

Alberto ha scritto:Incredibile...sulla sinistra si vede chiaramente la chioma di un albero!!!gbaenergiaeco10 ha scritto:Ma com'è possibile? Pensavo che in Langa si fossero estinti...
Ludi ha scritto:Marchetta, Malvasia delle Lipari 2011: produttore che apprezzo, e che non si smentisce con questa gradevole malvasia, lontana dai picchi di Hauner ma comunque golosissima.
gbaenergiaeco10 ha scritto:Grazie kalos
Alberto ha scritto:Ludi ha scritto:Marchetta, Malvasia delle Lipari 2011: produttore che apprezzo, e che non si smentisce con questa gradevole malvasia, lontana dai picchi di Hauner ma comunque golosissima.
Ciao Giuliano...conosci le malvasie di Salvatore d'Amico e di Giona (Hauner)?
Per me lo spirito eoliano "vero" sta lì. Quella di Marchetta devo averla bevuta solo una volta, non la ricordo per nulla malvagia.
AmoSlade ha scritto:gbaenergiaeco10 ha scritto:Grazie kalos
Grazie del report, sono stato lo scorso anno da Rivella e ne conservo un bel ricordo! Peraltro, sto cercando un paio di bottiglie del suo 2012, ma mi sa che faccio prima a ripassare a trovarlo
gbaenergiaeco10 ha scritto:AmoSlade ha scritto:gbaenergiaeco10 ha scritto:Grazie kalos
Grazie del report, sono stato lo scorso anno da Rivella e ne conservo un bel ricordo! Peraltro, sto cercando un paio di bottiglie del suo 2012, ma mi sa che faccio prima a ripassare a trovarlo
Nonostante avessero un po' di fretta (perché dovevano stare a Parma per ora di pranzo) ci hanno accolto con la solita ospitalità..l'ora abbondante è volata via tra chiacchiere, risate, e calici non misurati..unico appunto è un leggero aumento dei prezzi rispetto allo scorso anno (il barbaresco viene 30 invece di 27/28) ma per come la vedo io rimane un prezzo irrisorio considerato quello che poi ci si ritrova nel calice..ogni volta che parlo con teobaldo mi stupisce per l'immediatezza spiazzante dei suoi ragionamenti...è tanto aperto al dialogo e al confronto quanto è convinto delle sue idee e del suo lavoro....avreste dovuto vedere la faccia che ha fatto quando gli abbiamo detto che nel pomeriggio saremmo stati da vajra...è sorta la solita discussione sul grande/piccolo produttore...ovviamente da persona intelligente quale è, ha ammesso che da grandi realtà possono venir fuori vini favolosi, ma secondo lui se si parte con le stesse armi tecniche, il piccolo produttore ha un vantaggio, ovverosia può fare dei lavori in vigna e in cantina che il grande produttore, per congeniti motivi organizzativi e logistici, non può permettersi di fare....e a volte quelle piccole cose (specialmente se accumulate, anno dopo anno) rivelano la loro importanza proprio mentre si sta degustando...è strano, ogni volta che parlo con quest'uomo ho la sensazione di imparare qualcosa, anche se quello che mi sta dicendo lo conosco già.
Se penso ad una realtà di vignaioli veri e sinceri una delle prime cantine che mi viene in mente è quella di Aldo e Milena Vajra.gbaenergiaeco10 ha scritto:nel pomeriggio saremmo stati da vajra...è sorta la solita discussione sul grande/piccolo produttore...ovviamente da persona intelligente quale è, ha ammesso che da grandi realtà possono venir fuori vini favolosi, ma secondo lui se si parte con le stesse armi tecniche, il piccolo produttore ha un vantaggio, ovverosia può fare dei lavori in vigna e in cantina che il grande produttore, per congeniti motivi organizzativi e logistici, non può permettersi di fare
Alberto ha scritto:Se penso ad una realtà di vignaioli veri e sinceri una delle prime cantine che mi viene in mente è quella di Aldo e Milena Vajra.gbaenergiaeco10 ha scritto:nel pomeriggio saremmo stati da vajra...è sorta la solita discussione sul grande/piccolo produttore...ovviamente da persona intelligente quale è, ha ammesso che da grandi realtà possono venir fuori vini favolosi, ma secondo lui se si parte con le stesse armi tecniche, il piccolo produttore ha un vantaggio, ovverosia può fare dei lavori in vigna e in cantina che il grande produttore, per congeniti motivi organizzativi e logistici, non può permettersi di fare
Faranno 300.000 bottiglie all'anno, a stare larghi...non stiamo mica parlando di Fontanafredda, eh?!
darmagi90 ha scritto:Non saprei se le mie osservazioni sono corrette o meno.
