Due note mie, in ritardone.
Prima Batteria - Vini giovani
Thomas Batardière - Anjou L'Esprit Libre - 2020Ho letto degli entusiasmi per questo produttore, e il buongiorno si vede da questo vino in basso nella sua gerarchia: naso classico da chenin, con note simil-ossidative, poi parte a mulinare sorprese con fiori, cedro, erbe officinali, caffé quasi valentiniano. Il sorso è giustamente sapido, un qb di morbidezze, tocco di giustezza ed equilibrio. Bella mano.
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Benoit Courault - VdF Les Guinechiens - 2018Agrumato e minerale, più diritto, lineare, componenti abbastanza integrate, allunga sul sale, ma alla fine dimostra una vivacità non all'altezza della batteria.
Guibertau - Saumur Les Moulins - 2020Stretto, verticale, ossa robuste poca carne, un vino pensato con una logica differente, quasi chabliseggia. Ad alcuni è piaciuto molto, a me meno. Però ha potenza, sicuramente gittata, ma saprà aprirsi?
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Domaine Aux Moines - Savennières Roche-Aux-Moines - 2020Parte bene, pare essere il migliore, però piano piano scivola in basso nelle preferenze soprattutto per un palato di presa limitata. Credo sia stato un problema legato alla loro esecuzione dell'annata.
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Seconda Batteria - La maturità
Domaine De Bellivière - Coteaux du Loir Vieilles Vignes Eparses - 2015Mantiene le sue promesse, naso di selce e fumo con lieve agrumato e bocca potente, viva su sale e ancora agrume, ha forza e personalità.
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Andrée - Anjou Les Faraunières - 2017Lemongrass, oliva, pera. Piuttosto fluido ma è un inganno, perché prende bene grazie a tanto sale e ottima acidità, gestite però con eleganza e finezza. Molto solido, bravo anche lui.
Ferme de la Sansonnière - VdF Les Fouchardes - 2018Qui si sa dove si va a parare, e c'è la conferma. Naso estivo di fieno, agrume maturo, timo, è la bocca ad avere la marcia in più con un lieve residuo ed un giocare di punta-tacco tra durezze e ciccia. Cremoso ma vitale, tiene bene, gioca col bevente.
Chateau Pierre Bise - Savennières Clos de la Coulaine - 2002Purtroppo molto evoluto, naso di mela cotta, colore molto carico, bocca che conserva dignità uscendo alla distanza con discreta tonicità e aromaticità, anche se con ritorni da distillato.
Badenhorst Family - Swartland Secateurs - 2022A mio parere un po' semplicino e privo della forza degli altri vini vicini, ha fatto la fine del vaso di coccio.
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Terza Batteria - I Panzer
Domaine des Roches Neuves - Saumur Clos de l'Echelier - 2014Produttore sempre a rischio di evanescenza, predilige costruire vini da rincorrere. Qui, a dieci anni dalla vendemmia, finalmente il liquido si ferma e ci permette di riconoscerne i pregi. La parte migliore è la solidità del palato, al tempo stesso magro e cremoso, lineare ed esplosivo. Altra bottiglia chabliseggiante, ma dal verso giusto.
Eric Morgat - Savennières Fidès - 2014E questo signore è un altro che ha la mano giusta. Un po' verdolino, ma pulito, al palato è dritto, apparentemente senza sforzo, ma è il guanto di velluto, perché ha grande durata, resistenza e la capacità di restare presente pur chiudendo in leggerezza. Gangster con la faccia d'angelo.
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Domaine du Collier - Saumur la Charpentrie 2014Qui c'è un fortissimo hype eppure è la seconda volta che bevo questa cuvée e l'impressione è sempre di una notevole underperformance. Un po' caseario, sporchino, poi si pulisce e emerge anche un grazioso balsamico. Ha buon corpo, salinità, ma non va oltre il compitino. Si aprirà di più in futuro? Mah. Di certo oggi non vale i prezzi aftermarket.
Domaine De Bellivière - Jasnières Calligramme - 2011Bottiglia troppo evoluta, toni virano sul passito, il calvados.
NG
Quarta Batteria - I Top
Richard Leroy - VdF Les Noels de Montbenault - 2015Naso meraviglioso, un bouquet di agrumi vari e fiori estivi, abbinato ad una bocca più stretta, ma molto lunga e solida, tanto attiva; alla stappatura di controllo meridiana presentava una lieve sensazione di residuo, qui sparita per presentarsi molto secco. Ha la stoffa del campione ma non del fuoriclasse.
Stephane Bernaudeau - VdF Les Nourrissons - 2016Che invece è costui. Naso più canonico dell chenin, tra scorza di limone e toni fintoossidativi, e palato formidabile di grande forza e durata, resistenza all'aria a piacere, glicerine che entrano piano per arrotondare e rifinire. Che vino, e pensare che quel 20% di Verdelho che c'è in vigna è pure illegale e non si può ripiantare: bisogna solo sperare che duri a lungo.
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Quinta Batteria - I semidolci
François Chidaine - Les Lys - 2009Gran naso, un vero passito ricco di tutto e anche di equilibrio, qualità e lunghezza, agrumato e fresco.
François Chidaine - Les Grillonnières - 2017Qui invece, con la vigna appena acquisita, la conoscenza delle uve ha fatto fare un mezzo passo falso. Calvados, ritorni di amaretto, più stretto, sale e acidità non sono ben connesse ed il resto un po' latita. Abbastanza secco.
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