Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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Francvino
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Francvino » 23 mar 2009 21:10

Uno dei santuari talebani all'apparenza è una bella casa borghese.
Ma dietro quel cancello, oltre il giardino ricamato con salvia e fresie, succedono cose inenarrabili.
Ho giusto un filo di voce per raccontarvi l'orrore, il raccapriccio di cui sono stato testimone in questi due giorni di un infausto Marzo, prodromo di una primavera difficile.
Barba lunga d'ordinanza -le tento tutte per mimetizzarmi e farmi passar per uno di loro!- mi presento un po' in ritardo.
Figuriamoci se i famelici si siano dati peso di aspettare.
L'accoglienza è cortese. Un po' come col il maial..ehm, mai parlare di animali impuri in questi casi. Dicevo: un po' come si fa con il pollo da spennare a poker. Presentazioni, indicazione del posto dove sedere: un imbarazzante capotavola, con a destra la mente più perversa dell'universo enoico, la vera forza oscura che muove il male vinicolo. Ho ancora il tremore nel corpo e nelle dita nel pronunciarne il nome (nomen omen): il Comandante, ai più noto come Picard.
A destra un giovanotto all'apparenza gioviale, pacioso, determinato ma accondiscendente: Mànichi. E io che l'ho sempre letto Manìchi. Non dico niente di questa mia debolezza, tutta incentrata su di una tonica mal immaginata.
Poco oltre, sempre sulla sinistra, il padrone di casa, il Talebano nemico della conoscenza umana, perfetto nei sui capelli lisciati da un pettine a maglia larga e l'occhio azzurro a rassicurare: Mersault. Non sembra ma è minato nel fisico da una febbre accompagnata da oscuri mali...
Ancora, proseguendo da sinistra nel tavolo rettangolare, Palma aka Victor: difficile da aggirare, parla con una strana inflessione, con toni cupi, rallegrati qua e là da qualche vocale aperta. Si rivelerà il peggior di tutti.
Altro capotavola. Lo chef/ballerino/dj/domatore-di-panterone-romagnole Jossik: folletto in pantofole, è un'anima mite che anni di cattive frequentazioni hanno corrotto. Barlumi della sua bontà d'animo rifulgono nel girello (detto anche falso filetto, per chi ama i vernacoli nordici) al sale, nelle animelle profumate al timo, nel rognone alla senape e, nelle succulente polpettine unte da un lardo diafano e saporito (ma il maiale non era proibito? Meglio non fare troppe domande, ingollo e mi godo l'ars macellandi di Cazzamali).
Poi un tipo becero, una specie di Chabal dei poveri (tra l'altro ci impone la visione anche di Italia-Francia, vantandosi di esser stato azzurro di Rugby), da cui non comprerei un'auto usata, figuriamoci farmi mettere le mani in bocca: Paolo7505.
Per adesso siamo tutti, mancherebbe solo l'essere più cool del forum: JtF. Arriverà. Puntuale come i conti saldare, implacabile come la morte. Ma andiamo con ordine.
Per avvinare gli altri avevano già fatto scorrere liquido gassato -qualcuno mi ha detto esser stato uno Champagne ma non mi ricordo cosa- nel primo bicchiere. Il vero girone parte con un paio di Mersault (in ovvia quanto falsa deferenza verso l'ospite romagnolo): uno scalpitante, teso Genevrieres di Jobart (89+ adesso, tra un paio di anni probabile over 90) ha la meglio sul Les Luchets di Roulot (86) che io apprezzo un po' di più dei riluttanti integralisti per la bella pasta soffice, ben compatta, forse un filo evoluta ma ancor saporita. O forse perché avevo sete e fame e avrei parlato bene anche di una cedrata.
Poi, per la ciccia sanguinolenta ("dio mio, si accontentassero di quella" pensavo tra me e me), what else than PN?
Forse Montepulciano. Ma qui siamo tra esaltati.
Il Vosne Romanée 1er cru di Clevalier (84-) del sedicente rugbista non mena fendenti anzi lancia bacetti profumati: peccato abbia l'appeal di Anna Mazzamauro e io, a passar da Fantozzi, m'avessero anche ammazzato subito, non ci stavo.
Più in là la cipriosa scia d'un languido Lambrays 2001 (87+), sottile eppur sexy, che seduce più il palato che non la mente.
A questo pensa il Corton Bressandes Grand Cru di Prieur (92+). Pinot nero sino al midollo, con una lenta evoluzione nel bicchiere, e una bocca salda, succosa, dal tannino carezzevole eppur ben presente a sorreggere un finale incisivo (non il dente!, oltre il rugby abbiamo dovuto sorbire cenni di ortodonzia da parte dell'energumeno).

