che non sia poi sta grande annata la 2010? o solo lotti sfortunati

hansen ha scritto:una domanda sui 2010 avete riscontrato anche voi un calo improvviso? nel senso che sia il Priopre capovolto baluccio misco ecc..giusto x fare qualche esempio aperti ora sono in fase calante paurosa mentre appena usciti mi facevano sperare bene
che non sia poi sta grande annata la 2010? o solo lotti sfortunati?
hansen ha scritto:una domanda sui 2010 avete riscontrato anche voi un calo improvviso? nel senso che sia il Priopre capovolto baluccio misco ecc..giusto x fare qualche esempio aperti ora sono in fase calante paurosa mentre appena usciti mi facevano sperare bene
che non sia poi sta grande annata la 2010? o solo lotti sfortunati?
cesmic ha scritto:Domanda per chi ha assaggiato di recente i 2010.
Come si manifesta questa "fase calante"?
Grazie
M. de Hades ha scritto:cesmic ha scritto:Domanda per chi ha assaggiato di recente i 2010.
Come si manifesta questa "fase calante"?
Grazie
Generalmente compaiono delle bolle sull'etichetta, quasi dei foruncoli, e la capsula, verso il collo della bottiglia, evidenzia una sorta di alone, come delle occhiaie.
Quando li versi, poi, il comportamento nel calice denota apatia, svogliatezza, fissità dello sguardo ed assenza di qualsivoglia reazione a qualsiasi provocazione
Se gli fai una battuta non ridono e se li sfotti fanno spallucce.
Ma credo si tratti di una tipica fase adolescenziale. Se gli togli lo smartphone e gli fai fare un po' di sport dovrebbero riprendersi.
M. de Hades ha scritto:cesmic ha scritto:Domanda per chi ha assaggiato di recente i 2010.
Come si manifesta questa "fase calante"?
Grazie
Generalmente compaiono delle bolle sull'etichetta, quasi dei foruncoli, e la capsula, verso il collo della bottiglia, evidenzia una sorta di alone, come delle occhiaie.
Quando li versi, poi, il comportamento nel calice denota apatia, svogliatezza, fissità dello sguardo ed assenza di qualsivoglia reazione a qualsiasi provocazione
Se gli fai una battuta non ridono e se li sfotti fanno spallucce.
Ma credo si tratti di una tipica fase adolescenziale. Se gli togli lo smartphone e gli fai fare un po' di sport dovrebbero riprendersi.
zampaflex ha scritto:Visto che Vinogodi non l'ha stappato, ci ho pensato io. Ero curioso...
Parliamo del Villa Bucci Riserva 2010.
Solita classe, un verdicchio tutto buttato sull'eleganza e la finezza, aromi che emergono lentamente formando una paletta intrigante di anice, agrume giallo e rosso, frutta a polpa rossa, un filo di erba secca/fieno. Sorso minerale, potentemente fresco, sapido, lungo. Per quanto l'annata sia stata ottimale, pare vendemmiato in leggero anticipo per aderire ad una idea di verticalità e durata.
Un giovinotto baldanzoso e, per ora, ritroso. Sarà ottimo.
...ne apriamo uno uguale martedì al cospetto di Chablis , Borgogna e Loira in una panoramica di bianchi di alto livello. Vediamo di confermare...zampaflex ha scritto:Visto che Vinogodi non l'ha stappato, ci ho pensato io. Ero curioso...
Parliamo del Villa Bucci Riserva 2010.
Solita classe, un verdicchio tutto buttato sull'eleganza e la finezza, aromi che emergono lentamente formando una paletta intrigante di anice, agrume giallo e rosso, frutta a polpa rossa, un filo di erba secca/fieno. Sorso minerale, potentemente fresco, sapido, lungo. Per quanto l'annata sia stata ottimale, pare vendemmiato in leggero anticipo per aderire ad una idea di verticalità e durata.
Un giovinotto baldanzoso e, per ora, ritroso. Sarà ottimo.
Wineduck ha scritto:I corsi di degustazione (che ho frequentato anche io 15 anni or sono) fanno più danni della grandine nei vigneti a settembre. Creano stuoli di "pseudo recensori" che tentano di "rendere oggettivo" ciò che è fisiologicamente ed ineluttabilmente soggettivo. Le schede di degustazione AIS o FISAR poi sono di una cretinaggine assoluta.
Per fortuna poi interviene il tempo (con migliaia di bevute a seguito) a smantellare ogni velleità iniziale di voler comunicare agli altri se hai percepito il limone di Amalfi piuttosto che il "sedano spento" (cit.). Nei primi anni sei talmente concentrato a cercare di individuare gli aromi ed assegnargli i giusti descrittori che perdi di vista quelle poche, pochissime (2-3) cosette che contano veramente: è un vino emozionante? E' abbinato bene? Quanto ti piace?
Bastano ed avanzano.
Tutto il resto è noia.
Wineduck ha scritto:I corsi di degustazione (che ho frequentato anche io 15 anni or sono) fanno più danni della grandine nei vigneti a settembre. Creano stuoli di "pseudo recensori" che tentano di "rendere oggettivo" ciò che è fisiologicamente ed ineluttabilmente soggettivo. Le schede di degustazione AIS o FISAR poi sono di una cretinaggine assoluta.
