Bevute novembrine

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ferrari federico
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ferrari federico » 21 nov 2024 21:12

Profumo veramente interessante, molto fine, molto intenso, con forti connotazioni personali e individuali, quello di questo Boca 2018 di Le Piane, l’etichetta che negli ultimi anni ha rilanciato questa denominazione del nord Piemonte.
La percentuale di uva Vespolina presente e il terroir particolare rendono questa incarnazione del Nebbiolo molto diversa sia dalla declinazione “classica” delle Langhe, più tannica e carnosa, sia da quella dei nebbioli valtellinesi, altrettanto esuberanti nei profumi ma con una gamma aromatica completamente diversa: piccoli frutti di bosco, spezie e mineralità nei Valtellina; fiori (viola) e liquori dolci-acidi (alchermes, cassis) in questo Boca. In bocca torna una netta e rinfrescante acidità che si prolunga in una rimarchevole persistenza retrobuccale; più antociani che tannini, ma tannini nobili, già setosi, di nobile lignaggio.
Alla cieca, non è detto che riuscirei ad identificarlo come nebbiolo… tanto ha un profilo personale e peculiare. Ritrovo, alla lontana e in una dimensione qualitativa molto diversa, quei Colline novaresi, quei Ghemme, quegli Spanna che bevevo a casa di mio padre negli anni ‘80…
Ottimo vino: 93/100 imo.
Perfetto match cibo-vino con un risotto con le lumache.
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ferrari federico » 22 nov 2024 21:31

ferrari federico ha scritto:Boca 2018 di Le Piane,


Ancora più buono il giorno dopo, dopo 24 ore dall’apertura della bottiglia: i profumi si sono aperti in nuances di tabacco, foglie secche, cuoio e bacche di ginepro. La beva appare più corposa, con ancor maggior equilibrio tra acidità e tannini.
Peccato ne fosse rimasto un bicchiere scarso…
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda gianni femminella » 22 nov 2024 21:45

ferrari federico ha scritto: ...in questo Boca. In bocca torna una netta e rinfrescante acidità che si prolunga in una rimarchevole persistenza retrobuccale;


Perdona Federico, sono rimasto affascinato da questa trappola linguistica :mrgreen:
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda L_Andrea » 22 nov 2024 23:42

Yohann Moreno en s'amusant blanc 2023
Ho avuto la fregola di stappare una bottiglia di questo produttore di Courbiers che pare sia un' po' l astro nascente in Languedoc.
Blend di grenache Blanc e Gris, vinificato con una mano molto poca interventista ( lievi indigeni, no filtrazioni ecc)
All inizio parte ridotto al naso, con fiducia si scolma e la lascio riposare 2/3 orette in frigo. Così il vino sfodera tutto il suo corredi di note nette di macchia mediterranea, salsedine e frutta a pasta bianca ( pesca ).
Al palato non è lunghissimo ma mantiene buona freschezza senza svaccare come i bianchi sudisti.
Buono ma senza scintille particolari
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda Trabateo » 23 nov 2024 13:51

Dr. Hermann "H" - 2023
Bibita da glu glu glu che dà forte dipendenza :mrgreen:
9,5° :shock:
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ferrari federico » 24 nov 2024 10:33

Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me  « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda L_Andrea » 24 nov 2024 13:52

Come da tradizione quest'anno ho fatto il solito giro al FIVI.
Tra la miriade di assaggi quelli che secondo me sono degni di nota sono:
Pomona, preferito rispetto ai Fabbri che avevano una nota più amaricante. Invece la cantina di Castellina in Chianti era veramente un bel prodotto, goloso e profumato.
Casa Setaro: molto buono il Contradae 61.37 Vigna del Monaco. Un bianco di grande finezza
Contrada Salandra: il Piedirosso 2020 di grandissima finezza, con un bel naso floreale. Un bel bere. Stessa impronta anche per la loro falanghina ma mi ha colpito meno.
Cantina Lonardo: quest' anno il Taurasi Coste 2018 è veramente buono, nessuna nota di surmaturazione, ovviamente ancora giovane ma promette molto bene.
Masseria L'Astore: il Negramaro Alberelli è un vino di grande struttura senza essere pachidermico.
Mi sembra inutile parlare bene di Pieropan che è sempre una grandissima certezza ( Calvarino spettacolare); idem per il Verduzzo di Sara&Sara e il Torcolato di Firmino Miotti.
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kubik
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda kubik » 24 nov 2024 16:52