...continuo dopo. Scusatemi ma non reggo al ricordo delle tante scariche di paura e adrenalina...
Ultima modifica di Francvino il 24 mar 2009 11:41, modificato 2 volte in totale.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 21:14

Francvino ha scritto:Uno dei santuari talebani all'apparenza è una bella casa borghese.
Ma dietro quel cancello, oltre il giardino ricamato con salvia e fresie, succedono cose inenarrabili.


Salvia che ora non c'è più :D
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 21:16

3) Corton Bressandes 1999 Prieur: 92/100
2) Kabinett 2004 Egon Muller: 92/100
1) Brunello di Montalcino 1983 Soldera: 93/100
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 21:36

I vini comunque hanno fatto quasi da contorno alle bellissime giornate, davvero un clima rilassato, tranquillo e divertente, quasi non da talebanacci quali in realtà siamo :D
Unica pecca che poi pecca non è perchè mi viene sempre regalato qualche euro, ma fare un corso di Texas Hold'em no eh? così tanto per riequilibrare un po' i valori... in alternativa potremmo aumentare i soldi giocati :D :D
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda JohnnyTheFly » 23 mar 2009 22:10

Palma ha scritto:- Visions of J 1993: 87/100

Era il '97 l'annata di questo vino che porta con molto onore il titolo (troncato) della terza traccia del terzo album (100/100) della trilogia elettrica del più grande musicista del '900. Conferma l'ottima impressione già avuta un paio d'anni fa. A questo punto una domanda mi sorge spontanea:

ci sono nelle Marche dei vini rossi più buoni di questo?
" Parlando e piangendo appese la giacca al muro poi chiese una birra mettendosi al sicuro " - MASSIMO BUBOLA [tratto dall'incipit della canzone MARIA CHE CI CONSOLA, 1979]
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Francvino » 23 mar 2009 22:26

Marchese, le faccio umilmente notare che non ha dato voti ai due PN prima di Prieur. Nell'ordine: Clavalier e Clos de Lambrays.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 22:33

Francvino ha scritto:Marchese, le faccio umilmente notare che non ha dato voti ai due PN prima di Prieur. Nell'ordine: Clavalier e Clos de Lambrays.


Clavalier c'è col suo bel 83. Lambretta non riesco a capire, ma mi pareva di averlo messo. Volevo dargli 84, ma visto che il destino me lha fatto saltare e che non nce n'è neppure uno, gli appioppo 85/100. Ed ora vado ad inserirlo anche sopra.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda diego » 23 mar 2009 22:56

Palma ha scritto:2) Kabinett 2004 Egon Muller: 92/100


Due parole su questo?

Il silenzio del Comandante è assordante. Cosa gli avete fatto? :lol:
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda andrea » 23 mar 2009 23:08

Palma ha scritto:- Vina Bosconia 1981 LdH: 84/100

Qui ci deve essere qualcosa che non è andato per il suo verso. Me lo ricordo a livello di eccellenza.
Descrizione del vino?
Ti amo Licia!!!
mangè mangè nu sèi chi ve mangià

Spedisco entro 5 giorni lavorativi, sempre che riesca a trovare i vini nel casino della mia cantina
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Francvino » 23 mar 2009 23:19

Ho salutato il dottore che mi ha dato dei calmanti, rassicurandomi. Presto tornerò come nuovo.
Almeno a livello fisico. Ma nell'animo, in cuor mio, so che nulla sarà più come prima.
È con questo stato d'animo che mi appresto a continuare la descrizione della mia discesa negli inferi.

