gianluca1975 ha scritto:Dedalus ha scritto:
Sei tu però che qui molli il ragionamento e prendi gli atteggiamenti a corrente alternata che rinfacci ai soggettivisti.
O no?
No!!! Mi avete fracassato i coglioni, ho avuto conferma, già lo sapevo da un pezzo ma tendo sempre ad essere ottimista, che a voi non ve ne frega un cazzo delle opinioni altrui, è un copione già trito e ritrito, prima ci sei tu che sembri voler ragionare e capire le motivazioni degli altri e spacchi il capello su tutto usando ragionamenti logici se qualcuno nella foga scrive qualcosa di sbagliato oppure passi all'onanismo sfrenato per confutare tesi logiche e sensate, poi, quando si arriva ad un punto di contatto sul quale si può trovare una convergenza ti eclissi ed arrivano i kamikaze imbottiti di minchiate ed offese che fanno degenerare il tutto ed alla fine ritorni tu a concludere che siamo noi a tirarci indietro sul dialogo. La verità è che con voi è impossibile ragionare di alcunché. Non venire a dire che non centri nulla perchè non dico che devi dissociarti da certi discorsi (capisco bene questo atteggiamento di non voler scontentare nessuno sul forum, soprattutto certi elementi, però non lo condivido), però manco avallarli, perchè così facendo ti tratto esattamente come loro. Finisco tornando all'inizio: mi avete fracassato i coglioni!!!
No, scusa.
Se parli con me, parla con me.
Io rispondo di quello che scrivo io, come lo scrivo io.
Purtroppo rispondo anche di quando lo scrivo io. Avrei mai pensato che qualcuno mi avrebbe rimproverato di non essere abbastanza assiduo sul forum a parlare di soggettivo ed oggettivo...
Scherzi a parte, mi dispiace che ti incazzi, ma il ragionamento è ragionamento. Arriva al punto centrale, quello in cui la percezione degli stimoli organolettici, uguali per tutti, si trasforma in valutazione, attraverso una prima ricomposizione in parametri, complessità, intensità, blablablà, e poi attraverso una seconda in figure, in fisionomie.
Non basta evocare dei totem generici, "la complessità", "l'intensità", "l'equilibrio", se questi non fanno altro che spostare il problema a valle, anziché risolverlo.
Non è che ci sia qualcosa di molto diverso fra il dire: "un vino per essere grande deve essere buono" e "un vino per essere grande deve essere complesso". Perché qualsiasi parametro diviene significativo non in sé,
ma per il fatto che si presume che dia piacere. Se il piacere una certa complessità non lo provoca, e uno sa dirti esattamente perché (ad esempio perché è tutta complessità di legni e coadiuvanti enologici, mentre lui vuole sentire l'uva e la terra, o viceversa), quello ti ha descritto la sua regola del gusto e dato con questo sostanza e contenuto concreto a questi parametri astratti dentro cui può starci qualsiasi cosa.
La complessità non basta. Deve essere complessità gradita, e tale gradimento è soggettivo.
Inoltre possono essere grandi anche vini piuttosto semplici, o per meglio dire normalmente complessi, in virtù di altri parametri eccezionali. Ad esempio ricordo che uno dei grandissimi DRC d'annata che si sbevazzavano quelli di winesnob venne esaltato in maniera incredibile non tanto per la complessità, che era nella media, ma per la nettezza e il realismo spinto di un singolo descrittore fra i più comuni, la ciliegia o il lampone, ora non ricordo.
Io la vedo così. Se tu vuoi continuare ad insultare e gridare ai complotti a me dispiace, ma ci posso fare poco.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”