo paglierino carico il colore. Beva compulsiva: è quasi impossibile smettere di berlo, complice anche la gradazione alcolica non alta. Perfetto con il pesce.
Non arrivo ai 96+ che gli ha dato Wine Advocate, ma - secondo me - 93/100 li merita tutti.

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