Bene. Ricomincio da me.
O meglio, tocca a me.
So che sbagliare la prima mossa equivarrebbe far la fine degli avversari del Conte Vlad (ma gli avversari di Vlad III Dracula non erano musulmani? No, non voglio confondere le acque. Era solo per dire che se avessi sbagliato mossa potevo esser impalato).
Preparo quello che so, avendone sacrificata una bottiglia il giorno prima, esser un colpo a sorpresa. Con i taliban non puoi ragionare. Devi colpirli, picchiarli sodo sulle loro convinzioni. Piazzo una prima carica dinamitarda: Collestefano 2002 (92/100). Mentre l'apro getto uno sguardo compassionevole. Solo lui, con il suo malefico potere, potrebbe bagnare le polveri di questa TNT liquida. Annuso il tappo: perfetto!! La bottiglia passa di mano in mano. Sui loro volti vedo dipinte "labbra a cuore". Segno inequivocabile che la lama sta segando le loro lingue. Bene. Assaggio quella che oramai è certezza: tensione lunga, sapidità compressa pronta a sciogliersi in un lunghissimo finale che ha il sapore di una leccata al taglio di pietra, quello strano gesto usato dai geologi per far vedere quanto sono fichi.
Per adesso sono salvo. Provo a sganciare la seconda granata marchigiana. Stavolta il Darth Veder del tricoloroanisolo mi mostra quanto io sia fragile al cospetto del suo potere. Il San Lorenzo 1997, dieci anni di paziente attesa sulle feccie fini in acciaio, finisce in un attimo nel lavandino. Sono un pazzo a poter pensare che il Cuprese 1992 (79/100) potrebbe far risalire le mie azioni: purtroppo non dispiega la giusta verve acida, attestandosi oltre il punto più alto della Collina dell'Evoluzione, mostrando gli ultimi bagliori in forma di sapore morbido di pasta di mandorle. Bella la persistenza ma oramai il verdetto della tavola era un pollice che volgeva verso il basso: non c'è spazio per un ascolto più attento. Mi adeguo.
Tento il colpo di mano: il Giove Tonante. Stappo baldanzoso un Alteni di Brassica 1996 (88/100): tutti gli riconoscono integrità e pienezza ma lo accantonano per via del varietale troppo spiccato. A me piace. Forse più al palato dove stempera la foglia di pomodoro spiccata con note più saline e salmastre in un contesto di freschezza invidiabile per i suoi 13 anni. Ma sul non disputandum est esplicito e ben motivato (in part. i motivi del lapidario e convincente Comandante) non discuto.
Troppi vini pallidi.
I diavoli vogliono il sangue, rosso, tinto.
E proprio un Tinto proposto dal Comandante apre la tenzone tra un paio di "divertissement". Il suo Viña Bosconia 1981 (85/100) LdH è un filo etereo, dalla giusta evoluzione trattandosi di un vino più vecchio di un anno dello stesso padrone di casa, dotato dell'eleganza di una vecchia zia un po' fané ma dotata di antiche buone maniere.
Il mio è uno schiaffo al Profeta in persona. Il diavolo modernista Valentino Migliorini (che Dio l'abbia in gloria!) piazza un Vigna Big 1989 che sorprende, per integrità e pulizia, anche il riottoso Mànichi. Solo un finale appena sgranato non gli permette di raggiungere i 90 pieno. Però, un po' per le vibrazioni positive che emanava, un po' perché ha sorpreso pure a me, gli affibbio un 90-/100.
L'integralismo passa anche dal sangiovese. Piccolo turno in terra toscana:
BdM Ris. Uccelliera 1996 (81/100) a una buona base tannica non corrisponde quella complessità e quella marcia in più nei profumi e negli aromi che il sangio dovrebbe sfoderare in quell'annata.
Fabrizio Bianchi Sangiovese (85+/100) ha una veste moderna: si sente un po' il boisé, la dolcezza del frutto poi riproposta in un palato liscio e levigato, forse un po' in debito di emozioni rispetto al sangiovese che lo affiancava ossia un bellissimo Montevertine Riserva 1995 (91/100) dove la classe del vitigno, la mano felice e l'intuizione di un genio come Gambelli si fondevano in finezza, freschezza, complessità e bevibilità al tempo stesso: una piccola magìa.
Siamo pronti per un giretto in Langa, con Mànichi che fa la ruota come un pavone ingrifato.
Barbaresco Moccagatta 1996 (84/100), Vigna Gattera 2001 di Bovio (87/100), Falletto 2001 di Giacosa (89+/100). Mentre il primo cede un po' il passo nonostante il giusto millesimo, gli altri due hanno bei nasi, buona mobilità gustativa, sostanza. Con il terzo a dispiegar maggior finezza, specie tra naso e fin di gusto.
Placata la voglia di nebbiolo provo a far ragionare i biechi studenti del corano enoico che esistono anche altri vitigni: i cosiddetti internazionali.
Non son riuscito a far cambiare loro idea ma almeno ho messo Mànichi KO: la triade Akronte 1993 (83/100), Solaia 1993 (91/100), Figeac 1995 (90/100), quest'ultimo messo dal Marchese -oblesse oblige- stende il Robert Valino di Langa. Lo portiamo a braccia nel divano libero, accanto allo svenuto Jossik. Noi ci dedichiamo a buttar giù qualche parere. L'Akronte non parte male ma si siede un po' presto, avvolgendosi in una spirale terziaria che non regge alla potenza strutturale -credo di esser l'unico che pensi sia stato superiore- d'un ottimo Solaia 1993, con una bocca di magnifica ampiezza. Scontava qualcosa al naso rispetto al Figeac sinuoso, più minerale e meno "internazionale", ma, ripeto, al palato gliele suonava. Sul momento quasi tutti hanno leggermente preferito il St.Émilion. Io li ho collocati entrambi oltre la soglia dell'eccellenza ma non mi son battuto per far prevalere l'idea che il Solaia era meglio: sul fuoco bruciava già una padella e non volevo far parte della loro cena.
Per placare i rumoreggianti stomaci abbiamo fatto un paio di padellate di olive all'ascolana fritte accompagnate da bollicine.
Per il momento ero in grado di saziare la loro fame.
Ultima modifica di Francvino il 25 mar 2009 13:59, modificato 7 volte in totale.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 23:22

andrea ha scritto:
Palma ha scritto:- Vina Bosconia 1981 LdH: 84/100

Qui ci deve essere qualcosa che non è andato per il suo verso. Me lo ricordo a livello di eccellenza.
Descrizione del vino?


