Alessio ha scritto:...Non conto neanche più le migliaia di chenin nature che mi hanno propinato, i Languedoc emergenti, i Cahors rivoluzionari.
Ecco, già qui dovrebbe partire una parentesi bella grossa: ciò che sta emergendo in Loira dovrebbe essere venduto a prezzo da sconosciuto, non da emerso. E i nature sono spesso da prendere a schiaffi finché non la capiscono (vedasi di recente una boccia da me bevuta di Hodgson, era meglio come allenatore di calcio

).
Ci sono TRE grandi chenin: Brézé di Clos Rougeard, Montbenault di Leroy e Nourrisson di Bernaudeau. Il mercato lo sa da tempo e li prezza come un ottimo Borgogna (ahinoi).
Sotto però ci sono molti ottimi vini a prezzi accessibili ma che ultimamente cominciano ad essere in qualche caso già speculati dal secondario o alzati alla fonte. Andrée, Batardière, Morgat, Yvonne; faccio già più fatica ad includere, qualitativamente, Guiberteau e Dne Du Collier.
E subito sotto, ma solo perché non ancora raggiunti dal tarlo dei wine flippers, gli ultimi Roches Neuves, Chidaine, Ménard, Sansonnière, de Bellivière. Questi ultimi, estremamente accessibili.
Vedo però anche una fregola da parte dei giovani bar à vin, delle enoteche naturalistiche, dei bloggers, a rincorrere il primo scemo di turno che si alza, compra una vigna abbandonata, produce senza interventi e zolfo e subito lo si osanna anche se sembra il Last al limone. Qui bisogna tirare una riga e pretendere che gli attori del mercato che stanno davanti a noi appassionati si diano una forte regolata e tornino a parlare e proporre vini bevibili (Emidio sta già mugugnando

).
In Jura, grazie al riscaldamento, adesso si producono vini migliori, anche molto, rispetto alla storia e però c'è l'influenza perniciosa e negativa della ricaduta dell'attenzione su di loro da parte dei clienti allontanati dalla Borgogna per via dei prezzi. Non ho mai bevuto per esempio Allante et Boulanger, ma vedere le loro bottiglie girare a 200/300 euro mi lascia molto, molto perplesso. Ci sono però tanti buoni vini (non uso l'aggettivo ottimi volutamente) ancora a prezzi onesti.
Sulle altre zone bianche della Francia occorrerebbe armarsi di pazienza e cautela.
Alessio ha scritto:I miei amici francesi, come me e come noi tutti non riescono più a star dietro alle follie di Borgogna e della Champagne (ero da Bereche il 12 novembre, intendiamoci buonissimo reflet ma se il mercato mi chiedo il prezzo di un vielle vignes françaises non ci siamo proprio)
Perfettamente d'accordo sul Reflet, bevuto da poco tra l'altro: perché pagarlo 300 se a 200 compri Krug? No, dico...
I vostri lamenti li leggo da tempo su La Passion du Vin, e ultimamente affiorano anche sulla Révue, come dire in Cassazione. Spero solo che la bolla si sgonfi velocemente, perché il ritmo mi sembra piuttosto da lumaca.
Alessio ha scritto:Lunga vita al vino, lunga vita alla Borgogna e lunga vita a tutti quelli che si fanno un xxx inenarrabile per regalarci dei vini eccellenti. Ho appena preso 6 bottiglie di Caroline Morey, penso che sia un’annata del manga, che li ho pagati troppo… ma la cosa che m’interessa, l’unica è che mi piaciamo molto di più dei 25 Labet che li hanno fatto assaggiare negli ultimi 11 mesi ed un terzo.
Ecco, appunto, Labet molto bravo ma non su tutta la gamma, e di certo rispetto al lavoro di Pierre-Yves e Caroline, non c'è possibilità di pareggio.