Da questo punto di vista, io divido i vignaioli, anche quelli di dimensioni medie o piccole, in due categorie.
La prima è quella degli Accomasso, tanto per citare un nome, ma potrebbe valere anche per Conterno e mille altri.
Questi fanno solo poche etichette e tipologie di vino, spesso ma non sempre legate alla loro tradizione. Produttori che, a prescindere dai volumi delle loro produzioni, hanno individuato i pochi prodotti che secondo loro sono capaci di fare e si concentrano su quelli.
Poi ci sono i super entusiasti, quelli che vogliono cimentarsi e mettersi alla prova sul maggior numero possibile di tipologie. Spumanti, Syrah, Pinot Noir e Chardonnay ispirati alla Borgogna in primis.
Non so se Vajra rientri in questa tipologia di produttori per il fatto di avere aggiunto Riesling e spumante da Nebbiolo alla sua produzione.
Poi vale sempre il solito discorso, qualcuno che faccia sperimentazioni e cose nuove ci vuole, altrimenti saremmo ancora ad accendere il fuoco coi legnetti e la paglia...
E comunque secondo me il Nebbiolo potrebbe dare delle belle basi per dei rosatelli bolliciosi![]()
Magari ci sarà da fare un po' di attenzione al peso della frazione alcolica...
alleg ha scritto:darmagi90 ha scritto:Non saprei se le mie osservazioni sono corrette o meno.
Da questo punto di vista, io divido i vignaioli, anche quelli di dimensioni medie o piccole, in due categorie.
La prima è quella degli Accomasso, tanto per citare un nome, ma potrebbe valere anche per Conterno e mille altri.
Questi fanno solo poche etichette e tipologie di vino, spesso ma non sempre legate alla loro tradizione. Produttori che, a prescindere dai volumi delle loro produzioni, hanno individuato i pochi prodotti che secondo loro sono capaci di fare e si concentrano su quelli.
Poi ci sono i super entusiasti, quelli che vogliono cimentarsi e mettersi alla prova sul maggior numero possibile di tipologie. Spumanti, Syrah, Pinot Noir e Chardonnay ispirati alla Borgogna in primis.
Non so se Vajra rientri in questa tipologia di produttori per il fatto di avere aggiunto Riesling e spumante da Nebbiolo alla sua produzione.
Poi vale sempre il solito discorso, qualcuno che faccia sperimentazioni e cose nuove ci vuole, altrimenti saremmo ancora ad accendere il fuoco coi legnetti e la paglia...
E comunque secondo me il Nebbiolo potrebbe dare delle belle basi per dei rosatelli bolliciosi![]()
Magari ci sarà da fare un po' di attenzione al peso della frazione alcolica...
I discorso ci sta tutto ma questo due vini di Vajra n m sembrano solo esercizi di stile. Riesling un po' caro forse ma tutto altro che banale e anche lo spumante lo trovo notevole. D queste due tipologie di vini secondo me non c è tanto di meglio in Italia, qualcosa si, ma non molto
alleg ha scritto:darmagi90 ha scritto:Non saprei se le mie osservazioni sono corrette o meno.
Da questo punto di vista, io divido i vignaioli, anche quelli di dimensioni medie o piccole, in due categorie.
La prima è quella degli Accomasso, tanto per citare un nome, ma potrebbe valere anche per Conterno e mille altri.
Questi fanno solo poche etichette e tipologie di vino, spesso ma non sempre legate alla loro tradizione. Produttori che, a prescindere dai volumi delle loro produzioni, hanno individuato i pochi prodotti che secondo loro sono capaci di fare e si concentrano su quelli.
Poi ci sono i super entusiasti, quelli che vogliono cimentarsi e mettersi alla prova sul maggior numero possibile di tipologie. Spumanti, Syrah, Pinot Noir e Chardonnay ispirati alla Borgogna in primis.
Non so se Vajra rientri in questa tipologia di produttori per il fatto di avere aggiunto Riesling e spumante da Nebbiolo alla sua produzione.
Poi vale sempre il solito discorso, qualcuno che faccia sperimentazioni e cose nuove ci vuole, altrimenti saremmo ancora ad accendere il fuoco coi legnetti e la paglia...
E comunque secondo me il Nebbiolo potrebbe dare delle belle basi per dei rosatelli bolliciosi![]()
Magari ci sarà da fare un po' di attenzione al peso della frazione alcolica...