La memoria è quel che è, i vini erano tanti, appunti non ne ho presi, quindi una vera descrizione non ce l'ho. Posso comuqnue dirti che subito abbiamo paragonato questa bottiglia a quella che bevemmo con te, trovando nettissime differenze a favore di quella. Tutti più o meno lo abbiamo trovato sottoperformante. Forse mi sto pure un po' disinnamorando di queti vini (trovo veramente eccelso il solo rosato), ma di migliori ne ho sentiti diversi. Ora rimane da capire se trattasi di fase difficile del vino, o di bottiglia sfigata. In quest'occasione il vino è risultato di una certa integrità, ma anche abbastanza anonimo, cioè non ha mai tirato fuori qualche aspetto veramente notevole. Magari qualcuno saprà integrare.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 23 mar 2009 23:29

diego ha scritto:
Palma ha scritto:2) Kabinett 2004 Egon Muller: 92/100


Due parole su questo?

Il silenzio del Comandante è assordante. Cosa gli avete fatto? :lol:


Ma si è messo in viaggio, mentre noi stavamo facendo gli ultimi riassaggi :D Sembrava a posto.
Il riesling per l'esattezza era un Scharzhofberger. Ho già scritto qualcosina. Un bel residuo zuccherino (non amo i riesling secchi), perfettamente bilanciato da una grande acidità, il tutto in un contesto di notevole complessità che difficilmente riscontro nei kabinett. Vino finito in un anem e se ne sarebbero bevuto un secchio senza problema.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Il Comandante » 24 mar 2009 02:15

Ci sono Diego, ma è un periodo che ho poca voglia di scrivere.

Comunque, prima di andare a nanna che domani mi devo alzare presto per andare a Girona a trovare i fratelli Roca, butto giù alcune considerazioni.

La prima è che quando si trova questa banda di sciagattati, il divertimento e l'atmosfera sono la cosa più bella.

La seconda è che, dopo aver provato questo 2002, scrivo senza problemi che Collestefano non è un grande rapporto q/p, è un grande bianco italiano e basta. Non so quanti bianchi italiani migliori ci possano essere, ma nella prima dozzina credo ci sia senza grossi problemi.

La terza è che il varietale dei sauvignon italiani per me è insopportabile. Alteni di Brassica era integrissimo, perfetto, assolutamente imbevibile. L'ho lavandinato dopo aver bagnato la lingua.

La quarta è che l'incostanza di performance dei Cascina Francia comincia a starmi sugli zebedei.

La quinta è che i vini di Montevertine non deludono mai, mai.
Mentre i vini di Soldera sono costantemente eccellenti, ma non ne ho ancora trovato uno che mi faccia scattare l'emozione, che entri nell'ultima cinquina. Non dubito che ce ne siano, visto quello che scrive gente di cui mi fido ciecamente, ma a me non sono ancora capitati (e, negli ultimi 15 giorni, ho bevuto i celebratissimi '83, base e riserva).

La sesta è che Egon Muller è il produttore che, non da ieri, mi ha fatto capire che i Riesling teutonici non sono solo degli eccellenti q/p, ma possono raggiungere la grandezza vera. Ribadisco la mia preferenza per le versioni non trocken.

La settima è che adesso vado davvero a dormire...
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Bart » 24 mar 2009 12:57

Ormai mi sto rassegnando al fatto che Monfortino 1998 (l'unica annata che ho in cantina) sia una delle peggiori riuscite degli ultimi dieci anni, ma mi spieghereste cos'ha che non va?
Grazie
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda MCSE » 24 mar 2009 13:16

Bart ha scritto:Ormai mi sto rassegnando al fatto che Monfortino 1998 (l'unica annata che ho in cantina) sia una delle peggiori riuscite degli ultimi dieci anni, ma mi spieghereste cos'ha che non va?
Grazie



Ma guarda io non ho l'esperienza degli amici AVR , perchè l'ho bevuto solo una volta, ma a me cosi "malvagio" proprio non mi sembra ....è un grand vino direi pronto per le sue componenti dure, al naso era un cannone che spingeva sempre i profumi dal bicchiere, ma unica pecca è che era un pò monocorde al naso e non aveva la mobilità\profondità di altre annate.....IMHO :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda ema79 » 24 mar 2009 16:26

