brifazio ha scritto:Dedalus ha scritto:M. de Hades ha scritto:Pigigres ha scritto:M. de Hades ha scritto:Suvvia, capita nella vita di dire una cazzata, non è mica un disonore. E' il fatto di insistere che fa scadere nel ridicolo...
Ecco, perciò smettila ti prego

Detto da un uomo che sniffa il ghiaccio del freezer... beh.... ci ragionerò sopra...

Da questo loop si esce in un solo modo: indicando il descrittore ortodosso e più appropriato di "ghiaccio" e dintorni per la sensazione che hanno riportato Pigigres, gremul ed Aramis.
Ai detrattori del descrittore "ghiaccio" la parola.
Con la qual cosa finalmente si smetterà, spero, di parlare di parole, e si tornerà finalmente a parlare del motivo per cui nascono i descrittori: comunicare le caratteristiche organolettiche del vino.
Guarda Rossano che la sensazione citata da Armando è di ghiaccio secco (quello ad uso scenografico) che con
i tenui e poco definiti sentori minerali del ghiaccio da freezer introdotti da Pierluigi non ha alcuna attinenza.
Ci sono poi gli altri aspetti termico-tattili a rendere ancor meno efficace il descrittore.
Forse non ci siamo accorti che io non sto più a difendere la legittimità teorica e tecnica del descrittore, ma a chiedere quale altro più ortodosso e meno controverso e problematico descrittore si potrebbe dunque usare per meglio inquadrare e comunicare quelle sensazioni che qualche sventurato volle inquadrare e comunicare con il ben coppinato "ghiaccio".
Ora che il coppino del descrittore "ghiaccio" è tanto rosso e fiammeggiante da richiedere a sua volta una bella borsa di ghiaccio, secco o meno che sia, delle sensazioni che per loro disgrazia furono portate a terzi attraverso questo maldestro e malvagio veicolo semantico, che vogliamo fare?
Lasciarle bruciare nell'inferno della berlina forumistica, oppure passare finalmente oltre e cercare di capire a che cosa ci si volesse riferire, e portarle alla luce per voce di scintillante, ufficiale, atto ed omologato descrittore?
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”