Per fortuna poi interviene il tempo (con migliaia di bevute a seguito) a smantellare ogni velleità iniziale di voler comunicare agli altri se hai percepito il limone di Amalfi piuttosto che il "sedano spento" (cit.). Nei primi anni sei talmente concentrato a cercare di individuare gli aromi ed assegnargli i giusti descrittori che perdi di vista quelle poche, pochissime (2-3) cosette che contano veramente: è un vino emozionante? E' abbinato bene? Quanto ti piace?
Bastano ed avanzano.
Tutto il resto è noia.
zampaflex ha scritto:Wineduck ha scritto:I corsi di degustazione (che ho frequentato anche io 15 anni or sono) fanno più danni della grandine nei vigneti a settembre. Creano stuoli di "pseudo recensori" che tentano di "rendere oggettivo" ciò che è fisiologicamente ed ineluttabilmente soggettivo. Le schede di degustazione AIS o FISAR poi sono di una cretinaggine assoluta.
Per fortuna poi interviene il tempo (con migliaia di bevute a seguito) a smantellare ogni velleità iniziale di voler comunicare agli altri se hai percepito il limone di Amalfi piuttosto che il "sedano spento" (cit.). Nei primi anni sei talmente concentrato a cercare di individuare gli aromi ed assegnargli i giusti descrittori che perdi di vista quelle poche, pochissime (2-3) cosette che contano veramente: è un vino emozionante? E' abbinato bene? Quanto ti piace?
Bastano ed avanzano.
Tutto il resto è noia.
Concordo si e concordo no![]()
Si perchè i corsi rischiano di irregimentarti, come sostieni. E sta poi solo al desiderio di crescita individuale il trovare la forza di staccarsi da questa impostazione scientista/oggettiva. Io stesso da un paio d'anni mi concentro più sulle sensazioni in bocca che al naso, e trascuro il "catalogo". Amalgama, equilibrio, espressività...cose che a nessun corso ti insegnano ad inseguire. Non siamo alla madeleine di Proust, ma un po' di cammino l'ho fatto.
No perchè non tutti possiedono il dono di saper volare con la fantasia sulle ali dell'emozione che ti può regalare un assaggio, per potere descrivere il lato più intimo e sentimentale di un vino. E qui la tecnicità ti permette di parlare una lingua spoglia, arida, ma conosciuta ovunque. Un po' come se ti esprimessi attraverso concetti matematici invece che declamando poesie (mi viene in mente Natascia Stefanenko che recita Puskin, guarda un po').
Il tempo e l'esperienza, a volte, ti consentono di passare dallo stadio di bevitore analitico a quello di cercatori di brividi, di frissons au coeur...molti lettori un tempo presenti, ora silenti, saprebbero indicare la strada. Ai pochi rimasti, il compito di mostrarla ai tanti, meno esperti, che frequentano oggi questo luogo.
Wineduck ha scritto:zampaflex ha scritto:Wineduck ha scritto:I corsi di degustazione (che ho frequentato anche io 15 anni or sono) fanno più danni della grandine nei vigneti a settembre. Creano stuoli di "pseudo recensori" che tentano di "rendere oggettivo" ciò che è fisiologicamente ed ineluttabilmente soggettivo. Le schede di degustazione AIS o FISAR poi sono di una cretinaggine assoluta.
Per fortuna poi interviene il tempo (con migliaia di bevute a seguito) a smantellare ogni velleità iniziale di voler comunicare agli altri se hai percepito il limone di Amalfi piuttosto che il "sedano spento" (cit.). Nei primi anni sei talmente concentrato a cercare di individuare gli aromi ed assegnargli i giusti descrittori che perdi di vista quelle poche, pochissime (2-3) cosette che contano veramente: è un vino emozionante? E' abbinato bene? Quanto ti piace?
Bastano ed avanzano.
Tutto il resto è noia.
Concordo si e concordo no![]()
Si perchè i corsi rischiano di irregimentarti, come sostieni. E sta poi solo al desiderio di crescita individuale il trovare la forza di staccarsi da questa impostazione scientista/oggettiva. Io stesso da un paio d'anni mi concentro più sulle sensazioni in bocca che al naso, e trascuro il "catalogo". Amalgama, equilibrio, espressività...cose che a nessun corso ti insegnano ad inseguire. Non siamo alla madeleine di Proust, ma un po' di cammino l'ho fatto.
No perchè non tutti possiedono il dono di saper volare con la fantasia sulle ali dell'emozione che ti può regalare un assaggio, per potere descrivere il lato più intimo e sentimentale di un vino. E qui la tecnicità ti permette di parlare una lingua spoglia, arida, ma conosciuta ovunque. Un po' come se ti esprimessi attraverso concetti matematici invece che declamando poesie (mi viene in mente Natascia Stefanenko che recita Puskin, guarda un po').