Francvino ha scritto: Vigna Gattera 2001 di Bovio (87/100)


mi dite qualcosa in più di questa boccia, me ne trovo in cantina qualche bottiglia e questa valutazione rispetto a ciò che era presente nella degustazione mi incuriosisce e non poco.... :lol:

grazie
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 24 mar 2009 18:20

- Monfortino 1998: non è da buttare di certo, se guardate bene gli ho dato 90 (altri dicevano 89, ma insomma siamo lì). E' di certo uno dei 1998 meglio riusciti, ma costa come le altre annate e per il nome che porta a me non basta. So anche benissimo che assieme ai molti che lo hanno trovato deludente c'è pure chi lo ha invece giudicato ottimo, quindi la speranza resta, ma di certo non è un vino che ora come ora vado a cercare. Come dice MCSE è monocorde al naso, non si apre mai sul ventaglio di profumi abituale. Più cupo che in altre occasioni, ci mette moltissimo ad esprimere qualcosa di buono, in bocca è potente ed assolutamente ottimo fino alla fine dove invece chiude con un tannino eccessivamente secco ed asciugante.
- Bovio: e' stata una emzza sorpresa, me ne avevano spesso parlato bene in diversi, ma in nessuna assaggio mi aveva convinto. Ieri inizialmente è andato molto bene, poi col tempo nel bicchiere si è un po' incupito, ma tutto sommato assolutamente una bella prova.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda paolo72 » 24 mar 2009 18:33

la cosa strana è che Cascina Francia 98 è invece un gran vino, sentito pure vicino al 99 non sfigura affatto.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda meursault » 25 mar 2009 17:10

Monfortino 1998 bevuto qualche mese fa era, a dire il vero, più disteso e godibile, senza quella bocca contratta e quasi brusca, ma sembre monocorde e un poco statico al naso.
In quella occasione tra i 90 e i 91 punti, questa volta sotto la soglia dell'eccellenza.

Egon Muller invece si conferma alla grande, mi innamorai di questo vino ad una manifestazione a Bologna 3 anni fa, a pomeriggio tardo con la bocca distrutta da copiosi assaggi imploro un sorso di acqua ma come per magia si palesa davanti a me il banchetto dei vini teutonici.
A quel punto, visto che molti equiparano quei vini alla gazzosa ( :D :D :D ), decido di fare un tentativo e.....BAM, folgorato.
Visto che inoltre sul tavolo c'era una bottiglia piena, aperta, col tappo finito all'interno per non so quale motivo, ne ho approfittato e con la contessa siamo andati in terrazza a seccarci quel prezioso nettare, non ci abbiamo messo poi molto a finire la boccia.

I Cabernet non li ho proprio sentiti, stavo in coma, il giorno seguenti mi è sembrato piuttosto interessante il Solaia.

Ringrazio Francvino per averci portato quel piccolo gioiellino che è Collestefano 2002, era già qualche tempo che provavo a convincere gli altri talebanazzi sulla bontà di questo verdicchio ma non avevo questo asso da giocare.

Grande delusione per il rosè che pensavo dovesse essere buonissimo.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Francvino » 27 mar 2009 20:55

Dove eravamo rimasti? Ah, si. Olive farcite e fritte "all'ascolana" con bollicine.
Uno champagnino niente male ossia Billion (83/100), seppur non irresistibile, mostrava al Perlé Nero 2002 (81/100) come l'acidità sia condizione essenziale per un metodo classico. Il Perlé si difendeva, dico difendere non attaccare, solo al naso con una sensazione larga di pan grillé e fragole mature. Direi che l'ultimogenito di casa Lunelli dovrebbe far qualcosa di più al prossimo assaggio, se non altro perché comincia a costicchiare e il rapporto qualità/prezzo è sempre, costantemente tenuto in debita considerazione. Avrei voluto produrmi in un taglio tra i due ma, vista l'atmosfera, l'unico taglio realizzabile era quello della mia mano se solo avessi fatto capire la mia intenzione.
Seguono: Villa Bucci 2001 (79/100) e lo Sancerre Chavignol rosé di P.Cotat (66/100).
Il primo sembra, nel bicchiere, dar ragione all'ineffabile Lucia Granello: un fruttato scialbo, sottotono, lontano mille miglia dai toni vegetal/camomil/mandorlosi venati di sottil ricordo di felci e semi di anice stellato che ne sono un macchio di fabbrica. Non nego che non l'ho riconosciuto alla cieca. Ho detto "Villa Bucci" quando il Marchese mi ha detto che si trattava di Verdicchio: più per esclusione che non per reale riconoscimento dei suoi descrittori classici. Questi davvero presenti in una ottima, ma non eccezionale perché forse un filo troppo evoluta, boccia assaggiata 15 giorni prima. Ma era un'altra annata (precisamente la 1995). Sul Rosé ho poche parole da spendere: non era difettoso, era in difetto di tutto: freschezza, aroma, pienezza. A parte i tappati è stato il peggior bicchiere del fine settimana, lottando aspramente col passito (for more info see below).
Giusto per rimestare nel torbido qualcuno stappa una bottiglia che fa lanciare un "ooohhh" alla sua rivelazione: Cascina Francia 2001 (90/100): voto della sera: 80/100; voto a mezzogiorno del giorno successivo 92/100. Questo assaggio possa esser di lezione a tutti quelli che potranno uscir delusi dal Barolo cadetto di casa Conterno: se non vi convince subito lasciatela aperta; il giorno successivo vi stupirà. Se l'avete ordinata al ristorante date ordine al sommelier di ritapparla. La berrete con calma a casa. Noi abbiamo sbagliato a lambiccarci il cervello alla ricerca di un perché. Bisognava fermare tutto, rimettere nella bottiglia e ritentare il giorno dopo. Questo però col senno di poi....