ferrari federico ha scritto:Profumo veramente interessante, molto fine, molto intenso, con forti connotazioni personali e individuali, quello di questo Boca 2018 di Le Piane, l’etichetta che negli ultimi anni ha rilanciato questa denominazione del nord Piemonte.
La percentuale di uva Vespolina presente e il terroir particolare rendono questa incarnazione del Nebbiolo molto diversa sia dalla declinazione “classica” delle Langhe, più tannica e carnosa, sia da quella dei nebbioli valtellinesi, altrettanto esuberanti nei profumi ma con una gamma aromatica completamente diversa: piccoli frutti di bosco, spezie e mineralità nei Valtellina; fiori (viola) e liquori dolci-acidi (alchermes, cassis) in questo Boca. In bocca torna una netta e rinfrescante acidità che si prolunga in una rimarchevole persistenza retrobuccale; più antociani che tannini, ma tannini nobili, già setosi, di nobile lignaggio.
Alla cieca, non è detto che riuscirei ad identificarlo come nebbiolo… tanto ha un profilo personale e peculiare. Ritrovo, alla lontana e in una dimensione qualitativa molto diversa, quei Colline novaresi, quei Ghemme, quegli Spanna che bevevo a casa di mio padre negli anni ‘80…
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Boca strepitoso questo 18
e la selezione Boca 2018 Antonio Cerri, in uscita prossimo anno, ancor più..
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda zampaflex » 25 nov 2024 13:41

kubik ha scritto:e la selezione Boca 2018 Antonio Cerri, in uscita prossimo anno, ancor più..


Ciao Fede! Come va la cantina, tutto gira per il giusto?
Riguardo a questa selezione, possibile sia figlia del Plinius III (2017)?
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda pstrada75 » 25 nov 2024 15:10

ferrari federico ha scritto:Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me  « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.


Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda Nexus1990 » 25 nov 2024 15:32

pstrada75 ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me  « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.


Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....

Roba da matti. Ma poi che eventualmente non gli piacciano gli influencer (non piacciono manco a me ndr) o i bevitori di etichette è un problema del proprietario. Se proprio non riesce a controllarsi gli consiglio qualche seduta di psicanalisi, in alcuni casi fa miracoli
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda l'oste » 25 nov 2024 15:55

Nexus1990 ha scritto:
pstrada75 ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.


Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....

Roba da matti. Ma poi che eventualmente non gli piacciano gli influencer (non piacciono manco a me ndr) o i bevitori di etichette è un problema del proprietario. Se proprio non riesce a controllarsi gli consiglio qualche seduta di psicanalisi, in alcuni casi fa miracoli

Non vorrei aver capito male ma secondo me in un ristorante serio è abbastanza inaccettabile non poter leggere una carta e i prezzi del vino.
Sarei curioso di sapere quanto vi hanno fatto pagare il Terres Bourgondes, ma ho paura che poi mi girino le scatole...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ferrari federico » 25 nov 2024 16:07

Per carità, ricarichi accettabili, se si pensa che la prima bottiglia mediamente online sta sui 40/50 euro e la seconda intorno ai 30: i 100 euro nel conto ci stavano tutti.
È un problema di orizzonte delle attese: quello era un locale dove si andava (soprattutto) per bere molto bene a prezzi da enoteca (e non con i ricarichi tipici dei ristoranti) e con una onesta cucina da trattoria. Adesso la cucina si è decisamente spostata nel versante “ristorante” ma, mi ha dato questa impressione- forse sbagliata - che il vino non gli interessi più, anzi che gli dia un po’ fastidio…
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda Nexus1990 » 25 nov 2024 16:34

l'oste ha scritto:
Nexus1990 ha scritto:
pstrada75 ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.


Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....

Roba da matti. Ma poi che eventualmente non gli piacciano gli influencer (non piacciono manco a me ndr) o i bevitori di etichette è un problema del proprietario. Se proprio non riesce a controllarsi gli consiglio qualche seduta di psicanalisi, in alcuni casi fa miracoli

Non vorrei aver capito male ma secondo me in un ristorante serio è abbastanza inaccettabile non poter leggere una carta e i prezzi del vino.
Sarei curioso di sapere quanto vi hanno fatto pagare il Terres Bourgondes, ma ho paura che poi mi girino le scatole...