Il tempo e l'esperienza, a volte, ti consentono di passare dallo stadio di bevitore analitico a quello di cercatori di brividi, di frissons au coeur...molti lettori un tempo presenti, ora silenti, saprebbero indicare la strada. Ai pochi rimasti, il compito di mostrarla ai tanti, meno esperti, che frequentano oggi questo luogo.
Luciano, per essere partito come un maronita integralista mi sei diventato più eno-democristiano di Forlani...
darmagi90 ha scritto:Anche io la vedo in gran parte allo stesso modo.
All'inizio si è tutti lì a cercare di mettere la "x" sui descrittori, chiedendosi quando mai avremmo avuto la possibilità di trovare i più improbabili in qualche vino.
Un po' come se si dovesse fare la raccolta delle figurine, chiedendosi quando mai si sarebbe completato l'album e, soprattutto, quando sarebbe arrivato il "feroce saladino".
Col passare del tempo questa smania di cercare il descrittore ad ogni costo si abbassa.
Ma secondo me dipende anche dal fatto che l'analisi olfattiva è comunque quella più divertente ed intrigante, perché prima di iniziare l'approccio alla degustazione si pensa che siano un po' tutte pippe, poi si scopre che è tutto vero e ci si prende gusto.
Sono però d'accordo sul fatto che si debba andare oltre questo "tecnicismo" della ricerca dei descrittori e cercare l'emozione, il brivido, il sorso che rapisce.
gmi1 ha scritto:primo corso in quel del lago dei cigni a Vignola, autunno-inverno 1992, entusiasmo tanto, alcune lezioni interessanti, altre molto meno, vini in degustazione al 80% ciofeca, fondi di magazzino invendibili di un noto enotecaro di Bologna, allora presidente AIS Emilia Romagna.... ottimo degustatore in ogni caso.... a distanza di 24 anni non rinnego la scelta di fermarmi li, senza proseguire con I corsi successivi, quel poco di valore che posso dare durante una bevuta fra amici e appassionati la devo alle degustazioni, viaggi, scoperte, bevute successive, cose tutte o quasi veramente piacevoli e interessanti....uno dei ricordi migliori di quel periodo é stata la discussione e le riflessioni sul trittico 88-89-90 dei vini di Bordeaux che erano in uscita allora, sicuramente fecero crescere la curiositá in tanti di noi...
alì65 ha scritto:un vizietto AIS quello dei fondi da magazzino, per fortuna ci sono appassionati al di fuori dell'associazione per bere come dio comanda....
AmoSlade ha scritto:Rincrocca Verdicchio Superiore 2013 - La Staffa : colore dai riflessi dorati, profumi sussurrati di pera, mentuccia, mandorla e una sensazione come di lieviti, che mi lascia pensare (magari è una stupidaggine) a un naso ancora in fase di definizione. Altra storia in bocca, dove le sensazioni ritornano amplificate e rivela la sua struttura e profondità, in un equilibrio ineccepibile tra morbidezza e acidità, che lo rende molto piacevole e gustoso da bere.
darmagi90 ha scritto:AmoSlade ha scritto:Rincrocca Verdicchio Superiore 2013 - La Staffa : colore dai riflessi dorati, profumi sussurrati di pera, mentuccia, mandorla e una sensazione come di lieviti, che mi lascia pensare (magari è una stupidaggine) a un naso ancora in fase di definizione. Altra storia in bocca, dove le sensazioni ritornano amplificate e rivela la sua struttura e profondità, in un equilibrio ineccepibile tra morbidezza e acidità, che lo rende molto piacevole e gustoso da bere.
Bevuto venerdì scorso. Piaciuto molto al naso, dove però non ricordo sentori di lieviti. Bella complessità olfattiva fra note fruttate, anche un po' tropicali, floreali e minerali. In bocca mi aspettavo maggiore sostegno acido, mentre l'ho riscontrato un po' "saeduto". Boccia interessante, comunque.
AmoSlade ha scritto:darmagi90 ha scritto:AmoSlade ha scritto:Rincrocca Verdicchio Superiore 2013 - La Staffa : colore dai riflessi dorati, profumi sussurrati di pera, mentuccia, mandorla e una sensazione come di lieviti, che mi lascia pensare (magari è una stupidaggine) a un naso ancora in fase di definizione. Altra storia in bocca, dove le sensazioni ritornano amplificate e rivela la sua struttura e profondità, in un equilibrio ineccepibile tra morbidezza e acidità, che lo rende molto piacevole e gustoso da bere.
Bevuto venerdì scorso. Piaciuto molto al naso, dove però non ricordo sentori di lieviti. Bella complessità olfattiva fra note fruttate, anche un po' tropicali, floreali e minerali. In bocca mi aspettavo maggiore sostegno acido, mentre l'ho riscontrato un po' "saeduto". Boccia interessante, comunque.
Pensa che io l'ho invece preferito in bocca che al naso, dove l'ho trovato piuttosto timido e non ancora molto espressivo. È vero, l' acidità non è molto spiccata ma forse per questo l'ho trovato molto piacevole da bere adesso.
Per quanto riguarda i lieviti era solo una vaga sensazione, magari anche campata per aria![]()
Ne ho bevuti pochi di verdicchio, ma finora questo è quello che mi ha convinto di più!
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