Montevertine Riserva, Pergole Torte e Pergole Torte Riserva, tutto ’90……

Purtroppo non ero nelle condizioni fisiche migliori, causa malanni stagionali, ma dopo un paio di sorsi mi è sembrato che fosse passato tutto, d’altra parte le doti terapeutiche e taumaturgiche del sangiovese bòno sono oramai ben note…..

Un filo di tappo, veramente fetente e subdolo, di quelli da intenditori per capirsi, sciupa la festa; meno male che si tratta “soltanto” del Montevertine, il quale però è stato bevuto lo stesso per una forma di rispetto antica, che oggi abbiamo un po’ perso……e comunque si sentiva che era un gran vino, ferito. E pensare che aveva il tappo più bello della batteria.
I due Pergole.
Siamo su un punto panoramico da cui osservare il mondo del sangiovese, e non solo, consapevoli di essere su una delle vette più alte.
Quello che colpisce di questi due grandi vini è la loro stupefacente integrità. Integrità fin dal colore, rubino granato profondo e luminoso, vivissimo, con la riserva che veste più scuro. Integrità aromatica che però è anche chiusura: un nocciolo di profumi compatto e compresso, di cui hai la sensazione di essere ancora in una fase embrionale, e non sto scherzando; non c’è evoluzione, non ci sono terziari, solo dei soffi floreali e minerali a bassa intensità ma ad alto grado di finezza. Un quadro mutevole, fascinoso, per certi versi criptico, come ha detto giustamente un mio amico. Vini che non si concedono, che non si fanno possedere: giovani cuori ribelli in veste austera.
In bocca la matassa dei tannini, di grana finissima, si dipana con lentezza, sostenuta da un’acidità pimpante; il finale è di classe superiore, per lunghezza e sapidità.
Due vini assoluti, che si somigliano molto, com'è ovvio che sia, ma senza dubbio diversi: la riserva è un po’ più scura, un po’ più misteriosa nei profumi, caratterizzata da maggiore densità e lunghezza minerale in bocca. Il “base” è forse un pelino più comunicativo, grazie anche ad un maggiore respiro floreale nella proposta olfattiva.
Quello che colpisce di entrambi è quella sensazione di energia trattenuta e da svolgere, quella sfrontatezza irriverente con cui hanno fregato il tempo, come i capolavori di Bob Dylan. Li bevi e mentre pensi che non sono del tutto risolti, provi per questo un sottile piacere perverso, e speri che restino sempre così. Tutto sommato è proprio questo il loro fascino magnetico.
Viva il sangiovese, viva Montevertine, viva “bicchierino” Gambelli.
p.s. qualcuno conosce la storia di come è nata la riserva? A quel che so non era prevista, poi ad un certo punto, una vasca di quella vendemmia del Pergole, prese una strada differente………tanto per aggiungere fascino e mistero……