Penso che tu abbia capito benissimo
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda bobbisolo » 25 nov 2024 18:16

se si tratta della Mariella è inutile mettersi a fare braccio di ferro... bisogna solo trovare le parole giuste per indirizzarlo dove si vuole, anche perchè la cantina mi sembra abbastanza assortita per tutti i gusti... ad esempio son riuscito a bere un bianco di labet che sognavo di bere e il ricarico l'ho trovato onesto... di contro dico anche che ho dovuto ciucciarmi uno chenin non prorpio come me lo sarei aspettato e discorsi abbastanza prolissi su etica e vino...
però dai, ci sta, o meglio... io son stato bene, son stato comodo (anche per la compagnia)... unica roba, avrei mangiato il doppio

'sta nobiltà borbonica di oggi non è più abituata a format di questo genere :mrgreen:
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda l'oste » 25 nov 2024 18:21

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pstrada75 ha scritto:
Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....

Roba da matti. Ma poi che eventualmente non gli piacciano gli influencer (non piacciono manco a me ndr) o i bevitori di etichette è un problema del proprietario. Se proprio non riesce a controllarsi gli consiglio qualche seduta di psicanalisi, in alcuni casi fa miracoli

Non vorrei aver capito male ma secondo me in un ristorante serio è abbastanza inaccettabile non poter leggere una carta e i prezzi del vino.
Sarei curioso di sapere quanto vi hanno fatto pagare il Terres Bourgondes, ma ho paura che poi mi girino le scatole...

Penso che tu abbia capito benissimo

Negli ultimi anni post covid ho notato che parecchi ristoranti (fascia media, medio altina) hanno "spostato il margine" sulla cucina.
Una cantina ricca e in aggiornamento costa, è un immobilizzo che però con i vini "normali" non cresce di valore negli anni.
Altri motivi possono essere il rischio alcolometro (con il nuovo codice salviniano poi) e per il fatto che ad un tavolo di quattro persone mediamente l'acquisto è di una sola bottiglia e difficilmente una di quelle costose (e più facilmente ricaricabili/marginabili).
Penso sia anche ormai calata la "moda" e il desiderio di acculturamento verso il vino da parte delle fasce medie di consumatori e i ristoranti si adeguano
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
L_Andrea
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda L_Andrea » 25 nov 2024 20:34

Cristian Bergeret Bourgogne Aligotè 2019
11,9% di freschezza, bello pimpante. Non mi aspettavo migliorasse così dopo un paio di anni in cantina.
Limonoso, finemente minerale sembra imbottigliato ieri.
A due soldi.
L_Andrea
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda L_Andrea » 25 nov 2024 20:36

l'oste ha scritto:
Nexus1990 ha scritto:
l'oste ha scritto:
Nexus1990 ha scritto:
pstrada75 ha scritto:
Perche' non fare nomi? Si parla della Locanda Mariella di Fragno???? Assurdo questo approccio sul vino comunque......come fai a sceglierlo senza carta, senza visibilita' sui prezzi, senza niente....mi sembra un po' estremo come approccio.....
Poi forse lo fanno anche per eliminare gli influencer vari e tutta quella accozzaglia di gente che oramai beve solo etichette, ancor meglio se facenti hype e likes sui social....pero' preclude l'esperienza anche a chi vorrebbe scegliersi delle belle bottiglie per accompagnare un bel pranzo....non condivido....

Roba da matti. Ma poi che eventualmente non gli piacciano gli influencer (non piacciono manco a me ndr) o i bevitori di etichette è un problema del proprietario. Se proprio non riesce a controllarsi gli consiglio qualche seduta di psicanalisi, in alcuni casi fa miracoli

Non vorrei aver capito male ma secondo me in un ristorante serio è abbastanza inaccettabile non poter leggere una carta e i prezzi del vino.
Sarei curioso di sapere quanto vi hanno fatto pagare il Terres Bourgondes, ma ho paura che poi mi girino le scatole...

