Procedimento tradizionale che vede la cottura delle piñas (100% agave varietà Espadín) in forno interrato, e la successiva molitura con macina in pietra azionata "a sangue". Partita molto limitata, bottiglia n. 483 di 650.
E meno male che il buon Luchino Gargano (Velier) scrive "prevalentemente caratterizzato da mineralità e da minore affumicatura"...se questo è affumicato poco, vorrei provare quelli molto...sembra di mettere sotto il naso un giovane Caol Ila!!!
![Shocked :shock:](./images/smilies/icon_eek.gif)
Naso di frutta bianca (pera) e fenoli, bocca dalla texture spessa, si sentono gli oli vegetali estratti dalla doppia distillazione in alambicco discontinuo, che sfociano in un finale decisamente amarognolo, ma pulito...zero "code", zero note plasticose, segno che il distillatore alla fine ci sa fare. Zero cacca d'asino, anche! (scherzo). Latita forse un po' il puro gusto dell'agave, coperto com'è dall'affumicatura, ma si è comunque al cospetto di un distillato di rango.