Nebbiolino ha scritto:Wineduck ha scritto:paperopap ha scritto:Wineduck ha scritto:2) la luce è più determinante della temperatura: se dovessi scegliere fra una cantina perennemente buia a 18° e una con un po' di luce a 14° sceglierei la prima senza pensarci un attimo.
Io, a parte l'80ina di bottiglie "elette" che tengo in cantinetta (Klarstein), tengo tutto in garage non climatizzato al piano -1. Come temperatura non sarà il massimo (Padova) per cui si oscilla tra i seguenti picchi: min. 7,1° - max. 26,6° ma con una media annua di 14,4° (mai incrementi o decrementi repentini) e il max per pochi giorni all'anno. L'umidità ha una media del 70%. Posto che il garage è abbastanza buio di suo, ma tengo tutto in scatole (per la maggior parte in polistirolo) chiuse: non dovrei avere problemi con la luce, corretto?
Corretto, l'importante che non prendano luce diretta.
Racconto spesso di 3 magnum dello Chardonnay di Castello di Monsanto, chiuse nelle loro cassette di legno, che rimasero per cinque anni, per una dimenticanza, in una stanza di un vecchio ufficio ridotto a magazzino, senza climatizzazione e senza neppure le tende veneziane

. Credo che all'interno di quella stanza d'estate la temperatura arrivasse a 36-38° minimo.
Quando le aprimmo eravamo convinti che fossero da lavandinare, nemmeno buone per sfumare il brasato. Risultato: colore solo giallo chiaro e palato e profumi perfetti, nessuna ossidazione! A volte il vino è strano...
Più che a volte, direi molto spesso… io sono arrivato a pensare che se non ci sono fonti di luce diretta (concordo riguardo la perniciosità della cosa) e sbalzi di temperatura frequenti e repentini, certe attenzioni risultano pure eccessive. A meno che non si voglia conservare le bottiglie secondo un orizzonte temporale moooolto lungo (25+ anni), nel qual caso avere temperature e umidità costanti tutto l’anno diventano fattori importanti.
É che arriva un momento della vita in cui si inizia a mettere a fuoco che non è scontato che fra 25 o più anni si sarà ancora qui… e che forse il vino è meglio berselo…

...ma infatti , ormai ho bevuto "quasi" tutto. Ma se avessero pensato così i miei avi ( padre, nonno, bisnonno) non avrei potuto bere quel che ho bevuto, avuto le esperienze sensoriali che ho avuto , goduto ( e condiviso) di quel che ho bevuto. Mio figlio ( 26 anni ) e mio genero ( 33 anni neodiplomato ONAV) promettono continuità : per questo ancora acquisto ( quel che si può) e coinvolgo e guardo anche in prospettiva. Il vino rimane sempre un grande ricordo, oltre ad un grande godimento, esperienza sensoriale e culturale, condivisione e amicizia ...
PS: non immaginate che bei ricordi quando si apre una bottiglia lasciata da mio nonno e come la mente scorre nel tempo...

PPS: non c'è nulla di evocativo come una bottiglia di vino : di ricordi , di ricorrenze (quante bottiglia acquistate per la nascita dei figli, come fece mio nonno con i nipoti...), di cultura ...