Intanto Paolo7505 se ne va. I briganti perdono uno dei pezzi più grossi. Intendo cattivi e feroci, di quelli che ti sbranerebbero a mani e denti nudi.
Poco dopo entra JtF: brandisce il vinile di "The queen is dead" degli Smiths (il mio avatar) come una di quelle belle fanciulle che sul ring annunciano quale round sta per iniziare. Tiro un sospiro di sollievo: il tempo del mio sacrificio umano non è ancora giunto. Lo abbraccio: sono quasi persuaso che chiunque abbia quel disco non può esser cattivo. Né tantomeno talebano. I fatti a venire mi smentiranno.
Ultima modifica di Francvino il 28 mar 2009 01:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 27 mar 2009 21:46

Stasera prepariamo il contratto per l'assunzione a tempo indeterminato di Francvino nel bollettino (fa pure rima :D )
Contestualmente anche la lettera di licenziamento per Jossik :!:
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda JohnnyTheFly » 27 mar 2009 22:09

Palma ha scritto:Stasera prepariamo il contratto per l'assunzione a tempo indeterminato di Francvino nel bollettino (fa pure rima :D )
Contestualmente anche la lettera di licenziamento per Jossik :!:

Era ora......
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda meursault » 27 mar 2009 22:10

Palma ha scritto:Stasera prepariamo il contratto per l'assunzione a tempo indeterminato di Francvino nel bollettino (fa pure rima :D )
Contestualmente anche la lettera di licenziamento per Jossik :!:


Finalmente, Jossik go home!!!
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Francvino » 28 mar 2009 01:30