I discorso ci sta tutto ma questo due vini di Vajra n m sembrano solo esercizi di stile. Riesling un po' caro forse ma tutto altro che banale e anche lo spumante lo trovo notevole. D queste due tipologie di vini secondo me non c è tanto di meglio in Italia, qualcosa si, ma non molto
darmagi90 ha scritto:alleg ha scritto:darmagi90 ha scritto:Non saprei se le mie osservazioni sono corrette o meno.
Da questo punto di vista, io divido i vignaioli, anche quelli di dimensioni medie o piccole, in due categorie.
La prima è quella degli Accomasso, tanto per citare un nome, ma potrebbe valere anche per Conterno e mille altri.
Questi fanno solo poche etichette e tipologie di vino, spesso ma non sempre legate alla loro tradizione. Produttori che, a prescindere dai volumi delle loro produzioni, hanno individuato i pochi prodotti che secondo loro sono capaci di fare e si concentrano su quelli.
Poi ci sono i super entusiasti, quelli che vogliono cimentarsi e mettersi alla prova sul maggior numero possibile di tipologie. Spumanti, Syrah, Pinot Noir e Chardonnay ispirati alla Borgogna in primis.
Non so se Vajra rientri in questa tipologia di produttori per il fatto di avere aggiunto Riesling e spumante da Nebbiolo alla sua produzione.
Poi vale sempre il solito discorso, qualcuno che faccia sperimentazioni e cose nuove ci vuole, altrimenti saremmo ancora ad accendere il fuoco coi legnetti e la paglia...
E comunque secondo me il Nebbiolo potrebbe dare delle belle basi per dei rosatelli bolliciosi![]()
Magari ci sarà da fare un po' di attenzione al peso della frazione alcolica...
I discorso ci sta tutto ma questo due vini di Vajra n m sembrano solo esercizi di stile. Riesling un po' caro forse ma tutto altro che banale e anche lo spumante lo trovo notevole. D queste due tipologie di vini secondo me non c è tanto di meglio in Italia, qualcosa si, ma non molto
Allor
Infatti non associavo l'approccio, diciamo così, più diversificato di alcuni produttori ad un esercizio di stile.
Ci mettono proprio l'anima per misurarsi con vitigni o tecniche non tradizionali per la loro zona.
Premesso che non conosco Vajra e i suoi vini e quindi non mi permetterei mai di esprimere un giudizio.
Volevo solo condividere qui il fatto che avendo incontrato diversi produttori ho individuato questi due approcci, fra i quali non credo ce ne sia uno giusto ed uno sbagliato a priori o per presa di posizione ideologica.
Alla Boscov:
approccio giusto è, quando vino è buono!
vinocondiviso ha scritto:Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Kypra” 2014 – Ca’ Liptra
Il naso si apre su sentori piuttosto originali di frutta gialla matura (nespola), mandorla, ossidazione incipiente (mela grattugiata), la bocca è larga ma anche seduta con poco allungo e stratificazione. Probabilmente complice l’annata la bocca è debole di corpo e carente di acidità, tant’è che il poco alcol nominale del vino si sente tutto in chiusura di bocca. La persistenza è minima anche se rimane la percezione di una sapidità che rende il sorso più piacevole.
76
Ca’ Liptra è un’azienda situata a Cupramontana, in Contrada San Michele, una delle zone più vocate del Verdicchio e lavora 2 soli ettari di vigneti con un’età media di 40 anni. Direi che quest'annata non è quella ideale per provare il loro vino.
gianluca raschi ha scritto:vinocondiviso ha scritto:Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Kypra” 2014 – Ca’ Liptra
Il naso si apre su sentori piuttosto originali di frutta gialla matura (nespola), mandorla, ossidazione incipiente (mela grattugiata), la bocca è larga ma anche seduta con poco allungo e stratificazione. Probabilmente complice l’annata la bocca è debole di corpo e carente di acidità, tant’è che il poco alcol nominale del vino si sente tutto in chiusura di bocca. La persistenza è minima anche se rimane la percezione di una sapidità che rende il sorso più piacevole.
76
Ca’ Liptra è un’azienda situata a Cupramontana, in Contrada San Michele, una delle zone più vocate del Verdicchio e lavora 2 soli ettari di vigneti con un’età media di 40 anni. Direi che quest'annata non è quella ideale per provare il loro vino.
Un verdicchio che presenta con note di ossidazione e con poca acidità ad un anno e mezzo dalla vendemmia, benchè l'annata sia sfavorevole, mi fa pensare ad una bottiglia sfortunata, in caso contrario iscriverei la cantina nel registro di quelle da evitare.
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