Penso che tu abbia capito benissimo

Negli ultimi anni post covid ho notato che parecchi ristoranti (fascia media, medio altina) hanno "spostato il margine" sulla cucina.
Una cantina ricca e in aggiornamento costa, è un immobilizzo che però con i vini "normali" non cresce di valore negli anni.
Altri motivi possono essere il rischio alcolometro (con il nuovo codice salviniano poi) e per il fatto che ad un tavolo di quattro persone mediamente l'acquisto è di una sola bottiglia e difficilmente una di quelle costose (e più facilmente ricaricabili/marginabili).
Penso sia anche ormai calata la "moda" e il desiderio di acculturamento verso il vino da parte delle fasce medie di consumatori e i ristoranti si adeguano

Mi sono da poco appassionato al mondo del vino ma al 97,5% le volte che esco a cena tra carte dei vini con ricarichi folli e proposte imbarazzanti mi passa la voglia di andare a mangiare fuori. Mi metto l anima in pace, mi gusto il cibo e bevo acqua frizzante :roll:
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ZEL WINE » 25 nov 2024 23:52

ferrari federico ha scritto:Per carità, ricarichi accettabili, se si pensa che la prima bottiglia mediamente online sta sui 40/50 euro e la seconda intorno ai 30: i 100 euro nel conto ci stavano tutti.
È un problema di orizzonte delle attese: quello era un locale dove si andava (soprattutto) per bere molto bene a prezzi da enoteca (e non con i ricarichi tipici dei ristoranti) e con una onesta cucina da trattoria. Adesso la cucina si è decisamente spostata nel versante “ristorante” ma, mi ha dato questa impressione- forse sbagliata - che il vino non gli interessi più, anzi che gli dia un po’ fastidio…

A prescindere dalle derive passionali o meno, di orizzonti e attese; le carte dei vini come il menù debbono essere per legge corredati di prezzi chiaramente leggibili ed esposti. La poesia sta a zero.
La Cosa riguarda lo stellato la pizzeria o la trattoria di Gigi il troione. Sarebbe ora di finirla con sti pseudo personaggi che se ne inventano una ogni mezz’ora. Fate da mangiare con cura utilizzate buoni prodotti, siate cortesi e disponibili con i vostri clienti e non rompete la uollera, che ci stanno già abbastanza guai fuori dal portone.
fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda Nexus1990 » 26 nov 2024 00:53

ZEL WINE ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Per carità, ricarichi accettabili, se si pensa che la prima bottiglia mediamente online sta sui 40/50 euro e la seconda intorno ai 30: i 100 euro nel conto ci stavano tutti.
È un problema di orizzonte delle attese: quello era un locale dove si andava (soprattutto) per bere molto bene a prezzi da enoteca (e non con i ricarichi tipici dei ristoranti) e con una onesta cucina da trattoria. Adesso la cucina si è decisamente spostata nel versante “ristorante” ma, mi ha dato questa impressione- forse sbagliata - che il vino non gli interessi più, anzi che gli dia un po’ fastidio…

A prescindere dalle derive passionali o meno, di orizzonti e attese; le carte dei vini come il menù debbono essere per legge corredati di prezzi chiaramente leggibili ed esposti. La poesia sta a zero.
La Cosa riguarda lo stellato la pizzeria o la trattoria di Gigi il troione. Sarebbe ora di finirla con sti pseudo personaggi che se ne inventano una ogni mezz’ora. Fate da mangiare con cura utilizzate buoni prodotti, siate cortesi e disponibili con i vostri clienti e non rompete la uollera, che ci stanno già abbastanza guai fuori dal portone.

Straquoto
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda pstrada75 » 26 nov 2024 09:52

ZEL WINE ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Per carità, ricarichi accettabili, se si pensa che la prima bottiglia mediamente online sta sui 40/50 euro e la seconda intorno ai 30: i 100 euro nel conto ci stavano tutti.
È un problema di orizzonte delle attese: quello era un locale dove si andava (soprattutto) per bere molto bene a prezzi da enoteca (e non con i ricarichi tipici dei ristoranti) e con una onesta cucina da trattoria. Adesso la cucina si è decisamente spostata nel versante “ristorante” ma, mi ha dato questa impressione- forse sbagliata - che il vino non gli interessi più, anzi che gli dia un po’ fastidio…

A prescindere dalle derive passionali o meno, di orizzonti e attese; le carte dei vini come il menù debbono essere per legge corredati di prezzi chiaramente leggibili ed esposti. La poesia sta a zero.
La Cosa riguarda lo stellato la pizzeria o la trattoria di Gigi il troione. Sarebbe ora di finirla con sti pseudo personaggi che se ne inventano una ogni mezz’ora. Fate da mangiare con cura utilizzate buoni prodotti, siate cortesi e disponibili con i vostri clienti e non rompete la uollera, che ci stanno già abbastanza guai fuori dal portone.