Intanto la notte allungava la sua ombra sulla casa/grotta talebana.
Mànichi si era perduto in un loop di fase rem e respirava appena sopra al comodo divano in pelle (che scoprirò solo successivamente esser...umana).
Jossik si era ripreso. Emanava un forte profumo di salvia. Imputo la cosa al bollente testosterone pronto a scatenarsi nella sua lunga notte.
Con voce lontana ci dice che quella sera era "super guest star del resident deejay" del Pasha, noto divertimentificio danzereccio sulle colline riminesi. Il giorno successivo, voci incontrollate sussurravano che era stato visto metter su tristi dischi di tango argentino per azzimate quanto finto arrapate cinquantenni in una squallida balera (ex casa del popolo) forlivese. Sia quel che sia, da li a poco ci avrebbe salutato, inghiottito dal sabato sera romagnolo. Il Comandante, fiaccato dalla scialba prestazione del Cascina Francia ma ancor più da un tasso alcolemico che avrebbe fatto morir d'invidia un camionista polacco infreddolito, saluta e si ritira nella sua doppia con bagno. Il Conte, padrone di casa sopra le forze, ci aveva già lasciato per estrapolare il suo malessere nelle stanze più intime della sua magione. Rimaniamo solo io, il Marchese e un freschissimo JtF che approfitta per ingollare l'ultima infornata di olive all'ascolana e far un ripassino del pregresso bevuto. Anche lui rimane piuttosto ben impressionato dal Collestefano 2002. Intanto io fetto formaggi a latte crudo. Con un colpo, a metà tra il genio e la mano, JtF tira fuori dal cilindro le sue birrette. Si va di Orval. Una a testa tra tocchi caseari, cazzate, musica, chiacchere di vino. Non potevo cedere: sarebbe stata la mia condanna. Aiutato dal companatico vaccino/ovino mi stappo anche una seconda bottiglia da 33 cl. Il Marchese, non avvezzo o forse allergico al caglio quindi senza contrappunto nello stomaco, si ferma. JtF vorrebbe proseguire ma siamo tutti per lo stop.
Mi avvio nella mia accogliente singola con passo incerto. Chiudo bene la porta a doppia mandata e aspetto di dormire con un occhio aperto. L'onda lunga e schiumosa della Orval mi travolge, trascinandomi in un sonno profondo. Riapro gli occhi nella penombra. Sono ancora vivo. Bene. La casa è silente, si può approfittare ancora della pausa ristoratrice. Solo la gola reclama un po' d'acqua ma ne farò a meno. Qualche movimento e qualche voce attutita mi fa pensare che oramai sono le 8,00 di mattina, l'ora di alzarsi. L'impietoso telefonino mi comunica che la mezzanotte è passata da oltre 11 ore. Azz. Erano più di tre anni che non mi alzavo a quell'ora. Mi faccio forza e scendo. Jossik sta facendo una pausa caffé: negli occhi e nell'anima la lunga notte passata a domar pantere in là con gli anni. Lui se ne torna a letto. Gli altri (Mànichi, il Marchese, il Conte e il Comandante), oramai baldanzosi, si sfidano a Texas Hold'em, uno strano gioco che ricorda da lontano il poker ma, contrariamente all'originale, chi non bleffa vince sempre.
Sapevo già cos'era la posta in palio: io.
Il vincitore mi avrebbe strozzato con le sue stesse mani.
Faccio finta di niente e mi ritiro in un accogliente bagno con il conforto di un vecchio numero di Bibenda. Aramis si produce in una verticale di 365 annate di Trebbiano di Valentini. Gli manca solo la 366ma, un'unica bottiglia che dorme nelle segrete cantine di Ciro9999: il compagno Ciro, mijardario e comunista, crede ancora che sia un'imbevibile Retzina greco. Poco prima brandelli di pagine rimandano a una degustazione di Chardonnay fatta da due pulzelle tatuate Ais: tra commenti vergati sopra con mano incerta e irriferibili in un contesto civile, profonde lacerazioni della pesante carta, disegni osceni scopro che lo Chardonnay di Planeta primeggiava con uno scintillante 92 di valutazione. Ho capito il perché di tanta rabbia sfogata sulle pagine iperpatinate della glamourosissima rivista con tastevin incorporato.
Ridiscendo. Il ragù sta già borbottando, la pasta fatta a mano non vede l'ora di far un tuffo nell'acqua bollente. A qualcuno è chiesto di fettar i salami. Vado io. Non si sa mai che fosse un segnale di morte, una chiamata alle armi bianche. Procede tutto per il meglio. Il finto poker è finito (pare abbia vinto il Marchese, bruttissimo segno!) e gli stomaci reclamano. Giro di salumi artigianali e via i tappi dalle bottiglie.
Contento di dovermi ammazzare con le sue manine il Marchese si distrae e fa stappare uno Champagne Fallet Prevostat al Comandante che ne approfitta per imprimere il primo sigillo di giornata. Dietro però ci rifacciamo alla grande: il Riesling Kabinett Scharzhofberger 2004 di Egon Müller (93/100) è il migliore dei Kabinett mai assaggiati in vita mia: un inspiegabile equilibrio tra sale/roccia/agrumi e una dolcezza sensuale, presente eppur mai in grado di sovrastare gli altri elementi. Sarà l'unico vino a finire, pur in modiche quantità, per tre volte nel mio bicchiere.
Il ragù è pronto. Cosa si beve con le tagliatelle fatte in casa dalle sante manine del Conte? Sangiovese, savà.
