QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

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vinotec
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QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

Messaggioda vinotec » 15 mag 2022 08:20

QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…
Ieri nella mia cantina, grande zingarata con gli amici toscani; per la Toscana presenti:
Lorenzo Bocconi, Martino Manetti, Emanuele Masi, Leonardo Briganti, Beppe Pieretti e Lorenzo Mangabelli.
Per l’Emilia-Romagna presenti:
Io ed i mie due figli Francesco ed Andrea, Claudio Bellini, Andrea Farolfi, Lorenzo(Egio) e Massimo (landmax).
Il menù a base di caccia spaziava dai crostini di colombaccio, fagiano, porcini e prugnoli; pappardelle alla lepre, 10 beccacce(sparite in un amen), 50 tordi, capriolo in salmì e per finire una panna cotta da sogno.
I vini:
-Champagne Dumenil magnum
-altro champagne magnum più nobile e pure più biono (non ricordo il nome)
-altri due champagne da bottiglia (Pol Roger base)
Poi i rossi stappati e giudicati se con difetti, da Beppe e Claudio:
-Pomard cuvee 2018
-Tignanello 2010
-Percarlo 2008(lavandinato per puzze varie)
-Barbera Conterno 2018
-Pergole Torte 2019 (in anteprima e non ha deluso le aspettative…da podio)
-Barbaresco Bricco Asili 2003(annata calda quindi un po’ cotto)
-Lupicaia 2010 (molto buono, ma non da tutti apprezzato)
-chateau Nenin Pomerol 2001 (delicato)
-chateau Duhart-Milon 2012 Pauillac (potente senza sbavature)
- Chateau Cheval Blanc premiere cru 1999 (vino top che non ha deluso le aspettative)
-per finire il Vin Santo Diletti 1879…143 anni in mezza bottiglia che sprigiona ancora giovinezza e suadenza a non finire…un’eccellena unica.
Un grazie ed un abbraccio agli amici e se qualcuno più esperto di me vorrà esprimere un giudizio sarà molto gradito!
Alla prossima! Ivo.
UBI MAIOR, MINOR CESSAT !
Macca84
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Re: QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

Messaggioda Macca84 » 15 mag 2022 10:02

Con questa anteprima chiedo una recensione e sensazioni su questo pergole 19 in uscita...
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vinotec
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Re: QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

Messaggioda vinotec » 15 mag 2022 14:50

Macca84 ha scritto:Con questa anteprima chiedo una recensione e sensazioni su questo pergole 19 in uscita...

Posso darti un mio modestissimo parere...come tutte le annate del Pergole, è veramente godibile subito, già ora, poi a volte si chiudono(alcune annate) e ridiventano grandi o grandissime dopo qualche anno(leggi 2007).
Ora ti garantisco che è una bomba con tutte le carte in regola per diventare un grandissimo vino! Ha un difetto, però; si fa fatica a trovarlo...mi diceva Martino che praticamente sono già tutte prenotate e la produzione(30.000 bottiglie in tutto) non arriva a soddisfare le richieste!
UBI MAIOR, MINOR CESSAT !
egio
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Re: QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

Messaggioda egio » 16 mag 2022 09:44

L'appuntamento brisighellese non si smentisce, ma anzi riesce sempre a rinnovarsi con spirito e energie ogni volta più impressionanti da parte del padrone di casa, dei suoi figli e della splendida concrega di locali e forestieri, ormai adottati.
Da parte mia, mi son goduto ogni momento in pura modalità gozzoviglio, beandomi di tutto il bendiddio liquido e solido, volutamente senza concentrazione cerebrale sui singoli calici, ma abbandonandomi piuttosto al benessere complessivo dell'esperienza.
Piacevolissimo lo champagne iniziale, Dumenil; notevole davvero il Fallet-Prevostat da magnum anch'esso. E tutt'altro che disprezzabile il Pol Roger, un base che mi rendo conto di frequentare meno di quanto meriti.
Sui crostini il Pommard ci stava, la barbera di Conterno magari non tipicissima, ma un gran bel bicchiere, soprattutto dandole un poco di tempo. Dal Tignanello che in genere, almeno nelle annate più antiche di mia memoria, non disprezzo affatto, mi aspettavo sinceramente qualcosina in più. Barbaresco 2003 piuttosto affaticato. Il Lupicaia decisamente un vino molto ben fatto, la temperatura appena sotto gli standard "ufficiali" l'ha anche aiutato, secondo me, e con tutto quel selvatico in tavola, ci stava più che bene, anche se capisco che come stile e impostazione sia lontano dai paradigmi più frequentati da molti componenti della tavolata...
I due bordeaux di "riscaldamento" prima del big one, han fatto più che bene il loro dovere, con Duhart Milon con una bocca importante che i tordi succulenti hanno ringraziato a dovere.
Capitolo Cheval Blanc: mio primo incontro. Leggendone sul sito, mi aspettavo tutt'altro nel calice. Quello che viene descritto come vino gourmand e di piacere, setoso e morbido,da annata calda seppur non secca, l'ho trovato invece inizialmente piuttosto austero e reticente, per poi concedersi col passare dei minuti e favorito anche da un leggerissimo innalzamento della temperatura. Secondo me andava aperto anche prima, ma di certo non ha deluso, anzi; grande equilibrio, grande eleganza, bella maturità, naso più su note nobili di cuoio, grafite, leggera liquerizia, note verdi non presenti, ma piuttosto frutti neri. Bocca da grande bordeaux di razza, prima ancora che da St. Emilion, va a nozze con la selvaggina magistralmente servitaci da un cuoco in giornata di grazia. Ancora parecchia vita davanti a sé.
Le Pergole Torte: concordo con Ivo su una versione notevole e davvero subito godibilissima, il richiamo alla 2007 ci sta; non sono d'accordissimo sul fatto che tutte le annate di PT siano inizialmente così approcciabili, ad esempio la 16, pur mostrando il suo potenziale enorme, da subito era davvero troppo di tutto per essere armonica e chiedeva chiaramente tempo per mettere d'accordo tutte le componenti. Questa 2019 mi dà la sensazione che sarà buonissimo sempre e a lungo.