10 minuti di applausi!!
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda vinogodi » 26 nov 2024 11:00

ferrari federico ha scritto:Trattoria - Ristorante nota (soprattutto) per la importante e articolatissima cantina, degna più di un tre stelle Michelin che di una trattoria di paese, ha cambiato “rotta”: pochi tavoli, cucina molto più curata, carta dei vini “scomparsa” e richieste del cliente all’impronta (e al buio, senza vedere il listino prezzi…).
Partiamo con il chiedere che propongano loro vino che si accompagni bene con il menù degustazione per tutto il tavolo che abbiamo dovuto scegliere e che sia qualcosa che “ci sorprenda”: ci viene risposto che non vogliono sorprendere nessuno, che il vino è convivialità, che non gradiscono le “pippe mentali” sul vino ecc.
Allora chiediamo una bottiglia di bollicine, per iniziare, e che poi prenderemo un rosso.
Per la prima ci viene consigliato Champagne, perché gli Champagne sono ancora le migliori bollicine del mondo (ahpperò!); poiché siamo con un’amica che beve solo Champagne da Pinot Nero, chiediamo un Blanc de Noirs: ci viene risposto che sono molto meglio, molto più fini, molto più buoni gli Champagne da Chardonnay. Dico: sarà una questione di gusti?
Riusciamo ad avere uno Champagne da Pinot, il Brut Grand Cru Ernest Remy (che si rivelerà buono, molto scuro all’occhio, quasi un rosè, con una bella freschezza accoppiata ad un corpo notevole e a intensi profumi di crosta di pane).
Prima che ci fosse servito lo Champagne, ci viene chiesto di scegliere anche il rosso, perché i rossi “vanno aperti per tempo”.
Chiediamo, per restare sul tema, un Pinot noir. Il ristoratore ci prospetta un Borgogna e noi consentiamo di buon grado.
Evidentemente, però, pensa che bn la nostra richiesta di un vino rosso da Pinot volesse alludere a un rosso leggerissimo perché il Borgogna che ci porta (insieme allo Champagne e che ci stappa al tavolo prima che potessimo dire se andava bene o no) è veramente lieve, quasi inconsistente (11,5 gradi), non cattivo - per carità - ma un incrocio tra un Tavernello (come struttura) e un Beaujolais nouveau (come esuberanza quasi invadente di profumi primari e fruttati): il Terres Bourgondes 2022 di Emmanuel Giboulot.
Dopo l’assaggio, che a onor del vero ci ha lasciati spiazzati (volevamo essere sorpresi, non spiazzati…) e delusi (siamo un gruppetto di amanti dei rossi consistenti, non dei vini - frutto alla Luca Maroni…), azzardo a dire che la denominazione era per me  « strana » e che non l’avevo mai sentita. Mi viene detto che anzi Terres Bourgondes è in piena Borgogna, vicino a Beaune ecc. ecc.
In realtà, scopro dopo grazie all’amico internet che é il nome del vino, un igp… effettivamente a 7 km da Beaune.
A dire la verità, a bicchiere molto areato (diciamo a fine bottiglia) escono fuori anche profumi un po’ più interessanti, con un accenno di speziatura e di cuoio, ma la beva resta sempre inconsistente.
La cucina, almeno, ha soddisfatto.
...a Fragno? ...effettivamente... 8)
PS: sono amico di Guido da 37 anni ...tante cose son cambiate sia in lui che in Mariella che nel locale ( cucina) che nella cantina ...
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
Patatasd
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda Patatasd » 26 nov 2024 11:14

Penso che buona parte di chi ha scritto non conosce il posto, e sopratutto non sa dove è.
Non è un ristorante in città o su una via di passaggio dove ci puoi capitare per caso, ma è sperduto nell'Appennino e per andarci lo devi proprio volere, e sai già anche cosa ti aspetta, nel bene e nel male.

Guido e Mariella sono sempre stati così, se ci entri in sintonia riesci riesci a passare bei momenti bevendo cose mediamente molto buone e che escono un po' dalle solite proposte, a prezzi onestissimi. Se sei uno che vuole andar la e avere tutto sotto controllo, non è il posto per te.