Fuori due bombe mortali in qualsiasi degustazione: un Chianti Cl.Ris.Poggio delle Rose 1996 Castell'in Villa (89/100) della Principessa (altro che marchesucci e contucci dei miei stivali) Coralìa Pignatelli della Leonessa, carnoso e tonico come un ottimo Brunello e un ancor più ammaliante Brunello di Montalcino Case Basse 1983 (93-/100): naso da fiore appassito pronto a ripercorrere il tempo all'indietro, recuperando freschezza a ogni giro di bicchiere, dipana una matassa di tannini or setosi, un tempo sicuramente incazzatissimi, saldi, irremovibili nel trasmettere al palato qualità e carattere profondamente ilcinese. (riconosciuto subito come Brunello agée). Non paghi, i talebanissimi, con urla disumane e strani riti introducono all'ultima batteria in programma. Un giro di modernissimi Priorat? Neanche per idea. Pinot Neri amerikani? Ma che scherziamo? Nebbiolo. Punto.
Mànichi assume una posizione strana, già ampiamente conosciuta da tutti. Più che le parole potrà un immagine:
Immagine
I bicchieri sono pronti, luccicanti.
Barolo Brunate-Le Coste 1999 di Beppe Citrico Rinaldi (90+/100): ammaliante come una rosa, sapido e lunghissimo, si lascia bere a garganella nonostante la complessità aromatica. Tende a incupirsi nel bicchiere fermo (un pizzico di evoluzione oltre il dovuto?) ma basta un'onda indotta dalla roteazione del calice per far tornare vivida la sensazione di rosa dell'olfatto.
Barbaresco Ris.Montestefano 1996 dei Produttori : vino picardiano, picardato e picardizzato. Ci metto comunque il palato: materia davvero magnifica, tensione notevole e tannini vivi come coccodrilli affamati in un fossato del castello. Sarebbe stato un bel bere.
Barolo Ris.Monfortino 1998 (88/100): naso cipriato, intenso, leggere note alcoliche. Niente anguria, niente arancia, niente fiori. Come faremo ora?
E giù improperi contro l'annata sfigata, il destino cinico e baro, lo strano allineamento dei pianeti che era in corso in quel 22 Marzo...
Un buon vino, per carità, ampio e caloroso, sin troppo saldo nel tannino (qui Mànichi piazza la zampata riconoscendo alla cieca un tannino di Serralunga senza nessuna indecisione) e negli inamovibili quanto protratti ritorni aromatici, scanditi dalla maturità del frutto.
Una decina di salmi coranici introduce attrezzi di tortura: uno sembra un cavatappi ma ha delle lame, un altro oggetto in legno ha la forma di una ghigliottina in miniatura (in un primo momento mi era sembrata concepita per decapitare teste di....letteralmente. Invece era un originale portabottiglia). L'estasi collettiva sfocia nell'apertura di un Barbaresco 1971 dei Produttori (sv): la discussione interna all'AVR sul "è ancora valido, basta aspettare", "no, non lo è" fa scendere la tensione.
Il peggio è alle spalle. Per loro. Ma non per me.
Niente meglio del sangue umano può lavare l'impurità della giornata e d'altro canto l'antica Id Al-Adha (o Festa del Sacrificio) prevede che un esser vivente sia scannato in onore al profeta.
Provo a placarli con un inutile Verdicchio Passito 2006 di Sartarelli (71/100) con un naso incerto, bocca migliore ma per via di una buona diffusa larghezza contornata da alcol sostenuto e copiosi zuccheri non fermentati di un vino dolce che vuol, appunto, esser dolce. Peggio!
Il Comandante saluta e se ne va. Come tutte le menti brillanti, non si sporca le mani né tanto meno si fa trovare sul luogo del delitto. Nell'ora della mia morte le telecamere dell'ingresso Bagnacavallo dell'A14 dovevano già aver impresso il suo passaggio, fornendogli un alibi inappuntabile per qualsiasi PM giustizialista.
Il Conte, padrone di casa, sconfitto dalla malattia e dall'Hold'em si ritira, di nuovo, nelle sue ampie stanze.
Mànichi rompe un bicchiere: pregiato cristallo è lì per trapassarmi la giugulare. No! Tutti si affrettano a ripulire il pavimento dalle mille schegge. Mi vien offerto un caffé. Raffinatissimi assassini. Metodo Sindona: rapido, efficace, indolore. Cerco di dibattermi opponendo il fatto che voglio zuccherarlo da me. Concesso. Giro il cucchiaino lentamente. Qualcuno accende la TV: le partite del campionato di calcio sono iniziate da poco eppur l'Inter vince già 2-0. Urla di giubilo, abbracci, pacche sulle spalle. Neanche l'avessero fatte al Manchester quelle due pere. Invece era la Reggina. Tanto mi basta: approfitto del momento di confusione, inforco l'ordinato vialetto senza più salvia, scavalco come il miglior Nino Castelnuovo strafatto di Olio Cuore il basso cancello, metto in moto e via, verso la libertà.
La libertà di gridare: viva la barrique, viva il Gewürztraminer altoatesino, viva la Franciacorta.
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Re: Bollettino AVR - "Bed&Breakfast" da pag. 67

Messaggioda Palma » 30 mar 2009 14:14

Due giornate molto belle quelle appena trascorse, al di fuori del lavoro per il bollettino. I resoconti si trovano sul zampanelle advocate ed in apposito 3ad dedicato alla visita avuerrina alla colonia parmigiana.
Devo però dire che due avvenimenti così ravvicinati mi hanno parecchio provato (l'età avanza inesorabile) e quindi ho preso una decisione perentoria:
smetto di bere finchè non avrò occasione di stappare un Collina Rionda 82 di Giacosa :mrgreen:
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