Capitolo a parte per l'albana Diletti 1879: che dire? Una esperienza folle e insensata, che si rinnova ogni volta grazie a Ivo, e che ogni volta all'apertura ha un che di miracoloso. Tra tutte quelle, diverse ormai, sinora assaggiate, la bottiglia di sabato era sicuramente ai livelli più elevati, emozione liquida.

Si è mangiato a livelli commoventi, e il casino a tavola era all'altezza della situazione.
Sempre grazie a te buon Ivo, che con la tua ospitalità inarrivabile sai rinnovare ogni volta, come detto, il magico appuntamento brisighellese.
landmax
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Re: QUANDO TOSCANI E ROMAGNOLI S’INCONTRANO…

Messaggioda landmax » 16 mag 2022 18:41

Champagne:
- Dumenil brut (da magnum): l’ho apprezzato, pur non avendo particolari complessità si lascia bere con piacevolezza, ottimo con crescentine e squacquerone.
- Fallet-Prevostat non-dosè (da magnum): questo ha decisamente un altro passo, davvero ottimo, anche se da sempre gli preferisco l’extra-brut.
- Pol Roger brut: assai gradevole pure questo, forse un po’ anodino nel sapore (ma veniva dopo Fallet-Prevostat, e questo non ha aiutato).

Rossi

Prima batteria
-Pommard 2018 (purtroppo non ho fatto foto e non ricordo più il nome del produttore e la cuvée, era comunque un village non lieu-dit): complesso e molto fine al naso, esemplare didattico di Borgogna di buon livello, in bocca non ha grande struttura ma si lascia bere con piacere, senza tuttavia lasciare il segno. Forse faticherei a collocarlo a Pommard, per di più in quest’annata: interpretazione molto elegante del terroir e dell’annata.
-Barbera Francia 2018 Conterno: sporchino anzichenò al naso, regala abbastanza poco anche in bocca, interpretazione robusta ma priva di dettaglio, sicuramente è presto per berlo, ma ho come la sensazione che la 2018 non sia una grande annata per la Barbera.
-Pergole Torte 2019: naso ancora leggermente marcato dall’elevage, si rifà con una bocca splendida per eleganza e dinamismo. Gli ho comunque preferito, e non di poco, la versione 2018 (bevuti entrambi all’uscita).

Seconda batteria
-Barbaresco Bricco Asili 2003 Ceretto: vino a due facce, almeno nel primo quarto d’ora, in cui al naso tira fuori di tutto, con una bellissima componente balsamica e mentolata. In bocca invece è un no secco, tannini polverosi ed ellegici in evidenza e finale dolciastro. Sicuramente l’annata non aiuta, ma nemmeno la mano…
-Tignanello 2010: non male al naso, anche complice una temperatura di servizio abbastanza bassa, molto meno in bocca, con rotondità e finale sulle dolcezze legnose che non fanno per me.
-Lupicaia 2004: decisamente non il mio vino. Se già Tignanello indulgeva nelle dolcezze, qui è tutto più amplificato. Per ammericani.

Terza batteria
- Chateau Nenin Pomerol 2001: questo mi è piaciuto, un Bordeaux decisamente poco importante, ma profumato e beverino. Bourgogne style.
- Chateau Duhart-Milon 2012 Pauillac: decisamente più potente e tannico (e questo è scontato vista l’appellation), ma anche un po’ troppo verde per poter ambire alla finezza.
- Cheval Blanc 1999: finezza che si ritrova invece qui, nonostante l’annata non facile da gestire. La temperatura di servizio non lo ha aiutato, ma l’allure del grande vino c’è tutta. Mi ha stupito per gioventù, il tannino è ancora alquanto rigido. Non so se potrà mai distendersi, ma se ne avessi una sola bottiglia, la terrei in cantina per altri 10 anni.

Da solo:
Vino Santo 1879 Famiglia Diletti: senza ombra di dubbio il vino della giornata. I profumi sono magnetici: si va da una leggera ossidazione alle note di cera d’api e cenere spenta, di cedro e mandarino. Superbo in bocca: di dolcezza misurata, ha ancora una freschezza impressionante che richiama la beva, in cui si avverte ancora netta ma garbata la parte tattile, leggermente tannica. Finale lunghissimo di ricordi agrumati e speziati (netto lo zenzero).
Una Albana vera, un vino semplicemente emozionante.

Fatemi aggiungere che il cibo non è stato da meno.
Sul mio personalissimo podio questa volta salgono i tordi e la beccaccia, oltre che dei crostini ai colombacci semplicemente strepitosi per sapore.

Come sempre, di tutto questo non posso che ringraziare Ivo, galantuomo d’altri tempi.
Grazie davvero, amico mio!

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