Giusto o sbagliato non so, ma sono sicuramente contento che ci siano ancora posti dove tu possa vivere un'esperienza che si distacca un po' da quello a cui siamo abituati normalmente, sicuramente più umana e magari anche un po' d'antan. Per il resto ci sono altri migliaia di ristornati in Italia con la carta dei vini online, con diritto di tappo e quant'altro.
pstrada75
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda pstrada75 » 26 nov 2024 12:41

Patatasd ha scritto:Penso che buona parte di chi ha scritto non conosce il posto, e sopratutto non sa dove è.
Non è un ristorante in città o su una via di passaggio dove ci puoi capitare per caso, ma è sperduto nell'Appennino e per andarci lo devi proprio volere, e sai già anche cosa ti aspetta, nel bene e nel male.

Guido e Mariella sono sempre stati così, se ci entri in sintonia riesci riesci a passare bei momenti bevendo cose mediamente molto buone e che escono un po' dalle solite proposte, a prezzi onestissimi. Se sei uno che vuole andar la e avere tutto sotto controllo, non è il posto per te.

Giusto o sbagliato non so, ma sono sicuramente contento che ci siano ancora posti dove tu possa vivere un'esperienza che si distacca un po' da quello a cui siamo abituati normalmente, sicuramente più umana e magari anche un po' d'antan. Per il resto ci sono altri migliaia di ristornati in Italia con la carta dei vini online, con diritto di tappo e quant'altro.


Per quanto mi riguarda so benissimo dove e' dato che ci sono pure stato......alla fine la mia idea non cambia anche perche fino a una decina di anni fa le cose erano diverse e la carta dei vini (una ridotta con quelli consigliati e una enorme) c'era e potevi avere la tua scelta.....cosi' non capisco, io che sono appassionato vado in un ristorante dove posso scegliere certe bottiglie (ed e' una delle ragioni per cui vado), se mi togli quello mi togli gran parte della esperienza....poi oh, questione di punti di vista....
ZEL WINE
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Re: Bevute novembrine

Messaggioda ZEL WINE » 26 nov 2024 12:52

Patatasd ha scritto:Penso che buona parte di chi ha scritto non conosce il posto, e sopratutto non sa dove è.
Non è un ristorante in città o su una via di passaggio dove ci puoi capitare per caso, ma è sperduto nell'Appennino e per andarci lo devi proprio volere, e sai già anche cosa ti aspetta, nel bene e nel male.

Guido e Mariella sono sempre stati così, se ci entri in sintonia riesci riesci a passare bei momenti bevendo cose mediamente molto buone e che escono un po' dalle solite proposte, a prezzi onestissimi. Se sei uno che vuole andar la e avere tutto sotto controllo, non è il posto per te.

Giusto o sbagliato non so, ma sono sicuramente contento che ci siano ancora posti dove tu possa vivere un'esperienza che si distacca un po' da quello a cui siamo abituati normalmente, sicuramente più umana e magari anche un po' d'antan. Per il resto ci sono altri migliaia di ristornati in Italia con la carta dei vini online, con diritto di tappo e quant'altro.

Non lo conosco, ma per mia sfortuna e sfortuna dei miei trigliceridi, ho frequentato centinaia di ristoranti, noti meno noti con 3 coperti,4 stelle, in collina , in mezzo al mare sulla luna: la favola o il sapore d’antan non lo fa sicuramente la mancanza di correttezza verso l’ospite perché’ di questo si tratta, se non hai voglia di aggiornare una carta dei vini cambia lavoro, perché resta un obbligo di legge come mantenere pulizia e ordine nelle cucine e nella sala. Non si tratta di un vezzo e’ il tuo lavoro, lo puoi fare bene o male, e il cliente, chiunque sia ospite occasionale o appassionato frequentatore non ha bisogno di avere sotto controllo un bel nulla: deve essere rispettato e accolto con tutti i crismi che un’attività in regola richiede. Continuare a far passare, tutte ste puttanate per “caratteristiche” (c’è quello che t’insulta, quello che non ha i prezzi esposti, quello che restituisce le stelle, quello che sticazazzi) o particolarità e’ un puro esercizio di stile, alla cassa prova a pagare con i soldi del monopoli a vedere l’effetto che fa.
fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

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