Wineduck ha scritto:
Ok vi riporto tutti sulla retta via!
Domani metto due note...

Dopo aver testato varie volte la Jura con il suo Savagnin (vitigno veramente delizioso), abbiamo voluto metterla alla prova sullo chardonnay.
Cellier Saint Benoit in teoria avrebbe dovuto essere un top ma una volta versato nel bicchiere... è arrivato in fondo alla batteria: sarà stata la gioventù e/o l'annata più magra ma non ha mostrato personalità. Non c'era la vaniglia della Borgogna ma non c'era neppure il sale della Jura. Insomma abbastanza anonimo. Dopo aver beccato un tappo clamoroso con lo
Chardonnay Là-bas 2019 di Jacob (e aver di conseguenza invocato tutti i santi del paradiso...) abbiamo stappato (meglio dire "svitato") il
Longefin 19 di Grappe che pur essendo un "muletto" non solo non ha sfigurato ma se avesse avuto un po' più di ciccia sarebbe stato molto più vicino alla vetta di quanto non sia risultato alla fine. Qui la Jura c'è tutta, tanto da non capire bene se fosse veramente solo chardonnay: sale, cereali appena raccolti, frutto bianco e giallo ma fresco e poco dolce, insomma una piccola delizia a cui manca solo un po' di ciccia e di allungo per poter entrare nell'olimpo dei grandi vini. Regno in cui siede invece comodamente e con tutti gli onori
Les Grandes Teppes V.V. 2018 di Ganevat. Quest'ultimo è un signor vino, non perde i riferimenti terriitoriali ma si erge a prodotto che va oltre, che scavalca il recinto della semplice rappresentanza di ottimo livello e si assurge a vino bianco d'eccellenza. Lo potresti mettere al cospetto dei migliori Meursault e non sfigurerebbe, anzi, ne lascerebbe tanti indietro, forse tutti. Tanta varietà di sentori, variazioni continue, sfuffi salmastri e affumicati quasi tridimensionali, accompagnati da frutti tropicali che non ti danno mai la sensazione del calore e della stucchevolezza ma che ti lasciano invece il palato pulito e desideroso di sorseggiare ancora quel liquido dorato. Eccellente è l'aggettivo migliore possibile.